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Autore: WikiGabry    30/05/2016    1 recensioni
Alessandro "Sandro" Rovani è un ragazzino ebreo italiano, emigrato da piccolo in Francia con i genitori per sfuggire alle leggi razziali del 1938.
Nel 1943, durante l'occupazione tedesca di Parigi, lui ed il suo migliore amico Ethan, un ragazzino ebreo inglese (anche lui emigrato dal paese d'origine), verranno catturati e spediti prima in un campo di transito nel Centro e poi ad Auschwitz: cosa accadrà loro?
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Guerre mondiali, Olocausto
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ANGOLO AUTORE:
Se questo capitolo dovesse sembrarvi troppo corto, sappiate che è ancora di introduzione, e la storia vera e propria partirà dal successivo :)
Spero che vi piaccia comunque ;)
Arrileggerci 
WikiGabry

Facciamo un altro salto in avanti nel tempo, e giungiamo al giugno del 1940.
Erano trascorsi quasi due anni dal mio arrivo a Parigi, e la qualità della vita continuava ad essere ottima.
Mio padre lavorava alla Citroen insieme a William, e mia madre aveva trovato lavoro in un piccolo negozietto gestito da alcuni amici francesi di Diana
Io ed Ethan, invece, eravamo diventati super-migliori amici: dal giorno in cui ci eravamo conosciuti, avevamo passato le giornate a giocare con il mio pallone nel parco vicino al nostro palazzo.
Avevamo anche imparato a comprenderci tra di noi, visto che, dopo due anni di permanenza nella capitale, avevamo entrambi imparato relativamente bene il francese e, nelle nostre famiglie, oramai si parlava solo quella lingua.
In quei tempi, stava arrivando l'estate, e con lei la felicità del popolo.
Peccato che quest'ultima sarebbe stata brutalmente stroncata da lì a poco...

La mattina dell'11 giugno 1940, Parigi si svegliò normalmente, sotto un caldo sole tipico della tarda primavera.
Dopo la colazione, il mio primo pensiero era, come sempre, andare a giocare al parco con Ethan.
Io e lui aprimmo le porte delle nostre rispettive case nello stesso momento, e facemmo per scendere giù dalle scale:-Alt!-intimò mio padre, prendendoci entrambi per il collo della maglietta-Oggi non potete uscire!
-Perché?-piagnucolammo in coro io ed Ethan
-Siamo tutti in pericolo...-mormorò William, nel frattempo apparso sull'uscio di casa sua con la moglie
Ethan lo guardò in maniera spaventata e interrogativa al tempo stesso:-Che cosa vuol dire, papà?
-Il governatore ha dichiarato che Parigi è diventata città aperta-dichiarò Diana-I nazisti potrebbero giungere qui da un giorno all'altro...
-I nazisti?-ripetei io-Cosa sono?
-Meglio che tu non lo sappia, piccolo mio-disse mia madre, affranta, per poi ripetere-Meglio che tu non lo sappia...
Ad ogni modo fummo riportati in casa, e non ci fu permesso di uscire per i successivi 10 giorni, per sicurezza.
Tre giorni dopo, molti uomini armati, che parlavano una lingua incomprensibile alle nostre orecchie e portavano sui vestiti il simbolo di un'aquila, entrarono in città e, sulla Torre Eiffel, fecero sventolare una bandiera rossa, con al centro un cerchio bianco contenente un bizzarro simbolo nero, che all'epoca né io ne Ethan conoscevamo.
A dirla tutta, avrei preferito non averci mai avuto a che fare...
   
 
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