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Autore: S h a d o w h u n t e r _    31/05/2016    14 recensioni
AU // Malec //
Eppure, glielo avevano detto.
L’avevano avvertito del fatto che una volta accettato, non si sarebbe più potuto tirare indietro.
Eccome, se glielo avevano detto: mai fare un patto col diavolo.
******
« Sei nervoso fiorellino? » gli sussurrò suadente all’orecchio, passandogli un dito smaltato su tutta la lunghezza della schiena.
Alec non era affatto nervoso, nel modo più assoluto. Semmai, cosa ben diversa, era terrorizzato.
Cosa diamine gli era passato per la mente quando aveva deciso di accettare una proposta così.. fuori dal comune?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Deal With The Evil.



6 Capitolo - The Evil In My Heart..

Panico.
Era in pieno panico.
Lui, il ragazzo dalla notevole calma e dai capelli costantemente brillantinati, era assurdamente e insensatamente preda di una crisi isterica.
E poco gli interessava se il motivo non era poi così importante, non riusciva a calmarsi.
Aveva già chiamato Ragnor e Raphael per chiedere loro aiuto - interrompendoli in qualcosa di veramente osceno, dato le imprecazioni decisamente colorite di quest’ultimo - e, l’avevano rassicurato sul fatto che sarebbero giunti da lui il prima possibile. Beh, in realtà Ragnor l’aveva fatto, l’altro continuava solo a ripetergli di riagganciare.
Prima possibile un corno però, erano già passati venti minuti!
Si portò una mano tra i capelli, scompigliandoseli e impasticciandosi le dita di glitter, ma, al momento quello era davvero l’ultimo dei suoi problemi.
Cosa avrebbe fatto se avesse dovuto presentarsi da Alec in quelle condizioni per colpa loro?
Non ci voleva nemmeno pensare, era troppo bello e fantastico per essere messo in manette in qualche squallida prigione per tentato omicidio.
E poi, privare il mondo della sua ineguagliabile figura, sarebbe stato un vero affronto oltre che un totale spreco.
Perciò no, non sarebbe assolutamente accaduto, ne andava della sua sanità mentale.
Era sicuro che il moro sarebbe stato perfetto come sempre e, lui non doveva essere di certo da meno.
Un dolce sorriso gli si dipinse sulle labbra quando ripensò all’espressione di Alec mentre, dopo essersi tolto la maglietta, avanzava verso di lui.
Per un attimo, si era perso a fissare il suo viso estremamente serio, le labbra tese in una smorfia che aveva catalogato come seducente; poi, il suo sguardo si era posato su quei bicipiti, sul petto solido e sull’addome decisamente scolpito.
Per Lilith.
In pochi secondi Magnus si era ritrovato completamente sudato e accaldato.
Soggiogato dalle movenze di Alec, incatenato alla sua figura, dipendente da quel corpo e desideroso di far scorrere le sue dita sulla sua schiena, sulle braccia, sul suo viso, assaporando attimo dopo attimo.
Aveva fatto uno sforzo sovrumano per non commettere azioni di cui poi si sarebbe sicuramente pentito.
Perché lui non poteva, non doveva.
Scosse la testa, ripensando al modo in cui i fratelli del moro si erano parati davanti quest'ultimo, mettendolo spalle al muro.
Sebbene in un primo momento si fosse preoccupato per lui, ora, a mente lucida ed essendo a conoscenza dell’identità dei due, gli veniva solo da ridere.
Non si sarebbe mai aspettato di ritrovarseli lì a quel modo, e di certo, non avrebbe mai pensato di finire a parlargli lui stesso, come se fossero vecchi amici.
E, nel momento in cui Izzy gli aveva rivelato divertita quanto Alec fosse cotto di lui, non aveva potuto evitare di sentire le farfalle nello stomaco per un breve attimo.
O per un lungo momento, dipendeva tutto dai punti di vista ovviamente.
Tuttavia, aveva deciso di lasciarli parlare da soli in modo tale da evitare al moro altre brutte figure che avrebbero solo finito con l'aumentare il senso di protezione che provava nei suoi confronti.
Cosa che non andava affatto bene.
E, nonostante la curiosità lo stesse divorando vivo, aveva deciso di non ascoltare nemmeno una parola di quello che si sarebbero detti, dando loro un po’ di privacy.
A fine serata, quando Alec stava pulendo dal pavimento una chiazza bluastra e Magnus contava gli incassi, aveva deciso di parlargli.
« Sei sicuro che ti vada realmente bene? Infondo è casa tua, i tuoi genitori non.. » si era interrotto non sapendo bene come continuare.
Alec si era voltato a fissarlo con i suoi bellissimi occhi blu e, con un sorriso dolce, l’aveva rassicurato: « I miei non ci sono, se tutto va bene li rivedrò a fine mese. Non che mi senta poi così pronto per riaffrontarli, s'intende. »
Magnus aveva avvertito un’ennesima stretta al cuore, percependo il dolore nella voce di Alec.
Gli dispiaceva da morire vederlo in quelle condizioni, perché sapeva benissimo cosa provava.
Capiva, cosa voleva dire essere rifiutato dalla propria famiglia.
Aveva richiuso la cassa con un leggero scatto, poi l’aveva raggiunto in poche falcate aggraziate.
Come a voler scacciare via quell’ombra che gli aveva scurito gli occhi, gli aveva rivolto uno dei sorrisi più rassicuranti che fosse in grado di fare: « Non devi preoccupartene ora, Alexander. »
Il tono era così comprensivo, che Alec si sentì in dovere di cambiare discorso.
Magnus aveva detto che aveva avuto un’esperienza simile alla sua e, di certo non avrebbe voluto rattristarlo in quel momento con i suoi problemi.
« Come ti sono sembrati quei due? » gli aveva chiesto dunque, nascondendo un sussulto quando gli angoli della bocca di Magnus si era nuovamente piegati verso l’alto.
« Due pazzi a dire il vero. Ma sono simpatici, tua sorella la adoro di già. »
Alec l’aveva guardato con malcelato orgoglio.
Sua sorella faceva quell’effetto a molti e non se ne stupiva praticamente più.
« Ti ricrederai, so già che ne faranno di tutti i colori domani. » l’aveva avvertito, amareggiato.
« Non vedo l'ora, allora. »
Il rumore del campanello lo riscosse improvvisamente.
Per un attimo cercò di far mente locale, scacciando la figura di Alexander dai suoi pensieri, poi si ricordò.
Guardò verso l’orologio, spalancando la bocca scioccato.
Mezz’ora.
Avevano impiegato mezz’ora solo per venire lì!
Nervoso, raggiunse velocemente la porta, preparandosi mentalmente una sfuriata degna della sua persona, cercando di trovare le parole adeguate per esprimergli la propria ira.
Appena l’ebbe spalancata, aprì la bocca per riversargli addosso il proprio disappunto ma, venne prontamente interrotto da un trafelato Ragnor che si catapultò letteralmente nella casa, seguito da un alquanto scocciato Raphael.
Non che fosse una novità, comunque.
« Allora?! Dove stava l'ultima volta che l'hai visto? Se non mi dai informazioni non posso aiutarti! » cominciò a sbraitare, accucciandosi a terra per guardare sotto il divano del salone.
Magnus lo guardò stralunato, inarcando un sopracciglio folto ma curato.
« Parli del tuo cervello? Pensavo l'avessi gettato in mare anni fa. » gli rispose ironico, incrociando le braccia al petto e guardandolo saccente.
Ragnor scosse la testa, come a voler scacciare l’eventuale litigio che si sarebbe potuto creare.
« Strano che tu sia così calmo, di solito dai di matto! » continuò a gridare, nemmeno fosse a chissà quanta distanza da lui.
Di fatti gli fece cenno di ridurre il volume, guardandolo sempre più scocciato.
« Mi spieghi cosa stai cercando esattamente? » gli chiese allora, al limite della sopportazione.
L’amico lo guardò come se fosse completamente pazzo o avesse sbattuto da qualche parte la testa, perdendo la memoria.
« Chairman Meow, e chi sennò! » gli rispose come se fosse ovvio, scostando le tende dalla finestra per vedere se fosse nascosto lì.
Il glitterato sbatté le palpebre perplesso: « Cosa vuoi da Presidente, scusa? »
Raphael, che se ne era stato immobile e in silenzio da quando era entrato, gli rivolse un occhiata indecifrabile: « Ovviamente sta cercando il micio scomparso. Ho sempre preferito lui a te, sai? »
Magnus fece una smorfia più che evidente: ne sarebbe uscito pazzo da quella situazione, ne era certo.
Prese un grosso respiro, poi gli parlò come si era soliti rivolgersi a dei bambini piccoli per insegnargli qualcosa: « Non so cosa vi siate messi in testa, ma Presidente sta benissimo e sta dormendo. Sono io che ho un problema. » 
Ragnor sembrò rilassarsi notevolmente, mentre l’altro prese a camminare verso di lui con aria piuttosto minacciosa.
« Vuoi dirmi che tu, mi hai fatto venire qui solo per i tuoi egoistici problemi? Per colpa tua, ho dovuto rimandare una delle più belle scopate della mia vita. » gli sibilò contro.
Magnus alzò un sopracciglio, sorridendo malizioso: « Avrai altre occasioni suvvia. » gli disse, sventolandogli una mano di fronte al viso.
Ragnor scosse la testa, osservandoli con un misto tra divertimento e rassegnazione.
Quei due, sebbene a primo impatto sembrassero accomunati solo da un malcelato disprezzo per l’altro, si volevano davvero bene.
« Allora, siamo tutti orecchi, qual è il problema? » gli chiese Ragnor, sedendosi senza troppe cerimonie su di una poltrona poco distante.
Il glitterato lo guardò come se fosse estremamente ovvio, tuttavia, notando lo sguardo altamente sbigottito degli altri due, si indicò, come se quel semplice gesto avesse potuto dissipare ogni dubbio.
Raphael stava seriamente perdendo la pazienza e, Magnus non si sarebbe affatto stupito se l’avesse preso a sberle da un momento all'altro.
Non che potesse permettergli di rovinargli il suo bel faccino, ovviamente avrebbe utilizzato Ragnor come scudo, in quel caso.
« Oh ma dai Magnus, non sei proprio da buttare. Non è ancora arrivato il momento di rifarsi la faccia, magari tra qualche anno ne possiamo riparlare. » disse quest’ultimo, assolutamente serio.
Magnus spalancò la bocca completamente indignato: non era proprio da buttare?!
« Ho fatto male, molto male a chiamarvi. » sputò acido, rivolgendo un’occhiata truce ad entrambi.
Lui si fidava, avrebbe dato persino la vita per loro.
Ma sapevano essere così ottusi e poco accomodanti che non riusciva a credere a volte che fossero migliori amici da praticamente una vita.   
Si girò offeso, dirigendosi verso la porta d’ingresso che aprì, per poi fare un cenno con la mano che stava ad indicare “bene, siete inutili quindi riprendete da dove vi ho interrotto, fuori di qui.”
« Madre de Dios, dame paciencia, que si me das la fuerza lo mato. » cominciò Raphael, cercando di calmarsi per non commettere un omicidio.
Magnus lo guardò confuso: « Smettila di parlarmi francese, lo sai che non lo capisco. » gli sbuffò contro, incrociando le braccia al petto.
« Veramente non capisci niente a prescindere. È spagnolo razza di pony multicolore. » ribatté l’altro, con un ghigno.
Magnus pestò i piedi, indicando di nuovo l’uscio.
« Fuori. Chiamerò Catarina, voi siete praticamente inutili. Anzi, a pensarci bene era quello che dovevo fare fin dal principio. Ha sicuramente più gusto di voi. »  disse, mentre Raphael veniva trattenuto per le braccia da Ragnor, sul punto di prenderlo a pugni.
« Vuoi dire che ci hai fatto venire fin qui, per nulla? » sbatté perplesso le palpebre, quest’ultimo.
Il glitterato alzò le spalle, come a voler scrollarsi l’intera questione di dosso.
« Lasciami, yo quiero matarlo! » cercò di divincolarsi lo spagnolo, con la chiara intenzione di strozzarlo.
Ragnor lo condusse fuori prima che la situazione diventasse insostenibile, ma non prima di essersi rivolto a Magnus con un: « Ha ragione, sei un coglione. »



Si guardò allo specchio un'ultima volta, cercando di lisciare la maglia spiegazzata che aveva indosso.
Non che pensasse veramente di rendersi più presentabile, semplicemente aveva bisogno di qualcosa da fare per tenere sotto controllo i nervi che minacciavano di sopraffarlo da un momento all'altro.
Aveva passato le ultime ore a pentirsi di quella sua decisione; perché non aveva annullato tutto?
Facile, sua sorella non glielo avrebbe mai permesso, non quando era così presa nel ruolo di cupido.
Come evocata dai suoi pensieri, Isabelle si catapultò nella sua stanza come una furia, restando poi immobile a guardarlo completamente inorridita.
« Lo sapevo, ho fatto bene a venirti a controllare. Ma che accidenti ti sei messo addosso?! » gli chiese sconvolta, squadrandolo da capo a piedi.
Alec si guardò confuso la t-shirt grigia e i jeans sbiaditi.
Certo, non era propriamente un modello, ma quelli erano da sempre i suoi soliti abiti.                 
Quindi che problema c'era?
« Iz che c'è che non va? » le chiese, lasciandola a bocca aperta.
« Alec, che diamine! Il ragazzo che ti piace viene a cena a casa tua e tu ti vesti come uno straccione? Come speri di fare colpo in quelle condizioni? » ribatté subito Izzy esasperata, alzando gli occhi al cielo.
Senza neanche dargli il tempo di rispondere, si avviò verso il suo armadio quasi tuffandocisi dentro, cercando chissà cosa.
« Iz, che fai? E' tutto inutile, non c'è niente di decente lì dentro. » le disse sconsolato.
Lei riemerse subito dopo, con in mano una camicia blu che gli aveva regalato l'anno prima per Natale.
« Ah no, eh? Mettiti questa, ti starà un incanto e ti metterà in risalto gli occhi. » esclamò, lanciandogliela
praticamente contro.
Alec aprì la bocca, con l'intenzione di protestare, ma alla fine ci rinunciò; conoscendola, sarebbe stata capace di infilargliela a forza, se solo l'avesse contraddetta.
« Va bene, esci: almeno posso cambiarmi. » le disse, sbuffando sonoramente per manifestare il suo dissenso.
Iz lo guardò soddisfatta.
« Scelta molto saggia. Ci vediamo giù. » gli rispose, prima di uscire sbattendosi la porta alle spalle.
Come se potessi veramente fare colpo su qualcuno, pensò, mentre indossava quello che sua sorella aveva scelto per lui.
Avrebbe potuto presentarsi anche nudo, in ogni caso a Magnus la cosa non avrebbe fatto nessun effetto. Figuriamoci.
Una volta vestito, decise di scendere a cercare Iz, sperando di distrarsi.
La trovò in cucina, intenta a trafficare ai fornelli.
Oh per l'angelo, questa davvero non ci voleva.
Isabelle era fantastica in tutto, ma le sue doti culinarie rasentavano lo zero; avrebbe potuto tranquillamente avvelenarli tutti, senza rendersene minimamente conto.
« Ti prego, dimmi che quella non è la cena di stasera. » iniziò in tono supplicante, sperando che si trattasse di uno scherzo.
La ragazza gli scoccò un occhiataccia da sopra la spalla.
« Possibile che tutte le volte che voglio cucinare per voi, tu e Jace dobbiate fare queste scene? Non sono poi così male. » replicò stizzita.
Alec la guardò aggrottando le sopracciglia, chiedendosi se avesse mai assaggiato uno dei suoi piatti.
« Hai ragione Iz, non sei tanto male. Sei orripilante. » le rispose al massimo della serietà.
Isabelle lo ignorò, continuando a buttare ingredienti, non meglio identificati, nella pentola; sembrava quasi una qualche pozione magica mal riuscita.
« Se la metti così, non mi lasci altra scelta. Sono costretto a chiamare i rinforzi. » le disse, affacciandosi subito dopo alla porta.
Chiese gli occhi, prendendendo un bel respiro profondo.
« JACE, CORRI! VIENI QUI IMMEDIATAMENTE, AIUTAMI! » si mise a gridare a pieni polmoni.
Isabelle lo fissò costernata, spalancando la bocca per lo shock.
Che fratelli disgraziati.
« Che bisogno c'era di mettersi ad urlare in quel modo? Non sto mica cercando di ucciderti con.. » iniziò Iz seccata, ma venne interrotta dall'apparizione di Jace.
Il ragazzo, completamente scarmigliato, aveva i capelli biondi sparati in tutte le direzioni e, la faccia di chi è stato appena buttato giù dal letto con violenza.
Ma la cosa che più lasciò Alec perplesso, era il fatto che avesse in mano i suoi nunchaku.
 « STA INDIETRO FRATELLO, TI SALVO IO! DOV'E' LA SCHIFOSA BESTIACCIA? » si mise ad urlare anche lui, totalmente fuori di sé e guardandosi intorno allarmato, con gli occhi spalancati.
Dopo alcuni istanti, però, dovette rendersi conto che non c'era nessuna minaccia imminente; guardò alternativamente i due ragazzi con aria scocciata, cercando di darsi un tono.
« Alec, si può sapere perché diavolo ti sei messo ad urlare in quel modo, quando non c'è nessuna anatra che ti sta attaccando? » gli chiese, con un occhiata assassina.
In circostanza normali, il moro avrebbe riso fino alle lacrime dell'insensata fobia dell'altro ma, immaginando Magnus che assaggiava il cibo preparato da sua sorella, riuscì a restare serio.
« Jace, abbiamo problemi più grandi. Isabelle vuole cucinare. » gli rispose, dando più enfasi possibile alle ultime parole, in modo tale che l'altro si rendesse conto dell'entità del problema.
Iz sbuffò indignata, mentre Jace si voltava a guardarla preoccupato.
« Oh, no. Che cosa ti avremmo mai fatto di tanto brutto? Posso capire noi due, ma risparmia almeno il povero ospite. » le disse, portandosi una mano al petto.
Izzy per qualche secondo sembrò sul punto di prenderli entrambi a schiaffi.
Poi si voltò e, togliendo la pentola dal fuoco, svuotò il suo contenuto - una zuppa verdognola che, alla sola vista, fece venire la nausea ai due ragazzi - nel lavandino.
« Siete soddisfatti, adesso? » chiese loro ironicamente, portandosi le mani sui fianchi.
« Enormemente. » le risposero in coro, scoppiando a ridere subito dopo.
Isabelle li guardò scuotendo la testa, rassegnata al fatto che il suo talento non sarebbe mai stato apprezzato.
« Che ne dite, di ordinare qualcosa al ristorante giapponese qui accanto? »


***

Ma chi glielo aveva fatto fare.
Solo negli ultimi minuti se l'era ripetuto un infinità di volte, desiderando di fuggire il più lontano possibile da lì.
Quando la sera prima a sua sorella era venuta quell'idea strampalata, sapeva che la cosa si sarebbe trasformata in un assoluto disastro, solo non immaginava fino a che punto.
Fin dal momento in cui Magnus aveva messo piede in casa, non c'era stata una sola cosa che fosse andata per il verso giusto.
Alec era andato ad aprire, terribilmente imbarazzato da tutta quella faccenda e, senza smettere di farfugliare, lo aveva condotto in sala da pranzo.
In quel momento Isabelle era entrata quasi correndo, con in mano un vassoio di onigiri(*) e, inciampando nella soglia che separava le due stanze, si era fermata a pochi centimetri dalla camicia di Magnus.
Probabilmente, senza l'intervento provvidenziale di Jace che l'aveva afferrata all'ultimo secondo, il poveretto sarebbe stato ricoperto da capo a piedi di polpette di riso.
E se non fosse stato lui stesso sconvolto dalla situazione, avrebbe senz'altro immortalato l'espressione allibita di Magnus con una foto.
Izzy, con assoluta nonchalance, aveva cercato poi di rimediare alla figuraccia appena commessa, salutando allegramente il povero ospite sventurato con un: « Ehi Magnus, ti trovo ancora più scintillante del solito! »
Peccato che si trovasse  con il vassoio ad un palmo dal suo naso, cosa che rese solo più ridicola la scena.
Dopo lo shock iniziale, Alec aveva deciso che fosse meglio condurlo a tavola, onde evitare ulteriori incidenti di percorso.
Tuttavia, anche quell'operazione risultò essere alquanto pericolosa: nel momento in cui Magnus fece per sedersi, la sedia iniziò a scricchiolare in maniera inquietante.
Il moro aveva ignorato la cosa ma, non aveva avuto neanche il tempo di formulare un qualsivoglia pensiero che, in pochi secondi, il ragazzo era sparito dalla sua visuale.
Per alcuni istanti era rimasto a guardare la scena perplesso, chiedendosi se per caso Magnus fosse stato improvvisamente risucchiato dalla terra.
Poi, rendendosi conto dell'idiozia di quel pensiero e della gravità della situazione, si era immediatamente alzato a soccorrerlo.
Con un espressione ancora più scioccata della sua, Magnus era steso sul pavimento con le gambe all'aria.
Quest'ultimo, una volta ripresosi e rimesso in piedi, aveva cominciato ad indietreggiare, guardando alternativamente i tre fratelli allarmato.
 « Adesso capisco.. Voi! Mi avete invitato qui per farmi fuori non è vero? Era tutto organizzato! » esclamò, puntandogli un dito contro.
Alec si sentì sprofondare: non era certo quella l'impressione che voleva l'altro avesse sulla serata.
« Magnus sono mortificato. Ti giuro che non.. » iniziò a balbettare, assumendo impensabili tonalità di rosso.
« Non provarci nemmeno Alexander. Non dopo questi chiari attentati alla mia vita. Non sono certo finito steso come un salame, perché morivo dalla voglia di abbracciare il pavimento. L'avete fatto apposta. » rispose immediatamente Magnus, guardandolo truce.
Non poteva certo biasimarlo se la pensava in quel modo; non dopo che, nel giro di cinque minuti, sua sorella lo aveva quasi investito in pieno e, aveva rischiato di rompersi l'osso del collo.
Alec era certo che vista da fuori la situazione doveva apparire alquanto esilarante, il che spiegava perché Iz e Jace erano diventati paonazzi nel tentativo di soffocare le risate.
Peccato che lui non si stesse divertendo affatto.
« Non attenterei mai alla tua vita! Sono stati solo degli incidenti.. » iniziò a dire, avvicinandosi lentamente al ragazzo.
« Fermo lì, non avvicinarti. Me ne vado, estremamente deluso da te. Non avrei mai pensato che potessi farmi questo. » annunciò l'altro con aria melodrammatica.
Alec restò impietrito per alcuni istanti, iniziando, subito dopo, ad incespicare frasi di scuse senza senso.
Troppo occupato a chiedere perdono, ci mise un po' per notare la reazione di Magnus: quel disgraziato se la stava ridacchiando beatamente, mentre lui era quasi sull'orlo di un collasso.
« Magnus! Ti sembrano scherzi da fare?!» gli gridò contro indignato.
L'altro, vedendolo così sconvolto, non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata, subito imitato da quei due traditori dei suoi fratelli.
« Oh santo cielo.. Avresti dovuto vedere la tua faccia! Scusami tanto fiorellino, non ho saputo resistere. » riuscì a rispondergli, una volta che si fu un minimo calmato.
Alec avrebbe tanto voluto avercela con lui per lo spavento che gli aveva fatto prendere, ma il sorriso che l'altro gli rivolse sciolse immediatamente qualsiasi risentimento.
« Non sei stato affatto carino, potrei anche ritenermi offeso. » gli rispose, mentre il suo volto si apriva in un sorriso, contraddicendo le sue parole.
Magnus gli andò davanti, ancora palesemente divertito.
« Oh fiorellino, è sempre così facile prenderti in giro! Comunque mi fa piacere sapere che non attenteresti mai alla mia vita. » esordì, facendo chiaro riferimento a quello che Alec aveva detto poco prima, cosa che finì col fare arrossire nuovamente quest'ultimo.
« Continua così e potrei sempre ripensarci. » borbottò il moro, dirigendosi nuovamente verso la tavola.
Magnus lo seguì recuperando un'altra sedia e, dopo essersi assicurato che questa volta non sarebbe finito con la schiena a terra nel giro di un secondo scarso, si sedette accanto a lui.
Da quel momento le cose erano sembrate girare per il verso giusto, tanto che Alec si illuse che il resto della cena si sarebbe concluso senza intoppi, con Magnus e i suoi fratelli che chiacchieravano allegramente del più e del meno tra una portata e l'altra.
Speranze vane.
Tutti i suoi sogni vennero infranti da Jace, che decise di aprire bocca, ponendo la domanda che più aveva temuto di sentirgli fare.
« Allora, si può sapere che cosa c'è esattamente tra voi due? » chiese, scrutando i due ragazzi, quasi a voler carpire la verità dalle loro facce.
Alec arrossì di botto e, si mise a guardare il piatto di fronte a lui con un intensità tale che Magnus temette potesse aprirci una voragine con lo sguardo.
Izzy diede uno schiaffo sulla nuca al biondino, scoccandogli un occhiataccia.
« Oh andiamo, ti sembra una domanda da fare questa? » esclamò subito dopo, lasciando il ragazzo perplesso.
Non era certo da lei tirarsi indietro, non quando si trattava di stuzzicare Alec.
E infatti..
« Quanto in là vi siete spinti? Prima uscita? Primo bacio? » iniziò a domandare a raffica, quasi senza mai riprendere fiato.
Alec sobbalzò, facendo cadere metà del vino contenuto nel suo bicchiere sulla tovaglia bianca.
Vedendo la reazione di suo fratello, Isabelle iniziò a gridare, saltellando su e giù come un ossessa.
« Per l'angelo! Siete già andati oltre?! Non posso crederci, voglio tutti i dettagli! »
Alec fece del suo meglio per scomparire mentre l'altro, che non sembrava minimamente toccato da tutta quella faccenda, faceva cenno ad Iz con la mano di calmarsi.
« Mi dispiace deluderti biscottino, ma non è successo proprio niente di niente. Non vedo, dunque, che dettagli potrei fornirti. E, detto tra noi, in ogni caso avremmo dovuto parlarne in privato, onde evitare che ad Alexander venisse un infarto. » le rispose, studiandosi con estremo interesse le unghie smaltate.
Izzy sbuffò delusa, ma non si arrese di certo di fronte a quell'affermazione.
« Cosa intendi con niente di niente? - disse scimmiottando la voce dell'altro - qualcosa deve essere successo per forza! » tornò alla carica la ragazza, immediatamente dopo.
« Isabelle adesso smettila! » le sibilò Alec, ancora rosso in viso.
Lei lo ignorò, tornando a rivolgere la sua attenzione a Magnus, in chiara attesa della sua risposta.
Quest'ultimo la guardò inarcando un sopracciglio, cosa che - almeno per il moro -, lo rese ancora più affascinante.
« Cosa vuoi che ti dica, di grazia? Non c'è nulla da dire, non c'è quel tipo di rapporto tra di noi. » le rispose, guardandola scettico.
Jace aprì la bocca sorpreso, spostando lo sguardo da lui a sua sorella, quasi cercando di capire se aveva sentito bene.
« Tu stai dicendo, seriamente, che tra voi due non c'è niente? » chiese conferma subito dopo, il biondino.
Magnus annuì convinto.
« Certo, io e tuo fratello siamo solo ed esclusivamente buoni amici. » ribadì, dando mostra di essere il più tranquillo e disinvolto possibile.
Solo buoni amici.
A quelle parole Alec abbassò lo sguardo, incapace di nascondere la delusione.
La parte più razionale di lui, sapeva benissimo che non avrebbe mai potuto esserci niente, ma sentire Magnus mentre lo diceva con tanta tranquillità lo ferì ugualmente.
Beh, sempre meglio saperlo adesso, in modo tale da non farsi illusioni.
Direi che è un po' troppo tardi per quello,  gli ricordò una fastidiosa vocina nella sua mente.
Scosse la testa, cercando di scacciare quel pensiero: doveva solo sopravvivere alla serata, poi avrebbe potuto pensare ai suoi sentimenti non corrisposti.
Sospirò, cercando poi di concentrarsi nuovamente sulla conversazione.
In quel momento si accorse dell'occhiata penetrante che Isabelle gli stava rivolgendo.
Qualsiasi cosa si stesse chiedendo, alla fine dovette trovare una soluzione; Alec vide un sorrisetto perfido delinearsi sul suo viso.
« Sai Magnus, sono veramente felice che mio fratello abbia qualcuno con cui parlare, al di fuori della famiglia. Sarebbe stato bello se vi foste conosciuti quando aveva ancora la sua cotta per Jace! » esclamò infatti Iz, poggiando una mano sul braccio del ragazzo.
Quest'ultimo si immobilizzò, col bicchiere a pochi centimetri dalla bocca.
« La sua che cosa?! » chiese spalancando gli occhi dallo shock.
Jace guardò sua sorella confuso, ma si riprese in fretta.
« Oh già. Modestamente parlando sono davvero irresistibile. » gongolò il biondino.
Magnus li guardava sconvolto.
Si voltò verso Alec, sperando di vederlo smentire, ma il ragazzo stava farfugliando chissà cosa completamente rosso in viso; non avrebbe potuto esserci una conferma migliore di quella.
« Quindi ti piaceva davvero. Nessuno ti hai mai detto che i biondi sono decisamente sopravvalutati? » gli chiese laconico.
Alec arrossì ancora di più, tentando di controbattere ma, nonostante i suoi tentativi, non sembrava in grado di spiccicare parola.
Avevano per caso deciso di farlo morire d'imbarazzo?
Non riusciva a capire perché, quei due, stessero tirando fuori quel discorso.
Erano mesi che nessuno di loro faceva più riferimento a quella storia ed ora, davanti a Magnus, sentivano la necessità di parlarne?
Si allungò per dare un calcio negli stinchi a Jace sotto il tavolo, sperando che l'altro capisse l'antifona.
Non aveva tenuto conto però di sua sorella : mentre il biondino squittiva un "Ahia!", massaggiandosi la parte lesa, la ragazza era tornata nuovamente all'attacco.
« Oh, eccome se gli piaceva. Avresti dovuto vedere come sbavava sui suoi addominali quando si allenavano insieme! » continuò Izzy con fare cospiratore.
Magnus fece la faccia di uno a cui hanno appena dato un pugno nello stomaco.
« Ah sì, è.. molto interessante. » replicò seccamente, dopo alcuni istanti.
Isabelle gongolò, soddisfatta da quella sua reazione, tuttavia.. si poteva sempre fare di meglio.
« Strano che non te ne abbia mai parlato, dato che siete buoni amici. Ad ogni modo, può darsi che prima o poi ti capiterà di dover fare il confidente. Sai, tutta quella storia per cui il primo amore non si scorda mai. E per di più, vivendo sotto lo stesso tetto.. chi lo sa! » esclamò infatti con una risata, guardando maliziosamente Alec.
Quest'ultimo riuscì finalmente a reagire.
« Oh no, questo mai! Smettila Iz. » esordì infatti, guardandola furioso.
Jace sorrise sardonico, guardandolo in un modo che al moro non piacque affatto: era la sua espressione tipica prima di combinare qualche guaio.
« Mai dire mai, Alexander. Vuoi dire che non ti piacerebbe avermi tutto per te?» gli chiese infatti, sfiorandogli il braccio.
Alec si ritrasse, guardandolo inorridito. Era per caso impazzito?
Smise di interrogarsi sulla sanità mentale di suo fratello, riportato alla realtà dal rumore di una sedia portata indietro con violenza.
Magnus si era alzato, buttando stizzito un tovagliolo sul tavolo.
« Se volete scusarmi, a questo punto dovrei fare una telefonata. » dichiarò secco, avviandosi subito dopo verso la porta.
« Aspetta, se vuoi io.. » iniziò Alec, anche lui sul punto di mettersi in piedi.
« Credo di poter tranquillamente trovare l'uscita e tornare senza bisogno di alcun aiuto, grazie. » replicò l'altro in un tono brusco che il ragazzo non gli aveva mai sentito usare.
Pochi secondi dopo, sentirono sbattere la porta d'ingresso.
In quel preciso istante Iz e Jace si diedero il cinque, ridendo soddisfatti sotto lo sguardo allibito di Alec.
« Ma io dico, avete completamente perso il senno per caso? Come accidenti vi è venuto in mente di comportarvi così di fronte a lui? L'avete infastidito! » gridò quest'ultimo in direzione dei suoi fratelli.
I due lo guardarono, per poi scoppiare a ridere fragorosamente.
Era incredibile quanto Alec potesse essere ingenuo a volte.
« L'abbiamo fatto per te idiota! Ora, hai avuto la tua risposta. Fatti avanti fratello! » esclamò Jace ancora sogghignando.
Il moro continuò a guardare dall'uno all'altro, incapace di mettere insieme i pezzi.
Sua sorella dovette ben interpretare la sua espressione, considerando che decise di spiegargli le cose in modo tale che gli fossero chiare.
« Ascoltami bene: tu sei innamorato di Magnus e no, non negarlo. - disse subito, vedendo che suo fratello aveva intenzione di replicare. - Lui però, si ostinava a dire di vederti solo come un amico, e io avevo bisogno di capire se fosse davvero così o se, come invece credevo, in realtà provasse qualcosa per te. Per questo motivo ho tirato fuori la storia di Jace, per vedere come avrebbe reagito. » continuò la ragazza, lasciandolo letteralmente a bocca aperta.
« E a giudicare dal modo in cui è uscito sbattendo la porta, direi che è maledettamente geloso di te. Alias, prova quello che provi tu! » concluse Jace, con un gran sorriso.
Alec ci mise un po' a recepire fino in fondo quello che gli stavano dicendo.
Magnus geloso di lui? No, non era possibile.
L'eventualità  che lui potesse ricambiarlo, era decisamente troppo bella per essere vera.
Anche se, doveva ammettere, di non aver mai visto Magnus comportarsi in quel modo e, stranamente, aveva iniziato ad innervosirsi solo quando avevano parlato della sua cotta per Jace.
Ad uno che si considerava suo amico, almeno in teoria, non gliene sarebbe dovuto importare niente, giusto?
Quasi contro la sua volontà iniziò a sorridere, felice come non era da tempo.
Forse, dopotutto, i suoi fratelli avevano ragione.
Quando poco dopo Magnus rientrò, lo trovò ancora sorridente e assorto nei suoi pensieri.
Starà ancora esultando per la proposta di Jace, pensò acidamente.
Tuttavia, questa volta, diede mostra di un contegno perfetto.
Aveva avuto bisogno di alcuni minuti per riacquistare completamente il controllo, e non aveva intenzione di perderlo nuovamente.
Sapere che Alec, in passato, aveva provato qualcosa per Jace lo aveva fatto infuriare.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato nell'immagine del suo bellissimo occhi blu, che andava dietro a quel biondino insipido.
Sbavava sui suoi addominali? Oh per favore, come se non ci fosse niente di più importante in una persona; lui poteva senz'altro avere di meglio rispetto a quello lì.
Per non parlare del modo in cui quest'ultimo gli si era rivolto, sfiorandogli il braccio.
A Magnus era venuta voglia di spaccargli il piatto in testa e di gridargli che Alexander era il suo fiorellino, e che lui non doveva permettersi di toccarlo in quel modo.
Grazie al cielo, era riuscito a trattenersi e ad uscire fuori da lì, prima di fare qualcosa di veramente stupido.
Sapeva perfettamente che c'era una sola parola, in grado di giustificare quei pensieri e quel suo atteggiamento completamente irrazionale: gelosia.
Tuttavia, respinse quella considerazione il più lontano possibile; accettare la cosa significava prendere consapevolezza dei suoi sentimenti, cosa che non aveva nessuna intenzione di fare.
Facendo sfoggio di tutta la sua superiorità, si appoggiò allo schienale della sedia, rivolgendosi ai tre con un sorriso smagliante.
« Allora ragazzi, cosa mi sono perso? »



Alec sbatté la porta di ingresso alle sue spalle mentre ancora si sentivano le voci dei suoi fratelli che salutavano Magnus e, finalmente tirò un respiro di sollievo.
Quella serata infernale, alla fine si era conclusa.
Non che non fosse contento di aver trascorso un po' di tempo insieme al ragazzo, ma Jace ed Iz lo avevo quasi fatto impazzire con le loro uscite improbabili.
Di conseguenza, quando Magnus aveva annunciato che per lui era ora di andare, era stato ben felice di accompagnarlo fuori, allontanandosi da quei due.
Magari, sarebbe riuscito a rimanere qualche minuto da solo con lui.
Ed ora eccolo lì, a fissare rapito il fantastico ragazzo di fronte a lui, reso ancora più bello dalla luce della luna che illuminava i suoi lineamenti perfetti.
Alec, più volte, si era ritrovato a chiedersi come fosse possibile per qualcuno essere così maledettamente perfetto, con quegli occhi dorati e quelle labbra..
Si riscosse, rendendosi conto del fatto che Magnus lo stava guardando divertito e, per una buona ragione; da bravo idiota, si era appena fatto beccare a fissarlo sul punto di sbavare.
« Non che mi dispiacciano tutte queste attenzioni, ma c'è forse qualcosa che vorresti dirmi? » gli chiese, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi.
Alec avrebbe voluto rispondergli che quando il suo viso si illuminava in quel modo, riusciva a malapena a respirare, figurarsi se poteva mettere insieme una frase degna di questo nome.
Dopo un po', si rese conto che, probabilmente, a quel punto avrebbe dovuto dire qualcosa.
« Beh è stata una bella serata, no? Voglio dire, non ti sei divertito? » si ritrovò a farfugliare, nel tentativo di uscire dalla bolla di silenzio imbarazzato che si era creata.
Magnus aggrottò le sopracciglia, in un espressione confusa.
Probabilmente si stava chiedendo perché era ancora lì, a perdere tempo con un simile imbranato.
« Direi che si potrebbe anche dire così. I tuoi fratelli sono.. esuberanti. Sei sicuro di avere il loro stesso sangue? » gli chiese, cercando di restare serio, ma fallendo miseramente.
Alec sbuffò, pur rendendosi perfettamente conto del perché l'altro gli avesse posto quella domanda: in confronto agli altri due, sembrava lui quello adottato, non Jace.
Quando era più piccolo, si era ritrovato spesso  ad invidiare l'incoscienza di Jace e la faccia tosta si Isabelle, desiderando essere un po' più simile a loro, o perlomeno, in grado di tenere una conversazione con un estraneo senza farsi venire la tachicardia.
Tuttavia, aveva abbandonato quel pensiero tanto tempo fa; era felice di lasciare a loro tutta la gloria, restando nel suo comodo angolino al riparo dal mondo.
« Incredibile a dirsi ma sì, beh almeno con Iz; anche se Jace vive con noi da talmente tanti anni, che siamo abituati a non pensare più a cose come il legame di sangue. » gli rispose, chiedendosi quante volte ancora qualcuno avrebbe finito col fargli quella domanda.
Magnus, inaspettatamente, si rabbuiò come se gli fosse improvvisamente tornato in mente qualcosa che lo infastidiva.
Alec lo guardò confuso, cercando di capire cosa c'era nella sua risposta che aveva potuto sortire quell'effetto, quando Magnus decise di dar voce ai suoi pensieri.
« E così, avevi un debole per Jace eh? Non me lo avevi mai detto. Forse perché è per lui, che stai cercando di lavorare su te stesso? » gli chiese usando un tono di voce strano, che l'altro non seppe interpretare.
Non che ci stesse provando più di tanto: alla domanda era saltato indietro inorridito, guardandolo come se gli fosse spuntata una seconda testa.
« Stai scherzando? Non è affatto così. E comunque, Iz prima ha esagerato: credevo di provare qualcosa per lui, ma poi ho capito, grazie all' aiuto di qualcuno, che non si trattava altro se non di affetto fraterno.. » iniziò a spiegare, rendendosi conto solo dopo di essersi messo in un situazione scomoda.
Se gli avesse chiesto a chi stava facendo riferimento con quell'affermazione, non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di dirgli la verità.
Magnus sembrò rilassarsi, mentre un minuscolo sorriso faceva capolino sul suo viso.
Aveva creduto che Alec potesse provare ancora qualcosa per quel biondino, motivo per cui, sentirlo smentire la cosa, l'aveva in un certo senso sollevato.
Anche se..
« E chi sarebbe questo qualcuno? » gli chiese, cercando di apparire il più disinvolto e calmo possibile.
L'ultima cosa che voleva, era far capire all'altro quanto si stesse mangiando il fegato in quel momento, tuttavia era troppo curioso per trattenersi.
Alec trasalì socchiudendo gli occhi; doveva aspettarsi una domanda del genere, era naturale dopo quello che aveva detto.
Il problema era: doveva rispondere sinceramente?
« E' di te che stavo parlando, e non mi riferisco certo alle "lezioni". Da quando ti ho conosciuto, tutto è cambiato. » sputò fuori velocemente, temendo che se avesse aspettato anche solo un altro istante, avrebbe finito col perdere il coraggio.
Magnus lo guardò a bocca aperta. Tutto si sarebbe aspettato tranne una cosa del genere.
Che cosa avrebbe dovuto rispondergli a quel punto?   
Una parte di lui voleva solo stringerlo tra le sue braccia e dirgli che la pensava allo stesso modo su di lui, mentre l'altra, continuava a fargli presente quanto fosse rischiosa quella situazione.
Alec, che subito dopo la sua confessione si stava arrovellando il cervello con tutto ciò che Iz e Jace gli avevano detto, vedendo l'espressione fragile e indecisa dell'altro, trovò la forza di continuare.
« La verità è che prima di conoscere te, non avevo idea di cosa significasse tenere veramente a qualcuno in quel modo. Quando ho capito di essere gay sono andato completamente in crisi e ho finito con l'aggrapparmi a Jace e a quello che credevo di provare per lui. - iniziò con un sospiro, preparandosi mentalmente per la seconda parte del discorso. -  Ma con te.. Ho capito cosa si prova a sentirsi costantemente sull'orlo di un precipizio per una parola o un sorriso. Tu riesci a farmi stare bene, a farmi sentire vivo. Quando sono con te, dimentico le paranoie sull'essere sbagliato, sul non essere all'altezza; dimentico di essere quello che gli altri si aspettano che io sia, e provo solo ad essere quello che tu vedi, quando mi guardi. »
Magnus era sul punto di mettersi a piangere.
Quella era, quasi senza ombra di dubbio, la cosa più bella, più dolce e più vera che qualcuno gli avesse mai detto.
Aveva avuto una sola relazione importante, il resto erano state solo tutte conquiste che, per un periodo di tempo l’avevano fatto sentire meno solo.
Alec lo guardava speranzoso, mentre con un’ansia che gli si poteva leggere chiaramente negl’occhi, si mordeva il labbro inferiore.
Tuttavia, non aveva intenzione di cambiare idea.
Non poteva.
Era quasi sicuro che la vocina nella sua mente lo stesse ricoprendo del maggior numero di improperi mai visto, ma non voleva certo soffermarsi a pensarci.
Se lo avesse fatto, avrebbe finito col cedere.
« Oh mio dolcissimo Alexander.. non hai idea di quanto mi senta onorato per quello che mi hai appena detto. Tu sei una delle persone migliori che abbia mai conosciuto in vita mia e, davvero, devi credermi, non c'è assolutamente niente che non vada in te. Ma io.. non ho intenzione di aver quel genere di rapporto con nessuno, non potrò mai darti altro che amicizia. Ti prego, facciamo conto che questa conversazione non sia mai avvenuta e lasciamo le cose come sono. » gli rispose, cercando di usare tutta la gentilezza e l'affetto di cui disponeva.
L'ultima cosa che voleva era ferirlo ancora più di quanto stesse già facendo.
Alec abbassò lo sguardo, per impedire a Magnus di cogliere a pieno la sua espressione.
« Oh va bene, capisco. Non preoccuparti non c'è problema. » esordì con un tono che sembrò debole e distante alle sue stesse orecchie.
Era impossibile che l'altro ci avesse creduto veramente, tuttavia non commentò in alcun modo, né, cosa di cui gli fu grato, cercò di farlo sentire meglio.
L'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento, era essere compatito.
« Beh, in questo caso.. Buonanotte Alexander. » gli rispose Magnus, per poi allontanarsi a grandi passi, sparendo nella notte.
Alec restò a lungo a guardare il punto in cui l'altro era stato poco prima, cercando di capacitarsi di ciò che era appena successo.
Era stato rifiutato.
Per la prima volta nella sua vita, si era fidato abbastanza di qualcuno da aprirgli il suo cuore, ed ecco il bel risultato.
"Passerà, andrà tutto bene, non è niente", continuava a ripetersi in continuazione, sperando che quelle parole potessero veramente cambiare la realtà, annullando il dolore che sentiva dentro.
Se è davvero così però, perché fa così male?





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« Madre de Dios, dame paciencia, que si me das la fuerza lo mato. », significa semplicemente "Madre di Dio, dammi la pazienza, che se mi dai la forza lo ammazzo!"
(*) onigiri, per chi non lo sapesse, sono una pietanza-spuntino giapponese piuttosto famosa, composte da polpette di riso e da un'alga commestibile di nome Alga Nori :D

Ehm.. HeLLo! :D
Sto pregando tutti i santi possibili per evitare che non possiate uccidermi dopo questa uscita e.. spero mi ascoltino!
No seriamente, ecco a voi anche il sesto capitolo! :D
Lo so che molte di voi al momento vorrebbero ammazzarmi(se non tutte), ma c'è una spiegazione più che logica a tutto questo che, per adesso non posso spiegarvi.. abbiate pietà ahahah >_<
Dunque, ora cosa succederà? Io credo mi rifuggerò in qualche paese sconosciuto mentre, attenderò con ansia(e paura hahah) le vostre opinioni!
Non ho nient'altro da aggiungere sinceramente, penso che il capitolo parli da solo ahhaha :D
Come al solito ringrazio tutte quelle persone che sono arrivate fin qui e, tutte quelle che sprecano anche solo pochi minuti del loro tempo per farmi sapere cosa ne pensano! Grazie! <3
Vi rinnovo anche la proposta ad iscrivervi al mio gruppo facebook, dove potremmo discutere sì della storia(dubbi, perplessità, spoiler ecc.), ma anche della saga in generale :D
Il link è questo------> https://www.facebook.com/groups/1695283824068412/
Bye! <3

   
 
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