Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Kazaha87    02/06/2016    0 recensioni
[la storia della Norvegia secondo me XD][non davvero storicamente attendibile ma storicamente collocata][comica/ridicola][Norvegia bambino]
Il giovane (per valori relativi di 'giovane') Norge è colto da un dubbio esistenziale sulle donne e comincia a interrogarsi sul perché, se esse riescono ad avere la meglio anche sugli uomini più forti dei loro villaggi, non si fosse ancora deciso di mandare anche loro alla conquista e al saccheggio.
Questo, e la reazione che la sua proposta susciterà nel villaggio dove risiede, lo spingerà a prendere la decisione di trasferirsi definitivamente nella nuova capitale della neo-formata Norvegia, unificata per la prima volta sotto re Harald, e di guidare il suo re insediato di fresco su un trono prima di allora inesistente.
Questa storia è una storia di dubbi e rivelazioni sbagliate, ma segna anche l'inizio (secondo me XD) di una nuova era: l'era Vichinga.
Genere: Comico, Satirico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Norvegia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache di Norge'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era appena uscito dalla sala del Consiglio locale sbattendosi la porta alle spalle, e poco c’era mancato che non richiamasse Odino affinché scagliasse la sua furia su quegli ingrati esseri umani in tutta la sua potenza.

Ma quegli uomini erano parte del suo popolo, e non poteva lui, in qualità del ruolo che rivestiva, infliggere loro alcun danno: andava contro la logica e il buon senso, e dunque, solo per questa ragione, scelse di reprimere la sua collera e lasciò Odino fuori da quella questione che, in pratica, era più personale che altro…

Ciò, ovviamente, non toglieva che si sentisse oltraggiato come mai gli era accaduto prima di allora di provare con una tale intensità.

Come osavano, infatti, quegli umani, ridergli in faccia tanto impunemente?! A lui, la loro Nazione!!

Soltanto perché appariva ai loro occhi come fosse un bambino non significava che lo fosse! Era più vecchio di quanto loro potessero anche solo immaginare, quindi non avevano il diritto di trattarlo con così poca considerazione!

Se era andato a discutere con il Consiglio di quella questione era solo per il loro bene.

E loro avevano osato trattarlo in quel modo?!

Piccato, non impiegò più di dieci secondi dopo essersi sbattuto l’imposta alle spalle per prendere una decisione che, forse, avrebbe già dovuto prendere da tempo: trasferirsi a Stavanger dove risiedeva il loro re.

Aveva amato molto vivere in quel villaggio, a dire il vero – non troppo piccolo ma nemmeno troppo grande – ed anche per questo, dopo l’unificazione della nazione sotto Harald Hårfagre, ormai quattro anni prima, aveva comunque deciso di rimanere a vivere lì invece che spostarsi nella nuova capitale, dove il loro re si era insediato. Ma, a quanto pareva, era probabilmente davvero giunto il momento di andare via ed essere utile alla sua gente in scala più vasta.

Se quello stupido del capo villaggio Olav e il suo Consiglio di anziani avevano riso e gli avevano mancato di rispetto, era sicuro, invece, che il suo re gli avrebbe dato ascolto e avrebbe conferito il giusto peso alle sue opinioni.

In fondo, lui aveva diverse centinaia di anni più della sua gente e un bagaglio di esperienza che loro, quali effimeri esseri umani, non potevano neppure immaginare: certamente il suo saggio re Harald l’avrebbe tenuto in conto andando oltre all’apparenza che intrappolava la sua mente antica in un corpo che, agli occhi della sua gente, era paragonabile a quello di un bambino di non più di nove, forse dieci anni di vita.

Tornò dunque, svelto e risoluto nella sua decisione, a casa, ancora furente per quel che era appena accaduto. Tuttavia il suo volto, dai lineamenti ancora tondeggianti, smorzavano il suo stato d’animo facendolo apparire, agli occhi di chi posava il suo sguardo su di lui in quel momento, non più che un accennato broncio.

I suoi occhi, ovviamente, raccontavano tutt’altra storia, ma l’altezza, in quel corpo minuto, non era dalla sua, quindi gli sguardi saettanti che lanciava a tutti coloro che osavano incrociare il suo passo e intralciargli il cammino verso casa, si perdevano al di sotto di quella linea di visuale di tutti coloro che fossero più che bambini e perdevano il loro effetto deterrente.

Chissà quanto a lungo ancora sarò costretto in questo corpo che non mi rappresenta ormai più da troppo tempo…, si chiese tra sé e sé mentre superò la soglia di casa.

Una volta lì, quindi, cominciò subito a impacchettare tutte le sue cose e, con l’aiuto di Odino, le trasportò infine al porto, incurante che, di lì a breve, ci fosse o no una nave che partiva diretta a Stavenger: a costo di cambiare nave di lì ad ogni porto fino alla sua destinazione finale, infatti, sarebbe salito sulla prima nave diretta a sud.

Non avrebbe passato un minuto di più in quel villaggio di ingrati!

Ad ogni modo, prima di uscire aveva lasciato indietro, sul tavolo della cucina, una nota – piuttosto succinta perché lui, a differenza di bror Dan, non era mai stato prolisso – che spiegava che si sarebbe trasferito definitivamente a Stavenger e che, quindi, avrebbero potuto assegnare sin da subito la sua casa a qualcun altro.

Lungo la via che dalla sua abitazione giungeva al porto, nel frattempo, la gente che incrociava lo fissava stralunata e gli liberava la strada al suo passaggio talvolta addirittura inchinandosi rispettosamente.

Questo lo lasciò piuttosto perplesso per diversi istanti quando infine, qualche minuto dopo, comprese la ragione di quelle reazioni così fuori dal comune: viveva lì da anni, ormai, e nessuno aveva mai reagito a quel modo quando lo incrociava se non, forse, i primissimi tempi, quando avevano scoperto che non era un bambino umano bensì l’incarnazione della loro stessa nazione.

Aveva dimenticato che Odino lo stava aiutando a trasportare le sue cose al porto e, ancor più, che quello che la gente vedeva era un ammasso di scatole e borse di pelle che fluttuavano sopra la sua testa.

Visto che, però, non avrebbe potuto rimediare in alcun modo a quel fatto senza dover fare numerosi giri avanti e indietro da lì al porto per trasportare tutto, scelse quindi di ignorare i passanti e proseguire per la sua strada senza dar loro importanza.

Quando al porto lo videro arrivare con tutte le sue cose cadde il silenzio più assoluto: una scena piuttosto surreale dato che il porto era, in genere, uno dei luoghi più rumorosi in una città o villaggio che fosse.

“Devo andare a Stavenger. Mi serve una nave.”, dichiarò prima che qualcuno trovasse il coraggio di avvicinarsi a lui e chiedergli qualunque cosa, e la voce del capitano di una delle navi ormeggiate di fronte a lui gli rispose che loro erano diretti alla capitale e che stavano giusto per partire.

La sorte è dalla mia, ponderò in silenzio, sempre più convinto della propria decisione. E sembra che gli dèi siano d’accordo con me. Quindi, che Stavenger sia.

Meno di un’ora dopo si trovava già in mare aperto per adempiere ai suoi doveri di nazione e al proprio destino: guidare il suo re.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Kazaha87