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Autore: blackswam    03/06/2016    2 recensioni
Un bambino. Una madre single. Un padre di cui non si sa l'identità.
Una storia piena di vicende, avventure, amore e passione senza fine.
LeonxVioletta - MarcoxFrancesca - BrodwayxCamilla- LeonxCamilla- DiegoxLudmilla.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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                                                                  Decisione


Invidia. In modo molto approfondita può’ essere definita come il rammarico e risentimento che si prova per la felicita’, la prosperità e il benessere altrui, sia che l’interessato si consideri ingiustamente escluso da tali beni, sia che  già possedendoli, ne pretenda l’esclusivamente il godimento… e’ il desiderio frustrato di ciò che non si può raggiungere per difficoltà o ostacoli non facilmente superabili, ma che altri, nello stesso ambiente o in condizioni apparentemente analoghe, ha vinto o vince con manifesto successo.
 Era questo ciò che provava rinchiusa in quella stanza afosa, quella che le era sempre stata appartenuta, ma mai come oggi poteva sentirla più lontana. Non riusciva a capacitarsi nel perché non riusciva a sentirsi a casa, del perché non riuscisse a provare quel bricioli di serenità che avrebbe potuto abbattere la sua amarezza. Talvolta riceveva delle profonde fitte sul petto, talmente forte che la portavano a stringere i denti, il volto brandiva di sudore e le gambe le cedevano. 
 Spesso si perdeva in cattivi pensieri, troppo oscuri e troppi disperati. Si sentiva da un certo punto di vita molto egoista. Era consapevole certo del suo atto eroico, di sacrifici, ma col tempo si manifestavano gli attimi di cedimento. Iniziava a porsi mille domande senza avere una risposta completa e vera.
E se fossi rimasta con lui? E se Camilla non fosse mai esistita? E se Manuel non fosse mai esistito?
Quando arrivava a quest’ultimo conclusione si sentiva una donna davvero meschina e si uccideva dentro. Manuel era la sua unica luce senza la quale adesso sarebbe cascato in un pozzo senza fondo. Era la sua allegria, la sua fanciullezza, la sua ingenuità a portarla  a sorridere, di tanto in tanto. Anche lui sentiva la sua mancanza, ma ciò non toglie che il loro posto era lontano, lontano da lui. 
Sapevo allo stesso tempo di essere una vigliacca. Stava scappando. E lo sapeva bene.
 <<  Mamma?>>, Manuel - che si ritrovava disteso sul letto della madre- emette uno sbadiglio stropicciandosi gli occhi. << Ritorna a dormire>>, sospira Violetta stringendosi a lui in un caldo abbraccio.
<< Mamma, non voglio dormire.>>, dice strofinando il naso sul petto della madre. << Come mai?>>
<< Ho paura che se chiudo gli occhi anche tu potresti andare via.>>, mormora Manuel. << Non succederà, mai.>>

 

 

 

 

                                                                                                             *

 

 Ludmilla Ferro. Ventinove anni. Professione casalinga professionale sotto la direzione del marito Diego Dominguez. E’ sempre stata una ragazza eccentrica, molto variopinta e senza peli sulla lingua. E’ molto sentimentale e impicciona. Pero la cosa che odio di più al mondo e che qualcuno ignori le sue chiamate anche se era quel idiota del suo migliore amico. 
<< Leon Vergas, razza di imbecille, ti decidi di alzare quella, maledetta, cornetta del telefono?>>, era ormai mezz’ora che sbraitava sul telefono mente il marito cerca di calmare in tutti i rimedi possibili. Ovviamente senza successo.
 L’uragano Ludmilla era difficile da gestire specialmente durante i suoi momenti si schizofrenia. Ovviamente tutto per colpa del marito. Era colpa sua che non aveva pagato le bollette del telefono, era lui se non aveva dormito tutta la notte a causa del suo troppo russare, e’ colpa sua che con il suo modo di fare la faceva innervosire ancora di più.
 << Diego, allontanati altrimenti potresti trovarti catapultato a calci in culo direttamente sul muro.>>, sbotta prendendo con rabbia la sua borsa e con passo felpato chiude la porta alle sue spalle.
Insomma se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto.

 

 

                                                                                                                

                                                                                                             *

Erano ormai settimane che si ritrovava rinchiuso in quel buco, con testualmente dovrebbe rappresentare la sua casa. Aveva appena finito di parlare con sua madre che non smetteva di parlare di questo presunto matrimonio e di questa presunta futura famiglia.  Erano giorni che aveva il solito sorriso finito stampato sul viso, gli stessi occhi di commiserazioni, e la stessa parte ripetuta per giorni e giorni.
Perché’ sempre lui doveva essere lasciato? Perché doveva sempre accontentarsi delle decisioni altrui? Perché deve sempre sottomettersi e subite passivamente tutto ciò che non desidera?
D’ altra parte era consapevole che se Violetta vuole vivere una vita senza che lui ne faccia parte non deve fare altro che accettarlo. Di nuovo.
Improvvisamente un battito di mano che battono fortemente sulla porta lo distolgono dai suoi pensieri.
<< Leon Vergas, apri subito questa porta.>>
Ludmilla?
<< Ludmilla che cosa ci fai->>, neanche il tempo di finire la frase che si ritrova catapultato sul pavimento con la guancia dolorante. << Ma che cosa ti prende?>>
<< Perché non rispondevi alle mie chiamate?>>, gli domanda incrociando le mani sui fianchi furiosa. << Non avevo voglia di ascoltare le tue prediche.>>
<< Eh no razza di imbecille adesso mi ascolterai forte e chiaro.>>, esclama per poi continuare.<< Alza in culo da quel pavimento sudicio che ti ritrovi e fatti a prendere la tua famiglia. Non mi interessa quale scusa avete inventato per stare lontani, ma dovete sistemare questa cosa. Non voglio di nuovo vedere freddo, senza amore.>>
<< Non posso.>>, abbassa gli occhi amareggiato portandosi la mani sui capelli.<< Codardo!>>
<< Cosa vuoi che faccia? Vuoi che lasci Camilla negli ultimi instanti della gravidanza, vuoi che abbandoni tutti gli anni in cui ho passato a compiacere i desideri di mia madre, vuoi che subisca nuovamente un rifiuto che potrebbe uccidermi definitivamente?!>>, esplode distrutto stringendo forte i pugni.
<< Esatto. Lasciati tutto alle spalle, non vivere una vita piena di punti interrogativi, di forse. Per una volta non ascoltare la tua testa.>>, termina la bionda. 
Il moro che per tutto il tempo era rimasto disteso sul pavimento si alza lentamente stringendo ancora molto forti i pugni delle mani. Aveva preso una decisione e non sarebbe tornato più indietro.

  
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