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Autore: Kotku    04/06/2016    6 recensioni
INTERATTIVA
La Seconda Guerra Magica è ormai finita da anni, Lord Voldemort è diventato la favola raccontata ai bambini per convincerli a lavarsi i denti.
Questa è l’era dei vizi, del divertimento, dei segreti e delle bugie.
E, beh, chi sa divertirsi meglio degli studenti?
Il Club degli Eredi serve a questo.
Cos’è il Club, vi starete chiedendo, voi ingenui, e di chi i suoi componenti sono gli Eredi.
Beh, immaginate i ragazzi più belli, viziati, ricchi e intelligenti della scuola, festini clandestini e fiumi di Whisky Incendiario, che sono anche coloro i quali sono stati scelti dai Fondatori come destinatari della loro eredità.
Chiunque ad Hogwarts vorrebbe far parte del loro gruppo, vorrebbe scambiare con loro una parola o essere invitato ad una loro festa.
Alcuni tuttavia li odiano.
Invidia.
L’invidia è una brutta bestia, sempre presente.
Anche nel Club, ovviamente. Rivalità e odio non risparmiano neanche quelli dell’alta società.
Eppure, proprio per le cose citate prima, segreti, fama, divertimento, potere, a voi piacerebbe entrare nel Club, vero?
Beh, potete farlo.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Rose quella mattina si era decisamente svegliata dalla parte giusta del letto.
Era di buon umore, i suoi capelli avevano deciso che farsi allisciare era la cosa migliore, e Aghata e Catherine sembravano entrambe più allegre del solito.
Rose aspettava che le due finissero di prepararsi - si era svegliata con largo anticipo, quel giorno - e intanto ripassava i suoi appunti di Pozioni.
Non poteva assolutamente essere impreparata, in quella materia.
Il fatto che a Malfoy venisse facile quanto a lei, poi, era un motivo in più per spronarsi a migliorare.
O ad essere la migliore, comunque.
Rose alzò lo sguardo dal libro appena in tempo per vedere Catherine che spalmava una generosa dose di correttore sul viso.
La Weasley preferì non chiedersi, in quel momento, perchè la sua compagna di stanza non avesse dormito.
Aghata invece stava facendo il nodo alla cravatta e, come al solito, non era soddisfatta.
Era risaputo che Aghata dovesse fare il nodo almeno tre volte prima di ottenere il risultato da lei voluto.
Rose sfogliò distrattamente una pagina del libro, sui bordi del quale erano scribacchiate, in grafia elegante, tutte le cose che la Sullivan aveva detto nel corso della lezione precedente.
La ragazza quasi non si accorse del foglietto che le era caduto sulle ginocchia.
Era una specie di lettera, color crema, e sul retro c'era scritto il suo nome.
Dopo aver valutato l'opzione si aprirla davanti alle sue amiche, Rose optò per l'apertura della lettera misteriosa in un posto più sicuro.
- Ragazze, potete anche andare. Io devo rileggere un attimo questa pagina, cinque minuti e vi raggiungo - disse, con nonchalance.
- Sicura? Abbiamo Pozioni alle quattro! E poi, puoi anche portare il libro a colazione - fece Catherine, che in quel momento si aggiustava i capelli, lisci e lunghi sulle spalle.
- Oppure potremmo aspettarti. Siamo anche in anticipo - suggerì Aghata.
Rose scosse la testa. - Non ce n'è bisogno. Cinque minuti e sono in Sala Grande.
Non appena le due uscirono, la ragazza si fiondò in uno dei bagni e chiuse la porta.
La curiosità la invadeva: cosa avrebbe trovato?
Non c'era nessun motivo per cui le avrebbero dovuto inviare un messaggio.
Aprì la busta, e con delicatezza tirò fuori la lettera che conteneva, accuratamente piegata.
La tenne fra le mani pochi secondi, poi la allisciò e si mise a leggerla.

"Rose Marie Weasley,
complimenti! Sei una delle persone che quest'anno sono state selezionate per far parte del Club.
So già che sai cos'è il Club - insomma, tutti lo sanno - anche se forse non ti è chiaro cosa facciamo, ma questo non è importante. Se riuscirai a diventare un membro effettivo ti sarà spiegato tutto a tempo debito.
Devi sapere, però, che c'è una prova da affrontare.
Una cosetta molto semplice, rapida e indolore, ovviamente. Non vogliamo mica che i nostri futuri membri si facciano male!
In Sala Grande, a pranzo, devi proporre a Scorpius Malfoy di essere la sua compagna a Pozioni, e devi essere gentile con lui tutta la lezione.
Siamo tutti sicuri che ce la farai, Rosie!
Xoxo"

Rose aprì e chiuse la bocca un paio di volte, e poi restò in silenzio.
Forse, la parte giusta del letto non era poi così tanto azzeccata.

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Aghata era scesa a colazione da sola con Catherine, perchè Rose doveva ripassare Pozioni - o almeno così si era giustificata.
Mentre scendeva le scale insieme alla sua compagna di stanza, Aghata la osservava, e si accorgeva che era decisamente strana.
Catherine era una persona che nascondeva bene le sue emozioni - anche troppo, per i gusti di Aghata - però quella mattina sembrava in attesa di qualcosa.
Dalle occhiaie che aveva coperto poco prima, Aghata avrebbe potuto dire che quella notte non aveva dormito, dall'ansia - si, perchè Cathy era decisamente ansiosa, quando voleva, anche troppo.
I suoi occhi che sembravano voler guardare in tutte le direzioni nel giro di un secondo non promettevano certo bene. Aghata però decise di non chiederle nulla.
Sapeva che prima o poi la sua amica avrebbe parlato.
Raggiunta la Sala Grande ed il loro tavolo, le due ragazze si sedettero, e cominciarono a mangiare.
Aghata si versò un bicchiere di succo d'arancia, e cominciò a cospargere generosamente una specie di marmellata - il contenuto era indefinito, ma la ragazza aveva così fame che avrebbe mangiato qualsiasi cosa - su una fetta di pane già imburrata.
Catherine le lanciò un'occhiata, come a farle notare gli sguardi delle ragazze Serpeverde del tavolo dietro.
Erano quel tipo di ragazze che non vedevano un carboidrato da mesi, ma dei fisici da paura.
Aghata, dal canto suo, non diceva certo di avere un fisico da modella, però poteva tranquillamente affermare di poter mangiare quel che voleva quando voleva, perchè il giocare a Quidditch aiutava molto il suo metabolismo.
- Come sono andate le ripetizioni con Louis? - domandò a Catherine.
Catherine fece un leggero sorrisetto, mentre finiva di masticare un boccone della sua brioche. - Niente di speciale. Sai che mi piace insegnare. -
- Quindi mi stai dicendo che gli hai davvero dato ripetizioni? - Aghata alzò un sopracciglio, facendo lo sguardo inquisitorio per il quale era tanto famosa.
- Certo - rispose Catherine sicura. - Cosa avrei dovuto fare, sennò? -
Aghata alzò le mani in segno di resa. - Facciamo che ci credo. -
La ragazza finì di mangiare la sua colazione, e cercò il tovagliolo, per pulirsi le mani impiastricciate di marmellata.
Realizzò poi che glielo aveva rubato il ragazzino seduto vicino a lei, un piccoletto del terzo anno.
Aghata sbuffò, e comiciò a frugare nelle tasche della gonna, per vedere se lì c'era effettivamente un fazzoletto.
Il pensiero del pulirsi le mani, però, le passò di mente quando tastò qualcosa di liscio e spigoloso, che indentificò come una bustina.
La tirò fuori. Chi la aveva messa dentro la sua tasca?
Decise di aprirla sotto al tavolo, senza dare troppo nell'occhio.
Strabuzzò gli occhi quando capì l'effettivo contenuto.
Era sul serio il Club che le scriveva? Arrivò velocemente alla fine della lettera. Una frase catturò la sua attenzione.

"Per entrare nel Club, devi sfatare il tuo mito di studentessa perfetta. Non consegnare uno dei compiti per oggi, e quando ti chiederanno perchè, inventa scuse improbabili."

Aghata sospirò, e mise la lettera nella tasca.
Se pensavano che avrebbe fatto una cosa del genere, si sbagliavano di grosso.

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Archie era un Corvonero un po' particolare.
Era senza dubbio un ragazzo brillante, e dalla mente aperta.
Non nascondeva la sua intelligenza, non avrebbe avuto senso, e la usava per i suoi scopi.
Alcuni avrebbero potuto chiamarlo egocentrico, vanesio - beh, in realtà alcuni già lo facevano - e avrebbero avuto anche ragione, ma ad Archie poco importava.
Amava il fatto che la sua personalità emergesse, che riuscisse a farsi distinguere dagli altri.
Se c'era una cosa per cui Archibald Urie era conosciuto, erano quelle piccole idee folli, quei sotterfugi, che a detta sua lo rendevano una persona interessante.
Farsi beffe della gente, a volte, o giocare con le ragazze, anche.
Erano cose che sicuramente si addicevano più ad un Serpeverde scapestrato che a un ligio Corvonero, e Archie giocava molto su quello.
Insomma, quando era entrato ad Hogwarts, non aveva mica detto di voler fare lo stereotipo, lui.
E poi, non avrebbe potuto neanche volendo stare zitto in biblioteca e studiare, visto il suo talento nel rendersi simpatico - quasi - a tutti.
Il Corvonero si ricordava perfettamente di aver conosciuto quello che sarebbe diventato il suo migliore amico, Dylan, ancora prima di mettere piede sul treno.
Che poi la loro amicizia fosse cominciata con una specie di battibecco su quale casa fosse la migliore, era un altro conto.
Archie era decisamente troppo Archie, per essere come gli altri.
Dylan spesso gli diceva che in quello somigliava ad una ragazzina della sua casa, del quinto anno, di cui però non sapeva il nome.
Il Grifondoro aveva detto ad Archie che anche lei si distingueva dalla massa, anche se non era stato chiaro sul come facesse.
Comunque, aveva detto che la ragazzina lo faceva quasi inconsciamente, il che la differenziava da Archie.
Per lui, essere se stesso, essere diverso, era una specie di bisogno.
Quella mattina, infatti, quando aprendo la busta misteriosa aveva letto quelle righe, era rimasto a dir poco shockato.

"La tua prova, Arcibald, è semplicissima.
Passa un giorno da persona normale.
Nessuna idea stravagante, nessun esibizionismo. Per entrare nel Club, per una volta, dovrai essere un corvonero normale."

Aveva già affrontato quella prova l'anno prima, perchè il Club gli aveva rimandato la lettera?
Ci aveva riflettuto, e poi si era messo a ridere, capendo finalmente cosa era successo.
Lui era il membro in incognito.

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Victoria non poteva semplicemente credere a quello che aveva letto.
Era inconcepibile.
Come aveva potuto qualcuno solo pensare di scrivere una cosa del genere?
E soprattutto, come aveva potuto qualcuno solo pensare che lei avrebbe fatto una cosa del genere?
Insomma, aveva una certa dignità, lei.
Quelli del Club non avevano mai sentito parlare di orgoglio Grifondoro?
Victoria era pronta a credere che fosse uno scherzo, però aveva ricevuto la lettera la sera prima, e Fred non aveva ancora rivendicato nulla.
E James non poteva essere stato a prescindere, visto il contenuto di quel messaggio.

"Victoria Braxton, abbiamo l'onore di dirti che sei ufficialmente uno dei selezionati per far parte del Club.
Ovviamente saprai già cos'è il Club, perché lo sanno tutti.
Ogni tuo eventuale dubbio su chi siamo e cosa facciamo avrà una risposta non appena avrai superato la prova.
Quello che devi fare è molto semplice e indolore,  sappiamo quando voi Grifondoro possiate essere testardi e anche vendicativi, a volte.
Senza indugiare oltre, questo è quello che devi fare.
Devi semplicemente dire quello che provi al tuo caro amico James Sirius Potter. Non negare, Victoria, tutti sappiamo che c'è qualcosa sotto. A parte lui, ovviamente. Deciderai tu se farlo davanti a tutti o in privato, l'importante è portare la prova a compimento.
Xoxo"

Il pensiero della lettera era balenato nella mente di Victoria di nuovo quella mattina, mentre si vestiva.
Era sempre stata una ragazza molto impulsiva, che tendeva a riflettere solo dopo aver compiuto l'azione.
Se non aveva detto nulla a James per sei anni, un motivo c'era, no?
Eppure l'idea dell'entrare nel Club la allettava, e non poco.
Ma a James non poteva davvero dire nulla.
La ragazza finì di vestirsi e si diresse al piano di sotto, per fare colazione. Era come al solito l'ultima a scendere, tra le sue compagne.
Mentre si preparava psicologicamente per affrontare il casino della Sala Grande, decise che avrebbe capito sul momento cosa fare.
Però, essere innamorata era molto più difficile di quanto la ragazza pensasse.

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Dylan non aveva la più pallida idea di chi fosse, Lorcan Scamandro.
Non sapeva neanche che esistesse, il nome Lorcan.
Certo, Dylan era un ragazzo abbastanza popolare, e di certo conosceva la maggior parte delle persone che valeva la pena conoscere - gli amici dei suoi amici, per essere chiari.
Più ci pensava, più credeva che qualcuno di loro - Louis, forse? - avesse nominato un certo Lorcan un paio di volte, ma niente di più.
Chiunque quell'individuo fosse, comunque, Dylan avrebbe voluto che un fulmine lo incenerisse. All'istante.
Puff, addio Lorcan Scamandro.
Se Rain avesse potuto sentire i suoi pensieri, in quel momento, lo avrebbe sicuramente guardato male.
Di certo lei non apprezzava il Dylan freddo ed arrogante.
Eppure Rain Sound era l'ultimo dei problemi di Dylan.
Quella busta, quello era il maledettissimo problema.
Lei, e il suo contenuto.
Ora, c'era da dire che Dylan pensava che potesse essere uno stupido scherzo, fatto da qualcuno che non sapeva chi lui fosse veramente.
Ma in effetti, a parte forse Rain, che poteva averlo intuito, nessuno sapeva come fosse veramente Dylan.
In quel caso, il ragazzo non avrebbe potuto spiegarsi l'ultima frase di quella lettera maledetta.
Il contenuto era chiaro, di certo quel Club non faceva giri di parole.

"Provaci con Lorcan Scamandro."

Dylan aveva un paio di episodi, nella memoria, di Dominique e il resto dei suoi "amici" che dicevano a ragazze di provarci con altre ragazze davanti a tutte, solo per metterle in imbarazzo.
Ragazze eterosessuali, ovviamente.
Eppure, quando una volta una ragazza lo aveva fatto abilmente, senza mostrarsi minimamente toccata da quella cosa, non si erano divertiti.
Dylan pensava che quello che voleva il Club fosse proprio imbarazzarlo.
E il modo giusto per farlo lo avevano trovato, ed era più azzeccato di quanto loro pensassero, probabilmente.

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Trovare i punti deboli di Rain non era una cosa facile.
Nessuno capiva come la ragazza fosse fatta veramente, in realtà.
Tutti quei cambi, tutti quei personaggi che avevano fatto parte della sua vita fin dal primo anno, confondevano e disorientavano tutti.
E tra i tutti, era compresa anche lei.
La Rain di quei giorni era una ragazza timida e ironica, che amava fare battute insieme a Hugo e prenderlo in giro - beh, questo lo faceva sempre, in realtà - e alla quale piaceva stare sotto gli alberi ad ascoltare il canto degli uccellini.
Era strano, quanto quella Rain fosse differente da quella della fine del quarto anno.
Probabilmente, la sua lei del passato le avrebbe sputato in faccia, vedendo quel suo amore per il bello e per il delicato.
Comunque, la fase ribelle era passata, e Rain non credeva sarebbe tornata più.
Il carattere di Rain era difficile da codificare per Rain stessa, figurarsi per gli altri.
Di tutti gli amici che la Grifondoro aveva - ed erano tanti, era abbastanza socievole, lei - solo pochi avrebbero potuto definirla con un paio di aggettivi veramente giusti.
Eppure, qualcuno aveva capito meglio degli altri.
Questo qualcuno, anzi, questi, erano i membri del Club.
Rain sapeva cos'era il Club solo perchè Hugo gliene aveva parlato tempo prima, dicendo che gli sarebbe piaciuto farne parte.
In sostanza, era una specie di setta segreta che si riuniva e divertiva, da quello che la ragazza aveva capito.
Tuttavia, quello che non riusciva ad afferrare era perchè avessero scelto lei come uno dei possibili nuovi membri.
Probabilmente erano pazzi.
Pazzi, e intelligenti, perchè la prova che le avevano dato da superare sembrava studiata apposta per lei - in effetti, lo era.

"Mettiti in piedi sul tavolo, e urla davanti a tutta la Sala Grande, a cena"

Colpito e affondato.
Se la Rain di quel periodo aveva una debolezza, probabilmente era la timidezza.
Era perchè, o almeno così Rain pensava, nella sua fase ribelle non le era importato del giudizio altrui, per niente.
Però il suo orgoglio, le diceva di non poter rifiutare la sfida.
Insomma, interpretava si personaggi diversi, ma era sempre una Grifona, lei.

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Catherine incontrò Louis nuovamente mentre andava a lezione.
- Hanno ricevuto tutti le lettere? - gli domandò.
Lui annuì. - Certamente, trésor. E a giudicare da un paio di reazioni che ho visto, abbiamo fatto centro -
Cathy cercò di non concentrarsi sull'accento francese del ragazzo, che trovava tanto attraente. - Puoi dirlo forte. La reazione di Aghata è stata impagabile. La cosa più bella è stata quando ha cercato di nasconderlo -
Louis rise, mettendole un braccio intorno alle spalle, ed abbassando la voce. - Dovevi vedere Archie, quando ha scoperto di essere il membro in incognito. La spalla mi fa ancora male per il pugno che mi ha dato -
- È stato decisamente divertente - fece Catherine. - Ma la cosa migliore sarà vedere le loro prove a compimento. Già immagino la faccia di Jude -
- Per lui più che una prova sarà una cosa di routine, ma davvero, non avevo idea di cosa potergli far fare -
Catherine annuì. Jude doveva umiliare qualcuno in malo modo, davanti a tutti.
- E poi, beh, si passa alla fase due - disse Louis.
Cathy aggrottò le sopracciglia. - C'è una fase due? -
Louis annuì sicuro. - C'è sempre una fase due, hai mai visto un film di spionaggio? -
- Ovvio. Rose li adora, e dopo tutte le volte che mi ha costretto, me li ha fatti piacere -
- Sei forte, ragazza - sorrise il Weasley. - Comunque, la fase due del piano consiste in una festa. Ma di più non posso dirti, perchè sarai anche tu sotto esame -
Catherine spalancò gli occhi.
Questo non lo aveva previsto.
- Non preoccuparti, trésor - disse Louis. - Andrai benissimo. E poi, tutti siamo ansiosi di vederti addosso qualcosa che non sia una divisa -




Gente,
senza indugiare vi dico che sono impegnatissima, e non riesco a pubblicare praticamente nulla.
Sono contenta di essere riuscita a scrivere almeno questo capitolo, e spero che non sia troppo deludente, dal punto di vista stilistico e della trama.
Volevo anche ringraziarvi per la vostra pazienza, siete persone d'oro *-*
Non vedete comparire un personaggio in questo capitolo, che non è stato neanche citato. È perchè purtroppo il possessore non recensisce, e lo trovo scorretto nei vostri confronti, ecco. Mi spiace farlo sparire, perchè mi piaceva molto.
Le lettere, poi, verranno messe in corsivo, ora non posso per problemi di editing.
I nuovi personaggi appariranno nel prossimo capitolo (dovrei riuscire ad includere tutti quelli che mi avete mandato). Non sono riuscita a fare più di questo, purtroppo sto male.
Baci,
Cathy
Di seguito vi lascio i pv, nel caso qualcuno non li avesse visti (inserirò le gif in seguito)*-*


Dominique Weasley



Rain Sound



Elske Falk



Aghata Olivander



Victoria Braxton



Rose Weasley



Catherine Montague



James Sirius Potter



Scorpius Malfoy



Jude Verrater



Dylan Thompson



Louis Weasley



Archibald Urie




Albus Severus Potter
   
 
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