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Autore: terrycontyby90    05/06/2016    3 recensioni
Kid stava cercando di fare del suo meglio per diventare più di quello che ci si sarebbe aspettato per la sua intera vita. Mentre tentava di applicarsi all'università, ricevette una inaspettata offerta da un uomo che è molto più di quello che appare.
Dal secondo capitolo: "...Che genere di offerta?" "Comporta che pago in toto la tua istruzione, le spese di soggiorno, e qualsiasi cosa di cui avrai bisogno in cambio della tua compagnia. Che dovrebbe includere, ma non esclusivamente, il sesso."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Killer, Penguin, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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ciao a Tutti! Ricordo che la presente storia non è una mia opera, io sono soltanto la traduttrice ;)
Se ne avete voglia, lasciate un commentino, lo manderò a Jessica (l'autrice).
Inoltre, mi scuso di postare così tardi il nuovo capitolo, ma ho avuto un po’ di problemi personali.
Grazie 
 
Capitolo 6

Kid scosse la testa per quella che poteva essere la centesima volta, cercando di schiarirla, e tornò a fissare la tv, non recependo davvero quello che stava guardando, impegnato com’era a tentare di bloccare fuori dalla sua testa i pensieri che la attraversavano ad un centinaio di miglia all’ora.
 
Fermò la sua mano prima di raggiungere e toccarsi le labbra per l’ennesima volta negli ultimi tre giorni. Fece una smorfia ed abbassò la mano. 'Questo è stupido, non sono una patetica scolaretta innamorata, e questa non è una merdosa storia d’amore.'
 
Ringhiò e la sua mente lo riportò di nuovo all’altro giorno.
 
"’fanculo, quel ragazzo mi rende nervoso..." Kid si strofinò il viso con una mano cercando di focalizzarsi sulla serie tv, che aveva scelto apparentemente uno dei gemelli, su qualche 'dottore' che salva l’universo. Era abbastanza buona, ma in quel momento non aveva l’attenzione sufficiente da dedicarcisi.
 
Kid sospirò e spense. Si guardò intorno, alla lobby dell’hotel abbandonato in cui avevano fatto la loro casa anni prima. Quando l’avevano presa in consegna, sembrava un relitto, e sembrava un po’ fatto. Ma alla fine l’avevano pulito e reso vivibile. Avevano convertito la lobby in una sorta di zona giorno ricreativa per starci quando ne avevano voglia.
 
Ma Wire era partito per la clinica ore prima e Heat aveva parlato di una vendita in libreria o qualcosa di simile.
 
Kid non aveva alcuna idea di dove i gemelli fossero. E doveva ammettere che aveva una certa ansia.
 
Proprio mentre stava pensando a questo, un forte scoppio venne dal piano di sopra seguito dal suono di qualcosa che cade giù per le scale.
 
Sospirò e non si mosse per alzarsi mentre i più problematici del gruppo venivano ruzzolando giù dalle scale. Kid sospirò ancora mentre i due apparivano come un mucchio ai piedi delle scale, li guardò rilassato e quando si mise in piedi loro si stavano già spolverando i vestiti.
 
"Quindi, cos’è successo questa volta? Se state ancora cazzeggiando in giro con quel set da chimico, Wire non vi aiuterà se perdete un dito." disse. Mentre si esasperava coi due, era grato per la distrazione.
 
"Boss!" Due voci risuonarono in perfetta sincronia ed entrambi gli uomini corsero verso lui.
Una volta che lo ebbero raggiunto, si lasciarono cadere ai lati del rosso e Kid sentì il divano scosso dal rimbalzo. Iniziarono a parlare nello stesso momento, le loro voci si attorcigliarono mentre entrambi cercavano di comunicare al loro boss quello che avevano fatto.
 
Kid, combattendo il mal di testa, schioccò entrambi i lati del collo. "Uno alla volta, imbecilli."
 
Snake, il più magro e sgargiante fra i due, batté il fratello e parlò. "Non abbiamo usato il set da chimico."
 
Il rosso quasi sospirò di sollievo prima che Spine, il fratello più muscoloso, continuasse eccitato. "Abbiamo scambiato della roba elettrica che abbiamo trovato al deposito rottami!"
 
Kid gemette miseramente, ma si rassegnò alla loro follia. "Non toccate i miei strumenti, non appiccate un incendio, e quando fate un casino, lo pulite. Se Heat chiede, io non so niente."
 
Quasi sorrise al pensiero di come l’incazzoso Heat diventasse furibondo ogni volta che i gemelli correvano intorno a fare merda, ma trasalì all’idea che il ragazzo capisse che sapeva qualcosa e non aveva fatto nulla. Heat lo rispettava troppo per mettersi ad urlare contro lui o altro, ma era certo che il suo broncio deluso fosse anche peggio.
 
Oppure, anche peggio, avrebbe scambiato il caffè di Kid con un decaffeinato e 'pulito' la stanza del rosso, facendo in modo che lui non trovasse più niente.
 
Kid sudò appena al ricordo dell’ultima volta che era accaduto, era stato incazzato per settimane.
 
Mentre stava per chiedere loro se avessero intenzione, nel giro di un paio d’ore, di andare in giro per cena, uno squillo lo interruppe.
 
Il rosso congelò, dirigendo il suo sguardo al cellulare posato sul tavolo da caffè che aveva di fronte.
 
Kid si chinò e afferrò il telefono, controllando il nome sul display prima di premere la risposta e chiedere al chiamante di aspettare un secondo. Si girò vero i fratelli che lo guardavano curiosi.
 
"È per la scuola, vado a rispondere in camera mia, ok? Cercate di non fare troppo casino." Quelli si illuminarono e annuirono velocemente, mostrandogli un pollice all’insù. Il rosso sorrise loro in rimando, sperando di non apparire teso come si sentiva, facendosi strada al piano di sopra.
 
Entrò nel suo appartamento e chiuse la porta dietro di sé prima di riportare il telefono all’orecchio. "Scusami per l’attesa, adesso posso parlare."
 
"Ah, bene. Apprezzo il tuo desiderio di discrezione. Ma, a parte questo, ti chiamo per dire che è fatta. Ci sono solo un paio di cose che c’è bisogno che firmi, e poi puoi iniziare questo semestre."
 
Kid si sentì tramortito. Era dentro. Ce l’aveva fatta. Tutto quello che sognava era molto più vicino ora. Anche se Trafalgar si fosse stancato di lui e lo avesse lasciato, il solo fatto che era stato in una così 'prestigiosa' scuola per una qualsiasi quantità di tempo apriva molte più possibilità di quante ne avrebbe mai potute sperare.
 
Doveva essere entusiasta.
 
Solo non poteva impedirsi di sentire qualcosa, un intenso senso di disagio.
 
Kid era dentro. Trafalgar aveva, se non tutto, rispettato almeno la maggior parte del loro ‘affare’, l’unica cosa che serviva era la firma dello stesso Kid. E prima che l’inchiostro fosse asciutto, molto probabilmente avrebbe avuto l’altro uomo sulla schiena, pronto per collezionare i suoi pagamenti.
 
"Bene. Quindi, domani manda una macchina al confine Sud del Nord Blu, 86esimo incrocio, Strada Polo Nord. Aspetterò lì per farmi portare in libreria."
 
"Non vedo l’ora del nostro incontro." Rispose la voce morbida.
 
"...Sì." Kid disse piano.
 
"Buonanotte, Eustass-ya."
 
"Notte." Il rosso chiuse la chiamata.
 
Fissò il telefono. Infine chiuse gli occhi e scivolò lungo il muro della cucina. Il giovane uomo posò la testa fra le ginocchia respirando affannosamente.
 
Era fatta. Kid avrebbe ottenuto tutto quello che voleva.
 
"Cazzo."
 
 
Il giorno seguente, alle sei di sera, Kid scese da un costoso modello di Bentley, dirigendosi in uno dei grattaceli più alti che avesse mai visto.
 
Il rosso si guardò intorno nella lobby. Molto meglio, ed allo stesso tempo niente di diverso, da quella del college.
 
Le piante molto carine e vere, ne aveva toccata una per confermarlo, ed alcuni impressionanti impianti d’acqua, una parte del muro era una cascata con vasca a riempimento nella quale c’erano dei pesci koi. Davvero, sembrava la lobby che ci si aspetta da un hotel a cinque stelle o qualcosa del genere.
 
Il rosso, che aveva percorso metà della stanza, si stava dirigendo verso la reception, quando una donna lo avvicinò.
 
Aprì la bocca per spiegare il motivo per cui era lì, aspettandosi un’altra segretaria snob o qualcosa di simile, quando la donna parlò, inchinandosi a lui.
 
"Eustass Kid, presumo?"
 
Kid sbatté le palpebre al tono educato ed ai gesti. "Uh, sì, perché?"
 
"Il Sig. Trafalgar mi ha dato istruzioni di scortarla al suo ufficio una volta che fosse arrivato. Prego, mi segua." La formale donna d’ufficio si inchinò ancora e si mosse verso gli ascensori.
 
Il rosso dovette ammettere di essere vagamente impressionato dalla professionalità della donna che gli faceva strada. L’intero tragitto era stato riempito da un silenzio piuttosto confortevole, con la donna che gli aveva semplicemente chiesto se volesse qualcosa prima del meeting. Non lo aveva mai guardato come se fosse un po’ di sporco su una delle sue scarpe, o parlatogli come una leccaculo.
 
Occasionalmente, se stavano camminando attraverso una delle halls, gli impiegati chinavano il capo a lui e alla donna che lo precedeva, prima di continuare col loro lavoro e andare dove avessero bisogno di andare.
 
'Come immaginavo, la società di Trafalgar è davvero in un altro livello rispetto al resto.' Tutto era incontaminato e tutta l’atmosfera urlava professionalità all’estremo.
 
Finalmente si fermarono di fronte ad una scrivania posta a destra rispetto ad una serie di porte, ma l’ambiente che lo circondava al momento era l’ultima cosa a preoccuparlo. Era molto più focalizzato sull’uomo dietro la scrivania. L’uomo era sicuramente una delle persone più grandi che Kid avesse mai visto.
 
Trascurando il fatto che indossava un vestito fatto su misura, l’aura intimidatoria che circondava il gigante lo facevano sembrare come se prendesse dei grandi camion per allenare le braccia e mangiasse chiodi per colazione.
 
"Buonasera, Sig. Jean. Il Sig. Eustass è qui per vedere il Sig. Trafalgar."
 
Il gigante annuì, la sua espressione quasi arrabbiata non cambiò mai mentre parlava. "Grazie, lo prendo in custodia io da qui."
 
La donna d’ufficio si inchinò un’altra volta ad entrambi e se ne andò.
 
Una volta che si fu allontanata, i due uomini si fissarono l’un l’altro, senza interrompere il contatto visivo per almeno un buon minuto. Alla fine, l’uomo più adulto ruppe il suo sguardo, sembrando soddisfatto da quello che aveva visto nel giovane uomo.
 
Kid si schiarì la gola. "Quindi... sei il suo bodyguard o qualcosa di simile?"
 
'Mr. Jean' ridacchiò leggermente. "Lo pensano tutti. Attualmente sono il segretario di Law, anche se, come secondo lavoro, sono il capo della sicurezza."
 
Kid si sorprese leggermente del fatto che l’uomo avesse usato il nome proprio di Trafalgar. Questo cambio aveva reso il rosso, non a suo agio, ma leggermente più rilassato nei confronti del dottore.
 
Il rosso lo fissò per un momento. "Deve essere un gran bel carico di lavoro. Deve averti concesso sicuramente molta fiducia. Mi chiamo Kid."
 
Sapeva che l’altro uomo molto probabilmente lo conosceva già, ma aveva preferito presentarsi. Inoltre, qualcosa gli diceva che avrebbe visto spesso quel grande uomo, quindi poteva cercare di iniziare con lui una sorta di amicizia.
 
Il gigante annuì nella sua direzione. "Jean Bart. Chiamami Jean." Prese un cellulare dalla sua scrivania e premette un bottone. Kid era leggermente curioso di sapere come delle mani così grandi potessero gestire un così piccolo bottone sul telefono da scrivania, ma si rifocalizzò su ciò che l’altro stava facendo. Jean parlava al telefono. "Sì, lui è qui. Uh huh. Va bene. Sì, lo ricordo. Capito."
 
Il gigante riattaccò e salutò il rosso, indicandogli le porte mentre premeva un altro bottone. "Va, ti aspetta."
 
Kid annuì e camminò verso le porte. "Grazie."
 
"Nessun problema. Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa."
 
Appena il rosso entrò, fu colpito dalla vista, apparentemente infinita, del cielo.
 
L’intera parete opposta a lui non era altro che vetro che continuava senza interruzioni fino agli, incredibilmente alti, soffitti a volta. Lo fissò per un lungo minuto, prima di sbattere le palpebre e girarsi per osservare il resto dell’ambiente.
 
C’era una larga scrivania davanti a lui, metallo nero e vetro, simile al resto della monocromatica stanza. Tutto aveva un aspetto altamente moderno, dall’argentea carta da parati, al tappeto bianco neve.
 
Un suono morbido catturò la sua attenzione e i suoi occhi furono guidati fino a due divani in pelle nera posti uno di fronte all’altro intorno ad un tavolino da caffè in vetro, e seduto lì c’era Trafalgar.
 
"Benvenuto nel mio ufficio privato, Eustass-ya. Spero che il tuo viaggio fin qui sia stato privo di incidenti."
 
Kid annuì rigidamente. "È andato bene, hai una bella macchina."
 
Trafalgar inclinò leggermente la testa in una domanda. "Ah, qual era quella su cui viaggiavi? Può essere tua se ti piace."
 
Il rosso guardò l’altro uomo per un momento. "Uh, era una Bentley, l’ultimo modello Flying Spur presumo. Ma, uh, no grazie, sto bene."
 
Trafalgar sorrise. "Se sei sicuro. Desideri sederti? Ho pensato che questi fossero più comodi dello stare seduti alla mia scrivania." Gesticolò verso la seduta accanto a lui.
 
"Sicuro." Annuì, un po’ troppo velocemente a causa dei nervi, camminando per andarsi a sedere accanto a lui, sicuro che ignorare l’altro uomo e sedersi dall’altra parte fosse un gesto scortese.
 
Sedendosi lasciando una buona distanza fra loro, Kid parlò. "Um, non avevi detto di avere qualcosa da farmi firmare?"
 
Il chirurgo annuì. "Ma prima, gradisci qualcosa da mangiare o da bere? Se hai fame, posso chiedere qualcosa di pronto. O se vuoi solo un drink, ho dell’acqua, dei succhi, o una deliziosa bottiglia di whiskey e alcuni vini." Offrì.
 
"No, sono a posto." Non aveva fame e non se la sentiva di bere qualcosa in quelle circostanze.
 
"Molto bene, ho qui i documenti se vuoi iniziare." Trafalgar si sporse in avanti per sollevare una cartella e porgerla al giovane.
 
Kid annuì. Aprì la cartella e iniziò a leggere i documenti con attenzione.
 
Proprio appena finita la prima pagina, inclinò la testa e fece una domanda. "Cosa intendi quando dici che vuoi più del … sesso?" Tenne fermamente gli occhi incollati al foglio. "Intendi tipo … come degli appuntamenti?"
 
Kid continuò a leggere mentre aspettava la risposta del dottore. Mentre leggeva, mentalmente si dava delle pacche sulla schiena. Aveva trascorso tante ore a leggere il gergo commerciale e altra merda complicata in biblioteca per tre giorni.
 
Ma alla fine, lo aveva preparato per capire tutto in modo corretto e, anche se non abbassava la guardia, sembravano solo documenti personali standard da sottoscrivere. Il rosso andava avanti, saltando la parte in cui gli chiedevano degli alloggi. Voleva fermarsi al campus, evitando la piccola sezione di opzioni abitative che gli venivano proposte.
 
"Ah, certo. Gli appuntamenti, senz’altro, sono inclusi. Ma ci sono anche altre cose."
 
Kid rilesse la sezione delle attività extra scolastiche, ponderando se davvero ne volesse scegliere qualcuno. "Altre cose?" Spuntò 'indeciso'. Voleva controllare i club per capire se era veramente interessato, e per essere sicuro che non fossero pieni di completi stronzi e capire se effettivamente valevano il suo tempo.
 
"Weekends, quando non hai precedenti piani coi tuoi amici, da passare insieme in posti informali. Quando faccio dei viaggi di lavoro, mi piacerebbe che mi accompagnassi, a condizione che non interferisca coi tuoi studi universitari. Pianificare le vacanze e così via. Tutto ciò consultandoci e assicurandoci che non sia, in alcun modo, in conflitto coi tuoi studi. Inoltre, ad un certo punto, vorrei chiederti di presenziare ad eventi formali con me."
 
Il rosso annuì lentamente in accordo, aveva capito che doveva essere la compagnia del più grande, ma era sorpreso che l’altro volesse esser visto anche in pubblico con lui. Il ristorante era una cosa, ma un party pieno di pesci grossi? Era... davvero non sapeva cosa pensare al riguardo.
 
"Va bene, ma, uh, davvero non ho alcuna esperienza di eventi formali. Dovrai aiutarmi con questo, con le maniere, i vestiti appropriati e roba così."
 
Il dottore ridacchiò. "Sarà un piacere per me aiutarti in ogni modo che mi sarà possibile, ti istruirò personalmente sull’etichetta."
 
Kid annuì e controllò un paio di cose in silenzio, Trafalgar sorseggiava tranquillamente il suo drink.
 
Quando finalmente arrivò alla firma, tuttavia, il moro lo fermò. "Prima di procedere, posso avere un momento per parlarti di una … questione sgradevole?"
 
Il giovane uomo si corrucciò ed abbassò i documenti. Non gli era piaciuto il suono che aveva avuto nel dirlo. "Cos’è?"
 
Trafalgar sembrò soppesare le sue parole con attenzione prima di parlare. "Ci sono quelli che saranno molto... schietti con le loro varie... 'opinioni' sulla nostra relazione. Sia da persone con cui sono associato, nella tua scuola, che alcune irrilevanti persone che penseranno che il loro parere sia importante."
 
"Fondamentalmente, un branco di persone che penseranno che io sia una sorta di escort dorata." Kid disse seccamente e si strinse nelle spalle, si era già preparato a questo. "Non mi importa, me lo aspettavo."
 
Certamente, se lo aspettava. Trafalgar poteva tentarlo con parole piuttosto fantasiose, ma era quello che era. Kid aveva accettato la sicurezza finanziaria in cambio della sua dignità. Non che ci fosse qualcosa di davvero sbagliato in questo. Il sesso era sesso, e il suo corpo era suo e poteva farci quello che voleva. Sapeva di un sacco di ragazze che, per strada, avevano fatto un sacco di soldi in questo modo. Lavoravano con quello che avevano per tirare avanti.
 
Ma Kid aveva una scelta. Poteva aspettare un altro anno e tentare ancora. Ma era troppo stanco, frustrato, e aveva faticato troppo per lasciarsi sfuggire questa opportunità. Non gli importava se le persone avrebbero pensato che lui aveva 'preso la strada facile per uscire', la sua vita era stata sufficientemente dura, chiunque la pensasse in modo diverso, poteva soffocare sui propri fottuti atteggiamenti da 'più santo di te'.
 
Non che quei rottinculo non lo facessero incazzare.
 
Trafalgar aggrottò un po’ la fronte, come se avesse assaggiato qualcosa di brutto. "Spero che tu personalmente non ti veda in questa luce. Sei molto più di questo. Inoltre, se qualcuno oltrepassasse i confini con te, ti sarei grato se mi informassi immediatamente."
 
Il rosso scosse la testa. "Posso prendermi cura di me." Non aveva bisogno di 'correre dal papà' perché qualche fottuto stupido pezzo di merda sparlava di lui.
 
Ma sarebbe stato un anno scolastico lungo se avesse dovuto trattenersi dal pestare quei sacchi di merda per evitare di farsi sbattere fuori a calci.
 
"Sono sicuro che puoi. In senso fisico, nel tuo elemento, sono certo che puoi mettere a tacere qualsiasi folle con pensieri altrettanto schiocchi. Tuttavia, devi tenere a mente che andrai in un posto dove i pugni, e persino le parole, non posso risolvere molte questioni. Non ti rende meno uomo usare tutte le risorse a tua disposizione. Sono al tuo fianco e a tua disposizione." Parlò a bassa voce, ma con un inidentificato senso di freddo ferro. "Se ti ostini a vederti usato da me, allora insisto che anche tu usi me al meglio."
 
Il rosso non seppe cosa dire in risposta a questo, quindi semplicemente annuì, anche se, ancora, non aveva intenzione di ricorrere all’altro uomo per una cosa del genere.
 
Tolto di mezzo questo discorso, parlarono di altri dettagli che avevano bisogno di firme per vari motivi, e quando Kid fu soddisfatto delle risposte di Trafalgar, finì di firmare le carte e le passò nelle mani dell’altro uomo.
 
Il dottore le sfogliò un attimo per controllare ed essere sicuro che non avessero dimenticato niente, prima di annuire con soddisfazione e piazzarle al lato per un momento.
 
Quando l’uomo più grande si girò verso lui, Kid improvvisamente si sentì ansioso prima che Trafalgar parlasse.
 
"In mattinata, li inoltrerò all’ufficio del preside e mi fermerò in banca per aprire un conto a tuo nome. Avrai la carta di debito (in Italia, la chiamiamo Bancomat) e il materiale richiesto per la tua classe nelle tue mani domani sera al più tardi." Il moro disse con un luminoso sorriso. "In questa settimana, appena sei comodo, vedremo un sarto per farti confezionare l’uniforme. Forse il prossimo fine settimana potrai cenare con me a casa mia, se sei libero ovviamente."
 
Kid sbatté le palpebre, sentendosi un po’ stordito per quanto velocemente stesse succedendo ogni cosa, prima di annuire. "Ok. Quindi, uh, posso andare adesso?"
 
"Non proprio."
 
Il rosso non vide Trafalgar muoversi fino a quando non fu improvvisamente sulla sua schiena. Il volto del più anziano oscillava sul suo. Poteva sentire le calde nuvole del suo respiro infrangersi sulla propria bocca. "Penso che dovremmo festeggiare la 'conclusione' del nostro accordo, così per dire."
 
Le labbra dell’altro sembrarono marchiare le sue.

Continua…
 
Ringrazio, come sempre, la mia fantastica beta reader.
 
Grazie musa07, senza te questa traduzione sarebbe incomprensibile ^^”
  
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