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Autore: chiara_13    06/06/2016    6 recensioni
E se non fosse andata come nel telefilm? Se la vita dei nostri protagonisti venisse sconvolta da un momento tragico e dovuto per sopravvivere? Se morire fosse l'unica via di fuga per salvare le persone pi care e la propria famiglia? Se il povero scrittore soffrisse per qualcosa che forse...non rivelerò altro, se volete sapere cosa sconvolge il nostro Rick, leggete la mia storia...GRAZIE e Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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RITROVARSI 

 
-Non essere arrabbiato con lei…ha fatto la scelta giusta…ha salvato la vita a tutti voi- Jackson si sedette al fianco del figlio, in un tronco caduto. 
 
-Come faccio a non essere arrabbiato? Ha infranto la nostra promessa…avremmo dovuto continuare le indagini insieme e nessuno doveva mentire più- le mani dello scrittore erano tra i suoi capelli –io ho sofferto tantissimo in questi mesi…come ha potuto farmi questo?- chiese, guardando il padre.

-Non ha potuto…ha dovuto- il figlio scrollò la testa – Se fosse sopravvissuta, in questo momento avreste celebrato il funerale di tutte le persone coinvolte in questa faccenda. Compreso quello di tua figlia e tua madre…avresti veramente voluto questo?- lo scrutò suo padre.

-Io…avrei voluto saperlo…io…non so…- la confusione regnava nella mente di Richard.

-Lo so che hai sofferto, lo sa anche lei…e lo sai anche tu che lei può capirti meglio di qualsiasi altra persona, ma anche lei ha sofferto- Richard tornò a guardarlo negli occhi –hai la vaga idea di quello che ha passato? Era ferita gravemente, ma ha resistito…è stata forte, lo è stata per te…per tornare da te…e il restare lontano da suo marito è stata la tortura più grande…prova a metterti nei suoi panni…- cercò di convincerlo suo padre.

-Come sta? Le sue ferite sono guarite bene?- si preoccupò Rick, voleva sapere di quei mesi, cos’era successo.

-Sta bene…ma se fosse stato per lei, avrei dovuto ricucirla venti volte- un leggero sorriso comparve nel volto del padre –si…ricordo bene la sua testardaggine…- 

-Kate sta giù…ti hanno sparato e se non sei morta è solo un miracolo- Jackson trattenne la ragazza dall’alzarsi dal suo lettino.

-Io non posso stare qui a fare niente, devo andare la fuori a proteggere la mia famiglia- si lamentava Kate, divincolandosi per l’ennesima volta dalla presa dell’uomo.

-Lo so, ma se continui così non permetterai mai al tuo corpo di guarire…devi avere la pazienza necessaria a restare ferma per qualche settimana- la fece stendere nuovamente sulla brandina, controllando che le ferite non si fossero riaperte.

-Ok…ma starò ferma solo cinque giorni…- lo guardò seria Kate, suscitando una risata da parte di Jackson. 

-Forse ho capito perché mio figlio si è innamorato di te…siete due testoni…- la fece ridere.

-Si…è una donna straordinaria- Jackson sorrise, invitando il figlio a rientrare in casa, iniziava ad essere buio e freddo.

-Dov’è Kate?- Richard si guardò attorno preoccupato.

-Tranquillo…sarà andata disopra a cambiarsi…perché non la raggiungi mentre preparo qualcosa per la cena?- gli indicò le scale.

Richard era titubante. Non aveva reagito bene alla sua confessione, ma forse era normale. Comunque aveva detto cose di cui ora si pentiva, non aveva messo in considerazione il dolore che anche la sua straordinaria moglie aveva provato. 
La trovò di spalle, stava guardando fuori dalla finestra. Lo sguardo perso tra i suoi pensieri. Aveva indossato una vecchia tuta e delle scarpe da ginnastica. I capelli erano raccolti in una coda veloce. Alcune ciocche le ricadevano sul volto, incorniciandolo alla perfezione. Si era fermato a pochi passi da lei quando la vide voltarsi. 

-Kate/Rick…- sussurrarono all’unisono, come se uno dei due sarebbe sparito all’istante –mi dispiace…- si unirono in coro. Entrambi sorrisero. I loro occhi si incontrarono, servirono solo quei pochi istanti di silenzio per farli fiondare l’uno tra le braccia dell’altro. Un abbraccio tanto desiderato, voluto e pieno di emozioni. 

-Dio quanto mi sei mancata!!- entrambi avevano le lacrime agli occhi. L’abbraccio divenne più forte, avevano bisogno di quel contatto. 

-Mi dispiace…mi dispiace…mi dispiace- ripeté Kate come un mantra all’orecchio di Richard, che sentì il cuore morirgli sentendo il tremolio nella voce di Kate. 

-Scusami tu…non ti ho capita…solo…- venne fermato da Kate che gli poggiò un dito sulle labbra. Poi portò la mano sulla sua guancia, sul suo collo e poi tra i capelli corti. Mentre con l’altra gli asciugò le lacrime. Richard fece esattamente le stesse mosse. Una mano le accarezzò tutto il collo, intrufolandosi tra i capelli, facendoli sciogliere, mentre l’altra asciugava dolcemente le sue guance morbide. 
Entrambi si avvicinarono tremanti al volto dell’altro. Il respiro di entrambi inebriava i sensi di entrambi, lo sfiorarsi dei loro volti li fece rabbrividire, gli occhi di entrambi erano immersi l’uno nell’anima dell’altra. Fu un attimo. All’unisono si unirono in un bacio. I corpi che si irrigidirono al contatto. Le mani di entrambi si strinsero, per aumentare il contatto. Le lacrime tornarono a scendere silenziose sui loro volti mischiandosi, come se il dolore di entrambi venisse sostenuto da due cuori invece che da uno solo. Le loro labbra continuarono ad accarezzarsi, le bocche si schiusero, le lingue si cercarono e assaporarono il sapore dell’altro, mischiato alle lacrime salate. Si staccarono solo quando la necessità di respirare li costrinse a farlo. Kate appoggiò la sua fronte a quella di Rick, entrambi con gli occhi chiusi e commossi per l’intero momento. Rick le baciò la fronte, l’orecchio, il collo e poi l’abbracciò forte, tenendola stretta tra le sue braccia. Kate fece lo stesso. 

-AMORE MIO…ANGELO MIO…TI AMO TROPPO PER PERDERTI…- la strinse ancora più forte al suo petto.

-TI AMO DA MORIRE ANCHE IO…SEI LA MIA RAGIONE DI VITA…SEI LA PARTE MIGLIORE DI ME- lo strinse ancora più forte a se. 

-Sarà meglio andare adesso…tuo padre sta preparando la cena…- Kate lo prese per mano e lo portò al piano inferiore. 

-Cenerai con noi e poi ti riporteremo a casa, Dio solo sa come saranno preoccupate le due rosse- gli fece ricordare di sua madre e di Alexis. 

-E’ vero!- si batte la fronte, ricordandosi di come le aveva lasciate in ospedale.

-Ti riporterò io…Kate attirerebbe l’attenzione di tutti con la sua moto- aggiunse Jackson, passando un piatto di pasta ai due. 

-Ok…ma potrò rivedervi?- si preoccupò subito.

-Ci faremo vivi noi…al momento non possiamo avere telefoni con noi o cose simili…vedrai che troveremo un modo- gli assicurò Kate con un sorriso.

-Ok…va bene- annuì lui, realizzando l’intera situazione. 

Cenarono e risero. Richard e Kate erano molto più tranquilli. Jackson aveva raccontato altri aneddoti riguardanti i giorni di convalescenza di Kate. Rick sapeva che la sua musa era testarda, ma non aveva mai immaginato fino a quel punto. 

-E’ ora di andare Rick…ti aspetto in macchina- Jackson gli lasciò il tempo di salutarsi.

-Promettimi che starai attenta…- le accarezzò la guancia –e che ti farai viva presto…non so quanto potrò vivere lontano da te- 

-Te lo prometto, ma anche tu stai attento e ricordati quello che ti abbiamo detto…non svegliate il drago…o sarà la fine per tutti- lo abbracciò. 

-Ti amo Kate…Always- la baciò sulle labbra, molto delicatamente.

-Always…- sorrise lei, prima di vederlo uscire dalla casa.
 


Richard tirò un lungo sospiro, prima di inserire la chiave nella toppa ed entrare in casa. Sapeva già che al suo interno c’erano le due rosse pronte a fargli una ramanzina. Si fece coraggio ed entrò nel loft. Neanche il tempo di richiudere la porta che sua madre e sua figlia gli corsero incontro. Non erano sole, però, con loro c’erano anche i due detective , Lanie, Hailey e Jenny.
Tutti avevano le mani sui fianchi e lo sguardo severo. 

-Dove diavolo sei stato?- chiesero in coro.

-L’avete preparata questa?- una battuta? Aveva fatto una battuta? No…era solo un caso.

-Dove sei stato? Hai idea di quanto ci hai fatto preoccupare? Ti abbiamo cercato ovunque…possibile che non pensi a quello che fai? Dove sei stato?- lo attaccò Alexis. Il suo comportamento iniziava a dargli sui nervi.

-Cos’è…avevate paura che mi rapissero gli alieni?- un’altra battuta? Tutti si guardarono tra il sorpreso e il preoccupato. –Ho avuto un attacco di panico…è vero, ma ora sto bene…ho preso un taxi e sono andato in spiaggia- rispose rapido, sperando che se la siano bevuta.

-E’ ora di assumere una babysitter- commentò la giovane rossa, appoggiata da tutti i presenti.
Richard sentì la rabbia salirgli, ma si trattenne dal dare spettacolo.

-Potevi almeno chiamare- Hailey si avvicinò anche lei preoccupata.

-Il telefono lo avevate voi…- indicò l’oggetto elettronico sopra al comodino – e poi sono un adulto…posso badare a me stesso senza che qualcuno si preoccupi di continuo della mia incolumità- voleva rinchiudersi in camera e allontanarsi, ma il braccio della figlia lo fece voltare verso di loro.

-ADESSO BASTA!- urlò Rick, guardando severo la figlia, spaventando tutti –SMETTILA!! CHE DIAVOLO VI PRENDE? HO PERSO UNA DELLE PERSONE PIU’ IMPORTANTI DELLA MIA VITA, COSA VI ASPETTATE DA ME? CHE CORRA E SALTELLI PER LE STRADE? CHE NON PIANGA PERCHE’ SOFFRO? CHE FARESTE VOI SE UNA DI LORO FOSSE MORTA?- guardò i due detective e le rispettive compagne –PRIMA DI ATTACCARMI OGNI SINGOLA VOLTA CHE IL DOLORE EMERGE…METTETEVI NEI MIEI PANNI…MALEDIZIONE!- urlava contro di tutti –FA MALE…NON NE AVETE NEANCHE IDEA…MA HO PROVATO AD ANDARE AVANTI PER TUTTI VOI…COSI’ DA NON FARVI PIU’ PREOCCUPARE…PERCHE’ VOI NON PROVATE A FARE LO STESSO PER ME? IO HO PERSO L’AMORE DELLA MIA VITA…E QUESTO NON SI SUPERA DA UN GIORNO ALL’ALTRO…- si rinchiuse in camera, sbattendo la porta.

Erano rimasti tutti con la bocca aperta. Non sapevano come e se ribattere. Nessuno aveva mai provato a mettersi nei sui panni, lo avevano sempre e solo giudicato. 

-L’avevo detto che stava bene…- Jim Beckett comparve da dietro una colonna –Nessuno di voi è riuscito a capirlo…quando si perde l’amore della propria vita è come se il terreno sotto ai piedi scomparisse. Ogni ricordo, fotografia e momento sono come coltellate all’anima. Rispettate il suo lutto…io sono caduto in basso per non affrontarlo…lui è stato più forte di me- si avvicinò al divano per prendere il suo impermeabile. –E’ un dolore che non scomparirà mai…potrà solo essere alleviato…io avevo mia figlia che mi aiutava, lui…ha solo persone che lo giudicano perché si lascia andare alle emozioni- concluse, uscendo dal loft, lasciando che i presenti ragionino sulle sue parole.
 

Tutti tornarono alle rispettive abitazioni. Martha e Alexis si erano rinchiuse nelle loro camere. Richard stava guardando il soffitto della sua, ancora con la camicia e i pantaloni addosso. Non aveva osato alzarsi per nessun motivo. Non aveva voglia di andare in cucina per nessun motivo…non voleva incontrare nessuno in quel momento. 

Nel silenzio della stanza sentì la porta della sua camera aprirsi molto lentamente e poi chiudersi.

-Alexis…o mamma…non ho voglia di parlare adesso, quindi andatevene…- disse, senza guardare chi fosse realmente. Non sentì nessuno, quindi si portò a sedere e davanti a lui c’era un’ombra molto familiare. –Sto sognando?- si strofinò gli occhi come se volesse svegliarsi.

-No…non credo…ma se vuoi restare solo me ne vado…- si voltò per uscire.

-No…no…resta…- si precipitò da lei, chiudendo la porta.

Kate sorrise, avvicinandosi al suo letto, non prima di aver chiuso la porta a chiave. –Volevo solo chiederti se potevo dormire tra le tue braccia questa notte- chiese, con un lieve rossore in viso, per l’imbarazzo.

-Vieni…- aprì le braccia, invitandola a stendersi vicino a lui. Kate si tolse le scarpe, la giacca e le diverse pistole che aveva addosso. –Sei ben fornita…- scherzò Rick, vedendola togliere l’ultima arma dal suo corpo.

-Non si è mai preparati abbastanza- sorrise lei, adagiandosi sul letto. La testa si appoggiò al petto dello scrittore e la sua mano iniziò ad accarezzargli i pettorali da sopra la camicia. –Non sai quanto mi è mancato sentire il tuo cuore battere- confessò, chiudendo gli occhi, ascoltando attentamente.

-A me è mancato tenerti tra le braccia, sentire il calore del tuo corpo e il tuo respiro caldo sul mio petto- le accarezzò i capelli e le braccia scoperte. Un bacio leggero si poggiò sulla fronte di lei, che alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi. 

Kate si alzò su un gomito per avvicinarsi al volto dello scrittore. Lo accarezzò e posò un bacio dolce e delicato sulle labbra di Rick, che la tenne attaccata a se con una mano tra i suoi capelli morbidi. 

-Come ho fatto a sopravvivere senza di te per tutto questo tempo?- sussurrarono insieme, sorridendo entrambi.

Richard rimase ad osservarla. Quel sorriso luminoso che si apriva sul suo volto era da mozzare il fiato.

-Che c’è?- Kate arrossì.

-Niente…mi è mancato il tuo sorriso…mi è mancato il leggero rossore che si crea sulle tue guance quando sei imbarazzata, mi è mancato il luccichio dei tuoi occhi…occhi che fanno ridere il mio cuore- rispose sinceramente, accarezzandole ogni lineamento del suo viso.

-a me è mancato tutto di te…sei tutta la mia vita…ti amo Rick- non avrebbe mai smesso di dirglielo. 

Si guardarono negli occhi per un’eternità. Lentamente si avvicinarono, occhi negli occhi, il respiro farsi più forte, i cuori battere all’unisono. Le loro labbra si sfiorarono, si assaggiarono per qualche secondo, si staccarono. Silenziosamente sorrisero e tornarono labbra contro labbra. Le bocche si schiusero, iniziando una danza di fuoco con le loro lingue.  Kate si alzò sopra di lui, accarezzandogli i pettorali e slacciando la camicia blu che indossava. Rick accarezzava la schiena coperta dalla maglietta, portando le sue mani sotto di essa e privando la sua donna di quell’indumento. Rick si alzò per permettere a Kate di sfilargli la camicia, ma ne approfittò anche per portarla sotto di se. Le sue labbra partirono dalla bocca di Kate, percorrendo la sua guancia, il suo collo, le sue spalle. Le carezze percorrevano il corpo della sua musa, passando sopra alle vecchie e alle nuove cicatrici, posandoci subito un bacio. 
In poco tempo si ritrovarono completamente nudi, pelle contro pelle, che continuavano a baciarsi.

-Rick…- lo vide aprire gli occhi per guardarla –Amami…- sussurrò a fior di labbra, baciandolo nuovamente.

-Oh…Kate…- lui tornò a baciarle le labbra, a stuzzicarle e assaporarle. 

Entrambi si guardarono, perdendosi l’uno nello sguardo dell’altro. Rick si posizionò e con un unico movimento entrò lentamente dentro di lei, avanzando finché tutta la sua lunghezza non era dentro di lei. La vide aprire la bocca, ma nessun rumore uscì dalle sue labbra. Rick si abbassò baciandole il collo e stuzzicando quel punto che era così sensibile. Quando entrambi sentirono di essere pronti, Rick uscì da lei e affondò nuovamente, facendole inarcare la schiena e attutendo i gemiti di entrambi con un bacio. 
Le mani di Richard andarono ad accarezzare i seni di lei, seguite da una scia di baci sul suo petto. Le mani di Kate strinsero i capelli corti di lui, riportando le sue labbra sul suo volto. Continuarono a muoversi all’unisono, in perfetta sincronia, contatto pieno di emozioni e desiderato da entrambi. Le spinte aumentarono automaticamente, i corpi che iniziavano a tremare era il segnale che stavano arrivando al culmine. Rick e Kate ripresero a baciarsi, in modo da attutire l’inevitabile orgasmo che stava per arrivare. 
Richard uscì per l’ultima volta, per poi affondare nuovamente dentro di lei. Kate inarcò la schiena, i muscoli della sua vagina si contrassero attorno al membro di Rick, che a quella condizione si lasciò andare anche lui. –Ti amo…Kate- sussurrò, rimanendo sopra di lei ancora qualche istante. 

-Ti amo Rick- lo baciò ancora lei, accarezzandogli la schiena nuda.

Richard si stese supino sul letto, accogliendo Kate tra le sue braccia. Lei appoggiò nuovamente la testa sul suo petto e dopo essersi coperti, si addormentarono cullati dai loro respiri e i loro battiti. Le loro mani sinistre erano intrecciate, mettendo in mostra le loro fedi, simbolo del loro amore immortale. 
 

Richard venne svegliato dai raggi del sole che inondavano la stanza con la sua luce e il suo calore. Lo scrittore si mosse dentro il letto, sentendo la parte fredda accanto a se. Kate se ne era già andata, era normale, visto che erano già le otto del mattino. Richard assaporò l’odore della sua amata rimasto tra le lenzuola. Il suo sguardo cadde su un vassoio appoggiato sul suo comodino. C’erano un cornetto, una tazza di cappuccino fumante e un piccolo foglietto di carta. Always us. Un sorriso si accese involontariamente sul volto dello scrittore. 
 

ECCOMI QUI. IL MIO NUOVO CAPITOLO PRONTO PER VOI. SPERO DI NON AVER FATTO SUCCEDERE TUTTO TROPPO IN FRETTA. RINGRAZIO TUTTI PER AVER LETTO E LE PERSONE CHE GENTILMENTE HANNO LASCIATO UNA RECENSIONE. VI ASPETTO AL PROSSIMO CAPITOLO. 
CHIARA.
   
 
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