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Autore: KakashinoSharingan    07/06/2016    4 recensioni
Due stirpi reali si avvicendano per il controllo di un Regno rimasto senza una guida sicura. L'erede al trono è fuggito per avere salva la vita e questo ha dato avvio ad una sanguinosa guerra. Tra combattimenti, amori e ombre del passato, Silene non vuole smettere di lottare per poter un giorno fare ritorno a Chanast.
Aggiornamenti momentaneamente sospesi per revisione completa della trama
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Questa storia ho iniziato a scriverla parecchi anni fa, e la pubblicavo sul mio vecchio account di EFP. Però avevo cancellato sia storia che account perché a quel tempo non mi interessava continuare a scrivere. Ora ho deciso di riprendere in mano la storia e proseguirla, e ho modificato i nomi dei personaggi, che prima erano in giapponese, per aderire meglio al contesto fantasy in cui vorrei inserirla.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Addio, Chanast!


Mi alzo di buon’ora. Voglio riuscire a passare da casa prima che Odelin e sua madre si sveglino.
Sono passati tre giorni da quando siamo andate a trovare Loeane nella locanda improvvisata ospedale, e da quando mia madre ci ha annunciato che vuole che lasciamo Chanast assieme ad un perfetto sconosciuto.
‹‹Quel ragazzo sa tirare di scherma. Può difendervi in caso di necessità, mentre voi due da sole non ne sareste in grado.›› ha detto, pensando che come motivazione mi basti per abbandonarla.
Non se ne parla proprio.
Mi butto una sacca in spalla. Siccome Loeane non potrà lasciare l’ospedale ancora per qualche giorno, nel frattempo io starò a casa di Odelin e darò una mano con i lavori. Tuttavia voglio recuperare alcune cose che potrebbero tornarmi utili nel caso in cui seriamente io e Odelin dovessimo lasciare Chanast.
Raggiunta la casa entro dalla porta sul retro, recandomi nel ripostiglio. Raccolgo alcune tenaglie e prendo quella che mi sembra più solida. Poi butto nella sacca una borraccia e passo dalla mia stanza a prendere dei vestiti. Attraversando la cucina noto sul ripiano un coltello con il fodero: è quello che solitamente usa Loeane per tagliare il pane quando ci sono ospiti, visto che è il più bello che abbiamo. Prendo anche quello perché, avendo il fodero, penso che potrebbe tornare utile come pugnale, sperando però che non ce ne sia bisogno.
 
Quando torno a casa di Odelin sospiro di sollievo nel vedere che sono ancora entrambe addormentate. Scendo in cucina e accendo il fuoco, mettendo poi a scaldare l’acqua per il tè. Mentre cerco le tazze nella credenza, qualcuno bussa alla porta.
‹‹Arrivo!›› urlo mentre appoggio le tazze sul tavolo. Poi mi reco nell’ingresso e apro la porta.
Non l’avessi mai fatto.
Di fronte a me c’è un uomo alto almeno due metri, i capelli corvini raccolti in una coda sulla nuca, negli enormi occhi blu brilla una scintilla di crudeltà. Faccio per urlare, ma quello mi blocca abilmente la bocca con una mano, mentre stringe l’altra attorno ai miei polsi. Mi fa lo sgambetto e mi ritrovo distesa a terra, impossibilitata a muovermi.
L’uomo mi tiene ferme le braccia con un ginocchio mentre, con la mano libera, mi strappa il coltello dalla cintola e lo getta lontano.
Poi mi fissa negli occhi: sta per dire qualcosa, ma viene interrotto da un calcio che lo coglie in pieno viso. Approfitto dell’occasione per mordergli l’interno della mano e sgusciare via dalla sua presa.
Alzo lo sguardo per vedere chi è venuto in mio soccorso, e trattengo a stento un grido di sorpresa quando vedo Allyn, la spada sfoderata, di fronte allo sconosciuto. Forse ho sbagliato a giudicarlo.
Il gigante estrae un coltello dalla lama lunga, e con quello sembra parare tutte le stoccate di Allyn. Si muovono fluidamente, quasi come se stessero danzando, e resterei a guardarli ammirata se qui non ne andasse della mia stessa vita.
Striscio nella direzione in cui è stato lanciato il mio coltello, e lo vedo affiorare tra l’erba incolta del giardino. Lo afferro e cerco di avvicinarmi, il più silenziosamente possibile, all’uomo gigantesco. Non appena gli sono abbastanza vicina gli pianto il coltello nel polpaccio e quello lancia un grido selvaggio. Si volta in preda all’ira, ignorando completamente Allyn, e mi sferza la guancia con la lama del suo coltello.
Il sangue mi cola sulla spalla, caldo e appiccicoso, e io istintivamente porto la mano sulla ferita. Cado seduta, e riesco appena a vedere Allyn che trafigge l’uomo con la spada, per poi correre in mio soccorso.
Arrivano anche Odelin e sua madre, trafelate.
‹‹Abbiamo sentito delle urla, e ci siamo svegliate. Che è successo qui?›› lo sguardo di Odelin è inorridito, e non appena vede il corpo privo di vita dello sconosciuto inizia ad urlare e a piangere. Poi nota la mia ferita, e la sua agitazione sembra raggiungere il culmine: inizia a saltellare di qua e di là, dicendo frasi sconnesse, per poi svenire fra le braccia di sua madre. Mentre questa la trascina in casa, Allyn mi porge una mano: ‹‹Tutto bene?››
La sua voce è calda, la sua mano forte riesce a tirarmi in piedi in un colpo solo. Il suo sguardo ha perso tutta la freddezza e la concentrazione del combattimento, lasciando posto ad un’espressione calma, quasi serafica.
‹‹No.›› rispondo semplicemente. Ho appena conficcato un coltello nella gamba di un uomo, che adesso si trova privo di vita poco distante.
Allyn si strappa un lembo della tunica e me lo poggia sulla ferita.
‹‹Mi dispiace, sono arrivato tardi. Avrei dovuto ucciderlo prima che bussasse alla porta.››
‹‹Lo conosci?›› chiedo, sconvolta. Allyn scuote la testa: ‹‹Non so chi sia, ma di certo non aveva buone intenzioni. E io sono qui per proteggerti.›› dice con aria innocente.
Io lo guardo torva: ‹‹Chi ti avrebbe impartito un simile ordine?››
Non sono sicura di potermi fidare di lui. Mi volto in direzione della casa, dove ho intenzione di lavarmi via il sangue che mi è colato sui vestiti, e magari chiedere alla madre di Odelin di disinfettarmi il taglio.
‹‹Loeane, chi altri se no.››
Mi fermo. Senza girarmi gli chiedo: ‹‹Succede spesso che aiuti le fornaie in difficoltà?››
Non risponde. Dopo pochi secondi però sento venire dalle mie spalle un tintinnio di denaro. A quel punto, Allyn esclama: ‹‹Questo è il mio lavoro.››
 
Mentre la madre di Odelin mi disinfetta la guancia mi mordo la lingua per non urlare. Utilizza prodotti ricavati da erbe medicinali, che bruciano tantissimo.
Quando ha finito mi guardo allo specchio: il taglio è abbastanza piccolo, dal dolore che sento avrei detto che fosse più grande. Prendo una ciocca di capelli neri e me la porto davanti al viso, coprendo la guancia ferita. Non mi piace l’idea di dover portare una cicatrice a vita.
‹‹Se la disinfetterai tutti i giorni come ti spiego io, il segno che resterà sarà minimo. E leva quei capelli, rischiano di restare imprigionati nella pelle, una volta che ti si richiuderà. Credimi, non è quello che vorresti.›› mi dice da dietro le spalle. Immediatamente sposto il ciuffo, e mi impongo di non guardare il mio riflesso.
 
Scendo in cucina, dove Odelin, che si è ripresa grazie a dei sali molto profumati, sta chiacchierando amabilmente con Allyn mentre sorseggiano il tè che avevo iniziato a preparare io. Mi da parecchio fastidio come quei due riescano a essere così rilassati dopo quanto è accaduto. Sposto una sedia e mi ci butto sopra, sbattendo la tazza sul tavolo prima di versarmi a mia volta del tè. È ancora tiepido, così avvolgo le mani attorno alla tazza.
Mi schiarisco la gola per attirare l’attenzione di quei due: ‹‹Mi dispiace interrompervi. Però vorrei capire come mai Chanast si sta trasformando in un covo di criminali, e forse Allyn potrebbe darmi una mano, visto che è il suo lavoro.››
Forse sono stata un tantino più acida del dovuto, ma non ho alcuna voglia di scusarmi. Odelin mi sta guardando male, ma mi limito ad ignorarla e fisso negli occhi Allyn cercando di assumere un’espressione accigliata.
‹‹Divertente.›› il ragazzo allarga appena la bocca in un sorriso. La cosa mi irrita notevolmente e per non darlo a vedere inizio a sorseggiare il tè con una lentezza quasi estenuante.
Dopo qualche minuto di silenzio, che il mio orgoglio non mi permette di interrompere, Allyn riprende a parlare: ‹‹Dai, Silene, mica volevo offenderti! Solo che non pensavo fossi così ingenua.››
‹‹Non sono ingenua.›› Odelin si alza e porta le tazze nel lavello, forse per sfuggire all’imminente litigio. Allyn però pare non essere turbato dalle mie parole, perché continua il suo discorso come se io non avessi detto nulla: ‹‹Nel Regno sta avanzando la guerra. Per ora sono coinvolte solo le regioni vicine al confine, e in incidenti simili all’incendio di Chanast. Questo villaggio è uno snodo importante per i commerci e una via privilegiata per giungere a Undran, città ricca di ogni sorta di mercanzia. Non sarebbe un cattivo territorio da conquistare, non credi?››
Soppeso le sue parole per qualche istante. Effettivamente, la capitale si trova molto più a sud rispetto a Chanast e tra i villaggi di confine è sicuramente uno dei più importanti per le vie di comunicazione. Ma alla sua spiegazione un particolare.
‹‹Tu come lo sai?›› avrei voluto pronunciare questa frase con diffidenza, invece mi esce quasi tremolante, come se fossi alla ricerca di una conferma.
‹‹Silene, non puoi saperlo. Non sei mai uscita dal tuo piccolo mondo fatto di pane caldo, ma io ho viaggiato molto. Non sono l’unico a pensarla così e gli eventi recenti lo confermano. ››
Immagino che abbia ragione, ma il modo in cui mi sottovaluta è un duro colpo alla mia autostima.
 
‹‹Non riesci a dormire, non è vero?›› Odelin si rigira tra le coperte e si volta nella mia direzione.
Mi metto seduta: ‹‹Scusami, non volevo svegliarti.››
Odelin mi imita, e viene a sedersi accanto a me: ‹‹Silene, ci conosciamo da una vita ormai. Cosa c’è che non va?››
‹‹Tutto.›› mi limito a dire scrollando le spalle. Ma quando Odelin fissa i suoi occhi nei miei non posso trattenere un’amara risata.
‹‹Non voglio credere che ciò che ha detto oggi Allyn sia vero.››
Lei sospira, e assume un’espressione che non le avevo mai visto prima, un misto di terrore e preoccupazione: ‹‹Silene, io non ci capisco più niente. Chanast sarà anche un’importante via di comunicazione, ma essendo un piccolo villaggio del nord di informazioni arrivano giusto le più importanti.››
‹‹Questo lo so anch’io. Ma perché devono attaccare proprio adesso?›› sto alzando la voce, ma non riesco a calmarmi.
Odelin, che di solito si arrabbia quando inizio a urlare durante una discussione, si limita a sospirare nuovamente: ‹‹Forse per via dell’imminente incoronazione del principe.››
Il principe. A quel dettaglio non avevo pensato. Un ragazzo che ha da poco raggiunto la maggiore età per quanto maturo e ben istruito possa essere manca sicuramente d’esperienza. E per quanto poco io ne sappia di conflitti riesco a capire che non deve essere facile portarne avanti uno.
‹‹Quando verrà incoronato re?›› chiedo, riscossa dall’entusiasmo di aver compreso almeno in parte la situazione.
Odelin inizia a contare sulle dita, poi mi risponde: ‹‹Tra due mesi. Credo.››
‹‹Perfetto. Abbiamo tutto il tempo per allontanarci dal confine, allora.››
 
Prepariamo delle bisacce che poi mettiamo in un sacco. Abbiamo avvisato Allyn della nostra decisione, e lui ha acconsentito per partire domattina.
‹‹In un villaggio non lontano abitano degli amici di mia madre. Potrebbero aiutarci nella prima parte del viaggio.›› ci ha informato Odelin, e la cosa mi ha un pochino rassicurato. Se il villaggio in cui abitano loro risultasse essere meno esposto di Chanast potremmo rimanere li fin quando non si calmeranno le acque e comunicare periodicamente con le nostre madri.
 
Prima di partire passiamo alla locanda in cui si trova Loeane. Ora sta molto meglio, ma non le è ancora stato permesso di tornare a casa, poiché a volte il dolore alla schiena ritorna e in quei momenti ha difficoltà anche per le azioni più semplici.
‹‹Sicura che io posso partire, lasciandoti qui da sola?›› le chiedo, abbracciandola con le lacrime agli occhi. Salutarla mi fa male, anche se ci siamo promesse che starò via solo pochi mesi.
Lei mi stringe ancora più forte: ‹‹Stai tranquilla. Quando mi lasceranno uscire andrò per un po' a casa di Nirea, puoi stare tranquilla.››
‹‹Ma perché vuoi che me ne vada? Specialmente adesso che avresti bisogno di aiuto.›› le chiedo, direttamente. Mi è già stato detto che Chanast potrebbe essere un bersaglio facile per i nemici, ma sento che sotto c'è dell'altro.
Loeane sospira, mi mette le mani sulle spalle e mi fissa negli occhi. Vedo che sta facendo il possibile per trattenere le lacrime, ma due grossi goccioloni iniziano a solcarle le guance: ‹‹Io ti voglio bene, Silene, e non voglio che ti accada nulla. Dimmi, è sbagliato per una madre pensare questo?››
 
Ci incamminiamo verso est, sul sentiero principale, in direzione opposta rispetto al deserto. Non mi volto verso Chanast, e noto che nemmeno Odelin lo fa. Vorrei provare a dire qualcosa, forse per più per confortare me stessa che lei, ma non riesco a pensare a nessuna frase che non sembri fuori luogo. Perciò mi limito a restare in silenzio, e sono felice del fatto che anche i miei compagni di viaggio seguano il mio esempio.


Note dell'autrice
Ciao!
In questa storia non mi ero ancora fatta sentire, per vari motivi. In realtà il materiale è ancora poco e i miei commenti potrebbero essere fuori luogo. ^^'
Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione, ma gli esami non mi danno tregua. Questo capitolo lo avevo quasi pronto da un sacco di tempo, mancavano giusto un paio di paragrafi.

Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la storia, quelli che lasciano costantemente le loro recensioni ma anche quelli che si limitano a leggere! ^^
   
 
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