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Autore: Leonhard    08/06/2016    8 recensioni
Un coniglio ed una volpe che lavorano insieme: solo a Zootropolis si potrebbe vedere una cosa del genere. Ma è solo un caso che Nick sparisca dalla stazione il giorno stesso in cui una sua vecchia conoscenza si presenta davanti alla sua scrivania?
"Questo è un caso che preferirei non affidare a te, agente Hopps".
"Perchè?".
"Perchè ne sei coinvolta: il caso Wilde potrebbe richiedere soluzioni che tu non saresti in grado di attuare...".
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Distopian Zootopia'
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1. Una volpe vestita da donna


Se all’agente Judy Hopps avessero raccontato nel dettaglio quello che sarebbe successo di lì a cinque giorni, probabilmente avrebbe fulminato il suo interlocutore con gli occhi, mentre tamburellava il pavimento con la zampa come ogni volta che si irritava. Sparare al suo collega? Al suo amico?

A Nick Wilde? Quello stesso Nick Wilde che le stava porgendo una scatola che avrebbe riconosciuto tra mille? Nah, non poteva essere.

“E queste?” chiese, aprendo la scatola e rifacendosi gli occhi.

“Non è pensabile che ad un coniglio non piacciano” replicò con il suo solito sorrisetto. La confezione era una semplice scatola di cartone arancione con motivi marroncini a forma di carote e nocciole: al suo interno, sapientemente confezionate in un letto di carta, vi erano sei grosse ciambelle affogate in quella che aveva tutta l’aria e l’odore di glassa alla nocciola. Il naso di Judy fremette e le vennero quasi le lacrime agli occhi quando, dopo il primo morso, sentì per tutta la bocca l’aroma della carota di cui era intrisa la ciambella.

“È in momenti come questo che sono veramente contenta di averti come partner” disse, masticando lentamente il boccone.

“Ah questo si che mi fa sentire speciale…” commentò Nick, con una risatina. Scosse la mano in cenno di rifiuto quando la coniglietta porse nella sua direzione la confezione di dolci. “Le nocciole mi fanno cadere il pelo”.

“Ah ah, simpatico” commentò lei, posandole sulla sua scrivania. “Vorrà dire che me le mangerò tutte, divertendomi ad immaginare una volpe pelata”.

“Ti piacerebbe…”.

“Senti, ma dove le hai prese?” chiese, cacciandosi in bocca l’ultimo pezzo di dolce. “Non ho mai visto queste ciambelle in giro”.

“Perché non sai dove andare” rispose lui. “Io conosco tutti in Zootropolis e tutta Zootropolis”.

“Allora puoi dirmi dove le hai prese” osservò lei.

“Non se ne parla nemmeno” replicò Nick. “Se perdessi questo potere su di te mi faresti spostare in archivio o peggio ancora alla reception, a procurare le ciambelle a Clawhauser e dilapidarmi così lo stipendio”. Judy rise.

“Lo sai che non lo farei mai” disse. “

Lo so” annuì lui. “Per questo non ti dirò dove le ho prese: chiamala un’assicurazione…”.

“Potrei interrogarti” osservò lei, sorridendo furbescamente. “Conosco qualche tecnica di tortura speciale, come il solletico o le unghie sulla lavagna…”.

“Potrei chiamarti tenera in risposta” replicò lui. “E andare a dire a tutti per la centrale che sei la cosa più tenera che abbia mai visto”.

“Smettila…” borbottò lei, arrossendo.

“A quanto pare ho vinto io” ghignò Nick. Si allungò sulla scrivania per strofinarle amichevolmente la testa, facendole sballottare le orecchie in tutte le direzioni. “Coniglietta ottusa…”.

“Ok, tieniti i tuoi segreti” sbottò la coniglietta, fingendosi offesa a morte. “Ma sappi che tanto scoprirò il nome della pasticceria”.

“…se è una pasticceria” aggiunse la volpe, voltandosi nuovamente sul suo computer.

“Ehi! Così non vale!” esclamò Judy, battendo la zampa a terra. La discussione venne interrotta da tre colpi sulla porta. All’invito si affacciò Clawhauser.

“Hai appena interrotto un’importantissima indagine” informò Nick, appoggiandosi allo schienale della sedia, con il suo ghigno divertito ad informare che stava per dire una scemenza delle sue. “L’agente Hopps era molto interessata ad un traffico clandestino di ciambelle illegalmente buone che…”.

“Wilde, c’è una persona alla reception che vuole parlare con te” disse. Il fatto che avesse sorvolato su un accoppiamento così ravvicinato delle parole ‘ciambella’ e ‘buone’ non fece presagire nulla di buono ai due. La volpe abbandonò il sorriso per lasciar spazio ad un’espressione incuriosita.

“Con me?” ripeté. “Se ha delle denuncie da fare, c’è l’ufficio apposta…”.

“No: ha chiesto espressamente di te” puntualizzò il ghepardo, tornando nel personaggio e facendo guizzare furtivo gli occhi per l’ufficio, alla ricerca del corpo del reato fonte di quel delizioso profumo alla nocciola. Nick aggrottò le sopracciglia, incuriosito. Abbandonò la sedia e spinse il collega fuori dall’ufficio.

“Hai idea di quanto può essere pericoloso un coniglio arrabbiato?” osservò, quando Clawhouser oppose resistenza, gli occhi fissi sulla scatola rosa. “Gli artigli, i denti, gli occhi da pazza…non te lo auguro, fidati”.

“NIIIICK!” squittì Judy, intuendo che stesse parlando di lei. La porta si chiuse, lasciandola sola. La coniglietta si volse verso la scatola: nessun nome o indirizzo, etichetta o anche solo un adesivo con scritto ‘grazie della scelta’. La sola cosa che tradiva il contenuto di quella confezione era il profumo: la glassa spandeva un odore di nocciola, che ben si sposava con il delicato aroma alla carota, in un sapiente mix delicato e deciso allo stesso tempo.

La curiosità vinse e si sporse dalla porta; vedeva tutta la hall dal suo ufficio: la gente che entrava ed usciva, la saletta per le deposizioni delle denuncie, Francine che giocherellava con il cappello mentre sorvegliava il piano superiore, Nick in disparte che parlava con…una volpe!

Una volpe vestita da donna.

Nick aveva sul muso un sorriso. Non il suo solito sorriso però: aveva QUEL sorriso, quello che normalmente era riservato a lei, quello che lei, nel segreto della sua camera aveva definito SUO sorriso, dandosi della coniglietta ottusa subito dopo. L’altra volpe ricambiava con un sorriso altrettanto bello, altrettanto sciolto e dannatamente normale. L’orecchio scattò dritto malgrado si ripetesse che non erano fatti suoi.

“Ho bisogno del tuo aiuto, Nick” diceva la volpe. Aveva una voce femminile che la costrinse a drizzare anche l’altro orecchio. Il poliziotto fece sparire il sorriso, assumendo un’aria corrucciata.

“Non so, Vixen…” disse. “Dovresti fare formale denuncia per una cosa come questa…”.

“Non voglio che se ne occupi un poliziotto qualsiasi” replicò lei, poggiando una zampa sulla sua. “Voglio che sia tu ad occupartene. Ti prego…in memoria dei tempi passati…”.

In memoria dei tempi passati. Judy captò solo il verso di assenso del suo collega, poi chiuse la porta di scattò, appoggiandosi contro di essa per cercare di calmare quella strana sensazione di stizza che sentiva crescerle dentro. In memoria dei tempi passati.

Si sedette nuovamente alla sua scrivania in tempo per vedere le due volpi entrare nell’ufficio. Quella Vixen, dovette riconoscere, era veramente un bell’esemplare: occhi grandi e verdissimi, pelliccia fulva, morbida e lucida, muscolatura aggraziata ed un’espressione gentile.

“Oh…” disse, alla vista di Judy. “Non pensavo lavorassi in coppia…con un coniglio”.

“Una coniglietta, per la precisione” puntualizzò Nick, sorridente. “Lei è l’agente Hopps, mio fedelissimo ed amatissimo collega”. Judy rivolse un timido e stentato sorriso in direzione dei due. Vixen aprì la bocca, ma proprio in quel momento, il telefono dell’ufficio squillò.

“Agente Hopps, nel mio ufficio” muggì la voce bassa ed annoiata di Bogo. La coniglietta, maledicendo con tutta sé stessa il tempismo del suo superiore, salutò i due e si diresse nell’ufficio al secondo piano.


Tornò in centrale a pomeriggio inoltrato: non era stato difficile l’inseguimento che aveva fatto durante l’incarico assegnatole da Bogo, quanto farsi dare gli estremi per la salatissima multa da un flemmatico Flash, la cui esasperante lentezza non aveva sicuramente giovato al suo umore già seriamente compromessa dall’incontro con una certa volpe fulva dentro l’ufficio suo e di Nick.

Presentò rapporto e si cambiò per uscire. Fuori dalla centrale scorse appoggiato ad un palo della luce Nick Wilde; era in abiti borghesi, parlava al telefono e guardava l’orologio come se stesse pianificando qualcosa. Judy prese un bel respiro e, facendo comparire il suo solito sorriso allegro, si avvicinò al collega. Lui chiuse la chiamata con un sospiro.

“Ehi, Nick!” salutò. Lui si volse verso di lei.

“Ehi, carotina!” esclamò lui sorridendo. “Che fine hai fatto?”.

“Ho dovuto fare una multa a Flash” informò lei, provocando una risata da parte della volpe. “Senti…chi era quella volpe di stamattina?”.

“Ah parli di Vixen?” replicò lui. “Volpacchiotta adorabile, non credi?”. In quella arrivò il taxi chiamato da Nick. Judy sentì la tentazione di fermarlo finché non le avesse raccontato tutto, ma stette in silenzio.

In memoria dei tempi passati.

“Beh…ci vediamo domani?” chiese. La volpe si volse a guardarla e le sorrise QUEL sorriso. Il SUO sorriso.

“Se non fai indigestione di ciambelle volentieri” replicò. Mosse la zampa salutandola e svanì dentro il taxi, che partì.

(Domani mi dovrà delle spiegazioni) decise, avviandosi verso la stazione.

Quel domani ci avrebbe messo una settimana ad arrivare.
   
 
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