Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: LizardQueen96    09/06/2016    2 recensioni
Vegeta è ben conosciuto da tutti come il cinico, spietato e orgoglioso principe dei Saiyan. La sua intera tragica esperienza di vita, a partire dall’esplosione di Vegeta-sei lo ha forgiato per essere ciò che tutti hanno imparato a conoscere e ad accettare.
Ma potrebbe essere lo stesso Principe dei Saiyan a non riconoscersi e non accettarsi più.
E se qualcuno intraprendesse un viaggio nel tempo per salvare il borioso principe dal triste destino di distruzione che lo attende che piega potrebbero prendere le cose?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bra, Pan, Un po' tutti, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bulma e Son Goku si allontanarono con passo spedito da quello che fino a qualche istante prima era stato il loro nascondiglio, estremamente entusiasti all’idea della proposta della quale, a breve, avrebbero reso partecipi Goten e Trunks.

Si avvicinarono quindi al buffet, dove ancora si trovavano a discutere animatamente tutti i più giovani della combriccola.

“Goten, Trunks. Io e Bulma avremmo urgente bisogno di parlare con voi. Potreste seguirci un momento in casa?”

I due giovani si scambiarono uno sguardo interrogativo. Trovarono che quella situazione fosse alquanto inquietante oltre che assolutamente inusuale e bizzarra. Entrambi si ritrovarono quasi inconsciamente a scavare repentinamente nei più profondi abissi della propria memoria per individuare l’eventuale colpa della quale si fossero macchiati per giustificare quell’assurda richiesta di colloquio.

A dir la verità tuttavia i loro timori erano palesemente infondati. Non c’era infatti alcuna traccia di rimprovero negli sguardi dei rispettivi genitori, che potessero lasciar trapelare qualche traccia di risentimento o rabbia nei loro confronti. Anzi, pareva al contrario che Bulma e Goku fossero di buonumore, e che fosse una buona notizia quella che avevano in serbo per loro. In seguito a queste constatazioni quindi lo sbigottimento iniziale cedette il posto nel cuore dei due giovani ad un sentimento di pura ed impellente curiosità.

“Ehm… Va bene!”

I due ragazzi si allontanarono quindi al seguito di Bulma e Goku, che li condussero in casa per esternare loro i progetti dei quali erano stati inconsapevolmente resi protagonisti.

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

 

Era splendido. Semplicemente splendido. Ad ogni passo, ad ogni movimento, ad ogni sorriso, ad ogni sguardo.

Si allontanava con leggiadria, borbottando sommessamente con Goten. Si allontanava lento, inconsapevole della propria bellezza, inconsapevole dell’aumentare vertiginoso del battito del cuore che le provocava ad ogni minima, insignificante azione.

E guardandolo allontanarsi nella sua innata, straordinaria bellezza non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un sospiro sconsolato.

Perché mai e poi mai quella bellezza le sarebbe appartenuta.

Mai sarebbe stato concesso alle sue mani di scorrere lungo i muscoli scolpiti di quel suo splendido corpo statuario, mai le sarebbe stato concesso di affondare le dita in quei meravigliosi capelli color glicine, mai le sue orecchie avrebbero ascoltato dolci parole d’amore fuoriuscire da quelle sue labbra invitanti. Neppure una volta quegli occhi color del cielo le avrebbero rivolto uno sguardo diverso da quello che si regala ad un buon amico, e mai si sarebbe inebriata del suo profumo di maschio perdendosi fra le sue braccia possenti.

Non sarebbe mai accaduto, perché Trunks l’aveva rifiutata. L’aveva rifiutata senza neppure rendersi conto di averlo fatto. Aveva rifiutato l’amore che lei non aveva ancora neppure avuto il coraggio di offrirgli, senza capacitarsi della ferita che aveva inflitto al suo giovane cuore innamorato, senza accorgersi della sofferenza che, a partire da quel maledetto giorno, il suo falso sorriso celava ogni volta che si ritrovava davanti quel meraviglioso, dannato volto.

“Quanto vorrei che ci fosse Marron…”

Quelle stupide, dannate parole continuavano a tormentare il suo povero cuore già ridotto in frantumi.  

 

Erano soli in quell’occasione, come raramente era capitato loro di trovarsi. Soli nell’oscurità di una splendida notte stellata. Soli di fronte all’infinità di un manto nero adorno di astri splendenti, gli occhi fissi sul cielo, i corpi investiti da una brezza leggera.

Non era mai stata un’amante delle svenevolezze, Pan. Ma quell’occasione era diversa. Avvertiva distintamente agitarsi nello stomaco quell’inconfondibile sfarfallio, sentiva avvampare le guance ad ogni momento che quegli splendidi occhi di mare passavano a soffermarsi su di lei, le sentiva quasi bruciare ai lati per il prolungato sorriso che per ore non si era deciso ad abbandonarla. Ma soprattutto, più di ogni altra cosa, sentiva che quel giorno sarebbe stato decisivo. Perché proprio quel giorno avrebbe tirato fuori il coraggio necessario a liberarsi del peso che la opprimeva ormai da tanto, troppo tempo. Gli avrebbe rivelato ogni cosa, lì, sotto la luce di quelle lontane, splendenti stelle, lì, in mezzo al volteggiare delle lucciole, sotto le fronde di un grande salice.

Non smetteva di fissarlo per evitare di perdersi anche un solo istante della sua bellezza. Lo guardava nell’illusione di poter immagazzinare eternamente nella memoria ogni singolo dettaglio di quel momento magico, affinché fosse per sempre scolpito lungo le pareti del suo cuore. Lo stesso cuore che aveva sentito frantumarsi nel momento esatto in cui Trunks, il suo Trunks aveva proferito quelle maledette parole, che nulla avrebbe mai potuto cancellare.

“Quanto vorrei che ci fosse Marron...”

La piccola Pan trattenne a stento le copiose lacrime che minacciavano di fuoriuscire dai suoi grandi occhi color ebano. Non avrebbe ceduto alla propria incontenibile tristezza lì, davanti a tutti. Avrebbe aspettato di far ritorno a casa, di chiudersi nella sua stanza, l’unico, infinitesimale angolo di mondo in cui potesse fare a meno di non essere se stessa, e piangere, piangere fino allo sfinimento, fino a quando tutto intorno a lei non fosse diventato buio.

“Va tutto bene Pan?”

Quelle parole la ridestarono all’improvviso, quasi spaventandola. Da qualche tempo era diventata consuetudine per lei estraniarsi dal mondo, crogiolarsi nella prigione inesorabile della propria sofferenza, e, dimentica di ogni cosa che le stesse intorno, lasciar scorrere ogni avvenimento che stesse al di fuori del piccolo mondo che aveva creato intorno a se stessa, facendoselo scivolare addosso. Quasi le parve che quelle parole fossero giunte da un altro pianeta per quanto era persa tra i propri pensieri, per quanto le fossero sembrate distanti.

La fanciulla si voltò istantaneamente nella direzione dalla quale aveva sentito provenire quella voce amica e familiare.

Ub.

Gli rivolse il sorriso malinconico che ormai per abitudine soleva offrire a chiunque le parlasse, ma non poté in ogni caso non sentire in fondo al cuore un piccolo barlume di felicità.

La tenera apprensione che Ub continuava a riservarle incondizionatamente le faceva piacere. Perché Ub era una delle poche, forse addirittura l’unica persona che avesse intorno ad essersi dimostrata veramente sua amica.

Ed era per via delle persone come lui che non si sentiva ancora di mandare tutta la sua vita allo scatafascio, che tentava ancora, giorno dopo giorno di cavare il meglio da ogni singola esperienza, che non aveva ancora perso la speranza di essere felice e il coraggio di aprire nuovamente all’amore la porta del proprio cuore.

Il malinconico sorriso che lui le rivolse in risposta, carico di tristezza mista a comprensione e rassegnazione mise improvvisamente Pan di fronte alla consapevolezza del fatto che Ub provasse qualcosa per lei. Qualcosa che andava ben oltre l’amicizia che, praticamente da sempre li teneva uniti.

E si ritrovò a pensare che fra tutti i sentimenti umani l’amore fosse di certo il più terribile.

Amava alla perdizione una persona che neppure era stata in grado di accorgersi del suo amore. Ed era amata a sua volta da una persona che non avrebbe mai ricambiato.

Ub, il suo dolce, generoso, amico del cuore.

Innamorarsi di lui sarebbe stata effettivamente la soluzione migliore ad ogni suo problema. Perché Ub c’era sempre stato. E sempre avrebbe continuato ad esserci, senza ombra di dubbio. Avrebbe continuato a proteggerla, a farle da spalla, e mai, per nessuna ragione al mondo le avrebbe arrecato una sofferenza.

Sorrise tristemente alla consapevolezza dell’assurdità di tale constatazione.

Era decisamente troppo giù di corda anche solo per tenere minimamente in considerazione l’assurda eventualità di cominciare a pensare ad un altro ragazzo, e soprattutto l’assurda eventualità che quel ragazzo potesse essere proprio Ub. Come avrebbe mai potuto il fraterno rapporto che li legava da anni, anche in un remoto futuro, trasformarsi in qualcosa di diverso?

Al cuor non si comanda….

E questo la piccola Pan lo aveva imparato a proprie spese.

“Oh nulla Ub. Sono solo un po’ stanca, tutto qui. Credo di non aver dormito bene stanotte.”

Pan rivolse al ragazzo il sorriso più dolce che riuscì a cavare dal cuore. Per quanto non lo ricambiasse, non gli avrebbe mai causato un’atroce sofferenza, come Trunks aveva avuto la premura di fare con lei.

Perché lei aveva un cuore, a differenza di qualcuno. Un cuore ridotto in mille pezzi ma pur sempre presente. E ancora pronto, nonostante tutto, a continuare a battere.

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

 

 

“Che cosa??? No non se ne parla nemmeno!!!”

I due giovani sbraitarono quasi all’unisono, e, senza neppure effettuare il minimo tentativo di mascherare i sentimenti che quell’assurda proposta gli aveva scatenato nell’animo, tenevano gli occhi carichi di tacite suppliche fissi sui genitori, nella speranza che ciò servisse a far desistere entrambi da quell’assurdo proponimento che si erano messi in testa di portare a termine.

Piagnucolavano in maniera del tutto infantile, spremendosi le meningi nel tentativo di riuscire a trovare argomentazioni valide, nel minor tempo possibile, per poter uscire indenni da quell’assurda situazione.

“Ma perché no figliolo? Sono certo che vi divertirete un mondo tu e Trunks a girovagare per lo spazio in cerca di nuove avventure!!”

“Stai scherzando spero! Cosa ci trovi di divertente nel girovagare per la galassia rischiando la vita ad ogni momento che passa? E poi, cosa dovrei raccontare alla mia ragazza? A questo non ci hai pensato, non è vero??”

“Ehm… Beh effettivamente no, non ci avevo pensato … Eheheheh.”

Goku si grattò la nuca ridacchiando.

Il suo piano si era dimostrato perfetto fin dal primo istante in cui l’aveva formulato, eppure non aveva tenuto presente la più ovvia delle eventualità. Ovvero, che Goten e Trunks potessero non essere d’accordo.

Del resto, chi mai si sarebbe dimostrato entusiasta all’idea di sbarcare su un pianeta di scimmioni sanguinari, per di più con una percentuale fin troppo alta di probabilità di non concludere un accidente?

Probabilmente nessuno che avesse tutte le rotelle a posto. E di certo non Goten e Trunks.

Eh già. Avevano fatto un tremendo errore di calcolo, lui e Bulma.

Bulma sbuffò sonoramente, profondamente infastidita dalla cocciutaggine di quei due sciocchi perdigiorno.

Ma ugualmente, nonostante tutto lo sdegno celato all’interno del cuore della turchina, la donna era perfettamente consapevole del fatto che non ci fosse molto da fare a quel punto. L’unica cosa della quale Bulma fosse certa in quel momento, era il fatto che quei due avrebbero pagato a caro prezzo la propria indolenza. E l’avrebbero fatto molto presto.

Goku al contrario non sembrò risentire molto di quel rifiuto. Congedò bonariamente i due ragazzi che abbandonarono a capo chino, carichi di sensi di colpa, la sala da pranzo di casa Briefs, lasciando i due adulti da soli ad effettuare le proprie congetture.

 

“Abbiamo un problema temo…”

“A quanto pare…”

“Non possiamo certo mandarceli a forza! Ma dobbiamo assolutamente trovare un’altra soluzione, Goku. Poiché di certo non possiamo neppure permetterci di mandare al diavolo il nostro piano per colpa di questi due dongiovanni! Che ne diresti se fossimo io e te a partire? Potrei tranquillamente farmi passare per una Saiyan costruendo un apposito travestimento, e nel caso in cui dovessi trovarmi in difficoltà ci saresti tu a difendermi, non è vero?”

La turchina rivolse a Goku i propri occhioni di zaffiro carichi di dolcezza, nel tentativo di convincere l’amico che quella fosse la soluzione più adeguata.

Non poteva assolutamente permettere che quel piano fallisse. Ci avrebbe messo la sua stessa anima affinché andasse a buon fine, perché ne valeva della felicità del suo adorato Vegeta. In qualsiasi tentativo, funzionale o fallimentare che fosse, si sarebbe cimentata pur di avere anche la minima possibilità di veder splendere sul viso del suo Principe quel sorriso sereno che mai a nessuno era stato concesso di vedergli addosso.

“Va bene Bulma. In fondo non abbiamo molte altre alternative.”

Sul volto della turchina fiorì un sorriso carico di pura felicità. Carico di speranza nella buona riuscita di quel piano in cui avrebbe messo tutto il cuore, tutta l’anima e tutto ciò di cui disponeva. Tuttavia la loro conversazione venne repentinamente interrotta dall’ingresso di un terzo spettatore.

“Ehm… Non ho potuto fare a meno di ascoltare il vostro discorso, e se posso avrei un’altra alternativa da proporvi.”

Il giovane Gohan entrò lentamente nella stanza, dove Goku e Bulma lo osservavano con sguardo carico di curiosità.

Lo sguardo del giovane, estremamente serio lasciava trasparire attraverso i grandi occhi neri una intima e profonda, quanto inspiegabile preoccupazione.

“Che ne direste se al posto di Goten e Trunks facessimo partire le due ragazze?”

Goku e Bulma, a sentir proferire una simile assurdità, sbiancarono in volto e spalancarono gli occhi increduli nel giro di un istante.

“Che cosa? Gohan starai scherzando spero!! Come puoi credere che Pan e Bra possano affrontare una missione del genere con tutti i pericoli che ne conseguono? Sarebbe un’assurdità affidargli un simile incarico!!”

“Sai figliolo, credo che Bulma abbia ragione. Le ragazze sono troppo deboli per poter far fronte alle difficoltà che incontrerebbero una volta arrivate lì… Ma toglimi una curiosità. Cosa ti fa credere che mandarci Pan e Bra potrebbe essere la soluzione migliore?”

“Beh in realtà non sono sicuro che questa sia effettivamente la soluzione… Ma Pan è molto forte papà, lo sai anche tu, e sarebbe perfettamente in grado di far fronte agli eventuali pericoli. Pensa soltanto che il male peggiore in cui si possano imbattere è Freezer… E lui non era poi tutta questa potenza.”

“Mmm… Effettivamente non era poi molto forte…” Rifletté Goku, massaggiandosi il mento con le dita.

“Ma dimentichi, figliolo, che quando ho sconfitto Freezer io ero già un Super Saiyan, mentre Pan non lo è ancora!!”

“Beh, se le facessimo allenare? Entrambe hanno grandi capacità, scommetto che potrebbero conseguire buoni risultati!!”

Bulma, che dal suo cantuccio aveva ascoltato stizzita e sdegnata tutta la conversazione interruppe repentinamente il dialogo che si stava tenendo tra padre e figlio, indispettita e sconcertata dall’estrema incoscienza delle congetture dei due Saiyan.

“Gohan, ma si può sapere perché mai ti preme tanto far partire Pan e Bra? Io non ho alcuna intenzione di mandare le bambine allo sbaraglio!! E’ troppo rischioso, levatelo dalla testa!”

Gohan sembrò rabbuiarsi a sentir proferire quelle parole. Con lo sguardo tristemente abbassato verso il pavimento si voltò di spalle, e si diresse malinconicamente verso la finestra, appoggiandosi al davanzale.

“Se devo essere sincero, sono preoccupato per Pan. E’ triste, immotivata, spenta… E non riesco a spiegarmene la ragione. Sembra che viva fuori dal mondo, non parla con nessuno, quasi non esce di casa!! Ha perso completamente la sua grinta, la sua allegria, il suo spirito avventuriero, la sua voglia di mettersi continuamente in gioco, la sua competitività… Vorrei solo fornirgli un diversivo, una distrazione, un motivo per cui tornare ad essere la bambina allegra di sempre. Vorrei aiutarla a superare questo brutto momento, qualsiasi sia la causa di esso… E ho pensato che questa fosse l’occasione perfetta. Ma se non siete d’accordo non se ne farà nulla.”

Bulma, a sentire le parole di Gohan sentì stringersi il cuore, e si pentì immediatamente delle parole sgarbate che gli aveva precedentemente rivolto.

Cominciò quindi a riflettere sul fatto che probabilmente quella soluzione non fosse poi così assurda. In fondo anche Gohan era un guerriero di alto livello, ed era ovvio che fosse perfettamente consapevole di ciò che diceva. Ciò che era certo più di ogni altra cosa, inoltre, era che mai e poi mai Gohan si sarebbe sognato di mettere a repentaglio la vita delle due ragazzine.

“Ehm… Aspetta Gohan. Non pensavo che ci fossero sotto delle motivazioni del genere… Beh magari Goku può assumersi il compito di allenarle a dovere!! Saprà rendersi conto del momento in cui saranno pronte per partire senza correre alcun rischio… Dico bene? In fondo, pensandoci, è molto meglio che siano Pan e Bra a partire. Le ragazze hanno più giudizio dei maschi, si sa, Goten e Trunks avrebbero combinato soltanto guai!!!”

Affermò Bulma nel tentativo di autoconvincere se stessa più che i due Saiyan di ciò che stava dicendo.

Quello a non sembrare troppo convinto era tuttavia Son Goku.

Aveva certamente ragione Gohan. Suo figlio aveva senza ombra di dubbio tutte le ragioni del mondo. Ma sarebbe davvero stata un’azione saggia far partire per lo spazio due ragazze che, per quanto forti, non avevano mai avuto occasione di trovarsi di fronte al pericolo completamente da sole?

Son Goku non avrebbe permesso che la sua piccola Pan si trovasse in pericolo. E neppure avrebbe permesso che fosse Bra a farlo.

Tra questi pensieri si pose due dita sulla fronte e scomparve, lasciando Bulma e Son Gohan in preda allo sbigottimento più totale.

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

“Salve re Kaioh! Mi scusi se la disturbo, ma avrei urgente bisogno della sua consulenza!”

L’anziano re Kaioh ebbe appena il tempo di sobbalzare all’indietro per lo spavento prima di riconoscere l’inconfondibile voce del giovane ospite che si era preso la premura di giungere da tanto lontano per causargli un infarto.

“BRUTTO IDIOTA TI SEMBRA IL MODO DI PRESENTARTI A CASA DI UN ESSERE SUPERIORE??”

Goku prese a grattarsi la nuca in quel gesto infantile che tanto gli era abituale.

“Eheheheh, le chiedo perdono re Kaioh, ma purtroppo non ho molto tempo per i convenevoli. Ho qualcosa da chiederle con una certa urgenza…”

Goku espose quindi in breve la situazione, e in modo particolare l’idea di far partire Pan e Bra, esternando i motivi e le preoccupazioni che avevano spinto Gohan a formulare tale proponimento.

“Sei matto Goku? Come hai potuto anche solo lontanamente tenere in considerazione un’ipotesi del genere? Sai perfettamente quanto sia pericoloso Freezer. Dimentichi che c’è mancato un pelo che tu stesso ci lasciassi le penne? E tu eri in grado di trasformarti in Super Saiyan!!”

Goku prese a massaggiarsi il mento, assorto più che mai nel soppesare le parole che l’anziano re Kaioh aveva appena pronunciato.

“Mmm, tecnicamente non è esatto re Kaioh. Stavo per lasciarci le penne è vero, ma a causa dell’imminente esplosione di Nameck, non a causa di Freezer! Mi creda, Pan è molto forte, se la allenassi a dovere potrebbe anche trasformarsi in Super Saiyan!! E anche Bra non è da meno… E’ pur sempre la figlia del principe Vegeta!!”

“Ammesso che fosse come dici tu, non hai tenuto in considerazione il fatto che i Saiyan stessi, ancor prima di Freezer potrebbero rivelarsi dei nemici per loro?”

“Si, ci ho pensato… Ma non credo che abbiamo motivi validi per cui preoccuparci. I Saiyan saranno anche stati dei guerrieri spietati e senza scrupoli, ma che motivi avrebbero avuto per farsi del male tra di loro? Sotto questo punto di vista non credo che le ragazze corrano un grande pericolo… L’importante è che passino inosservate e che nessuno si accorga del fatto che sono Saiyan soltanto per metà! Lei che ne pensa? E’ un rischio troppo grande?”

“Mmm… Beh devo ammettere che non ne ho la più pallida idea, figliolo. Sicuramente affrontare questa missione non sarà una passeggiata per loro, e di pericoli ne incontreranno parecchi. Potrebbero cavarsela, come del resto potrebbero anche fare una brutta fine. Non me la sento di prendere posizione su questa faccenda, cerca di capirmi Goku. Ti chiedo solo di riflettere prima di prendere una qualsiasi decisione e di soppesare ogni possibile eventualità.”

Goku si fermò a riflettere, rielaborando razionalmente tutto ciò che gli era stato detto.

Re Kaioh, come del resto era nelle sue previsioni, non gli era stato di grande aiuto. Anzi, col suo ben noto pessimismo era stato unicamente in grado di far aumentare vertiginosamente la quantità di dubbi che gli si agitavano nell’anima.

Per prendere una decisione adeguata avrebbe avuto bisogno piuttosto del consiglio di qualcuno che potesse fornirgli delle certezze concrete.

Ritenne che ci fosse un’unica persona sulla faccia della Terra che potesse offrirgli delle delucidazioni utili in tal senso.

“La ringrazio infinitamente re Kaioh. Arrivederla.”

E postosi nuovamente due dita sulla fronte scomparve velocemente com’era arrivato.

:::::::::::::::::::::::::::::::::

“Salve Baba!”

L’immenso giardino che circondava la piccola residenza della maga era completamente solitario, ed il Saiyan non fu in grado di scorgervi anima viva.

Cominciò quindi a guardarsi intorno, e quasi gli parve di essere tornato ai tempi dell’infanzia. Poiché ebbe l’illusione che da allora non fosse cambiato nulla. Rammentò con indicibile nostalgia i momenti indimenticabili che aveva trascorso in quei luoghi quando era soltanto un bambino.

Eppure, nonostante sembrasse che pochi istanti lo separassero dalle fantastiche esperienze che aveva vissuto lì, tantissime cose erano successe da quando, abbandonata la solitudine delle montagne, aveva intrapreso il proprio viaggio avventuriero alla ricerca delle sfere del drago insieme alla sua inseparabile Bulma.

A partire da allora aveva imparato tutto ciò che sapeva, aveva avuto modo di scoprire le proprie misteriose origini, aveva avuto l’opportunità di conoscere un mondo sconfinato al di fuori di quel piccolo pianeta azzurro, di confrontarsi con un universo immenso, di conoscere i propri limiti, di superarli.

Era soltanto un moccioso pieno di curiosità e di voglia di fare l’ultima volta che era stato lì. E adesso che ci era ritornato era una persona diversa. Era invecchiato, carico di esperienza. Era diventato padre e nonno, ma soprattutto, un guerriero completo. Un guerriero completo che mai tuttavia avrebbe smesso di imparare.

Sorrise.

Ma fu interrotto nei propri nostalgici ricordi e nei propri pensieri nel momento in cui comparve alle sue spalle la vecchia sibilla.

“Son Goku? Quanto tempo! Qual buon vento ti porta?”

Il Saiyan si voltò, inspiegabilmente sorpreso da quell’interruzione. Quasi aveva dimenticato il motivo per cui con tanta fretta si era recato fin lì, ma la visione dell’anziana signora lo aveva bruscamente riportato alla realtà. Sorrise nuovamente, ma si decise a non perdere tempo in inutili convenevoli.

“Sono qui perché avrei bisogno della tua consulenza! Purtroppo però non ho i soldi per pagarti, perciò naturalmente affronterò uno dopo l’altro i cinque guerrieri al tuo servizio.”

“Sei matto? Quale guerriero con un po’ di sale in zucca avrebbe voglia di battersi con te? Dovrò offrirti gratis la mia consulenza!” Affermò stizzita la vecchia signora, incrociando le braccia al petto.

Son Goku non riuscì a trattenere il divertimento misto ad un piccolo impeto di entusiasmo. Ridacchiò sommessamente, ma deciso a non perdere tempo espose in breve i motivi che lo avevano spinto a recarsi fin laggiù.

“Oh, non so come ringraziarti! Beh ecco, mi piacerebbe che mi mostrassi all’interno della tua sfera cosa succederebbe se facessi partire a bordo della macchina del tempo mia nipote e la figlia di Bulma alla volta di Vegeta-sei!”

L’anziana maga parve sorpresa ad una simile richiesta. Ed il suo sguardo divenne cupo nel proferire la propria risposta.

“Mi dispiace Son Goku, ma la mia sfera non può mostrarti ciò che succederebbe nel passato se alterassimo il corso degli eventi.”

“Dannazione, questa proprio non ci voleva…” Disse Goku massaggiandosi la nuca con preoccupazione.

“Che cosa volevi sapere in particolare? Sono pur sempre una sibilla, e forse grazie ai miei poteri potrei aiutarti comunque.”

Un piccolo barlume di ottimismo si riaccese sul volto del Saiyan, il quale cominciò a parlare speranzoso.

“Vorrei sapere unicamente se affrontando questo viaggio le due ragazze corrono il rischio di lasciarci la pelle.”

La Sibilla rivolse a Goku uno sguardo serio e carico di preoccupazione. Dopodiché gli voltò le spalle e cominciò a meditare ad occhi chiusi.

Dopo cinque minuti trascorsi in silenzio la vecchia Sibilla fu pronta per dare il proprio oracolo.

“Non moriranno, se è questo che vuoi sapere. Purtroppo non sono in grado di dirti altro.”

Goku non riuscì a trattenere l’entusiasmo a sentire quelle parole.

“Ti ringrazio infinitamente Baba. Prometto che un giorno verrò a pagarti tutte le consulenze gratuite che mi hai offerto!”

“Mpf.”

“Beh allora arrivederci e grazie ancora!!”

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

“Rieccomi qui!!”

“Hei Goku ma dove ti eri cacciato?”

“Sono stato a chiedere consiglio a re Kaioh e a Baba.”

Gohan e Bulma si scambiarono uno sguardo entusiasta a quella notizia, ed impazienti di ricevere il resoconto di ciò che era stato detto a Goku dai due si accomodarono sul divano con il volto sorridente.

“Ottima idea!! E cosa ti hanno detto?”

“Beh, re Kaioh non mi è stato di grande aiuto, ma Baba, grazie ai suoi poteri è stata in grado di prevedere che le due ragazze non corrono il rischio di morire.”

“Bene!! Non potevamo ricevere una notizia migliore di questa!!!”

“Allora andiamo ad avvisare anche loro?”

Bulma incrociò le braccia sul petto, infastidita al pensiero della precedente reazione di Goten e Trunks alla loro proposta.

“Andiamo ad avvisarle. Ma giuro che se anche loro dovessero rifiutarsi di partire non sarò più responsabile delle mie azioni!!”

La turchina serrò i pugni, visibilmente irritata. Ma i due Saiyan non riuscirono tuttavia a non trovare ugualmente buffa la sua sfuriata.

Non riuscirono a fare a meno di sentirsi sereni e rincuorati all’idea di aver finalmente trovato una sistemazione adeguata per dare contemporaneamente una soluzione a tutti i problemi che si erano venuti a creare in un lasso di tempo tanto breve. Vegeta sarebbe tornato sereno, la piccola Pan avrebbe ritrovato se stessa e la propria voglia di vivere.

Nulla sarebbe andato storto questa volta. Nulla sarebbe andato diversamente da come era giusto che fosse.

Così Gohan e Goku scoppiarono a ridere all’unisono, e in breve anche Bulma prese a far compagnia a quell’allegra risata liberatoria.

::::::::::::::::::::::::::::::::

Le due ragazze si guardarono stranite.

Era a dir poco assurda la proposta che era stata fatta loro, ma forse effettivamente era proprio ciò che ci voleva. Esattamente ciò di cui entrambe avevano un estremo bisogno.

Vivevano dei dissidi molto contrastanti, Bra e Pan. Ma in fondo il loro stato d’animo non era poi tanto diverso.

La piccola Pan sentì di aver bisogno di un cambiamento. Di un qualcosa che la spronasse a sentirsi nuovamente se stessa, la nipotina di Son Goku, la piccola Saiyan attaccabrighe e piena di grinta, piena di spirito avventuriero, piena di coraggio.

Sentì scoppiare dentro il suo cuore l’impellente bisogno di sentirsi felice, di ricominciare a vivere. E di trovare una nuova ragione per farlo, soprattutto.

Sentì di avere il bisogno di scacciare dalla mente e dal cuore quei due grandi occhi di cielo che di colpo erano stati in grado di farle dimenticare di tutto il mondo che le stava intorno. E forse, dopotutto, il destino era stato benevolo a concederle una chance.

La piccola Bra sentì invece riscaldarsi il cuore della tenue luce di un barlume di speranza. La speranza di riveder sorridere suo padre, di saperlo felice al loro fianco.

Di ripercorrere il suo atroce passato, trovare in esso la fonte di tanto malessere e sradicare all’origine il motivo di tanta sofferenza. Avrebbe affrontato qualsiasi rischio per conseguire questo risultato. Si sarebbe armata di coraggio e volontà, avrebbe persino cominciato ad allenarsi duramente qualora fosse stato necessario. E avrebbe dato il meglio di se stessa. Avrebbe portato avanti con orgoglio la propria identità di principessa dei Saiyan.

Le ragazze, entrambe immerse tra i propri contrastanti pensieri si scambiarono nuovamente uno sguardo. Uno sguardo che non lasciava ormai trasparire tuttavia sorpresa o sdegno. Al contrario, parve invece che le due piccole Saiyan avessero compreso al volo l’una i sentimenti dell’altra, senza neppure il bisogno di aprire la bocca.

Perciò non ebbero bisogno di consultarsi. Né Goku e Bulma ebbero bisogno di un consenso da parte loro.

Il consenso che avevano tacitamente concesso trapelava palesemente attraverso i loro occhi limpidi e determinati, carichi di grinta e volontà.

                     “Per noi va bene. Possiamo prepararci per la partenza.”

Goku e Bulma si scambiarono uno sguardo carico di soddisfazione, entrambi consapevoli del fatto che l’idea di Gohan era stata a dir poco geniale.

Perché le due ragazze parevano serie e determinate, pronte ad affrontare qualsiasi difficoltà, profondamente motivate da una ragione oscura, che né Bulma né Goku erano in grado di spiegare.

Ma non era importante in fondo. La sicurezza e la forza di spirito espresse dagli sguardi delle due ragazze risultavano più che sufficienti a colmare i dubbi eventuali che potessero farsi largo nelle menti dei due adulti.

Tuttavia sarebbe stato saggio in ogni caso esporre in maniera chiara alle due ragazze quali fossero i rischi ai quali avevano accettato di andare incontro, e in modo particolare avvertirle del fatto che avrebbero dovuto seguire uno strenuo allenamento prima che la loro avventura avesse realmente inizio.

“Non così in fretta ragazze.”

Lo sguardo di Goku passò velocemente dall’entusiasmo che si era impadronito di lui fino a qualche istante prima ad una serietà che non gli era abituale se non in situazioni di estrema emergenza. Posò quindi i propri occhi neri sulle due giovani, ispezionandole con aria assorta e corrucciata.

“Immagino che sappiate che il pianeta sul quale sbarcherete è un posto pericoloso, perciò è bene che siate ben preparate a qualsiasi eventualità prima di intraprendere questo viaggio. Occorre che vi alleniate duramente affinché siate in grado di tener testa ai nemici che incontrerete lungo il tragitto, e di questo mi occuperò io stesso nei prossimi giorni.”

Goku si spinse ancora di qualche passo in direzione delle due ragazze, senza tuttavia staccare loro gli occhi di dosso.

“Tuttavia non dovete dimenticare il motivo primordiale per cui state intraprendendo questa missione… Il vostro obiettivo primario è Vegeta naturalmente. Cercate di avvicinarvi a lui per quanto vi è possibile, almeno fin quando non riuscirete a capire cos’è che lo turba. Una volta che lo avrete scoperto potrete agire come meglio credete per aiutarlo … Ma categoricamente nessuno deve venire a scoprire la vostra vera identità. Le cose potrebbero prendere una brutta piega in questo caso… Sono stato chiaro?”

Le due ragazze si scambiarono uno sguardo di assenso.

“Cominciamo subito con gli allenamenti, Goku.”

La piccola Bra pareva mossa da una determinazione che mai in maniera tanto viva si era manifestata nella sua persona. Sua madre quasi stentò a riconoscerla.

L’aveva vista crescere, la sua bambina, le era rimasta accanto ogni singolo istante della sua vita. E mai per tutta la durata della sua giovane esistenza la principessina dei Saiyan aveva desiderato con tanto ardore avere a che fare con gli allenamenti.

Ed effettivamente la piccola Bra detestava combattere. Questo era un dato di fatto alquanto risaputo. Combattere era qualcosa che non aveva mai fatto, qualcosa di cui mai le era importato qualcosa. La sola idea di avere lo smalto delle unghie ammaccato, i capelli fuori posto, ed il rischio costante che i muscoli delle braccia e delle gambe le si ingrossassero al punto di renderla simile ad un uomo le causavano l’emicrania.

Ma quel caso era sporadico e del tutto particolare. La giovane principessa avrebbe fatto qualsiasi cosa che fosse in suo potere per suo padre, per il grande Principe dei Saiyan. Avrebbe compiuto l’impossibile, avrebbe concentrato ed impiegato al massimo tutte le proprie potenzialità nel tentativo di aiutarlo a conseguire ciò che lo avrebbe reso un uomo felice.

Son Goku dal suo canto, piacevolmente sorpreso dalla forza di volontà delle due ragazze, non aspettò che quella richiesta gli fosse posta un’altra volta.

Sorrise soddisfatto, ed estremamente curioso di capacitarsi egli stesso delle effettive capacità delle due ragazzine si tele-trasportò insieme a loro in una sconfinata area desolata, adatta all’allenamento che presto vi si sarebbe tenuto.

::::::::::::::::::::::::::::::::

L’allenamento affrontato dalle due ragazze fu duro e faticoso, ma allo stesso tempo estremamente producente. Per lo meno per la piccola Pan, che ebbe modo di dimostrare al nonno la portata del proprio miglioramento sul campo di battaglia.

Goku ebbe occasione di sentirsi estremamente orgoglioso della sua piccola Saiyan. Perché non poté fare a meno di riconoscere se stesso nella sua grinta, nella sua voglia estrema di superare i propri limiti.

Era migliorata tantissimo la sua bambina, dall’ultima volta in cui aveva avuto modo di testare le sue capacità. Era migliorata tantissimo in un lasso di tempo estremamente breve, con una rapidità che neppure lui stesso, nei suoi strenui e costanti allenamenti, era mai stato in grado di raggiungere. Perché Pan era la piccola copia di suo padre. Un talento senza eguali. Ma carica di quella determinazione e di quell’amore per il combattimento che non erano mai appartenuti a Gohan. Perché la piccola li aveva ereditati dal nonno, senza ombra di dubbio.

Tuttavia lo stesso non si poteva dire di Bra. Per quanto la fanciulla si sforzasse di riuscire alla perfezione in ciò che stava facendo, per quanto ce la mettesse tutta, i risultati che riusciva a conseguire erano piuttosto scarsi.

Era un dato di fatto evidente che la giovane non si fosse mai dedicata con costanza agli allenamenti, ad eccezione di qualche raro caso sporadico.

E di certo, tentare di rendere la principessa dei Saiyan un guerriero che fosse per lo meno al livello di Pan sarebbe stata una missione alquanto ardua.

A meno che, naturalmente Son Goku non avesse preso la rischiosa decisione di utilizzare nei suoi riguardi un metodo più drastico. Un metodo che soltanto con una mente cocciuta e orgogliosa avrebbe potuto sortire dei risultati utili.

“Così non va bene, Bra. Sei lenta e prevedibile, avrei potuto farti fuori un milione di volte se lo avessi voluto.”

Son Goku squadrò la ragazzina con aria severa, piazzandosi nuovamente in posizione di combattimento a qualche centimetro da lei, nonostante lei già ansimasse copiosamente per i numerosi e fallimentari sforzi compiuti.

“Mi dispiace Goku … Ma credo di non essere proprio tagliata per il combattimento.”

“Eh? Guarda un po’ cosa mi tocca sentire… La figlia del principe Vegeta, il più forte di tutti i Saiyan non sarebbe tagliata per il combattimento? Mpf.  Sono contento del fatto che tuo padre non sia qui, altrimenti sono sicuro che si vergognerebbe atrocemente di te e del tuo pessimo metodo di combattimento.”

La piccola Bra digrignò ferocemente i denti e strinse i pugni in preda alla rabbia più totale. Non si sarebbe mai sognata di sentir proferire parole tanto dure proprio da una persona come Son Goku, che aveva da sempre dimostrato di essere, ed effettivamente era sempre stato svenevolmente buono, ed estremamente comprensivo.

Avrebbe potuto ignorarlo, far finta di nulla. Eppure quelle parole facevano male. Le causavano un’atroce fitta all’altezza del cuore. Perché la principessa era perfettamente consapevole della cruda realtà che esse trasmettevano. Sapeva perfettamente quanto quelle dure parole fossero vere.

“Tornatene a casa Bra. Questa missione è troppo rischiosa per essere affidata ad una ragazzina capricciosa e viziata. Oltre a non essere una presenza utile potresti costituire un intralcio per Pan. E di intralci non ne abbiamo proprio bisogno. Ma stai pure tranquilla, troveremo qualcun altro che possa sostituirti.”

A questo punto la rabbia celata nel cuore di Bra esplose senza ritegno. La giovane mezzosangue si fece liberamente guidare dall’incontenibile rabbia che si era fatta largo in ogni sua singola cellula, espellendola dal proprio corpo sotto forma di una splendente aura azzurra, che nel giro di qualche istante aveva avvolto completamente il suo corpo minuto.

In preda ad una ormai incontrollabile ed incontenibile ira, la principessa dai capelli turchini si scaglio a velocità fulminea contro il corpo di Goku, e prese ad attaccarlo ininterrottamente, assestando di volta in volta colpi non eccessivamente potenti, ma ben calibrati e precisi.

E Son Goku non poté che provare in fondo al cuore una profonda soddisfazione.

Avrebbe potuto respingerla. Avrebbe potuto strattonarla lontano nel giro di qualche istante. Avrebbe potuto renderla inoffensiva con un solo colpo di risposta. Ma aveva volontariamente deciso di non farlo.

Poiché aveva finalmente trovato il modo di raggiungere l’obiettivo che si era prefissato fin dal momento in cui l’allenamento aveva avuto inizio.

Conoscere le potenzialità delle due giovani guerriere.

Non aveva voluto credere che Bra non avesse alcun tipo di attitudine alla lotta. E aveva avuto ragione a non crederlo nemmeno per un singolo istante. Perché aveva avuto ragione alla fine. Bra era un portento. Un piccolo uragano fuori allenamento, ma pronto in ogni caso a scatenarsi al momento opportuno. Un forte guerriero all’occorrenza. Un guerriero straordinario, esattamente come suo padre.

La giovane interruppe la propria forsennata, rabbiosa vendetta solo nel momento in cui sentì echeggiare attorno a sé la fragorosa risata del nonno di Pan. E non poté fare a meno di entrare in un assurdo stato confusionale.

Perché non era assolutamente in grado di capire cosa potesse spingere quello “sciocco babbeo”, come suo padre soleva definirlo, a ridere senza contegno in un momento come quello.

Così Bra cominciò ad attendere. Attendere che le venisse data una spiegazione, una spiegazione al maltrattamento subito, a quella stupida, inspiegabile risata.

In qualche istante Goku riemerse dalle rocce contro le quali era stato catapultato, e, quasi come se gli attacchi subiti non gli avessero sortito altro che il solletico, prese a spolverarsi i vestiti.

“Ti chiedo scusa per tutto quello che ho detto Bra. Sappi che non pensavo assolutamente nulla di tutto ciò. Volevo soltanto dimostrare sia a me stesso che a te, che non è assolutamente vero che non hai talento nel combattimento. E soprattutto volevo aiutarti a trovare dentro te stessa una motivazione valida per cui combattere, per cui dare tutta te stessa. Sei molto forte, Bra. Spero che tu te ne sia resa conto dopo questa dimostrazione.”

Sorrise paternamente ed accarezzò con delicatezza la testa della giovane turchina.

“Sapete ragazze? Credo che voi due non abbiate bisogno di ulteriori allenamenti. Siete già pronte per partire alla volta di Vegeta-sei.”

Le due giovani si scambiarono uno sguardo carico di entusiasmo, e non potendo trattenere la felicità cominciarono ad esultare, ricevendo in cambio da parte dell’adulto unicamente uno sguardo carico di tenerezza.

“Che ne direste di correre alla Capsule Corporation per ultimare i preparativi alla partenza?”

“SI!!!!”

Le ragazze esultarono in coro, e posate le proprie piccole mani sulle spalle del guerriero Saiyan si ritrovarono in un batter di ciglia nuovamente nel luogo dal quale erano partite.

::::::::::::::::::::::::::::::::

“Mmm, bene, direi che non questo ci siamo. Bra hai finito di preparare i bagagli?”

“Non ancora Pan. Che ne dici, è meglio portare due paia di tacchi oppure uno soltanto? E poi gentilmente, potresti portare l’asciugacapelli? Io porterò la piastra e il make-up!!”

La corvina guardò l’amica con gli occhi carichi di sorpresa.

“I t-tacchi? Scusami tanto Bra, ma quando credi che avremo occasione di indossare qualcosa di diverso da una battle-suit? Dai, leva dalla valigia tutte quelle paillettes!! Se ti venisse la brillante idea di indossare roba del genere su quel pianeta di scimmioni ci sgamerebbero subito!!”

“Uffa Pan, sei proprio un maschiaccio!! Pianeta di scimmioni o meno, io non posso fare a meno di pensare a coltivare al meglio la mia straordinaria bellezza in ogni istante della mia vita!”

“Mpf.”

Pan si voltò contrariata dalla parte opposta. Sarebbe eternamente rimasto un mistero per la sua giovane mente scoprire se ci fosse qualcosa di sbagliato in lei o nel resto del mondo femminile.

Detestava le svenevolezze, le scemenze ed ogni forma di perdita di tempo. Per il semplice fatto che le considerava cose estremamente superficiali. Roba da oche.

Preferiva di gran lunga la praticità di un paio di leggins al fastidio di una minigonna abbinata a scomodissimi tacchi. Era fin troppo affezionata alla sua bandana arancione per pensare di buttarla via sostituendola con uno stupido cerchietto adorno di fiori di stoffa.

Ma soprattutto non si era mai paragonata al resto del mondo. Mai si era sentita strana. E mai prima di allora si era posta la problematica di essere sbagliata. Eppure, se fosse stata diversa almeno un po’, forse Trunks, il suo adorato Trunks, avrebbe trovato in fondo al proprio cuore un motivo per cui guardarla con occhi diversi…

Sospirò. Di certo quello non sarebbe stato il momento opportuno per perdersi fra quei pensieri. Era in procinto di intraprendere una straordinaria avventura che le avrebbe liberato la mente da ogni triste pensiero del genere. Si sarebbe divertita, avrebbe ritrovato tutto ciò che di se stessa le era parso di aver perso, e sarebbe ritornata a vivere, come la Pan si sempre. Allegra, coraggiosa e vivace. Maschiaccio forse. Ma speciale.

Chi mai avesse scelto di amarla l’avrebbe accettata per com’era, e lei non avrebbe dovuto preoccuparsi di rendersi diversa.

Ebbe per la prima volta, dopo tanto tempo, la consapevolezza, o forse la ferrea speranza che al mondo, nascosto da qualche parte, ci fosse anche il suo principe azzurro.

Un principe azzurro che già, da qualche parte dell’universo la stava attendendo per offrirle il suo amore.

Sorrise tra sé fra questi ottimistici pensieri, che da tempo ormai avevano preso a non sfiorarle più neppure la mente. Sorrise ammirando la natura fuori dalla finestra, al pensiero che non fosse mai troppo tardi per tornare ad essere felici.

:::::::::::::::::::::::::::

“Scusate l’interruzione ragazze. Ho appena finito di ultimare i macchinari. Grazie al cielo la macchina del tempo che Cell ha utilizzato per arrivare fin qui non era ridotta troppo male, così ho avuto modo di procurarvi anche altre cose che potrebbero esservi utili.”

La scienziata tirò fuori dalla tasca destra del proprio grembiule da lavoro un contenitore di capsule, e cominciò ad enunciarne il contenuto alle due giovani.

“Prendete nota ragazze. Le capsule sono numerate, perciò non dovreste avere difficoltà a riconoscerle all’occorrenza. All’interno della numero 1 troverete un appartamento. Le dimensioni sono un po’ modeste, ma è stata pensata affinché sia facile per voi piazzarla in un luogo desolato e fuori dalla portata di occhi indiscreti! Tuttavia naturalmente ho provveduto personalmente a fornirla di ogni comfort necessario. Avrete una camera da letto e un bagno ciascuno, così non dovrete litigare!! Mentre invece la cucina e il salotto saranno in comune. Ho installato inoltre una piccola Gravity Room, nel caso in cui decidiate di allenarvi.

La capsula numero 2 contiene una quantità considerevole di battle-suit, nel caso in cui qualcuna si rovinasse o fosse a lavare. Sono costituite di un materiale resistente, e le ho disegnate io stessa secondo una descrizione dettagliata che Vegeta stesso mi ha fornito tempo fa sul vestiario femminile Saiyan. C’è da ringraziare il cielo che talvolta mi vengano simili curiosità!

La capsula numero tre contiene invece una quantità di cibo tale da sfamare un esercito per almeno un anno. Non abbiamo idea di che cosa mangino quegli scimmioni, e non voglio certo correre il rischio che siate costrette a mangiare carne di alieno!!

E infine nell’ultima capsula, la numero 4, c’è un travestimento costruito appositamente per te, Bra. Pan ha i capelli neri e la coda, perciò non ha alcuna difficoltà ad essere facilmente scambiata per una Saiyan purosangue, ma tu hai necessariamente bisogno di un travestimento coi fiocchi. Dentro questa capsula troverai una parrucca e una pratica mutandina con la coda incorporata. Geniale vero?”

Le due ragazze si scambiarono uno sguardo interrogativo. Bra pareva preoccupata e inorridita allo stesso tempo, mentre invece Pan tratteneva a stento le risate alla malsana immaginazione di Bra, che per tutta la durata della loro permanenza su Vegeta-sei avrebbe dovuto indossare lo stesso paio di mutande.

Bra dal suo canto, profondamente stizzita da un tale errore di calcolo da parte della madre, colse al volo l’occasione per evidenziare il problema, con la dolcezza che da sempre la caratterizzava.

“Già mamma, geniale. Perché secondo i tuoi calcoli dovrei passare tutto quel tempo SENZA CAMBIARMI LA BIANCHERIA INTIMA, giusto?”

“C-cosa? Oh giusto, non ci avevo pensato… Hai ragione tesoro, apporterò subito una modifica.”

Bulma ridacchiò piuttosto imbarazzata. Tuttavia il suo volto tornò repentinamente ad essere serio nel rammentare ulteriori delucidazioni da fornire alle due ragazze.

“Un’ultima cosa. Ho installato a bordo della navicella uno speciale macchinario, in grado di collegare due diverse dimensioni temporali. Così potremmo comunicare facilmente, e voi avrete la possibilità di aggiornarci in tempo reale di ciò che sta succedendo laggiù. Inoltre, una volta arrivate a destinazione ricordatevi di richiudere la macchina del tempo in questa capsula vuota. Se qualcuno la vedesse in giro sarebbero guai seri per voi.”

“Ti ringrazio Bulma, hai pensato proprio a tutto!” Affermò Pan, incapace di contenere la propria felicità e la propria impellente voglia di intraprendere quell’avventurosa missione.

“Di nulla, piccola. Sono io a dover ringraziare voi per aver accettato questo incarico. Beh credo di avervi detto tutto ciò che dovevate sapere. Occupatevi degli ultimi preparativi e badate a non dimenticare nulla che possa servirvi! La partenza è prevista per domani mattina.”

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Angolo autrice: Rieccomi con il secondo capitolo di questa Long Fic. Alla fine a partire non saranno Goten e Trunks, ma Pan e Bra… Sorpresi? Come se la caveranno le due ragazze in questa missione? Spero di avervi incuriosito almeno un po’ con questo secondo capitolo, e che i tanti taciti lettori vogliano lasciarmi un’opinione!! Ringrazio comunque anche solo chi legge e chi segue!! Un bacio  :*

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: LizardQueen96