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Autore: ron forever    10/06/2016    2 recensioni
Salvee! La storia è ambientata dopo gli avvenimenti di Lady Midnight e ha come protagonisti Julian ed Emma. Vi lascio un'anticipazione tratta dal primo capitolo:
"Emma era ferma davanti allo specchio, nella sua stanza all'istituto e guardava il leggero rigonfiamento del suo ventre. Erano passati tre mesi da quando aveva preso la dura decisione di allontanare Jules da lei e, quasi quattro da quando era rimasta incinta di lui. Di Julian. L'unico vero amore della sua vita!"
"A volte le parole non dette fanno più rumore di quelle pronunciate. È un suono forte, quasi un ronzio. Lo si sente vibrare nell’aria come milioni di piccole particelle che si agitano cercando di uscire allo scoperto. Fa paura, quel suono ed ha il sapore dolce-amaro del rimorso …"
Spero di a avervi incuriositi! Se vi va leggete, non vedo l'ora di iniziare questo viaggio insieme!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drusilla Blackthorn, Emma Carstairs, Julian Blackthorn, Livia Blackthorn, Mark Blackthorn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2
Julian rimase senza parole. Il respiro gli si mozzò in gola e le mani presero a tremargli. Emma, la sua Emma. Incinta. Come avrebbe gestito anche questo, non era pronto, non poteva farcela senza lei.                                                     “Marc lo sa?” le chiese alzando gli occhi su di lei. Lo sguardo ferito che la ragazza gli rivolse lo colpì come uno schiaffo in pieno volto. Per un attimo temette che Emme lo schiaffeggiasse davvero.
“Marc lo saprebbe se fosse lui il padre …” sospirò e si tirò su a sedere, in modo da far penzolare le gambe dal letto. Le loro ginocchia si sfioravano ma Julian non riusciva a vedere, né sentire nulla. La guardò nuovamente, con le lacrime agli occhi e la consapevolezza di quanto la ragazza aveva detto lo colse impreparato.
“Nostro figlio …” mormorò, incapace di staccare gli occhi da quelli di lei. Una lacrima solcò la guancia di Emma e Julian sollevò una mano per asciugargliela. “Da quanto tempo lo sia?” 
“Più o meno due mesi..”
“Due mesi.. due mesi e non mi hai detto niente. Perché, perché Emma non me lo hai detto? Ti ripugna così tanto quello che abbiamo fatto?”
“Tu non capisci. Noi, noi non possiamo. Tutto questo è sbagliato”
“Come può una cosa meravigliosa come un bambino essere sbagliato? Come può una cosa così forte come quello che provo per te essere sbagliato? Perché dovrebbe essere sbagliato amare una persona più di tutto, più di se stessi?” 
“Oh Julian..” ora Emma stava piangendo. “Io.. io, non so cosa dire.”
“Dimmi la verità Emma, solo la verità”
“Ti amo Julian, ti amo anch’io..”
Non ebbe il tempo di continuare la frase perche Julian la prese tra le braccia e la baciò, con forza, con passione. Le loro labbra si scontrarono come proiettili. Dopo poco Emma si lasciò andare completamente. Non riusciva più a fare a meno di lui. Quando la lingua di Julian si insinuò nella sua bocca sentì di poter riprendere a respirare. Lui la tenne stretta e lei gli si aggrappò il più forte possibile. “Ti amo” gli sussurrò a fior di labbra facendole partire scintille che si estendevano in tutto il corpo. Avvolse le dita intorno ai suoi riccioli marroni e lasciò che lui la sollevasse e la facesse distendere sul letto. Prima che potesse riprendere a baciarla, Emma lo fermò, ponendo una mano sul suo petto. 
“Aspetta, c’è una cosa che devi sapere. C’è un motivo se ho chiesto a Marc di fingere di stare insieme a me per allontanarti.”
“Tu hai fatto cosa?”
“Non ho mai amato Marc. Credevi davvero che fossi capace di una cosa simile? Io non ho mai amato nessuno all’infuori di te.” 
“Ma io credevo che, credevo che tu.. Emma è stato terribile. Immagino quanto lo sia stato per te..”                                  E così gli raccontò tutto, gli raccontò di quello che aveva detto Jem e di quello che aveva detto Tessa a proposito dell’amore. Julian ascoltò in silenzio, tenendole la mano. Diverse volte Emma lo sentì trasalire per lo stupore ma non disse nulla fino a quando il discorso non terminò. 
“Dobbiamo fare qualcosa Em. Basta allontanarsi, basta tutto questo dolore. Non mi importa cosa succederà, io non ho nessuno intenzione di lasciarti, né ho intenzione di lasciare nostra figlia” le sorrise e depose una mano sul ventre di lei.
Emma rise. “Sei sicuro ch sarà femmina?”
“Oh, sarà sicuramente femmina. Testarda come la madre e con i tuoi capelli d’oro..” il sorriso gli morì sulle labbra. Emma capì che era arrivato alla sua stessa conclusione. Se il bambino somigliava a lui come avrebbero fatto a nasconderlo?
“Devo iniziare le indagini” 
“Devo? Indagini? Di cosa stai parlando Jules?”
“Devo scoprire come impedire che nostro figlio cresca orfano. Dobbiamo fare ricerche. Non so come funziona quando il bambino ha per genitori due parabatai..”
“E pensi non ci abbia già provato? Non è mai successo prima, mai. Non ci sono sicurezze.”
“Ecco perché hai quei capogiri. Ti stai sforzando troppo Emma. Ora basta con gli allenamenti.” La guardò serio. “E devi anche magiare di più, sei troppo magra.”
“Jules, come farò a spiegarlo agli altri?”
“Vuoi dire come faremo. Troveremo una soluzione”
“Non possiamo dirglielo, impazzirebbero e metteremmo a rischio l’incolumità di tutti. Non possiamo permetterlo. Avevo già pensato a questo. Sarà più facile se credono che sia solo colpa mia. Gli dirò che sono andata a letto con uno shadohunter in un bar una sera e che non mi ricordo nemmeno come si chiama. Il conclave non mi impedirà di tenerlo perché ci sono ancora pochi shadohunters.“
“Ma così tutti penseranno che tu sia … io non posso permetterlo”
“Pensaci Jules, è l’unica scelta che abbiamo. Nessuno penserà male di me, voi siete la mia famiglia. Dobbiamo farlo, per lui.” disse intrecciando la mano con quella di Julian ancora posata sulla sua pancia. Si guardarono negli occhi e Emma ebbe un fremito. Cominciò a tremare violentemente e un dolore lancinante alla base del ventre la piegò in due. Julian saltò in piedi e la chiamò più volte. Emma non riusciva a sentirlo, aveva le orecchie ovattate e sentiva il sapore del sangue in bocca. Lo guardò disperata e sillabò la parola “bambino” con le ultime forze che le rimanevano. Chiuse gli occhi e sentì delle braccia che la circondavano e la sollevavano. Abbandonò la testa sulla spalla di Jules mentre lui correva il più velocemente possibile chiamando Diana a squarciagola.

“Diana, ti prego mi serve il tuo aiuto, Emma sta male!” Julian irruppe nella palestra dove Diana e Christina si stavano ancora allenando. Aveva il fiato corto per la corsa e per la paura. Ad un certo punto gli era sembrato che Emma smettesse di respirare. Aveva pensato di farle un iraze ma non sapeva se avesse potuto fare del male al bambino.
“Julian, cosa succede?”
“Diana, ti prego. Aiutaci.”
“Christina vai subito a chiamare un fratello silente.” La ragazza rimase immobile per qualche secondo con gli occhi sbarrati fissi sul corpo di Emma che penzolava dalle braccia di Julian. “Io le avevo.. le avevo detto di non partecipare agli allenamenti” La voce di Julian risuonò aspra e dura. “Forse avresti dovuto provarci con più impegno. Tu sai come stanno le cose.” La paura per Emma gli aveva cancellato la maschera di calma che solitamente indossava. Si rese conto, con amarezza di star cercando di dare la colpa a Christina per non incolpare se stesso. Vigliacco, sei solo un vigliacco, si ammonì mentalmente.
“Non capisco a cosa ti riferisci” Entrambe le donne presenti nella stanza lo guardavano sconvolte. Julian la guardò senza vederla veramente. “Emma è incinta, e tu lo sai” la accusò. Diana spostava alternativamente la testa da l’uno all’altra e poi si soffermò a guardare Emma, senza fiato. “Io lo sospettavo ma non potevo esserne certa.. mi dispiace così tanto..” trattenendo a stento le lacrime corse verso la porta per chiedere aiuto. 
Nella stanza accorsero gli altri fratelli Blackthorne. Marc fu il primo ad entrare, seguito a ruota da Livvy e Ty. “Cosa sta succedendo?” chiese il maggiore, posando lo sguardo sul Julian. 
“Emma sta male..” esordì il ragazzo, sedendosi su una panca e sistemandosi la ragazza tra le braccia con delicatezza. Le scostò una ciocca bionda dalla fronte e le soffiò il volto, imperlato di sudore. Il gesto fu così intimo che costrinse tutti ad allontanare lo sguardo. “Tu sapevi che Emma è incinta?” Era stata Diana a parlare. Julian la fulminò con lo sguardo perché non si era accorta che c’erano anche i bambini. Dru e Tavvy comparvero da dietro la porta. La prima teneva per mano e il fratellino, mentre Tav si era messo un pollice in bocca senza capire cosa stesse succedendo. Il bambino sfuggì alla presa di Dru e cose verso Julian. Per un attimo lo scalpiccio dei suoi piedini fu l’unico rumore in tutta la stanza. Marc guardava verso Julian completamente spiazzato mentre Livvy si teneva una mano sulla bocca e con l’altra stringeva quella di Ty. “Io non ne avevo idea.” E, prima ancora che Diana potesse dire qualcosa “non sono io il padre.” 
La donna lo guardò severa e, senza aggiungere altro si allontanò lungo il corridoio.


*******************
Julian camminava avanti e indietro davanti alla porta dell’infermeria. Da quando i fratelli silenti erano arrivati, circa due ore prima nessuno era riuscito ad entrare nella stanza. Poco prima aveva spedito a letto tutti i fratelli, assicurandogli che li avrebbe avvertiti subito se Emma fosse stata meglio. Solo Marc era rimasto ma non sembrava voler parlare. Se ne stava appoggiato contro il muro, con le mani nelle tasche della tuta grigia e i capelli biondi che gli ricadevano sugli occhi. “Come fai a stare fermo?” Julian trovava quell’attesa snervante e l’immobilità del fratello lo irritava ancora di più.
“Non ho potere su quanto sta succedendo lì dentro, perché sprecare le forze?” Marc continuava ad avere quell’atteggiamento tipico delle fate e questo non aiutava l’umore di Julian. Il ragazzo se ne accorse perché si spostò dal muro e si avvicinò al fratello, ponendogli le mani sulle spalle per fermarlo. “Se continui così impazzirai. Non eri così nervoso nemmeno quando l’hanno frustata. Cosa c’è che non va Jules? Emma starà bene, vedrai.”
“Bene, come si può stare bene Marc con tutto quello che è successo e che succederà? Come ?” Julian non riuscì a sentire la risposta perché un fratello silente uscì dalla stanza e si diresse verso di lui, senza che la veste color pergamena producesse alcun suono. “Julian Blackthorne, la ragazza è viva. È debole per colpa delle sue azioni. La bambina sta bene, anche se ha rischiato molto. Da oggi fino alla fine della gestazione alla ragazze è proibito di allenarsi o di muoversi troppo. La gravidanza è a rischio. Sono sicuro che le riferirai tutto a breve. Buona sera.” 
“Grazie, grazie per averla salvata.” Il fratello gli rivolse un cenno e si allontanò. Julian si tuffò nella stanza, lasciando Marc a parlare con Diana che stava arrivando dal corridoio. 
Si avvicinò al letto e si sedette sulla sedia poco lontana. Emma era sveglia e, non appena lo vide cercò di alzarsi. Julian glielo impedì e la fece stendere di nuovo. “Sh, non devi affaticarti …” le posò un bacio sulla fronte e tornò a sedersi. 
“Julian, è tutta colpa mia. Se io..”
“Ehi … basta, ora stai bene. Ti prego non fare una cosa del genere mai più. Io non posso perderti, lo capisci vero?” le strinse la mano cercando di trasmetterle tutto l’amore che provava. 
“Anche io non posso perderti.” 
“Ti avevo detto che sarebbe stata una bambina. A quanto pare è forte proprio come te.”
“O forte come suo padre” Emma sorrise.

************

Julian tirò le cinghie dello zaino l’ultima volta e lo indossò. Per la millesima volta si ripetè che sarebbe tornato presto, che le ricerche non sarebbero durate più di qualche giorno. Aprì il portone dell’istituto e si fermò a guardare il mare da lontano. Inspirò e si diresse verso la macchina. Raggiunto l’abitacolo sentì la runa parabatai bruciare sul petto ed un urlo provenire dall’edificio. Emma.


ANGOLO AUTRICE:
Ecco il secondo capitolo. Che ne dite?? Vi avviso che nel prossimo ci sarà un salto temporale e passeremo direttamente ai fatti. 
Se il capitolo vi è piaciuto recensite!! A presto, R.
  
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