Compagno
Gli era sempre parso una fiamma; carminio come le ideologie che per anni lo hanno animato, amaranto come il sangue versato per farle vivere. A Ivan era sempre sembrato particolarmente adatto per la salma che conteneva, la quale pareva essersi spenta il giorno prima e non immobile da quasi cent’anni.
I turisti si stavano dissipando, ma lui intendeva restare, aveva un ultimo mazzo di fiori da posare: le ampie corolle dei girasoli parvero danzare all’arrivo di uno sbuffo di vento. I passi risuonarono nel riverbero del vuoto mausoleo; si fermò, chinandosi a posare il grosso bouquet. Non si illudeva che la mattina dopo qualcuno lo avrebbe preso e buttato nella spazzatura, ma ci teneva a lasciare ancora l’ennesima prova che lui non aveva dimenticato l’evento che aveva rivoltato come un guanto la sua secolare esistenza.
Ritto nella propria stazza, Ivan si chinò un poco in un riverenziale inchino, socchiudendo gli occhi, celando così alle iridi cobalto la vista del cadavere del rivoluzionario.
« Спасибо, compagno Lenin ».
Angolo autrice:
capitolo più corto del precedente, ma vedrò di rifarmi col prossimo...
Comunque, una cosa che non ho detto riguardo allo scorso capitolo e alla raccolta: un grazie a Foscolo e una richiesta di perdono a De André...
Nel prossimo capitolo avremo il nostro inglese preferito!
A presto,
General_Winter