Cara Umbrella,
Perdonami per averti lasciata sola a palazzo, spero che tu abbia compreso che non avevo altra scelta. Sono molto fiera di te, so che i tuoi allenamenti stanno procedendo bene, ma non posso ancora portarti con me. In verità, credo non potrò mai farlo. Non fraintendere, la mia non è mancanza di fiducia nei tuoi confronti, il motivo è tutt'altro: qualora dovessi fallire e venissi a mancare, tu saresti la sola erede al trono, la sola che può gestire il regno. Sono consapevole di quanto ciò possa terrorizzarti, alla tua età chiunque avrebbe paura di doversi assumere una simile responsabilità... Ma questa è la verità, e sarebbe inutile tenertela nascosta. Se dovesse capitare il peggio, voglio che tu sia pronta. Fino ad ora ho preferito omettere molte cose sulle nostra vera situazione... Quindi sì, ti ho mentito per tutto questo tempo. Comprendo la tua rabbia, so quanto tu ti senta frustrata e presa in giro, oltretutto dalla tua stessa sorella... Ma ti assicuro che l'ho fatto solo ed esclusivamente per il tuo bene, per permetterti di trascorrere un'infanzia felice come qualsiasi altro bambino. In tutta sincerità, avrei preferito continuare a mentirti. Certo, forse mi avresti odiata ancora di più, ma almeno avrei continuato a saperti al sicuro, cullata e viziata nel dolce e magico mondo della tua infanzia, lontana da questo ambiente, lontana da questo incubo... Per questo mi si spezza il cuore al pensiero di doverti improvvisamente strappare da questa tua inconsapevole ed ingenua serenità e spingerti a forza nel tetro mare di responsabilità che ti attende d'ora in avanti. Non ti addolcirò la pillola, per una volta voglio essere sincera: è un mare in cui potresti annegare. Sorreggere il peso di un regno non è cosa da poco, dovrai fare di tutto per proteggerlo dal male che lo infesta. Ti starai chiedendo di che male stia parlando... Ebbene, perdonami. Quel male lo hai dentro di te. Quella serpe nefanda che sette anni fa straziò il regno per mano di nostra madre, attraverso il suo grembo ti fu lasciato in eredità. Tutto ciò che possiamo fare è evitare che essa si manifesti, in un modo o nell'altro. Questa è la nostra maledizione, l'incubo che scorre nelle nostre vene. L'incubo dal quale ho sempre cercato di proteggerti. E ora che le sue spire ti hanno avvolto, io non potrò più essere lì accanto a te. So che non potrai mai perdonarmi, ma anche in questo tuo odio, ti prego, ricorda almeno questo; c'è una cosa su cui non ti ho mai mentito, né mai lo farò: ti voglio bene, sorellina. Mi dispiace tanto.
Addio.
Tua Parasoul