Il
mio nome è Andrea Coop. Mia madre è morta quando io ero molto piccola, quasi non
me la ricordo ed io vivo sola con mio padre. Vivevo sola con mio padre. La sua
compagna, Michelle Sinclair, è venuta ad abitare a casa nostra da qualche mese
insieme a loro.
Loro sono due gemelli, Bill e Tom, che Michelle ha
avuto dal suo ex marito. Tom è una specie di playboy che sembra appena uscito da
un gruppo di ballo hip-hop, con lui siamo alla fase "conoscenti passivi", ossia
ci rivolgiamo la parola il minimo indispensabile. Bill è un dark egocentrico e
vanitoso, passa in bagno più tempo di me a truccarsi e pettinarsi. Dopo tre mesi
che vivevamo sotto lo stesso tetto mi ha rivolto soltanto una domanda "Hai una
piastra per capelli in ceramica? Tom ha rotto la mia". Avevo scosso la testa, ho
i capelli lisci cosa me ne faccio della piastra? E altri tre mesi di ignoranza.
pensai che mi odiasse perchè io avevo una stanza tutta
mia e lui era costretto a dividerla con Tom: era incredibile come riuscisse a
distruggere tutto quello che toccava!
Mi
stavo passando lo smalto sulle unghie quando mio padre bussò alla mia
porta.
-
Andy, posso entrare?
-
Si, papà!
Si
chiuse la porta alle spalle e andò a sedersi sul mio
letto.
-
Dovrei parlarti…
Lasciai perdere lo smalto e
mi voltai verso di lui.
- Ti
ascolto…
Sembrava
impacciato.
-
Tesoro, sei grande abbastanza da capire che due persone che si amano hanno
bisogno della loro privacy, così io e Michelle stavamo pensando di andarcene in
vacanza da soli…che ne dici?
Feci
due rapidi conti: papà e Michelle in vacanza, Bill e Tom dal loro vero padre ed
io sola, soletta a casa.
-
Fantastico!
Si
alzò sorridendo e si avvicinò alla porta.
-
Sapevo che avresti capito! E poi per voi è un’ottima occasione per fare
amicizia!
Lo
guardai attanagliata dal panico.
-
N-noi?
- Tu
e i gemelli! Non avrei mai potuto lasciarti sola…
Uscì
e io rimasi a bocca aperta: sola in casa con loro?!
Quella sera a cena non feci
altro che frugare nel mio piatto con la forchetta a testa bassa; sarebbe stato
estremamente divertente se fossimo stati amici, eravamo quasi coetanei, ma con
Tom che mi rivolgeva la parola il minimo indispensabile e mi che mi snobbava
alla grande sarebbe stato soltanto imbarazzante. Certo, avrei potuto chiedere a
mio padre di non andarsene, ma era così felice all’idea di partire con la sua
dolce metà…
Una
settimana dopo eravamo tutti e tre sotto il portico di casa a salutarli; avevano
affittato una casa al mare per un mese e ci lasciarono una macchina per andarli
a trovare.