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Autore: Belieber_Jasmine_98_94    16/06/2016    0 recensioni
Alesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del grande e famoso Justin Bieber, suo padre.
Tratto dal primo capitolo:
-Wilson dove mi manderà?.- Chiese col tono di voce più preoccupato che potesse avere.
-Mi dispiace...so che hai sempre voluto evitarlo, ma dobbiamo, tuo padre deve prendere le sue responsabilità.-
-No, no, giuro che non mi drogherò più, non ruberò più nulla, me ne starò buona ma non mandarmi da Bieber, ti prego.-
**.
Tratto dal capitolo 24:
-Mmh..- Si alzò, facendo cadere lo sguardo sul polso rotto.-Sei bellissima, sono preoccupato, quanti ragazzi proveranno a portarti via da me?- L'attirò verso di sé, appoggiando la fronte contro la sua.
Sorrise.-Nessuno mi porterà via da te.-
-Davvero?-
-Sì.-
-Promettimelo.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo, annusando il suo profumo.
-Te lo prometto, ti voglio bene.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I'm the daughter of Justin Bieber.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

26/01/2014

Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso.
(Lev Tolstoj)

 

 

-No, si sveglierà tra un po', guarda, sta aprendo gli occhi.- Justin passò lo straccio bagnato sulla fronte di sua madre.-Tu va pure a fare il bagno, okay?-

-Sì.-

-Ti aspetto di sotto per la colazione, se non te la senti rimani a letto.-

Lei annuì e andò via, leggermente dispiaciuta per sua nonna.

-Justin, figlio mio, dimmi che non hai nessun rapporto con Alesha, ti prego, la nostra religione non lo consente.-

-Non ho nessun rapporto con mia figlia mamma, finiscila di essere così fastidiosa.-

-Io mi preoccupo!-

-Okay e lo posso capire, ma non puoi farti i tuoi filmini mentali ogni volta, sei esasperante.-

-Mi dispiace.-

-Comunque, come mai sei qui?- Lei si mise seduta sul letto e afferrò il bicchiere d'acqua sopra il comodino.-Ho saputo da Scooter che non te la senti di fare il tour, vorrei capirne il motivo.- Incrociò le braccia al petto, pronta a fargli la ramanzina.

-Perché ho Alesha, è la mia bambina, non posso lasciarla da sola.-

-Si tratta di lavoro Justin, quando avevi cinque anni io ci andavo comunque sai? Alesha ne ha diciassette.-

-Si lo so.- Sapeva che aveva perfettamente ragione, ma non se la sentiva di lasciarla così presto, era lì da lui solo da circa una ventina di giorni.

-Allora lo farai? E' solo un mese, per tutta l'America.-

-Forse, ne devo parlare con Alesha, non mettermi pressione.-

-Parlare con Alesha? Lei dovrà accettarlo e basta, anzi...ci vado io a parlargli, così capirà.- Scese dal letto e si avviò in cucina a passo deciso.

-Mamma smettila, sono affari nostri, non intrometterti!- Urlò seguendola per le scale.

-Sono tua madre, ho il diritto di aiutarti.-

-Ma io non voglio il tuo aiuto!-

-Justin perchè fa così freddo?- Alesha si intromise nella lite, stringendo le braccia attorno al suo corpo.

-Non fa freddo, il riscaldamento è acceso al massimo, vieni qui.- Lanciò uno sguardo di fuoco alla madre in segno di avviso.

Una volta tra le sue braccia la scrutò attentamente, le guance erano rosse come il naso e il resto del viso.

-La febbre è scesa, sono a trentotto e mezzo, hai visto che brava?- Sorrise e allungò le mani sul suo viso, poggiandole sopra le sue guance.-Ti voglio bene.- Salì in punta di piedi e gli stampò un grosso e rumoroso bacio sulla guancia.

-Io ti adoro principessa, andiamo a fare colazione?- Le pizzicò il naso, felice di vederla stare meglio.

-Ai! Mi hai fatto male.- Ricambiò il pizzicotto, un po' più forte.

-Brutta antipatica.- Le afferrò i fianchi, spingendola a salire in braccio a lui.-Andiamo a mettere qualcosa di più pesante, hai fatto il bagno prima?-

-Sì, tu perché non sei vestito?-

-Perché mia madre parla troppo, torno subito, ti va di stare di sotto per un po' con lei?-

-No, posso aspettarti in camera?- Saltò giù dalle sue braccia, rischiando di cadere a terra, ma riprese l'equilibrio e andò in camera per indossare un maglione.

-Non è così terribile potreste fare amicizia.-

-Però non metterci tanto.- Disse starnutendo subito dopo.-Se no vengo a prenderti.-

-Tranquilla.- Si sporse verso di lei e le baciò la fronte.-Guarda quanto sei rossa.-

-Non sono rossa.-

-Sì invece, dammi un bacio.-

-E se ti passassi la febbre?-

-Non mi puoi passare la febbre....a meno che tu non abbia la febbre gialla, quella normale di per sè, no.-

-No?- Socchiuse le labbra, sorpresa.

-Puoi trasmettere un virus, quindi l'influenza, però la febbre è solo una risposta fisiologica del tuo corpo non è questa che trasmetti.-

-Quindi te la passo o no?-

Sospirò, poggiando la fronte contro la sua.-Quanto sei stupida?-

-Non sono stupida!- Esclamò mordendogli il naso.

-Ouch, mi hai fatto male.-

-Va via.- Lo spinse via e corse in cucina, bloccandosi per il forte giramento di testa.

-Fa piano!-

-Non rompere.- Entrò in cucina e si sedette il più lontano possibile da Pattie.

-Perché sei così bambina?- Pattie ruppe il silenzio, le dava molto fastidio il fatto che fosse tornata e avesse così tanto potere in quella casa.

-Perché tu sei così vecchia?- Ribatté inarcando le sopracciglia.

-Per mio figlio sei solamente la rovina, distruggerai la sua carriera.- Disse prima di portare lo sguardo sulla tavola imbandita di cibo, dalla frutta al dolce.

-Non distruggerò la carriera di nessuno, Justin mi vuole bene.- Prese un muffin ai mirtilli e gli diede un morso.

-A no? Lo sai che sta cambiando molti dei suoi piani per te?- Afferrò la macedonia ed iniziò a spiluccarla.

-Non è vero...-

-Vuole annullare il suo tour perché tu hai paura del buio, idiota.-

-Non è vero, io so prendermi cura di me stessa e lui lo sa.-

-Hai un po' di febbre e ti comporti come una in via di morte.-

-Sono solamente sensibile....Justin può pure assentarsi per giorni e io starei bene comunque. L'ho fatto per otto anni.-

-Allora lascialo partire per quel tour, non rovinare di nuovo la sua vita.-

Alesha posò il muffin e strisciò indietro con la sedia nell'istante in cui Justin fu dietro alla madre.

Aveva sentito la frase di sua madre.

-Alesha non ha mai rovinato la mia vita.- Tirò un forte pugno contro il tavolo, esaurito.-Smettila di sparare cazzate ed esci da casa mia!-

-Ma...- colta impreparata non seppe cosa dire, a suo contrario Alesha si era già avviata per le scale, intenta a non sentire più nulla di tutto quello.

L'aveva ferita sapere del tour, il quale gli era stato tenuto nascosto dal padre, significava che non si fidava di lei, Pattie aveva ragione.

-Alesha, non è vero che mi hai rovinato la vita, non devi darle ascolto.- Justin le prese le mani, tirandola verso di lui.

-Partirai per un tour.- Incurvò le labbra, trattenendo le lacrime.-E non me lo hai detto.- Provò ad allontanarsi, ma Justin glielo impedì.

-Volevo dirtelo, te lo giuro, ma aspettavo il momento giusto...-

-Te ne saresti andato senza dirmi niente non è vero?- Iniziò a piangere al pensiero di rimanere sola senza di lui.-E dopo non saresti più tornato e....e tutto sarebbe ricominciato, mi avrebbero portato in un centro, io...-

-Non è vero, non lo farei mai, ascolta.- Le asciugò le lacrime, ferito dalla poca fiducia che lei gli riservava.-Non ti lascerò più, te lo prometto, se vuoi non partirò nemmeno per quel tour.-

-Il mio problema non è il tour, ma il fatto che tu possa non tornare dopo.- Tirò su col naso appoggiando la testa contro il suo petto.

-Se questo ti fa star male puoi venire con me.- Appoggiò la mano sulla base della sua schiena, abbracciandola.

-Senza andare a scuola!?- Entusiasta smise di piangere.

-Guarda qua che bel sorriso.- Le diede un buffetto sul naso, contagiato da quel sorriso.-Non penso che la scuola faccia per te, però avrai un insegnante privato.-

Il sorriso svanì, lasciando posto al broncio.

-Non lo voglio.-

-Ma lo avrai, dopodiché a settembre frequenterai la nuova scuola.-

-Ti voglio bene.- Si alzò sulle punte e gli diede un veloce bacio a stampo.

-E io ti amo principessa.- Sorrise e le morse il naso.

-Io non ti amo invece, perchè sei brutto.-

-Io non sono brutto, tanto lo so che mi ami pure tu dentro il tuo bel cuoricino, vero?- Strofinò il naso contro tutto il suo viso, facendola ridere.-Non è vero? Dai dimmi di sì.- Le morse la guancia e iniziò a farle il solletico.

-No! Per favore.- Tentò di sfuggirgli, ma non ce la fece.

-Dimmi che mi ami ed io la smetto.-

-No, non ti amo e tu non ami me.-

-Sì che ti amo, non mi credi?- Si fermò e sgranò gli occhi.

-No, io non sono normale, nessuno potrebbe amarmi.- Ammise sicura delle sue stesse parole.

-Quello che provo per te è la cosa più bella e pulita che abbia mai provato nella mia vita. Sai cosa significa trovarti davanti a una persona e renderti conto che da quel momento in poi nessun'altra potrà più contare allo stesso modo per te?-

-No.- rispose sincera.

-Beh io lo so, davvero occhi grandi.-

-Io non ho gli occhi grandi.- Li spalancò, divertita.

Gli occhi di Alesha erano piuttosto grandi e lei tendeva a spalancarli spesso quando desiderava qualcosa.

-Hai gli occhioni più grandi che io abbia mai visto e li amo, seriamente. Ora tocca a te dirmi qualcosa di dolce, ti ascolto.- Trattenne una risata alla faccia stupita della figlia.

-Dolce?- Non sapeva cosa dire.

-Sì.- Tirò il labbro inferiore tra i denti, attendendo risposta.

-Beh...ecco, tu, io...ti preferisco alla nutella.- Sorrise, contenta della sua frase.

-Non sai quanto ti amo, sul serio.- Rise, stringendola ancora più forte di prima.

*.*.*

-Hey tesoro, la zia ci ha invitati al suo matrimonio, ti va di andarci?- Justin si sedette accanto a lei sul divano, rubandole metà coperta.

-Sì.- Si soffiò il naso, tirandogli addosso il fazzoletto sporco.

-Fai schifo. Però è dopodomani ed io me ne ero totalmente dimenticato, ho molti impegni.-

-Dopodomani? Dove?- Soffiò di nuovo il naso e glielo lanciò, divertita.

-Smettila o ti sculaccio per davvero. Sì, domani andiamo a far controllare il tuo polso, lo muovi troppo secondo me. Dopodomani andremo al matrimonio, lo celebrerà a Las Vegas.-

-Siii!- Spalancò le braccia, felice di andare a Las Vegas, il posto più divertente al mondo per lei.

-E indovina dove ti porto dopo?- L'afferrò per i fianchi, buttandola sopra di lui.

-Non lo so, dove mi porti dopo?- Sbattè più volte le palpebre, curiosa.

-Andremo a Disneyland, California.-

-Siii!-

-Sarà divertente, voglio farti vedere tutte le bellezze dell'America, dal Central Park, alla statua della libertà, il parco nazionale delle Great Smoky Mountains, Times Square, il museo Getty, Alcatraz, le cascate del Niagara, il Grand Canyon, l'Empire State Building....-

Fece per andare avanti, ma lei lo bloccò.-Al museo non ci voglio andare però..-

Justin ridacchiò, le diede le mani e l'alzò di peso.-No?- Inclinò la testa facendo su e giù con il suo corpo, come in palestra.

-No, è noioso.- Starnutì così forte da perdere l'equilibrio e cadere a peso morto su di lui.-Ai, mi sono fatta male.-

-Quindi viaggerai con me per gli Stati Uniti?-

-Sì!-

-Rimarrai sempre con me?-

-Per sempre, non mi stacco più da te.- Strinse le braccia attorno al suo bacino come dimostrazione del suo affetto.

-Ti adoro.- le sussurrò all'orecchio fingendo fosse un segreto.

Lei gattonò sopra di lui, fino ad arrivare al suo orecchio.-Tu sei il mio angelo, mi stai salvando la vita e penso che tu non te ne renda nemmeno conto.-

  
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