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Autore: kissenlove    16/06/2016    3 recensioni
Quando Amu, giovane ragazza sedicenne viene "costretta" a sposare un "bel tipo" - come lo definisce lei, chiamato Ikuto, tutto ciò che desidera è uscire viva da quella situazione incresciosa. Stare con uno sconosciuto le sembra paradossale, condividere la casa, il letto, la vita intera, ogni cosa.. ma nulla si dimostrerà semplice sopratutto quando capirà che..
Genere: Fluff, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                       Innamorata di mio “Marito” 
                                                                                                    capitolo 2



Dopo aver conosciuto il mio futuro conpagno tutti i festeggiamenti del mio diciassettesimo compleanno continuarono nella più totale e completa monotonia. Ikuto era sulla bocca di tutti i presenti. Avevano speso ore ad informarmi sulle sue qualità, sull’importanza della famiglia di Ikuto nella società giapponese, sui vantaggi che ne avrebbero ricavato, e tutte le altre fantastiche opere di bene che aveva fatto durante gli anni. A mia nonna, tradizionalista da sempre, erano piaciute davvero tanto perché non la smetteva più di elogiarlo. Mi limitavo ad annuire a lungo, a far finta di ascoltarla, desiderando ardentemente di essere in qualunque posto sulla faccia di questo mondo ma non in quella stanza. Ikuto era comodamente seduto sul divano insieme a mio padre, proprio di fronte a me, mostrandomi un sorriso strafottente probabilmente perché la mia sofferenza lo faceva divertire. Di tanto in tanto apriva bocca e si intrometteva nel discorso di mia nonna continuando a parlare di quanto la sua famiglia fosse facoltosa e avesse contatti con diverse personalità aziendali di una certa importanza e di tutti quei viaggi, Parigi, Tokyo, America a cui aveva preso parte.. sembrava stesse declamando un discorso che precedentemente aveva imparato a memoria, non mi avrebbe stupita se dietro tutta quella grazia ed eleganza si nascondesse un’anima piuttosto perversa. Tutto il discorso si incentrava su di lui e sulla meravigliosa vita che il denaro gli offriva, fosse stato vero oppure pura tattica, l’egocentrismo non era una qualità che apprezzavo nel mio “lui ideale”. 
— Amu.. — fu la nonna a strapparmi dal turbine ininterrotto dei miei pensieri. Mi voltai e la guardai. — Ikuto ha un regalo per te.— mi informò in un secondo momento mentre le mie labbra si piegavano in una smorfia ben visibile. 
— Non preoccuparti, Ikuto! Non amo molto i regali, non avresti dovuto disturbarti. — lo fissai dritto negli occhi per mettere in chiaro che non ero affatto interessata a lui, che i suoi occhi e la sua pelle non mi avevano minimamente colpito prima. Ikuto sussultò mostrandosi ferito per le dure parole che gli avevo riservato. 
— Ti piacerà, confettino.— mi strizzò un occhio. 
Come mi aveva chiamato? “Confettino!” che nomignolo disgustoso e patetico tra l’altro, mi sta forse prendendo in giro questo montato
— Presumo che non ti piaccia confettino. 
— Presumi bene... se non la smetti anche io potrei nomignolarti. 
— Fai pure con comodo, non me la prendo mica per un innocente nomignolo. 
— Ti va bene gattastro pervertito? O preferisci idiota? Suona meglio questo invece. 
— Come vuoi confettino dolce. 
— Amu diamine, sono Amu. 
— Va bene, Amu.— chiuse lui la discussione, decidendo di darmela vinta per questa volta. — Dopotutto dobbiamo imparare a convivere... dato che tra qualche mese sarò tuo marito. 
Nei tuoi sogni, idiota. Che fastidio!
Si alzò dal divano e si avvicinò a me con un tale portamento che ricordava il principe William, ma lui è più carino, decisamente più carino e anche più stronzo aggiungerei. Si abbassò su un solo ginocchio e recuperando una scatolina dalla tasca della sua giacca nera la aprì e me la mostrò: 
— Amu Hinamori mi vuoi sposare? — 
Oh no, questo tipo è davvero pazzo... ci conoscevamo da sole due ore e poco più, e mi chiedeva addirittura di sposarlo? Non so io, ma lui ha veramente qualche rotella fuori posto. Sapevo che neanche lui aveva intenzione di convolare a nozze così presto e che la proposta non era stata una sua idea, ma di altri e guardando in quella stanza c’era solo una persona dei presenti che voleva quel sì da parte mia ed era.. 
— Sì, ovvio che lo vuole Ikuto caro! Non potevi trovare momento più opportuno di questo. — urlò nonna più eccitata che mai, confiscando la scatolina ed estraendo il prezioso anello che Ikuto aveva da poco comprato per infilarlo nel mio dito contro la mia volontà. Fece tutto lei, io rimasi in silenzio, non avevo voce in capitolo nella storia che riguardava la fine della mia esistenza da nubile, non ebbi la possibilità di rinunciare. Ikuto mi spinse nelle sue braccia per mantenere le apparenze, e finii contro il suo muscoloso petto invasa del suo profumo maschile mentre lui mi sussurrava: 
— Sarà divertente confettino. Non illuderti, io non voglio sposarmi, né con te né con nessun’altra. 
Stare nelle sue braccia mi fece salire pericolosamente il sangue al cervello, mentre le mani che si sostenevano alla sua schiena grondavano sudore, dei brividi fulminei mi percorsero la schiena quando mi lasciò un bacio sulla fronte per suggellare il patto matrimoniale. Considerando che neanche lui voleva quel finto matrimonio forse avremmo potuto lavorare insieme per uscire da questa spiacevole situazione. Non avrei speso un secondo di più della mia vita di adolescente sposata con lui che continuava a punzecchiarmi, neanche morta, quindi mi toccava sbrigarmela da sola. Tentai di separarmi da lui, dalla sua poderosa stretta, ma prima di abbandonare del tutto quel calore lui mi prese il viso fra le mani e mi avvicinò le sue labbra che alla fine collisero con le mie. Un bacio a stampo, ma restammo attaccati, restai attaccata come una mosca in trappola nelle carte moschicide, abbagliata da quel ragazzo che doveva essere il mio inferno e invece capovolgeva il mio stomaco e mi faceva sentire bene, fin troppo bene. No, diamine, non potevo, non con Ikuto. Il mio corpo doveva odiarlo perché mi privava della mia amata libertà e invece non ci riuscivo, il mio odio non superava le aspettative che mi ero posta. Mi tirai indietro appena realizzai quanto tutta questa situazione fosse sbagliata, quanto la mia vita si stesse per rovinare grazie a lui. Gli lanciai uno sguardo furioso e tutto ciò che ottenni in risposta fu il solito sorrisino strafottente mentre si inseriva una mano tra i capelli blu notte. Se stava zitto era bello, attraente fisicamente, ma se parlava rovinava quella immagine di immane perfezione. Penso di aver costretto la mia testa a rimuovere dalla mia coscienza il presupposto di quelle attrazioni fisiche che stavo avendo di lui, perché lui non era altro che un rito di passaggio, un inconveniente bello grosso. Lui mi irritava ma al tempo stesso mi incuriosiva, se magari avessi potuto decifrare quegli occhi profondi e immergermi in essi, ma no non avevo bisogno di altri problemi, la mia vita era già un problema di per sé. 
— Guardatevi, voi due siete meravigliosi insieme, insieme vi illuminate. In breve, potrò godere della gioia di un bel pronipote no? — disse mia nonna, mentre io la maledicevo mentalmente. Il termine illuminare non si addiceva all’amore, alla compatibilità, ma al mondo con cui trovavamo ogni occasione per litigare. 
— Non fin quando sarete marito e moglie ovvio, una volta sposati credo che né farete tanti e starete sempre a letto. — continuò ridendo, lo faceva per mettermi in imbarazzo e perché Ikuto trovasse un pretesto per prendermi nuovamente in giro con quella faccia tosta che si portava alla perfezione. 
Comunque io e Ikuto non avremmo mai fatto sesso, non ci saremmo nemmeno sfiorati, non esisteva. 
Mia nonna aveva da poco raggiunto i cinquant’anni e se li portava davvero bene, a parte le rughe. Aveva sempre condotto una vita mondana, avventure e storielle di poco conto quasi tutti i giorni, fin quando non ha iniziato a stare male. Anche quando assumeva alcolici o fumava, - non le sigarette, - restava la persona più tesa ed equilibrata di questo mondo e non mi sarei mai aspettata che da sobria alludesse a queste cose così intime. Sono completamente morta di vergogna, non per Ikuto, lui ci viveva sicuramente.. ma per me.
— Certo signora, io e Amu ci metteremo subito all’opera. Né vuole 17 per domani? — scherzò Ikuto, ma avrei voluto tanto prenderlo a calci. Sapevo che la cosa lo divertiva, che scherzava come un completo idiota, lui non voleva fare nulla con me, io non ero il suo tipo, lui cercava tipi più intraprendenti. Più svegli, più donne non bambine. 
— Be’ questa è la sola ragione per cui vi sposerete il prima possibile. — aggiunse mia nonna. 
— Presto? Un matrimonio non si organizza... che ne so.. anni? Sai, ci vuole più tempo perché io conosca meglio Ikuto..altrimenti dubito che la relazione funzioni, no? — Speravo onestamente che posticipando il matrimonio sarei potuta riuscire a tirarmi fuori da quella situazione. 
— Oh no Amu, non se ne parla mia cara, la data è stata fissata già. Vi sposerete a luglio, 18 precisamente. 
Un mese, un mese solo da single e libera, poi l’inferno... 
— Dobbiamo pianificare tante cose, ma non vi preoccupate io, Ayu e Yuka vi aiuteremo. 
Non sapendo più cosa dire per mandare a monte quel progetto non mi restò che fermarmi immobile e in silenzio per partecipare inerme alla fine della mia felicità. 
— Io vado nell’altra stanza con gli altri, voi due restate qua e conversate.. mi raccomando.— ci avvisò mia nonna mentre si alzava dal divano. — Tra un’ora venite che ceniamo, va bene? 
No, non va affatto bene! Un’ora con Ikuto.. a sorbirmi i suoi stupidi colpi bassi, no sarei morta. La morte sembrava adesso l’unica via di fuga da questo matrimonio che non mi andava nemmeno tra mille anni di concretizzare. Restai seduta sul divano color panna a osservare i messaggi del mio cellulare fin quando fui interrotta da Ikuto, che appoggiandosi sulla mia spalla, mi sottrasse il telefono dalle mani. 
— Ridammelo, gattastro! — brontolai. 
Era la prima volta che parlavamo da soli. 
— Ehi, non ti scaldare Amu. Te lo ridò, ma a una condizione.. 
— Quale? Dai.. avanti parla una buona volta Ikuto. 
— Devi parlare con me o niente cellulare. 
— E perché di grazia dovrei provare più piacere a parlare qui con te che messaggiare con Yaya? — scattai. 
— Perché non sono un cattivo interlocutore, so ascoltare una donna.. 
— Non voglio parlare. Però ti potrei consigliare una persona perfetta che ti può ascoltare. 
— Uhm, sono curioso. 
— Lo strizzacervelli, magari ti rimette a posto i neuroni, imbecille. 
— Allora siamo in due, perché anche tu avresti bisogno seriamente di una seduta. — si avvicinò ancora di più e le distanze iniziarono a diminuire di nuovo pericolosamente, era così vicino a me che avevo pensato sarebbe potuto esserci un nuovo e profondo contatto labiale, restai congelata sul posto, con le mani alzate in disperato appello per il cellulare ancora nelle sue mani. Restammo così per un po’ a guardarci in silenzio, quando lui scoppiò a ridere e si tirò indietro. — Illusa. Non avrai mica pensato che volessi baciarti di nuovo, vero? 
Non parlai. Non volevo dargli la soddisfazione di averlo solo pensato. Guardai da un’altra parte per non incontrare il suo volto o i suoi occhi scuri, era uno dei suoi ennesimi giochetti idioti, perché lui era un vero idiota.
— Ci avevi sperato almeno.. confettino, ma ti è andata male. — continuò, restituendomi il cellullare. 
Lo presi velocemente prima che cambiasse idea, cacciai dalla tasca del pantalone le cuffie e me le infilai nelle orecchie per annegare nella musica più totale e dimenticare la sua presenza snervante.. dovevo riuscirci, il problema era... lo volevo veramente? Volevo veramente uscire da questa situazione
Ikuto mi ignorò. 



 Angolo della Love//






Ritornata dal mondo degli addormentati, scusatemi tanto ma è difficile per me in questo periodo dato che si avvicina la data del mio esame e sono così nervosa. EFP è un pretesto per distrarmi, se non avessi voi... allora come avrete capito presto i nostri Amu e Ikuto si sposeranno forzatamente... ma come vi suggerisce il titolo non sarà poi una convivenza tanto.. forzata.. però non vi anticipo assolutamente niente, già ho detto abbastanza. Al prossimo capitolo fan, mi raccomando tifate per me e per l’Amuto
   
 
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