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Autore: Jessie    17/06/2016    4 recensioni
La prima cosa che vidi nella frazione di secondo in cui la figura si fermò, improvvisamente, a qualche metro da me, fu una copia venuta male di Edward.
Il millesimo di secondo successivo mi accorsi che era un uomo che non avevo mai visto prima. [..]
«Dove hai preso quell’anello?» domandò all’improvviso guardingo.
Spostai sorpresa lo sguardo verso il punto in cui si era fissato il vampiro. Il diamante incastonato all’anello di fidanzamento della madre di Edward scintillava al tenue riflesso del sole che filtrava appena tra le fronde degli alberi.
«È.. il mio anello di fidanzamento..» mormorai colta alla sprovvista.
«No. Quell’anello apparteneva a mia moglie. »
.
E se il passato di Edward Cullen tornasse a fargli visita in modo inaspettato? A distanza di tre anni dalla nascita di Renesmee, la famiglia Cullen, Jacob, Seth e Leah avranno a che fare con una nuova città, un nuovo branco, un nuovo ibrido, una neo-strega e nuove battaglie..
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Edward Senior Masen, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Seth Clearwater
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Cap.4
(Im)possibile
 
"[..]Anche se per un vampiro era impossibile, per un attimo ebbi l’impressione che mi sarebbe girata la testa da un momento all’altro. Fissai il mio anello e poi l’uomo, così diverso ma così somigliante ad Edward.
Edward Masen.
Com’era possibile?"

Carlisle sembrò aver ripreso il controllò di sé dopo aver scosso la testa come per scacciare brutti pensieri. Si portò la testa tra l’indice e il pollice ad abbracciare le tempie e poi il suo volto si fece serio. Parlò molto piano e parve scosso:«Suo figlio.. si chiamava Edward Masen?»
Un lampo di orrore balenò negli occhi striati del vampiro. S’irrigidì senza dire nulla per un po’. Poi annuì seccamente con il capo.
«E sua..Moglie si chiamava Elizabeth Masen?» mormorò senza vita, scrutandolo intensamente negli occhi.
A quel nome l’uomo strinse i denti accendendosi d’ira.
«Chi diavolo è lei?» ringhiò facendo due fulminei passi verso Carlisle.
«Si calmi.» disse prontamente Carlisle alzando le mani come in segno di resa. «Io ho conosciuto la sua famiglia, nel 1918.»
Mi avvicinai a loro con un balzo, decisa a tenere bene d’occhio il nuovo arrivato. Non riuscivo a connettere le informazioni che avevo davanti, ma mi preparai nel caso ci fosse stato bisogno di attivare il mio scudo. Mi sentivo scossa da uno strano tremore: era possibile, per una vampira, andare in shock?
Edward Masen si era bloccato sgranando gli occhi ed aprendo la bocca come volesse dire qualcosa. Eppure non uscì nessun suono. Qualche secondo dopo la richiuse e continuò a fissare Carlisle accigliato. Il suo viso lapidario si fece immobile e più vicino; i suoi occhi sembrarono scavare in quelli riempiti di angoscia, di Carlisle.
Quando parlò lo fece senza interrompere il contatto visivo, e molto chiaramente:«Mi dirai se hai detto la verità sulla mia famiglia. Mi racconterai la verità.»
Non capii subito. Lo sguardo di Carlisle si era fatto per una frazione di secondo vacuo, come in trance, e aveva annuito. Poi, con voce monotona, ma leggermente più sonnolenta di quella che ero abituata a sentire di solito, lo sentii dire:«Sì. Ho detto la verità.»
Non c’era nulla di sbagliato in quelle parole. Ma.. Mi risuonarono meccaniche, sonnolente.
Al suono di quella frase però Edward Masen si allontanò appena, senza rilassarsi troppo. Sembrò più tranquillo però, come se fosse convinto della risposta che Carlisle gli aveva dato fosse la verità.
Annuì con uno scatto nervoso, ma rimase serio a guardarlo, come se si aspettasse una risposta.
«Carlisle!» dissi all’improvviso allarmata. In un attimo fui accanto a lui scuotendolo appena.
I suoi occhi vigili scattarono subito sui miei e poi subito sui suoi. Inarcò un sopracciglio come fosse perplesso poi prese a studiare il signor Masen.
«Come mai io non mi ricordo di Lei?» chiese l’altro con le sopracciglia concentrate.
Guardai l’espressione di Carlisle riempirsi di senso di colpa e compresi all’istante cosa stesse provando in quel momento: doveva raccontare ad un padre, vampiro contro ogni previsione, che suo figlio era ancora vivo, e che ne aveva ignorato l’esistenza perché lui l’aveva trasformato e lo aveva portato via.
«Ho conosciuto Elizabeth ed Edward quasi duecento anni dopo la mia trasformazione, durante un’epidemia di spagnola. Ero uno dei loro medici curanti.» mormorò debolmente.
Senza perdere la concentrazione sulle sue parole Edward alzò le sopracciglia tra lo stupore e la perplessità:«Lei era un medico..Da vampiro»
Doveva essere una domanda ma suonò come una frase ripetuta per assicurarsi di aver capito bene.
Carlisle annuì con un unico cenno del capo:«Lo sono ancora. Ormai il sangue umano non mi dà più fastidio.»
L’altro non ribadì nulla, né lasciò spazio alla sorpresa. Restava in attesa di informazioni senza l’aria di volersi rilassare.
«La vidi arrivare signor Masen, diversi giorni dopo che avevo ricoverato sua moglie. Edward era arrivato in ospedale ancora prima. Lei era già ammalato quando irruppe nella sala dove c’era anche sua moglie. Perse conoscenza a breve, la mettemmo in un letto poco distante ma il giorno dopo la vidi essere portato in obitorio. Due giorni e mezzo dopo, sua moglie era morta. Prima di morire mi implorò di salvare suo figlio, di fare più di quello che era in mio potere per aiutarlo. Come spiegai a Bella sei anni fa» nel momento in cui Carlisle mi indicò, gli occhi di Edward Masen saettarono sui miei per poi ritornare ad inchiodare i suoi «Erano anni che pensavo alla possibilità di crearmi un compagno. La solitudine era diventata insostenibile, e quel ragazzo stava morendo. Il viso di suo figlio era bello anche nel dolore, signor Masen; era il volto del figlio che.. Del compagno, che avrei voluto avere. Desiderai aiutarlo. Così lo portai via durante il mio turno di notte e firmai il suo decesso nella lista che utilizzavamo per tenere sotto controllo la situazione. Tre giorni dopo, Edward era diventato un vampiro, e ce ne andammo: era stato visto in punto di morte da troppe persone, non potevamo restare. »
Edward Masen continuava a fissarlo con concentrazione ma per un attimo parve riempirsi di malinconia e di timida speranza.
Nessuno parlò per un lunghissimo minuto. I due uomini si fissavano con aria diversamente distrutta e io facevo saltare i miei occhi dall’uno all’altro, monitorandone le reazioni. I loro sguardi erano così pieni di sentimento e di tristezza che, potente, mi sarei commossa. Sentii un’eco immaginario di una morsa allo stomaco, prima di accorgermi che era solo una memoria della mia vita umana.
All’improvviso Edward parlò in un sussurro:«Mio figlio.. È vivo?»
Se avesse potuto piangere probabilmente Carlisle avrebbe avuto gli occhi lucidi in quel momento. Il modo in cui le sue parole uscivano fuori sembrarono bloccate da un nodo in gola.
«Signor Masen. Se.. Se avessi saputo che lei era vivo, che era.. Che era diventato un vampiro io non avrei mai portato via..»
Il padre di Edward lo interruppe scuotendo la testa:«Non dica altro. » lo guardo intensamente, ma con un’espressione nuova «Signor…?»
«Cullen.» mormorò il vampiro piattamente
«Signor Cullen. Ha salvato mio figlio dalla morte novant’anni fa. Lo ha portato via per proteggere la sua identità. Non ha nulla di cui scusarsi. »
Il viso di Carlisle sembrò acquistare un po’ di quel colore che lo distingueva da uno zombie, e riuscì a sorridere. Anche il padre di Edward ricambiò il sorriso e gli porse una mano che Carlisle strinse di buon grado.
Subito il suo viso scattò su di me con aria di scuse:«Mi dispiace se l’ho aggredita prima». Accennò col capo al mio anello di brillante con un debole sorriso:«Erano decenni che non lo vedevo. Non l’ho mai più trovato, immaginavo fosse andato perduto insieme al corpo di Elizabeth. L’ho cercato in moltissime aste ma non l’ho mai trovato. Quando gliel’ho visto al dito, sono impazzito.»
Scossi la testa con un mezzo sorriso. Immaginai come si fosse sentito: aveva perso la sua famiglia secoli prima. Era difficile calibrare le proprie emozioni.
Allungò la mano e ritornò ad avere l’aria naturalmente affascinante che avevo notato durante il nostro primo scambio di parole:«Devo desumere quindi che Lei sia la moglie di Edward. È un piacere conoscerla, Bella.»
«Lo è anche per me Signor Masen » ribadii timidamente.
Fece segno di no con la testa mentre sorrideva:«La prego, mi chiami Edward » poi aggiunse facendo l’irresistibile sorriso sghembo che conoscevo bene «..Anche se immagino crei un po’ di confusione avere lo stesso nome di mio figlio.»
Annuii, senza poter evitare di sorridere:«D’accordo, allora diamoci del tu.»
«Bella» ripeté a sé stesso come a memorizzarlo. «Come “Isabella”?»
«Esatto».
Notai l’ombra di una risata sulle sue labbra, come se si fosse ricordato qualcosa di divertente. Lo osservai confusa ma la sua espressione enigmatica rimase a sostenere il mio sguardo con aria beffarda, senza aggiungere nulla.
«Immagino vorrà vederlo» disse affabile Carlisle. I suoi occhi parvero emozionati. Sarei stata davvero tanto altruista da essere contenta di presentare mio figlio alla sua vera madre, dopo avergli fatto da mamma per decenni, senza paura che si allontanasse da me? Non seppi rispondermi. Ma compresi che per Carlisle quello doveva un grande sollievo per i sensi di colpa che quell’incontro gli aveva scatenato, e soprattutto, un regalo per Edward.
Dall’altra parte: incontrare il proprio padre dimenticato, dopo svariate vite, era davvero ciò che Edward avrebbe voluto?
Pensando a Charlie mi dissi automaticamente di sì, ma in fondo ero vampira da soli tre anni.  La memoria umana, mi avevano detto, tendeva a sbiadire quasi del tutto.
Vero era che il padre di mio marito, nonostante questo, sembrava perfettamente lucido.
Edward s’illuminò:«È qui?»
Carlisle fece cenno di sì con la testa:«Staremo qui  con la mia famiglia per qualche mese, mentre lavoro ad una ricerca.»
«È magnifico. Vorrei.. Vederlo » i suoi occhi si accesero di emozione. Facendo qualche passo si mise alla mia sinistra:«Immagino che vi siate stabiliti alla vecchia casa nel bosco »
Mentre Carlisle si assicurava velocemente la borsa e si sistemava alla mia destra io annuii:«Sì, abbiamo deciso di riunirci insieme  approfittando per rivederci. Siamo una famiglia abbastanza numerosa..»
«Ne sono lieto.» mormorò con un sorriso pacato «Io abito più in su, su quella specie di tratto collinare da cui si vede il mare.»
Aggrottai le sopracciglia: ero abbastanza sicura di non aver visto nessuna casa che si erigeva lassù, se non una fitta coltre di alberi.
«Non posso crederci..» bisbigliò quasi muto, forse tra sé e sé.
«Vogliamo andare?» domandò Carlisle tra il nervoso ed il curioso.
Con un cenno del capo asserimmo di sì, e cominciammo a correre per la foresta.
Mi sembrò una situazione così surreale.
Quello  che correva alla mia destra era il padre creatore di Edward, e quello alla mia sinistra era il suo padre biologico. Un totale estraneo, un uomo con cui aveva condiviso la sua vita umana, ma che sembrava perfettamente a suo agio in questo secolo. Le somiglianze con Edward non era particolarmente marcate, anche se si notavano molti dettagli e conformazioni fisiche che li legava come consanguinei. Sembrava cordiale, affascinante, ma in un certo modo misterioso e...Pericoloso? Mansueto, in superficie. Mi sentii improvvisamente nervosa, come la prima volta che s’incontrano i suoceri e si cerca di fare una buona impressione. Era paradossale: avevo già vissuto una scena del genere, nella mia fragilità umana.  Nonostante tutto però quella sensazione di nervosismo che pensai di aver provato al mio primo ingresso in casa Cullen era durata ben poco. Forse era  perché Edward Masen, con il suo passato sconosciuto e la sua aria sicura non sapeva nulla di me, del mio passato e di come ero diventata una vampira. Chissà se avrebbe mai approvato la nostra unione, chissà com’era stato il loro rapporto in vita..
In un attimo eravamo arrivati davanti a casa. Alice era appena piombata sul portico, con gli occhi vigili e curiosi: era evidente ci stesse aspettando. 
  
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