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Autore: Persefone3    18/06/2016    6 recensioni
Killian Jones è un giovane e promettente artista di Boston, ma la sua vita non è stata sempre facile. Proprio nel momento in cui decide di iniziare a riprendere in mano la sua vita, una giovane donna fa capolino nella sua vita. Dal canto suo, Emma Swan non ha la minima idea che dopo il suo incontro con Killian tutto quello che l'ha spinta a chiudersi in se stessa sta per subire un forte scossone. Riusciranno a trovare un loro equilibrio? E cosa succede quando uno dei due si troverà nella delicata situazione di dover proteggere l'altro dai residui del proprio passato?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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X. Drawing Projects
 
Mary stava spiegando qualcosa a proposito della prospettiva, ma gli occhi di Killian e la sua mente erano ancora concentrati su Emma e sulla cena che aveva preparato per lui qualche giorno prima.

Dopo averla vista sparire in cucina, si era ricordato di avere il frigorifero semi- vuoto. In poche parole, stava per fare la figura dello scapolo incallito, la cui dispensa assomigliava pericolosamente al deserto dei tartari. Si precipitò in cucina preoccupato.
 
- Emma, aspetta non credo di …
 
La trovò china davanti al frigorifero aperto, intenta a scrutare la desolazione che vi era dentro.
 
- Non ho fatto la spesa oggi, non credevo di avere ospiti e mi arrangio con il take away. Ecco perché avevo proposto la pizza.
- Tranquillo, ho visto frigoriferi ridotti anche peggio. E poi sono brava con gli avanzi: gli ultimi anni in orfanotrofio ero la più grande e ho cucinato spesso di nascosto per i più piccoli con le rimanenze. Ma domani andiamo al supermercato.
- Mi pare ovvio.
- E poi mi dici quanto ti devo per l’affitto della stanza.
- Eh?
- Ci ho pensato tutto il pomeriggio. Sarei una stupida a negare che appoggiarmi qui, mi farebbe davvero molto comodo. Ma non voglio essere trattata come un’ospite.
- Non ti chiederò mai un affitto, neanche sotto tortura.
- Allora dividiamo le spese. Voglio contribuire. È la mia unica condizione per restare.
 
Killian la guardò un momento. Aveva capito quello che intendeva: era un modo per esprimere gratitudine e rifiutarglielo sarebbe stato scortese.
 
- Andata.
- Bene e ora diamoci da fare.
 
Poco più di mezz’ora dopo erano seduti a tavola davanti ad un pasticcio di carne. Era ottimo e Killian lo stava mangiando davvero di gusto, cosa che rallegrò non poco Emma.
 
- Giuro, domani puoi comprare tutto quello che vuoi. È ottimo!
- Sono davvero contenta – rispose Emma sorridendo.
 
Killian era ancora perso dietro al ricordo di quel sorriso, quando Mary richiamò l’attenzione dell’aula.
 
- Devo fare una comunicazione importante. Ricorderete senz’altro quando vi ho detto che vari progetti erano in cantiere per celebrare i trent’anni di attività della galleria. Ebbene, una riguarda proprio voi. Vorremmo indire un concorso per selezionare un esordiente che avrà un’occasione speciale: vedere esposto un proprio quadro durante il party che daremo per festeggiare.
 
Dopo il silenzio, l’intera classe iniziò a vociare.
 
- Le regole del concorso sono le seguenti – proseguì Mary – Il quadro deve avere come tema il mondo delle fiabe. Il disegno va consegnato entro e non oltre martedì della prossima settimana. Spero di poter annunciare il vincitore il prossimo giovedì a lezione. Un’ultima cosa: non importa la tecnica che usiate o come strutturerete il disegno. Esprimete liberamente la vostra fantasia. In bocca al lupo a tutti e spero partecipiate numerosi.
 
Emma, David, Killian e Mary erano rimasti nell’ufficio di Emma in attesa che quest’ultima finisse di sbrigare alcune pratiche prima di fermarsi a prendere un aperitivo.
 
- Per me questa storia delle fiabe è un po’ troppo fanciullesca. È stata un’idea tua Mary vero? – esordì Killian d’un tratto.
- A dir la verità no. È stata Emma ad avere l’idea.
 
Killian si maledisse in silenzio e David stava cercando di reprimere una risata sotto i baffi.
 
- Tranquillo Jones, non ti chiudo fuori casa per questo – rispose Emma serafica
- Che mi sono perso? – chiese David perplesso
- Niente. Granny ha subito un incendio ed Emma si appoggia da me per un po’ – intervenne Killian
- Ti do un consiglio Emma, se vuoi fargliela pagare nascondi il caffè appena alzato. Vedrai … - replicò David
 
Si misero tutti a ridere.
 
- Spiritoso – disse Killian avvicinandosi al suo amico – smettila di farmi fare brutte figure – sussurrò perché solo lui potesse sentirlo.
- Da quando in qua hai segreti con me? – replicò David.
- Te lo avrei detto, ma Emma voleva parlare prima con Mary
- Ohhh
- Comunque – disse Mary riguadagnando l’attenzione di tutti – se qui c’è una persona che sa tutto di fiabe, quella è proprio Emma.
 
Tutti si voltarono verso di lei che era seduta alla scrivania.
 
- Non esagerare Mary! Diciamo che per un periodo è stato un argomento che mi ha presa molto.
- Se non mi sbaglio dopo quel seminario organizzato da Gold padre, volevi farne addirittura oggetto della tua tesi di laurea. Certo poi è successo quel che è successo e …
 
Mary non ebbe il coraggio di finire la frase: tutti sapevano a cosa stava alludendo.
 
- Illuminami Swan – disse Killian cercando di cambiare argomento – perché mi sbaglio a proposito delle favole?
- Semplicissimo Jones: le fiabe non sono altro che residui di riti iniziatici, derivazioni mitologiche che rimandano ad istituti sociali del passato, ad intricate simbologie che rispecchiano i moti profondi dell’inconscio, i sogni e le paure umane.
- Come sei seria, Swan. E poi?
- L’uditorio, cui queste storie erano rivolte, era formato sia da adulti che da bambini. Come ha ricordato lo studioso Stith Thompson le fiabe erano la principale forma di intrattenimento degli adulti e solo di recente sono state relegate al mondo dell’infanzia.*
 
Nella stanza era calato un interessato silenzio e l’attenzione era tutta rivolta verso Emma.
 
- È una cosa molto suggestiva messa così – disse David
- Io e mamma abbiamo trovato l’idea pazzesca – intervenne Mary – e così abbiamo deciso di farne il tema di questo anniversario.
- Era ovvio che su di te trovasse terreno fertile – replicò Killian.
- Io adoro le fiabe infatti! E la mia preferita è Biancaneve
- Non ci crederai – riprese Killian – ma me lo aspettavo. Quindi questo fa di David il principe azzurro.
- Molto divertente Jones, davvero – rispose David sarcastico – vogliamo palare di te pirata?   
- Pirata? – sottolineò Mary sorpresa
- Sì cara e non uno qualunque, ma niente di meno che Captain Hook! Gli assomiglia al caro vecchio capitano.
- Sta zitto Charming!
- Non ci penso proprio, Hook! Lo vedi è un pirata
 
Emma era rimasta in disparte per tutta la discussione e se la stava ridendo sotto i baffi.
 
- Swan, tu non sei esentata dal giro di confessioni. Avanti spara, qual è il tuo personaggio preferito?
 
Tutti la stavano fissando curiosi.
 
- Ecco … veramente …
- Andiamo non farti pregare – la incalzò Killian.
- La mia favola preferita è lo schiaccianoci e il re dei topi di Hoffman.
 
I tre si guardarono perplessi.
 
- Lo so – proseguì Emma – non è una storia molto conosciuta, almeno non quanto il balletto di Ciaikovskij da cui è tratto. Uno degli ultimi natali che passai in orfanotrofio lo trasmisero in tv e me ne innamorai. Adoravo Maria, la protagonista, una ragazzina che viene catapultata in un mondo fantastico e il fatto che alla fine diventasse la regina delle bambole. Sarà che io non ne ho mai avuta una da piccola …
 
Il cervello di Killian aveva registrato ogni informazione su quel nuovo tassello di quel mosaico che era Emma Swan.
 
- Ma è stato tanto tempo fa – proseguì Emma – veniamo alle cose serie, parteciperai Killian?
- Non lo so, non sono poi così ferrato in materia. Ci penserò ma non prometto nulla.
 
Il giorno dopo Emma, durante la pausa pranzo, stava fissando la vetrina della libreria a pochi passi dalla galleria. Adorava quel negozio e i pochi soldi che si prendeva il lusso di spendere erano proprio in libri. I suoi occhi non volevano staccarsi da un grande libro di fiabe con la copertina rossa e pregiate lettere incise nel cuoio. C’era una volta. Era un tomo rettangolare molto elegante e mentre lo osservava ripensava a Killian e a quello che aveva visto la scorsa notte. Lui non aveva fatto mistero dei suoi problemi di sonno, problemi che erano comparsi con la morte di Liam e che si erano acutizzati dopo l’incidente. Aveva l’abitudine di rimanere sveglio fino a tarda notte ed Emma più di una volta lo aveva visto in salotto, quando credeva di essere solo. Spesso era al tavolo a disegnare qualcosa. E proprio questo stava facendo anche la scorsa notte, ma aveva attorno un gran numero di fogli appallottolati intorno.
 
- Così non va! – lo aveva sentito dire e strappare l’ennesimo foglio per buttarlo via
 
La palla di carta era finita sulla soglia della porta. Senza fare rumore, Emma l'aveva raccolta ed era tornata in camera. Una volta seduta sul letto l’aveva aperta: raffigurava un capitan Hook alle prese con Peter Pan di cui non era evidentemente soddisfatto. Un dolce sorriso si disegnò sul viso di Emma: alla fine aveva deciso di partecipare. E proprio per questo sentiva che doveva fare qualcosa per lui e quel libro poteva essere utile. Aveva un’idea in mente.

Da quando era rientrata, non aveva fatto altro che aspettare il momento per attuare il suo piano. Il problema era che Killian non le aveva detto niente. Gli album da disegno, che erano sempre aperti sul tavolo del salotto, erano ora chiusi così come le matite negli astucci. Killian era piuttosto sfuggente e non espansivo come sempre. Era evidente che qualcosa lo preoccupava.Avevano passato la serata tranquillamente ma non con il solito brio cui si erano abituati e che Emma riteneva fosse la parte migliore della giornata.

La donna si stava rigirando nel letto pensierosa. C’era una sola cosa che poteva conciliarle il sonno in quel frangente: un rettangolino di cioccolato. Più di una volta Killian l’aveva presa in giro per questo. Silenziosamente stava attraversando il corridoio dell’ingresso, quando una pallina di carta la colpì in piena faccia.
 
- Ahi! – disse cercando di non urlare troppo
- Emma! – rispose Killian voltandosi – scusami! Non sapevo fossi sveglia! Oddio è colpa mia! La luce ti da fastidio? Sto facendo troppo rumore?
- Non mi hai svegliata, tranquillo – rispose lei massaggiandosi la fronte – avevo voglia di cioccolato come sempre. Che stavi facendo?
 
Killian si era parato davanti al tavolo ed Emma stava cercando di vedere cosa volesse nascondere.
 
- Niente di particolare
- Perché non vuoi farmi vedere?
- Sono solo dei bozzetti, niente di importante.
 
Emma riuscì a scartarlo e ad avvicinarsi al tavolo. Killian però la raggiunse subito e chiuse l’album con un certo impeto, cosa che spiazzò Emma.
 
- Scusami – disse lei in imbarazzo – non volevo essere invadente. Torno a dormire
- Emma aspetta … non volevo
 
Ma prima che Killian potesse scusarsi, la vide sparire nel corridoio e poi nella sua stanza. Nella testa di Emma si erano affollati mille pensieri: forse Granny aveva ragione, aveva tirato troppo la corda.

Il pomeriggio successivo, Killian stava nervosamente controllando l’orologio. La stava aspettando. Doveva scusarsi con lei. Aveva passato tutta la mattinata a rimproverarsi per quello scatto d’impazienza. Aveva frainteso tutto. Il punto era che la sua partecipazione al concorso doveva essere una sorpresa.  Ma proprio quando aveva avuto più bisogno del suo talento, questo sembrava averlo abbandonato. Ed era stata Emma ad andarci di mezzo e l’averla tratta così proprio non se lo perdonava. La porta si aprì improvvisamente e lui si precipitò ad andarle incontro.
 
- Finalmente sei tornata! È tutto il giorno che ti aspetto.
- A me Killian? è successo qualcosa?
- Volevo chiederti scusa per essere stato così scortese con te l’altra sera. Non avevo intenzione di ferirti.
 
Emma mise le chiavi in borsa.
 
- Forse sono io che devo chiedere scusa a te. Non volevo essere invadente, davvero.
 
Killian le lasciò il tempo di togliersi il cappotto e poi la prese per mano.
 
- Killian che stai facendo?
 
La condusse al tavolo dove gli album erano aperti su di esso.
 
- Il fatto è che volevo partecipare al concorso indetto dalla galleria, ma non riesco a disegnare come vorrei.
 
Emma si sedette al tavolo e Killian iniziò a mostrarle i bozzetti che aveva fatto in quelle serate. Non era brutti, ma Emma capì immediatamente a cosa Killian faceva riferimento: mancava quel quid a renderli speciali ed unici.
 
- Posso dirti quale è la mia impressione?
- Devi, non so più dove sbattere la testa. Ci sto per rinunciare.
- Sei troppo legato alla visione tradizionale delle storie. Scegliamone una innanzitutto.
- Volevo fare una tela su un duello tra Capitan Hook  e Peter Pan.
- Benissimo. Aspettami qui torno subito.
 
Emma andò nella sua stanza e tornò in salotto con in mano un libro rosso e un cd.
 
- Che hai in mente?
- Liberare la tua fantasia.
 
Emma andò ad accendere lo stereo.
 
- Metto la suite dello schiaccianoci come sottofondo. Io la trovo molto rilassante.
- E poi?
- Ora ti rilassi – proseguì Emma sedendosi al tavolo ed aprendo il libro – e segui solo la mia voce. C’era una volta …
 
Killian era completamente cullato dal dolce suono della voce di Emma. La sua mente iniziò a svuotarsi completamente di figure fatte, luoghi comuni. Nella sua testa iniziò a farsi strada un’idea. Aprì gli occhi e si mise a disegnare. Era incredibile, ma la sua mano sembrava avere una volontà sua e la voce di Emma, così sicura, infondeva fiducia anche a lui. Averla vicino e come supporto, lui che si era chiuso al mondo e che, a parte David, non aveva fatto entrare più nessuno, nessuna donna soprattutto dopo la sua adorata Milah. Ma quegli occhi verdi sapevano essere così magnetici, così sensuali, così invitanti. Anzi tutto di lei era invitante.

Sul tavolo c’erano i resti di una frugale cena ed Emma era alle sue spalle intenta ad osservare il disegno. Il mento era poggiato sulla spalla di Killian e da lì stava studiando il risultato finale. Killian stringeva il foglio nella mano. Aveva una voglia matta di lei, della sua bocca, della sua pelle. La voleva con tutto se stesso, come mai gli era successo prima e non era solo una voglia fisica a muoverlo, quella che lo avrebbe spinto a farla sua anche su quel tavolo in quel momento, ma qualcosa di molto più profondo ed intenso. Un sentimento che coinvolgeva anima e corpo allo stesso tempo e allo stesso modo.
 
- Lo sai, ti somiglia questo pirata – disse Emma distogliendo Killian dal flusso delle sue emozioni.
- Dici?
- Sembra quasi che i ruoli siano invertiti: che Hook sia il pirata buono e Pan un demone bambino pronto a chissà quale piano.
- In un certo senso è così che io vedo questi due.   
- Quindi Hook sarebbe un buono e Pan un cattivo?
- Mi piacerebbe che anche tu vedessi Hook per quello che realmente è: non un pirata con una mano sola e con problemi di alcol, ma un uomo d’onore.
- Ci stai riuscendo sai?
 
Killian si alzò dalla sedia e afferrò Emma per la vita. La attirò a sé, fronte contro fronte.
 
- Grazie. Senza di te non ci sarei mai riuscito
- Non ho fatto niente – rispose Emma arrossendo.
 
La temperatura iniziava a farsi piuttosto calda tra loro, come quando si avvicinavamo un po’ troppo l’uno all’altra.
 
- Questo non è vero e lo sai – le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio
 
Il cuore di Emma stava battendo all’impazzata. Killian la stava guardando in modo così sensuale che si stava sciogliendo tra le sue braccia. Un tocco dolce e gentile ma non per questo meno carico di desiderio e passione. E lei tutto quello che desiderava era abbandonarsi incondizionatamente a quella passione. Per la prima volta da moltissimo tempo, Emma staccò la spina alla razionalità e lasciò agire il suo istinto, il suo cuore.
 
- Bene vediamo allora quello che possiamo fare – disse Emma fissando le sue labbra
- Io ho un’idea in mente.
- Forse ho capito.
 
Emma si sollevò sulle punte e lo baciò come aveva voglia di fare fin da quando era rientrata a casa. come le loro labbra si toccarono, la passione repressa esplose violenta tra loro, spaventandoli per intensità e trasporto. Dopo il primo momento di smarrimento, Killian si lasciò andare a quell’emozione e la strinse ancora di più a sé. Emma, dal canto suo, era eccitata e spaventata allo stesso tempo. In un primo momento si lasciò trasportare completamente da quell’impeto, ma quando intravide quel confine che l’avrebbe portata oltre il punto di non ritorno si tirò indietro, stordita e confusa.
 
- Ora è meglio che vada a dormire o domani sarà un dramma alzarsi – disse Emma stringendo forte ancora la presa sul colletto della sua maglietta.
- Come desideri.
- Buona notte Killian
- Buona notte Emma.

* La spiegazione che Emma fornisce è tratta dal saggio "Fiabe" di Francesca Lozzato.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Sì alla fine ce l'hanno fatta. Si sono baciati XD
Ma ora il problema vero è: cosa succede dopo?
Allora spero che l'idea sulla mostra e sul quadro vi sia piaciuta. Si tratta di una delle prime idee con cui ho sviluppato l'intera storia, almeno per quanto riguarada questa prima parte. 
Non mi stancherò mai di disagiare su quel primo bacio a Neverland, primo perchè è stato il primo Cs moment e poi perchè per me fu totalmente insaspettato. E io ho adorato essere sorpresa così! XD
Grazie a tutti per letture, inserimenti e recensioni! Ve adoro 'na cifra
Un bacione
Persefone
 
  
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