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Autore: SofyTrancy    19/06/2016    1 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è una FF AU sul mondo di Bravely Default, raccontata alternamente dai quattro personaggi principali!
In questa storia troverete tutti i personaggi appartententi al gioco... in vesti molto diverse dalle loro!
Curiosi? Allora iniziate a leggere!
(ATTENZIONE: Possibili SPOILER per chi non ha finito COMPLETAMENTE il gioco.)
(Coppie principali: Ringabel/Edea e Tiz/Agnés)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agnés Oblige, Edea, Ringabel, Tiz, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Agnès

Bacio
 

Uscii velocemente dall'ospedale, sistemandomi in spalla la chitarra che avevo lasciato nella sala d'attesa.

In quel momento il cellulare squillò e il sangue mi si gelò nelle vene.

Afferrai il telefonino dalla tasca in cui si trovava, leggendo il numero sul display e tirando un sospiro di sollievo.

Non era Tiz.

«Pronto, mamma?» risposi, portandomi l'apparecchio telefonico all'orecchio.

«Agnès! E' tardissimo! Si può sapere dove sei?!» mi sgridò lei, dall'altro capo del telefono.

«Scusami mamma, al corso abbiamo deciso di fare un gioco che riguardava la storia e abbiamo perso la cognizione del tempo.– mentii –Sto tornando a casa, sono quasi arrivata.» aggiunsi poi.

Sentii mia madre sospirare.

«Ti perdono solo per oggi. La prossima volta devi avvertirmi prima.– disse, sbadigliando –Ti aspetto.»

«Va bene, a tra poco.»

«A tra poco.»

Chiusi la chiamata, passandomi una mano stanca sul volto.

L'ospedale non era poi così lontano da casa mia, in 5-10 minuti sarei arrivata alla mia destinazione...

«Agnès!»

...salvo imprevisti.

Mi voltai verso il ragazzo che si stava avvicinando a corsa.

«Che c'è Tiz?» chiesi, in maniera fredda.

Il ragazzo si fermò di fronte a me, cercando di riprendere fiato.

«D-devo ancora c-chiarire con te...» disse, le mani appoggiate sulle ginocchia.

Osservai la strada che ci separava dall'ospedale.

100 metri? 200?

Certo che non aveva proprio un briciolo di resistenza...

«Non c'è niente da chiarire.– risposi, voltandomi e ricominciando a camminare –Adesso chiama la tua ragazza che potrebbe essere in pensiero.»

«Airy non è la mia ragazza!!– gridò lui, afferrandomi il braccio. –Agnès, sul serio. Airy e io non stiamo insieme.»

Mi voltai, le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi.

«Lasciami il braccio. E smettila di mentirmi.» dissi, incrociando il suo sguardo.

«Non ti sto mentendo!»

«Lasciami!» urlai, strattonando il braccio per liberarmi dalla sua presa.

«Smettila di fare la bambina!» gridò Tiz, tirandomi verso di lui.

Persi l'equilibrio, ritrovandomi tra le sue braccia e facendo cadere anche lui a terra con me.

«Ti sei fatta ma...» le parole di Tiz si bloccarono, quando le mie labbra si posarono su quelle del ragazzo a causa del peso della chitarra che mi aveva spinto in avanti.

Mi allontanai di scatto, le guance ormai in fiamme.

«A-Agnès...» la voce del ragazzo mi chiamò ma io non lo ascoltai.

Nascosi il viso tra le mani, le lacrime che iniziavano ad uscire dai miei occhi.

Complimenti Agnès.“ pensai, cercando di nascondere il rossore delle guance e le lacrime che mi solcavano il volto “Hai appena baciato un qualcosa che non sarà mai tuo...”

«Agnès...– Tiz si alzò, avvicinandosi –E' s-stato un incidente...»

E in quel momento, corsi via.

 

Arrivata a casa, nascosi la chitarra in garage e entrai dalla porta di ingresso, salutando velocemente mia mamma e correndo su in camera mia.

Non volevo restare a parlare con lei neanche per un minuto... o avrebbe potuto notare gli occhi lucidi e il trucco (che non avevo appena ero uscita) colato.

Mi lanciai sul letto, infilandomi velocemente il pigiama.

Quella serata era stata solo un disastro...

Prima avevo scoperto che Tiz era fidanzato, poi Ringabel era stato pugnalato e infine...

Le mie guancie tornarono rosse e io nascosi il viso sotto le coperte, spengendo con una mano la luce della mia stanza.

Volevo solo dormire, dormire e dimenticare tutto quello che era successo...

Toc... toc... toc...

Ignorai il rumore che proveniva dall'esterno.

Sapevo da cosa era causato: da dei sassolini.

Sassolini che QUALCUNO (per non fare nomi) stava lanciando contro il vetro della mia finestra.

Non volevo alzarmi, volevo solo essere lasciata in pace.

Il cellulare sul cuscino vibrò.

Guardai con rabbia il messaggio.

-Tiz: Scendi tu o salgo io?-

-Agnès: Vattene.-

-Tiz: Ok, salgo io.-

Un leggero tonfo mi fece sussultare.

Accesi la luce e mi avvicinai alla porta-finestra.

Il mio cuore ebbe un sussulto.

Tiz era lì, sopra alla terrazza di camera mia.

Aprii la porta-finestra, guardandolo perplessa.

«Cosa ci fai qu...» non riuscii a finire la frase.

Le sue labbra si posarono sulle mie, mentre le sue braccia mi attiravano contro il suo corpo.

Contro ogni mia aspettativa, non lo allontanai... ma anzi, gli portai una mano dietro la nuca, stringendolo più a me.

Il bacio si fece più appassionato, mentre Tiz mi sollevava delicatamente da terra e mi portava all'interno della camera.

«T-Tiz...» sussurrai, mentre il ragazzo iniziava a baciarmi il collo e le spalle scoperte.

Cosa stava succedendo?

Dovevo fermarlo... e in fretta!

Eppure il mio corpo non si muoveva, tremava solo sotto il tocco delle labbra di lui...

In poco tempo mi ritrovai distesa sul letto, con il ragazzo sopra di me.

«Ti amo, Agnès...» mi sussurrò all'orecchio, passando poi a mordicchiarne il lobo.

Toc... toc... toc...

«Ti amo...» ripeté, tornando poi a baciare il mio collo e iniziando a sbottonarmi il sopra del pigiama.
Toc... toc... toc...

«A-anch'io...» risposi, baciandolo nuovamente.

Toc... toc... toc... TOC

Aprii gli occhi di scatto, ritrovandomi sul letto, la fronte sudata... le labbra posate sul cuscino.

Mi misi a sedere, sentendo le guance in fiamme.

Che sogni andavo a fare?!

Mi passai una mano sul volto, cercando di smettere di pensare a quel sogno così realistico, quando...

Toc... toc... toc...

Mi alzai di scatto, accedendo la luce della camera e correndo alla porta-finestra.

La aprii, uscendo dalla camera e ritrovandomi sulla terrazza.

«Agnès! Sono qui!»

Mi affacciai, vedendo il ragazzo accanto all'albero di fronte alla mia terrazza.

«Che ci fai qui Tiz?– chiesi, cercando di nascondere il rossore nelle mie guance –E' tardi. E non ho molta voglia di parlare con te.»

«Sono venuto a darti una cosa... per farmi perdonare...– rispose lui ingenuamente –Scendi tu o salgo io?»

Peccato che io dopo il sogno che avevo fatto pensavo a tutto tranne che a cose ingenue.

«Vattene.»

«Ok, salgo io.» disse allora, afferrando i rami più bassi dell'albero e iniziando ad arrampicarsi.

Lo vidi mentre si tirava su, arrivando in pochi secondi sulla mia terrazza.

Feci un passo indietro.

Oh andiamo Agnès... è ovvio che non vuole darti... q-quello...” pensai, cercando di rassicurarmi.

Il ragazzo mi tese una scatolina, mentre vagava con gli occhi a destra e a sinistra per non incrociare il mio sguardo.

«So che non è un granché... ma a quest'ora sono aperti solo i 24 ore su 24... quindi non ho potuto comprarti qualcosa di più carino...» disse, leggermente rosso in volto.

Presi la scatolina che mi tendeva, rimanendo comunque all'erta.

La aprii, ritrovandomi davanti una meravigliosa collana con un ciondolo a forma di violino.

«E-e questa per cosa è...?» chiesi, sentendo le lacrime nuovamente tentare di uscire dai miei occhi.

«P-per il bacio che ti ho rubato...– rispose lui, abbassando lo sguardo –Mi dispiace... è-è stato un incidente...»

Portai le mie braccia al suo collo, stringendolo a me e scoppiando a piangere sulla sua spalla.

«A-Agnès...?» domandò il ragazzo, quasi pietrificato.

«S-scusami... ti ho trattato malissimo... s-scusami...» dissi tra le lacrime.

Che stupida ero stata.

Lui sorrise, accarezzandomi la testa.

«Sta tranquilla, non sono arrabbiato...– mi rassicurò –e tornando al discorso di prima... Airy non è davvero la mia fidanzata... è solo una ragazza che beh... pensa di essere la mia ex da quando giocavamo all'asilo a mamma e papà...» continuò poi.

Ridacchiai, stringendolo di più.

«Quindi pace fatta?» chiesi.

«Mi credi?»

«Certo.»

«Allora pace fatta.» rispose lui, stringendomi a sua volta nell'abbraccio.

   
 
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