Lettera a persone che credono di essere sole e di essere le uniche.
Non lo siete.
Nel cuore della notte
Spesso capita di perdersi. Quante persone ho visto per strada con lo sguardo serio, mentre vagavano fra i loro problemi, fra quello che vorrebbero ottenere oppure sulla vita diversa al quale aspiravano o ancora aspirano.
Persone tristi, siamo circondati; la colpa è di tutti e di nessuno.
Chiunque sa, che di notte, la realtà viene a galla, reclamando ciò che è il nostro vero essere, puntando il dito alla maschera che indossiamo tutti i giorni.
Ripensamenti, rammarichi, la coscienza sporca che batte alla porta con insistenza.
Quindi, è così che si passano notti insonni, intenti a combatterne i demoni.
Magari abbiam dei figli, che nelle loro stanzette piene di giocattoli e buoni propositi, si crogiolano nella culla d’amore dei genitori, ignari del dolore che si disperde come olio sullo specchio d’acqua della vita.
Magari abbiamo una moglie o un marito, che sotto le coperte dormono, ma in realtà sono crocifissi quanto noi e hanno solamente il buon senso di rimanere a letto e non destare sospetti.
L’essere umano è portato all’insoddisfazione, all’incompletezza, al non sapere veramente cosa sia l’amore e la gioia, oppure ancora, la paura e il dolore.
Tutto è così vago e personale che a pensarci, ogni cosa perde il significato che la società le ha dato.
È così, che pensando lentamente a quanto tutto sia frammentato e astratto, che gli occhi cominciano a calare.