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Autore: Eve79    26/06/2016    1 recensioni
"Sai che ti dico Chris?" chiesi arrabbiata, "puoi fingere che non sia così, puoi mettere su i muscoli che vuoi ed avere costantemente l'aria da eroe nazionale. Aldilà di questo sei palloncino che se non vieni tenuto saldamente da chi ti ama rischi di volare via e perderti" proseguii, "perciò non avrei carattere" trasse le sue conclusioni, "Bhè vedo che ci arrivi... Chris hai due minuti di tempo per volatilizzarti" dissi indicando la porta, "sai che ti dico io a te? Che sei una fifona, una vera fifona, non accetti i sentimenti e li nascondi, perfino il tuo modo di essere è una maschera per paura che possano ferirti, sai però io di armi per ferirti ne avrei, e forse dovrei usarle per ripagarti della tua stessa moneta. Non lo farò per l'amicizia e l'affetto che mi lega a te. Nicole mi dispiace averti detto delle bugie, ma non avresti avuto mai l'intenzione di capire." disse prendendomi il braccio, "Chris per favore vattene non voglio vederti" dissi fra le lacrime. "Io credo che questa sia il momento più brutto di tutta la mia vita, guardarti piangere e pensare che sia per me" sussurò.
[Dal capitolo 3]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3


Aprii lentamente gli occhi, il sole faceva capolino dalla finestra, andai in cucina e trovai il telefono sul tavolo, lo controllai, due messaggi, non volevo leggere, sentii bussare e andai ad aprire, “ciao” i suoi occhi mi bucarono lo stomaco, erano così profondi e tristi, “entra” dissi aprendo la porta, “mi dispiace…” sussurrò, “solo questo? Mi dispiace? Le tue scuse? Il se vuoi ti spiego meglio?” chiesi, “va bene ne hai tutto il diritto… ti ho presentato Zoe che è una ragazza che fa le comparse per i nostri film, ho pensato di chiamarla ieri mattina e chiederle se poteva ovviamente con retribuzione, fingere di essere la mia ragazza per non farti sospettare nulla” scrollò le spalle mise le mani in tasta, “cosa avrei dovuto sospettare?” chiesi confusa, “sono gay” ammise, “Chris” lo richiamai, “scherzo” alzò le mani, “per non farti sospettare che mi stessi innamorando di te” disse grattandosi la nuca, “oh beh io no… perciò…” parlai nervosamente, lui alzò il sopracciglio, “senti non ho avuto le palle di dirti che ti amo ed è vero… ma per quanto me la vuoi far pagare?” chiese, “sai che ti dico Chris?” chiesi arrabbiata, “puoi fingere che non sia così, puoi mettere sui muscoli che vuoi, ed avere costantemente l’aria da eroe nazionale. Aldilà di questo sei un palloncino che se non vieni tenuto saldamente da chi ti ama rischi di volare via e perderti” proseguii, “perciò non avrei carattere” trasse le sue conclusioni, “Beh vedo che ci arrivi… Chris hai due minuti di tempo per volatilizzarti” dissi indicando la porta, “sai che ti dico io a te? Che sei una fifona, non accetti i sentimenti e li nascondi, perfino il tuo modo di essere è una maschera per paura che possano ferirti, sai però io di armi per ferirti ne avrei, e forse dovrei usarle per ripagarti della tua stessa moneta. Non lo farò per amicizia e l’affetto che mi lega a te. Nicole mi dispiace averti detto delle bugie, ma non avresti avuto l’intenzione di capire.” Disse prendendomi il braccio, “Chris per favore vattene, non voglio vederti” dissi fra le lacrime. “Io credo che questo sia il momento più brutto di tutta la mia vita, guardarti piangere e pensare che sia per me” sussurrò, “non sarebbe la prima volta” borbottai, “quando? Quando hai pianto per me?” chiese, “Chris ci vediamo in giro ok? Non possiamo più essere amici come prima” dissi aprendo la porta, “no?” chiese con le lacrime agli occhi, “no… per favore vai via” dissi lasciando uscire le lacrime, anche lui le fece uscire, “ti amo… almeno una volta ma lo dovevo dire guardandoti negli occhi” disse, “a presto” risposi chiudendo la porta, mi buttai a terra vicino la porta e mi misi le mani fra i capelli.
AMANDA, stava chiamando da ormai due ore, risposi, “Pronto” “Nickiiii sentii questa sera Maya ha la prova del vestito, e subito la prova della cerimonia con i testimoni e poi ha detto Zac che offrirà la cena a tutti” parlò a razzo, “per che ora ci vediamo?” chiesi ormai priva di ogni patos, “a dire il vero mi dovresti aprire il portone perché sono qui” rise, “fatto” attaccai e scossi la testa, Chris… me lo sarei trovato davanti anche questa sera, questa è una condanna. “Dovrebbe essere illegale l’ascensore occupata se devi andare al nono piano” annunciò una voce che mi fece sobbalzare, “tu mi ucciderai prima o poi… lo sento” dissi portandomi una mano al cuore, “senti sei un fascio di nervi, e capisco che resistere a un Chris che ti fa gli occhi da cucciolo e ti dice che ti ama è difficile ma… fatti coraggio e andiamo a vedere questo benedetto vestito per Maya, poi sempre alla prova di Maya, e poi sempre a una cena che paga il ragazzo di Maya, oggi è una premonizione” disse scherzando, “Ah ah … Maya, una premonizione… ah ah che ridere, simpaticissima davvero” la presi in giro e lei finse di essere offesa, “aspetta un attimo come fai a sapere di Chris?” chiesi, “me l’ha detto Ryan” rispose facendo spallucce, “oh Cristo, ma la mia vita sentimentale è diventata una serie TV super seguita?” chiesi dimenando le braccia in aria, “e questa sarebbe la danza dell’amore?” chiese ridendo, “non fai ridere, mi vado a fare la doccia, racconta anche questo a Ryan!” dissi chiudendomi la porta alle spalle, mi feci la doccia velocemente e poi mi andai a vestire, jeans chiari, canotta nera, camicia a quadri rossa e vans bordeaux, mi guardai allo specchio, mancava il trucco, “ah ah ah… ti trucco io, devi fargli mangiare le mani a quel coglione” disse ridendo, è il suo lavoro così mi ci affidai completamente, mi fece i capelli ricci e tirati su in una coda, il trucco leggero ma curato e valorizzò gli occhi color ambra mettendo un po’ di eyeliner. “Eccoti” disse facendomi specchiare, mi guardai ed ero veramente bella, la abbracciai e lei ricambiò, “ora andiamo o Maya ci uccide” disse sorridendo, “senti prendiamo la mia?” chiesi prendendo le chiavi della macchina, “mmm anche no… quel catorcio non lo voglio vedere” disse mettendo le chiavi nel cassetto, “la mia new beetle nera si offenderà” dissi ridendo, “la mia Audi S5 bianca gli dice di non preoccuparsi” rispose ridendo, presi tutto e chiusi casa, scendemmo le scale a piedi perché a quanto pare l’ascensore aveva deciso di rompersi, salimmo in macchina e Amanda si avventurò tra le strade newyorkesi, di Chris nessun messaggio.
“Oddio… mi stavo per sentire male… il telefono che ce lo avete a fare voi?” chiese Maya in pieno stato di agitazione, “oddio Nicki sei bellissima…” disse sorridendo, “grazie” risposi imbarazzata, entrammo nell’atelier più famoso di New York, “ah ragazze… proverete anche i vostri… sono uguali e già li ho prenotati” disse sorridendo, “ah… ok” rispondemmo in coro, i nostri vestiti erano di color tiffany, stile impero, con scollo a cuore “bellissime” disse facendo capolino solo con la testa da un sipario, “ora… il mio… sono indecisa fra due, ma entrambi avranno qualche rifinitura Tiffany, disse da dietro un sipario, “tadan… il primo è lui” disse girando su se stessa, scollo a cuore e gonna pomposa, il busto era tutto di pizzo bianco e dietro era fatto a corsetto, “bellissimo Maya… ma non ci metterai nulla di tiffany sopra vero?” chiesi, “sì lo metterei qui” indicò il bordo dello scollo, “no… ti prego questo è bello così com’è” dissi implorandola… “ok, vado a mettere il secondo” rispose, Amanda mi fece segno di premere di più per non mettere nulla di Tiffany e io acconsentii, “e questo è il secondo” disse uscendo con un vestito dalla gonna esageratamente pomposa e dallo scollo a cuore, “sei bellissima” disse Amanda, “ma fammi indovinare il tiffany lo metteresti sulla cinta” disse schifata, “sì… ma proprio non vi va giù questo Tiffany?” chiese, “non stai festeggiando i diciotto anni… è il matrimonio e il vestito è bello bianco… così” rispose Amanda, “esatto” diedi il cinque a Amanda, “ok allora niente Tiffany” acconsentì , “Maya, a te piace più l’altro vero?” chiesi decisa, “sì perché?” chiese confusa, “perché si vedeva da come ti ammiravi quando lo indossavi, e anche a noi piace più l’altro” dissi sorridendo, “ok allora l’altro” rispose sollevata.
“Allora… bisogna andare alla chiesa di St. Patricks, e sbrigarci” disse salendo nella sua macchina, “ok” rispose Amanda, salì, “ansia?” chiese partendo, “no…” risposi secca, e invece sì, lo avrei rivisto ed eravamo ancora in lite, mai durata così tanto. Dopo mezz’ora parcheggiò e arrivammo alla cattedrale, “eccoci” annunciò Maya, guardai Chris e lui sgranò gli occhi, salutai Zac e Ryan e entrammo.
“Allora adesso faremo una prova di come andrà la cerimonia, se non va la rifacciamo fin quando non va ok?” chiese il parroco, “va bene” rispose Maya, Ryan e Chris erano al lato di fronte a me e Amanda, lo avrei dovuto guardare per tutta la cerimonia. “a me piacerebbe che entrassero prima i testimoni di lui insieme a lui e poi le mie testimoni insieme a me, non avendo genitori voglio che loro mi accompagnino all’altare, e poi subito dopo la messa mentre noi ci diamo il bacio loro scendono una coppia per volta e escono fuori a braccetto” disse sognante, “si può fare” rispose il parroco, “proviamo… lo sposo nella sala di là e la sposa nella sacrestia” proseguì, “ricordami che quando usciamo ti uccido” sussurrai, “lo prenderai a braccetto e passerà la paura, sarà facile” disse sorridendo, “tu lo fai apposta vero?” chiesi, “un po’” rispose ridendo. Gli uomini entrarono e si posizionarono, e il parroco fece partire la marcia nuziale, “oddio già ho l’ansia ora” disse facendo un respiro profondo, Amanda partì e a quando arrivò a metà navata, partii anche io, e poi quando fui a metà navata la sposa, “ci posizionammo difronte ai “cavalieri”, sentimmo una vaga forma di come sarebbe potuta essere la cerimonia e poi ci fece provare l’uscita, Zac e Maya con il bacio e io andai in contro a Chris, mi prese sotto braccio e camminammo, “Appena usciamo parliamo ok?” chiese, “no” risposi alzando la testa, “perché no?” chiese, “perché non voglio parlarti” risposi, arrivammo fuori, “sei bellissima” mi ammirò per qualche minuto, “smettila, ti accompagno lo stesso agli oscar ma non mi stressare” dissi secca, rientrai e vidi che i ragazzi stavano parlando con il parroco, “allora la riproviamo a qualche giorno…” disse sorridendo stringendo la mano a Zac e Maya, salutammo e uscimmo fuori.
“C’è un problema ragazzi, qualcuno mi ospita in macchina? Non mi parte più” disse Ryan, “io… Nicki tu vai con Chris?” chiese Amanda, “certo… non c’è problema tanto oggi mi odiate” dissi seguendo Chris, “che c’è ora corri?” chiesi accelerando il passo, “che c’è ora vuoi parlare?” chiese aprendo la macchina, “No… solo che se devo salire in macchina con te, aspettami” dissi scocciata, “senti bella… non l’ho deciso io che dovevi venire in macchina con me, e poi accelera tu” disse seccato, salii in macchina e incrociai le braccia, per tutto il viaggio silenzio, “siamo arrivati?” chiesi vedendo il mare, “sì” rispose, “che gioia eh” borbottai scendendo dalla macchina, “la borsa idiota” disse tirandomela, “ma sei scemo?” urlai, “no. devo smetterla di stressarti, perciò ciao… addio… parleremo quando sarai matura” disse girandosi di spalle, “che coglione… non posso crederci” borbottai fra me e me. Cominciò a camminare e lo seguii, arrivammo difronte a un ristorante e entrammo insieme agli altri, “allora che ne pensate della cerimonia? Può funzionare?” chiese Zac, “Sì” rispose Chris tranquillo come se io e lui fossimo ancora migliori amici, “a voi non disturba… con la situazione che avete…” “no… ti pare?” rispose Chris dandomi una gomitata, lo fulminai e gli diedi un calcio, “esco un secondo a fumare” dissi prendendo le sigarette, “vado in bagno” si alzò Chris e tutti e due ci dirigemmo fuori sul lungo mare dove c’erano altri tavoli, “vuoi rovinargli il matrimonio? Accomodati… fallo… ma non contare su di me” disse puntandomi il dito, “ma levati” dissi spostando il suo dito, “sai dire solo ma levati?” chiese nervoso, “Chris, oggi ti avevo detto chiaramente di starmi lontano. Stai peggiorando le cose” risposi tranquilla, “e dimmi… se non sei innamorata di me… e non sei gelosa, che scenata era quella di ieri? E perché oggi sei così tanto arrabbiata con me?” chiese alzando il sopracciglio, “perché credevo fossi un amico, e gli amici non si comportano così” dissi sbraitando, “e si comportano come hai fatto tu? Che quando ti ho detto che stavo con Zoe hai cominciato a fare la stronza con lei e hai trattato di merda me?” chiese alzando i toni anche lui, “allora se io devo essere uomo e tirare fuori le palle di dirti che ti amo, come ho fatto, perché tu non ammetti di essere innamorata di me?” chiese tornando ad essere calmo, “perché non lo sono” risposi secca, mi accesi la sigaretta e lui la spense contro il muro, “non fumi fin quando non lo ammetti” disse facendosi seguire, entrò dentro, “ammettilo” disse passando davanti ai tavoli, “non lo ammetterò mai Chris” dissi seguendolo, “ammetti che mi ami?” chiese davanti al nostro tavolo, “no” risposi seguendolo di nuovo, uscì dalla porta dove siamo entrati e si fermò vicino a un muro, mi bloccai davanti a lui, “non lo ammetto… è inutile” dissi incrociando le braccia, “tieni” mi porse la sigaretta triste, feci per prenderla e lui mi bloccò il braccio stampandomi addosso al muro, il suo corpo mi bloccava totalmente, si avvicinò alle mie labbra, “mi ami?” sussurrò avvicinandosi ancora, “no” risposi forzandomi, si avvicinò ancora di più e le sue labbra si unirono alle mie in un bacio a stampo, “mi ami?” chiese di nuovo, “no” sussurrai, mi stampò un altro bacio ma più a lungo, “mi ami?” lo sussurrò di nuovo, “sì” sussurrai tirandolo per la giacca, lo baciai e stavolta fu passionale, mi abbracciò tirandomi, “scusa di nuovo per averti fatta stare male” sussurrò, “basta… ora basta” dissi abbracciandolo, “come glielo diciamo?” chiese poi mettendomi giù, “non glielo diciamo… appena c’è l’occasione ci stampiamo un bacio di quelli fatti bene e li facciamo rimanere come fessi” risi, “però nel frattempo dobbiamo evitarci o litigare, “recitiamo… questa presenza agli Oscar me la dovrò pur guadagnare?” risi, “ah certo” rise anche lui e mi stampò un bacio.
“Allora? Chiarito?” Chiese Zac, “no… mi ha buttato la sigaretta” risposi gelandolo con lo sguardo, “cogliona ce l’hai dietro l’orecchio” rise, certo che se rideva non eravamo credibili, “come ce l’hai messa?” chiesi fredda, “eh… me l’ha insegnato Zoe” rispose lanciandomi una frecciatina, “ah la escort… si ricordo” risposi acida, “comunque a Zac e Maya” propose il brindisi Amanda, “a Zac e Maya” ripetemmo in coro brindando.
“Dopo cena ci sta tutta una passeggiata sulla spiaggia” propose Ryan, “sì è romantica…” Amanda lo appoggiò, andammo sul lungo mare e ci sedemmo lì, io e Chris ci sedemmo dandoci le spalle, ma ne approfittammo di un momento in cui le coppiette amoreggiavano per scambiarci qualche effusione, “sentivo troppo silenzio per Nicole e Chris” disse Maya, “si buongiorno… è un’ora che li guardiamo noi… sono carini eh” disse Amanda, “che razza di spioni” brontolò Chris abbracciandomi, “allora state insieme?” chiese dolcemente, “vediamo come va” rispose dandomi un bacio sulla fronte, “è stato un travaglio il vostro rapporto per noi” disse Zac, “a pensare come farvi mettere insieme, bastava farvi litigare…” ci sorrise e Chris mi guardò ridendo, “diciamo che se si fosse ingelosita prima non serviva litigare” disse alzando il sopracciglio, “diciamo che se avessi parlato prima non mi sarei neanche dovuta ingelosire” risposi acida, “oh no… non ricominciate” disse Ryan, “andiamo a casa che è meglio” rispose alzandosi Amanda, “sì anche noi andiamo” disse Zac, “andiamo” si alzò e mi tirò su, mi diede una botta con l’indice al naso e poi mi baciò, “me la consumi” rise Amanda, “ho anni e anni di arretrati” giustificò, lo guardai e sembrava avere tutto un senso.
“Dormi da me?” chiese, “no… se vuoi dormi tu da me” dissi, “mmm… non lo so perché domani ho una colazione con il cast, tu devi lavorare?” mi accarezzò la gamba, “la mattina no, però dal pomeriggio ricomincio, e devo essere puntuale” dissi seria, “allora alla colazione vieni con me, appena ci liberiamo facciamo qualche giro per il vestito degli oscar, pranziamo, se non trovi nulla domani ti do il codice della carta e vai con le tue amiche a comprarlo, e poi ti accompagno a lavoro” pianificò, “va bene… ma non voglio che mi dai il codice della tua carta” dissi guardando fuori dal finestrino, “io te la voglio dare, e adesso andiamo a dormire che sono stanchissimo” disse aprendomi lo sportello della macchina, “non l’hai mai fatto oggi sì?” chiesi scherzando, “da oggi si cambia musica signorina” disse prendendomi in braccio, chiuse la macchina e mi baciò, “andiamo a dormire dai” dissi staccandomi, mi mise giù e mi diede la mano, camminammo fino al portone, aprii, entrammo e chiamammo l’ascensore. “L’hanno riparato” annunciai, salimmo e le porte si chiusero, “non dormo precisamente da quarantotto ore” disse strofinandosi gli occhi, “cioè da quando sei venuto a dormire da me non hai più dormito?” chiesi preoccupata, annuì, “ora dormi ok?” lo minacciai, “va bene mamma” rispose ridendo, gli diedi una spinta e non si mosse di una virgola. Le porte si aprirono e finalmente eravamo a casa, si tolse le scarpe e planò sul divano, “vuoi dormire lì?” chiesi innocente, “e perdermi l’opportunità di romperti le scatole durante la notte? Naaah” rispose alzandosi, “se vuoi vai a farti la doccia” dissi dandogli un bacio sul petto, “vado” disse accarezzandomi, si chiuse la porta alle sue spalle e io nel frattempo sistemai le cose in cucina.
“Nicole se vuoi vai” disse avvicinandosi, mi baciò il collo e piegai la testa in dietro, “vado” dissi allontanandomi, entrai in bagno e aprii l’acqua, mi spogliai ed entrai in doccia. Maglietta dei Pink Floyd, pantaloncini della tuta e capelli bagnati lo raggiunsi in camera da letto, “che fai?” chiesi sdraiandomi vicino a lui, poggiai la testa sulla sua spalla, tutta raggomitolata occupavo la stessa area che occupava il busto, “sto leggendo che scrivono sul gruppo del cast” disse posando il telefono sul comodino, “mmm” annuii, mi baciò, gli accarezzai la nuca, “sei stanco?” chiesi accarezzandogli il viso, “non immagini quanto” disse sforzandosi di tenere gli occhi aperti, “dormi, spengiamo tutto” dissi spengendo le luci, “ma non voglio che questa giornata finisca… voglio baciarti di nuovo” disse baciandomi, “dai… domani avrai tutto il tempo” dissi baciandolo di rimando, “mi prometti che domani sarai con me?” chiese con gli occhi da bambino, “certo… ora dormi” dissi accarezzandolo, “buonanotte…piccola” sussurrò, “buonanotte” risposi, mi abbracciò, si addormentò, lo guardai dormire, spensi le luci e mi lasciai stringere.

  
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