Capitolo
3
Aprii lentamente
gli occhi, il sole faceva capolino dalla finestra, andai in cucina e
trovai il telefono sul tavolo, lo controllai, due messaggi, non volevo
leggere, sentii bussare e andai ad aprire, “ciao” i suoi occhi mi
bucarono lo stomaco, erano così profondi e tristi, “entra” dissi
aprendo la porta, “mi dispiace…” sussurrò, “solo questo? Mi dispiace?
Le tue scuse? Il se vuoi ti spiego meglio?” chiesi, “va bene ne hai
tutto il diritto… ti ho presentato Zoe che è una ragazza che fa le
comparse per i nostri film, ho pensato di chiamarla ieri mattina e
chiederle se poteva ovviamente con retribuzione, fingere di essere la
mia ragazza per non farti sospettare nulla” scrollò le spalle mise le
mani in tasta, “cosa avrei dovuto sospettare?” chiesi confusa, “sono
gay” ammise, “Chris” lo richiamai, “scherzo” alzò le mani, “per non
farti sospettare che mi stessi innamorando di te” disse grattandosi la
nuca, “oh beh io no… perciò…” parlai nervosamente, lui alzò il
sopracciglio, “senti non ho avuto le palle di dirti che ti amo ed è
vero… ma per quanto me la vuoi far pagare?” chiese, “sai che ti dico
Chris?” chiesi arrabbiata, “puoi fingere che non sia così, puoi mettere
sui muscoli che vuoi, ed avere costantemente l’aria da eroe nazionale.
Aldilà di questo sei un palloncino che se non vieni tenuto saldamente
da chi ti ama rischi di volare via e perderti” proseguii, “perciò non
avrei carattere” trasse le sue conclusioni, “Beh vedo che ci arrivi…
Chris hai due minuti di tempo per volatilizzarti” dissi indicando la
porta, “sai che ti dico io a te? Che sei una fifona, non accetti i
sentimenti e li nascondi, perfino il tuo modo di essere è una maschera
per paura che possano ferirti, sai però io di armi per ferirti ne
avrei, e forse dovrei usarle per ripagarti della tua stessa moneta. Non
lo farò per amicizia e l’affetto che mi lega a te. Nicole mi dispiace
averti detto delle bugie, ma non avresti avuto l’intenzione di capire.”
Disse prendendomi il braccio, “Chris per favore vattene, non voglio
vederti” dissi fra le lacrime. “Io credo che questo sia il momento più
brutto di tutta la mia vita, guardarti piangere e pensare che sia per
me” sussurrò, “non sarebbe la prima volta” borbottai, “quando? Quando
hai pianto per me?” chiese, “Chris ci vediamo in giro ok? Non possiamo
più essere amici come prima” dissi aprendo la porta, “no?” chiese con
le lacrime agli occhi, “no… per favore vai via” dissi lasciando uscire
le lacrime, anche lui le fece uscire, “ti amo… almeno una volta ma lo
dovevo dire guardandoti negli occhi” disse, “a presto” risposi
chiudendo la porta, mi buttai a terra vicino la porta e mi misi le mani
fra i capelli.
AMANDA, stava
chiamando da ormai due ore, risposi, “Pronto” “Nickiiii sentii questa
sera Maya ha la prova del vestito, e subito la prova della cerimonia
con i testimoni e poi ha detto Zac che offrirà la cena a tutti” parlò a
razzo, “per che ora ci vediamo?” chiesi ormai priva di ogni patos, “a
dire il vero mi dovresti aprire il portone perché sono qui” rise,
“fatto” attaccai e scossi la testa, Chris… me lo sarei trovato davanti
anche questa sera, questa è una condanna. “Dovrebbe essere illegale
l’ascensore occupata se devi andare al nono piano” annunciò una voce
che mi fece sobbalzare, “tu mi ucciderai prima o poi… lo sento” dissi
portandomi una mano al cuore, “senti sei un fascio di nervi, e capisco
che resistere a un Chris che ti fa gli occhi da cucciolo e ti dice che
ti ama è difficile ma… fatti coraggio e andiamo a vedere questo
benedetto vestito per Maya, poi sempre alla prova di Maya, e poi sempre
a una cena che paga il ragazzo di Maya, oggi è una premonizione” disse
scherzando, “Ah ah … Maya, una premonizione… ah ah che ridere,
simpaticissima davvero” la presi in giro e lei finse di essere offesa,
“aspetta un attimo come fai a sapere di Chris?” chiesi, “me l’ha detto
Ryan” rispose facendo spallucce, “oh Cristo, ma la mia vita
sentimentale è diventata una serie TV super seguita?” chiesi dimenando
le braccia in aria, “e questa sarebbe la danza dell’amore?” chiese
ridendo, “non fai ridere, mi vado a fare la doccia, racconta anche
questo a Ryan!” dissi chiudendomi la porta alle spalle, mi feci la
doccia velocemente e poi mi andai a vestire, jeans chiari, canotta
nera, camicia a quadri rossa e vans bordeaux, mi guardai allo specchio,
mancava il trucco, “ah ah ah… ti trucco io, devi fargli mangiare le
mani a quel coglione” disse ridendo, è il suo lavoro così mi ci affidai
completamente, mi fece i capelli ricci e tirati su in una coda, il
trucco leggero ma curato e valorizzò gli occhi color ambra mettendo un
po’ di eyeliner. “Eccoti” disse facendomi specchiare, mi guardai ed ero
veramente bella, la abbracciai e lei ricambiò, “ora andiamo o Maya ci
uccide” disse sorridendo, “senti prendiamo la mia?” chiesi prendendo le
chiavi della macchina, “mmm anche no… quel catorcio non lo voglio
vedere” disse mettendo le chiavi nel cassetto, “la mia new beetle nera
si offenderà” dissi ridendo, “la mia Audi S5 bianca gli dice di non
preoccuparsi” rispose ridendo, presi tutto e chiusi casa, scendemmo le
scale a piedi perché a quanto pare l’ascensore aveva deciso di
rompersi, salimmo in macchina e Amanda si avventurò tra le strade
newyorkesi, di Chris nessun messaggio.
“Oddio… mi stavo
per sentire male… il telefono che ce lo avete a fare voi?” chiese Maya
in pieno stato di agitazione, “oddio Nicki sei bellissima…” disse
sorridendo, “grazie” risposi imbarazzata, entrammo nell’atelier più
famoso di New York, “ah ragazze… proverete anche i vostri… sono uguali
e già li ho prenotati” disse sorridendo, “ah… ok” rispondemmo in coro,
i nostri vestiti erano di color tiffany, stile impero, con scollo a
cuore “bellissime” disse facendo capolino solo con la testa da un
sipario, “ora… il mio… sono indecisa fra due, ma entrambi avranno
qualche rifinitura Tiffany, disse da dietro un sipario, “tadan… il
primo è lui” disse girando su se stessa, scollo a cuore e gonna
pomposa, il busto era tutto di pizzo bianco e dietro era fatto a
corsetto, “bellissimo Maya… ma non ci metterai nulla di tiffany sopra
vero?” chiesi, “sì lo metterei qui” indicò il bordo dello scollo, “no…
ti prego questo è bello così com’è” dissi implorandola… “ok, vado a
mettere il secondo” rispose, Amanda mi fece segno di premere di più per
non mettere nulla di Tiffany e io acconsentii, “e questo è il secondo”
disse uscendo con un vestito dalla gonna esageratamente pomposa e dallo
scollo a cuore, “sei bellissima” disse Amanda, “ma fammi indovinare il
tiffany lo metteresti sulla cinta” disse schifata, “sì… ma proprio non
vi va giù questo Tiffany?” chiese, “non stai festeggiando i diciotto
anni… è il matrimonio e il vestito è bello bianco… così” rispose
Amanda, “esatto” diedi il cinque a Amanda, “ok allora niente Tiffany”
acconsentì , “Maya, a te piace più l’altro vero?” chiesi decisa, “sì
perché?” chiese confusa, “perché si vedeva da come ti ammiravi quando
lo indossavi, e anche a noi piace più l’altro” dissi sorridendo, “ok
allora l’altro” rispose sollevata.
“Allora… bisogna
andare alla chiesa di St. Patricks, e sbrigarci” disse salendo nella
sua macchina, “ok” rispose Amanda, salì, “ansia?” chiese partendo,
“no…” risposi secca, e invece sì, lo avrei rivisto ed eravamo ancora in
lite, mai durata così tanto. Dopo mezz’ora parcheggiò e arrivammo alla
cattedrale, “eccoci” annunciò Maya, guardai Chris e lui sgranò gli
occhi, salutai Zac e Ryan e entrammo.
“Allora adesso
faremo una prova di come andrà la cerimonia, se non va la rifacciamo
fin quando non va ok?” chiese il parroco, “va bene” rispose Maya, Ryan
e Chris erano al lato di fronte a me e Amanda, lo avrei dovuto guardare
per tutta la cerimonia. “a me piacerebbe che entrassero prima i
testimoni di lui insieme a lui e poi le mie testimoni insieme a me, non
avendo genitori voglio che loro mi accompagnino all’altare, e poi
subito dopo la messa mentre noi ci diamo il bacio loro scendono una
coppia per volta e escono fuori a braccetto” disse sognante, “si può
fare” rispose il parroco, “proviamo… lo sposo nella sala di là e la
sposa nella sacrestia” proseguì, “ricordami che quando usciamo ti
uccido” sussurrai, “lo prenderai a braccetto e passerà la paura, sarà
facile” disse sorridendo, “tu lo fai apposta vero?” chiesi, “un po’”
rispose ridendo. Gli uomini entrarono e si posizionarono, e il parroco
fece partire la marcia nuziale, “oddio già ho l’ansia ora” disse
facendo un respiro profondo, Amanda partì e a quando arrivò a metà
navata, partii anche io, e poi quando fui a metà navata la sposa, “ci
posizionammo difronte ai “cavalieri”, sentimmo una vaga forma di come
sarebbe potuta essere la cerimonia e poi ci fece provare l’uscita, Zac
e Maya con il bacio e io andai in contro a Chris, mi prese sotto
braccio e camminammo, “Appena usciamo parliamo ok?” chiese, “no”
risposi alzando la testa, “perché no?” chiese, “perché non voglio
parlarti” risposi, arrivammo fuori, “sei bellissima” mi ammirò per
qualche minuto, “smettila, ti accompagno lo stesso agli oscar ma non mi
stressare” dissi secca, rientrai e vidi che i ragazzi stavano parlando
con il parroco, “allora la riproviamo a qualche giorno…” disse
sorridendo stringendo la mano a Zac e Maya, salutammo e uscimmo fuori.
“C’è un problema
ragazzi, qualcuno mi ospita in macchina? Non mi parte più” disse Ryan,
“io… Nicki tu vai con Chris?” chiese Amanda, “certo… non c’è problema
tanto oggi mi odiate” dissi seguendo Chris, “che c’è ora corri?” chiesi
accelerando il passo, “che c’è ora vuoi parlare?” chiese aprendo la
macchina, “No… solo che se devo salire in macchina con te, aspettami”
dissi scocciata, “senti bella… non l’ho deciso io che dovevi venire in
macchina con me, e poi accelera tu” disse seccato, salii in macchina e
incrociai le braccia, per tutto il viaggio silenzio, “siamo arrivati?”
chiesi vedendo il mare, “sì” rispose, “che gioia eh” borbottai
scendendo dalla macchina, “la borsa idiota” disse tirandomela, “ma sei
scemo?” urlai, “no. devo smetterla di stressarti, perciò ciao… addio…
parleremo quando sarai matura” disse girandosi di spalle, “che
coglione… non posso crederci” borbottai fra me e me. Cominciò a
camminare e lo seguii, arrivammo difronte a un ristorante e entrammo
insieme agli altri, “allora che ne pensate della cerimonia? Può
funzionare?” chiese Zac, “Sì” rispose Chris tranquillo come se io e lui
fossimo ancora migliori amici, “a voi non disturba… con la situazione
che avete…” “no… ti pare?” rispose Chris dandomi una gomitata, lo
fulminai e gli diedi un calcio, “esco un secondo a fumare” dissi
prendendo le sigarette, “vado in bagno” si alzò Chris e tutti e due ci
dirigemmo fuori sul lungo mare dove c’erano altri tavoli, “vuoi
rovinargli il matrimonio? Accomodati… fallo… ma non contare su di me”
disse puntandomi il dito, “ma levati” dissi spostando il suo dito, “sai
dire solo ma levati?” chiese nervoso, “Chris, oggi ti avevo detto
chiaramente di starmi lontano. Stai peggiorando le cose” risposi
tranquilla, “e dimmi… se non sei innamorata di me… e non sei gelosa,
che scenata era quella di ieri? E perché oggi sei così tanto arrabbiata
con me?” chiese alzando il sopracciglio, “perché credevo fossi un
amico, e gli amici non si comportano così” dissi sbraitando, “e si
comportano come hai fatto tu? Che quando ti ho detto che stavo con Zoe
hai cominciato a fare la stronza con lei e hai trattato di merda me?”
chiese alzando i toni anche lui, “allora se io devo essere uomo e
tirare fuori le palle di dirti che ti amo, come ho fatto, perché tu non
ammetti di essere innamorata di me?” chiese tornando ad essere calmo,
“perché non lo sono” risposi secca, mi accesi la sigaretta e lui la
spense contro il muro, “non fumi fin quando non lo ammetti” disse
facendosi seguire, entrò dentro, “ammettilo” disse passando davanti ai
tavoli, “non lo ammetterò mai Chris” dissi seguendolo, “ammetti che mi
ami?” chiese davanti al nostro tavolo, “no” risposi seguendolo di
nuovo, uscì dalla porta dove siamo entrati e si fermò vicino a un muro,
mi bloccai davanti a lui, “non lo ammetto… è inutile” dissi incrociando
le braccia, “tieni” mi porse la sigaretta triste, feci per prenderla e
lui mi bloccò il braccio stampandomi addosso al muro, il suo corpo mi
bloccava totalmente, si avvicinò alle mie labbra, “mi ami?” sussurrò
avvicinandosi ancora, “no” risposi forzandomi, si avvicinò ancora di
più e le sue labbra si unirono alle mie in un bacio a stampo, “mi ami?”
chiese di nuovo, “no” sussurrai, mi stampò un altro bacio ma più a
lungo, “mi ami?” lo sussurrò di nuovo, “sì” sussurrai tirandolo per la
giacca, lo baciai e stavolta fu passionale, mi abbracciò tirandomi,
“scusa di nuovo per averti fatta stare male” sussurrò, “basta… ora
basta” dissi abbracciandolo, “come glielo diciamo?” chiese poi
mettendomi giù, “non glielo diciamo… appena c’è l’occasione ci
stampiamo un bacio di quelli fatti bene e li facciamo rimanere come
fessi” risi, “però nel frattempo dobbiamo evitarci o litigare,
“recitiamo… questa presenza agli Oscar me la dovrò pur guadagnare?”
risi, “ah certo” rise anche lui e mi stampò un bacio.
“Allora? Chiarito?”
Chiese Zac, “no… mi ha buttato la sigaretta” risposi gelandolo con lo
sguardo, “cogliona ce l’hai dietro l’orecchio” rise, certo che se
rideva non eravamo credibili, “come ce l’hai messa?” chiesi fredda,
“eh… me l’ha insegnato Zoe” rispose lanciandomi una frecciatina, “ah la
escort… si ricordo” risposi acida, “comunque a Zac e Maya” propose il
brindisi Amanda, “a Zac e Maya” ripetemmo in coro brindando.
“Dopo cena ci sta
tutta una passeggiata sulla spiaggia” propose Ryan, “sì è romantica…”
Amanda lo appoggiò, andammo sul lungo mare e ci sedemmo lì, io e Chris
ci sedemmo dandoci le spalle, ma ne approfittammo di un momento in cui
le coppiette amoreggiavano per scambiarci qualche effusione, “sentivo
troppo silenzio per Nicole e Chris” disse Maya, “si buongiorno… è
un’ora che li guardiamo noi… sono carini eh” disse Amanda, “che razza
di spioni” brontolò Chris abbracciandomi, “allora state insieme?”
chiese dolcemente, “vediamo come va” rispose dandomi un bacio sulla
fronte, “è stato un travaglio il vostro rapporto per noi” disse Zac, “a
pensare come farvi mettere insieme, bastava farvi litigare…” ci sorrise
e Chris mi guardò ridendo, “diciamo che se si fosse ingelosita prima
non serviva litigare” disse alzando il sopracciglio, “diciamo che se
avessi parlato prima non mi sarei neanche dovuta ingelosire” risposi
acida, “oh no… non ricominciate” disse Ryan, “andiamo a casa che è
meglio” rispose alzandosi Amanda, “sì anche noi andiamo” disse Zac,
“andiamo” si alzò e mi tirò su, mi diede una botta con l’indice al naso
e poi mi baciò, “me la consumi” rise Amanda, “ho anni e anni di
arretrati” giustificò, lo guardai e sembrava avere tutto un senso.
“Dormi da me?”
chiese, “no… se vuoi dormi tu da me” dissi, “mmm… non lo so perché
domani ho una colazione con il cast, tu devi lavorare?” mi accarezzò la
gamba, “la mattina no, però dal pomeriggio ricomincio, e devo essere
puntuale” dissi seria, “allora alla colazione vieni con me, appena ci
liberiamo facciamo qualche giro per il vestito degli oscar, pranziamo,
se non trovi nulla domani ti do il codice della carta e vai con le tue
amiche a comprarlo, e poi ti accompagno a lavoro” pianificò, “va bene…
ma non voglio che mi dai il codice della tua carta” dissi guardando
fuori dal finestrino, “io te la voglio dare, e adesso andiamo a dormire
che sono stanchissimo” disse aprendomi lo sportello della macchina,
“non l’hai mai fatto oggi sì?” chiesi scherzando, “da oggi si cambia
musica signorina” disse prendendomi in braccio, chiuse la macchina e mi
baciò, “andiamo a dormire dai” dissi staccandomi, mi mise giù e mi
diede la mano, camminammo fino al portone, aprii, entrammo e chiamammo
l’ascensore. “L’hanno riparato” annunciai, salimmo e le porte si
chiusero, “non dormo precisamente da quarantotto ore” disse
strofinandosi gli occhi, “cioè da quando sei venuto a dormire da me non
hai più dormito?” chiesi preoccupata, annuì, “ora dormi ok?” lo
minacciai, “va bene mamma” rispose ridendo, gli diedi una spinta e non
si mosse di una virgola. Le porte si aprirono e finalmente eravamo a
casa, si tolse le scarpe e planò sul divano, “vuoi dormire lì?” chiesi
innocente, “e perdermi l’opportunità di romperti le scatole durante la
notte? Naaah” rispose alzandosi, “se vuoi vai a farti la doccia” dissi
dandogli un bacio sul petto, “vado” disse accarezzandomi, si chiuse la
porta alle sue spalle e io nel frattempo sistemai le cose in cucina.
“Nicole se vuoi
vai” disse avvicinandosi, mi baciò il collo e piegai la testa in
dietro, “vado” dissi allontanandomi, entrai in bagno e aprii l’acqua,
mi spogliai ed entrai in doccia. Maglietta dei Pink Floyd, pantaloncini
della tuta e capelli bagnati lo raggiunsi in camera da letto, “che
fai?” chiesi sdraiandomi vicino a lui, poggiai la testa sulla sua
spalla, tutta raggomitolata occupavo la stessa area che occupava il
busto, “sto leggendo che scrivono sul gruppo del cast” disse posando il
telefono sul comodino, “mmm” annuii, mi baciò, gli accarezzai la nuca,
“sei stanco?” chiesi accarezzandogli il viso, “non immagini quanto”
disse sforzandosi di tenere gli occhi aperti, “dormi, spengiamo tutto”
dissi spengendo le luci, “ma non voglio che questa giornata finisca…
voglio baciarti di nuovo” disse baciandomi, “dai… domani avrai tutto il
tempo” dissi baciandolo di rimando, “mi prometti che domani sarai con
me?” chiese con gli occhi da bambino, “certo… ora dormi” dissi
accarezzandolo, “buonanotte…piccola” sussurrò, “buonanotte” risposi, mi
abbracciò, si addormentò, lo guardai dormire, spensi le luci e mi
lasciai stringere.