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Autore: nyke15    28/06/2016    1 recensioni
[...]Ad un certo punto Lorenzo smise di cantare, Flor gli girava attorno con uno sguardo più soddisfatto che felice, visto che anche lei amava qualcun’altro, tuttavia furono proprio le sue parole a ridestarla da quei pensieri e farle staccare gli occhi da quel vuoto che si ostinava a fissare.
“Questo è vero amore, profondo, intenso” disse Flor “perché un vero uomo, un vero cavaliere fa questo per la propria donna...scrive canzoni, la lusinga e la festeggia ogni giorno”
La mente di Delfina non poté fare a meno di vagare nel passato, nei ricordi, perché si, quelle cose le aveva fatte anche lui per lei una volta. [..]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Delfina Santillan, Florencia Santillan-Valente, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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L'Aurora 

Sarà sarà l'aurora 
per me sarà così 
come uscire fuori 
come respirare un'aria nuova 
sempre di più 

 
sarà sarà di più ancora 
tutto il chiaro che farà 

 

Era una fredda notte d'inverno, l'ora era già tarda e la città era avvolta da un silenzio quasi irreale. Tutti riposavano, preparandosi al nuovo giorno che presto sarebbe sorto, compresi Delfina e Lorenzo avvolti l'una con l'altro come se fossero una cosa sola, riscaldandosi a vicenda con i loro respiri profondi.  

Questa pace però sarebbe durata ancora per poco.  

Tutt'ad un tratto, infatti, un urlo improvviso squarciò quel silenzio, facendoli saltare entrambi in aria. Ancora offuscati dal sonno si guardarono in giro perplessi, quando, ad un tratto, sentirono il rumore di piccoli passi veloci venire verso di loro e poi un piccolo corpo che gli balzava sopra.  

''Mamma, papà!'' gridò la piccola bimba spaventata ''ho fatto un altro incubo, c'era un grosso mostro sotto il mio letto che voleva mangiarmi, era brutto e con gli occhi rossi e cattivi''  

''Oh piccola mia'' disse Delfina per tranquillizzarla accarezzandole dolcemente i lunghi capelli scuri ''i mostri non esistono, è stato solo un brutto incubo' 

''si piccola'' aggiunse Lorenzo ''vedrai che con l'urlo che hai fatto si sarà spaventato così tanto che sarà andato via'' 

''Ma io l'ho visto!'' esclamò la bambina con convinzione '' e  ho paura, perché mi ha detto che mi avrebbe mangiato''  

''E tu digli che non sei commestibile'' propose Lorenzo  

''Commi...che?'' esclamò la bambina dubbiosa 

''Te lo spiego un'altra volta'' rispose Lorenzo che era abbastanza stanco ''adesso vai a dormire nel tuo letto, vedrai che il mostro è andato via'' 

''No, no e no'' insisté la bambina scandendo ogni sillaba ''io li non vado a dormire''  

Una cosa era certa, quando si metteva una cosa in testa era uguale a sua madre, era impossibile farle cambiare idea. Così alla fine cedettero entrambi, scansandosi per farle spazio.  

''Può dormire qui anche Sbiss? anche lui ha paura del mostro ' 

''Certo!'' rispose Delfina ''è tanto che non dormo con lui '' 

Da quando Delfina le aveva regalato per il compleanno il vecchio peluche di serpente, sua figlia non se ne era mai staccata. Aveva preso il nome dal serpente del cartone di Robin Hood, ma siccome non riusciva a pronunciare Sir Biss lo chiamava semplicemente Sbiss Lo portava sempre con sé, sebbene fosse un peluche di un animale non proprio usuale tra i bambini, e ogni giorno lo cambiava mettendogli un nastrino di colore diverso. Delfina non aveva mai capito il motivo di tanto attaccamento, ma era contenta che sua figlia lo trattasse bene, visto che per un certo periodo di tempo quello era stato il suo unico e fedele 'amico'.  

''Papà..'' disse la bambina sottovoce con una vocina dolce ''mi racconti una favola della buonanotte?'' 

Lorenzo la guardò e non poté fare a meno di sorridere quando si trovò davanti due occhioni grandi e scuri che lo imploravano.  

'' E va bene..'' disse infine arrendendosi ''quale storia vuoi che ti racconti?''  

''Spiderman!'' esclamò la bambina entusiasta. 

Delfina sospirò e girò gli occhi al cielo ''Ma perché sempre le storie dei supereroi, non sono più belle le fiabe sulle principesse?''  

''Nooo '' protestò la bambina ''sono noiose''  

''Ben detto '' disse Lorenzo con fare soddisfatto, facendo la linguaccia alla moglie. 

Delfina rispose abbracciando la piccola e facendo una smorfia al marito. Prima o poi gli avrebbe fatto pagare il fatto di aver reso sua figlia un vero maschiaccio.  

Lorenzo si girò di fianco, appoggiando il gomito sul cuscino e poggiando la testa sopra il palmo della mano, mentre con l'altra accarezzava i capelli scuri della figlia.  

''C'era una volta...'' esordì, e così iniziò a narrare la sua storia piena di lotte e combattimenti tra cattivi e supereroi.   

Dopo un po' si accorse che il racconto aveva fatto il suo effetto, facendo addormentare sia la figlia, ma anche la moglie. Così, smise di parlare e rimase lì fermo a contemplare lo spettacolo che aveva davanti.  

Erano avvolte l'una nelle braccia dell'altra, con le teste attaccate e i capelli neri e lunghi di entrambe che si intrecciavano formando una grande macchia scura. I loro petti si alzavano e si abbassavano quasi in sincrono producendo respiri calmi e profondi, e i loro visi erano sereni e tranquilli, quasi vulnerabili 

Una sensazione di pace lo circondò completamente, poteva stare li a guardarle per ore, cercando di imprimere nella mente  tutti i dettagli e i particolari di quella scena,  in modo da non poterla dimenticare più, come  gli era già successo un'altra volta... 

---  

Nonostante non  fosse ancora l'alba la temperatura era estremamente alta rispetto alle giornate precedenti, segno che l'estate stava finalmente facendo capolino, lasciando dietro di sé il freddo e la pioggia e portando un sole splendente.  

Quella giornata sembrava rispecchiare perfettamente cosa provava Lorenzo in quel momento. Un nuovo sole era da poco entrato nella sua vita, illuminandola ancora di più.  

Quella notte, infatti, Delfina aveva partorito la loro prima figlia. Non avevano chiesto di sapere il sesso, ma dentro di loro sentivano che sarebbe stata una femminuccia e appena la videro  si scambiarono entrambi uno sguardo d'intesa.  

Quella giornata era stata la più stancante ma allo stesso tempo la più bella della sua vita. Un misto di nuove emozioni lo avevano colpito tutte insieme: ansia, paura, preoccupazione, eccitazione, forza, trepidazione e infine la felicità più grande. Quando ,infatti,  aveva visto la sua piccola per la prima volta, fu come se il mondo si fosse fermato per un momento e tutte le emozioni positive esistenti lo avessero sommerso. Lorenzo non sapeva bene come esprimerlo a parole, ma quando vide quel piccolo corpicino, ne era sicuro, aveva provato gioia pura.  

Non poteva ancora credere di essere diventato padre, ed era sicuro che nemmeno Delfina, nonostante avesse portato per nove mesi quella vita in grembo, non se ne fosse resa conto.  

Sarebbero stati dei buoni genitori? E lui un buon padre? Sarebbero riusciti a trasmettergli dei buoni valori e dei giusti insegnamenti nonostante tutto ciò che avevano fatto? Sarebbe riuscita un giorno a perdonarli per tutte le cattiverie che avevano commesso in passato? 

Con tutti questi pensieri e queste domande che gli frullavano nella testa, Lorenzo girovagava per i corridoi dell'ospedale, non riuscendo a trovare il numero della camera che gli aveva indicato l'infermiera.  

Poi ad un tratto eccola li, camera 206, riportava l'etichetta affissa sopra la porta.  

La porta era socchiusa e stava per entrare, quando, sbirciando, rimase come paralizzato alla scena che gli si parava davanti.  

Delfina era distesa di fianco nel letto con la bambina tra le sue braccia. Continuava a guardarla attentamente, non curante di tutto ciò che la circondava, e a baciare ogni più piccola porzione di quel corpicino, come per realizzare che non stava sognando, che quella bambina era sua e che finalmente era diventata madre. Un sorriso dolce e pieno di amore le incorniciava il volto, ed era così sincero e puro che Lorenzo non poté non fare a meno di innamorarsene.   

Rimase lì a spiarle in silenzio appoggiato al cornicione della porta per un paio di minuti, fino a quando un'infermiera che passava di lì non lo rimproverò chiedendogli cosa stesse facendo.  

''Stavo...stavo entrando'' le rispose dopo essersi svegliato da quel meraviglioso sogno ad occhi aperti.  

''E' arrivato papà'' disse Delfina sorridendo non appena lo vide entrare ''Che stavi facendo lì fermo?'' 

 ''Vi stavo osservando'' rispose mentre si avvicinava al letto per poi darle un dolce bacio ''eravate così tenere che non volevo disturbare, e così ho deciso di spiarvi da fuori''  

''Hai sentito?'' disse Delfina rivolgendosi alla bambina ''nemmeno il tempo di nascere che già papà ti spia e ti controlla''  

Entrambi si misero a ridere e poi Lorenzo aggiunse ''Beh se sarà necessario resterò anche giorno e notte sveglio per proteggerla'' 

''Non vorrai fare lo stalker come quando ero fidanzata con Federico?'' 

''perché no? E se servirà  potrei anche  riprendere qualche vecchio travestimento pur di non farmi riconoscere'' 

''Ahia'' esclamò Delfina alla bambina ''attenta a quello che fai, perché papà mi sembra abbastanza agguerrito'' 

''E non ti azzardare a fidanzarti con il primo hippie che trovi per strada, scappare di casa e sposarti con lui, sai?'' disse Lorenzo con finto fare minaccioso ''perché sarebbe un grosso, grosso errore''  

''Allora speriamo che non prenda dalla madre'' rispose Delfina divertita ''che facendo così ha commesso l'errore più bello della sua vita''  

''Oh'' esclamò Lorenzo sorpreso verso la piccola ''sei testimone pure tu del fatto che la mamma per una volta mi ha detto una cosa carina senza darmi dello stupido. Tienilo bene a mente perché non capita spesso! 

''Che scemo che sei'' gli disse Delfina con uno sguardo divertito negli occhi ''però io ti amo lo stesso'' 

''Anche io ti amo '' rispose Lorenzo accarezzandole la guancia e poi avvicinandosi per darle un bacio.  

Le loro labbra stavano per toccarsi quando una piccola manina si mise in mezzo.  

Entrambi sorrisero e poi le baciarono quelle piccole dita e le braccia già in perenne movimento pronte a scoprire il mondo. 

''Mi sa che qui qualcuno è un po' gelosa e non vuole che ti dia dei baci'' disse Lorenzo 

''Qualcuno avrà un problema'' rispose Delfina con la sua solita cantilena  

''Forse si sta ribellando perché ancora non le abbiamo dato un nome. Io avevo pensato a Yoko Ono, come la moglie di John Lennon. Yoko Ono Monaco, suona bene!'' esclamò soddisfatto.  

''Te lo puoi scordare'' replicò Delfina guardandolo male e  bocciando subito la proposta  ''che ne pensi di Maria Laura invece?'' 

''Come tua madre?''  

''Si'' rispose orgogliosa Delfina ''cosa c'è di male?''  

Lorenzo non sapeva come rispondere, non voleva che sua figlia le ricordasse la suocera ma allo stesso tempo non voleva contraddire sua moglie. Per fortuna non appena sentì quel nome la bambina si mise a piangere e così Lorenzo colse la palla al balzo dicendo: 

''Mi sa proprio che lei non è d'accordo''.  

Quindi, stettero un po' di tempo a fissare il vuoto, cercando di pensare ad un nome adatto da dare alla loro primogenita. Poi entrambi guardarono fuori dalla finestra della stanza. Fuori il sole stava incominciando a nascere, tingendo il cielo di un arancione sempre più intenso e  illuminando tutto ciò che incontrava sul suo cammino. E così, quasi nello stesso momento, esclamarono: 

''Aurora''  

Delfina e Lorenzo si guardarono negli occhi ed entrambi capirono che la motivazione per cui avevano pensato a quel nome era la stessa.  

Come quel nuovo giorno che stava nascendo, così anche quella piccola creatura che era appena nata portava  loro nuove occasioni, illuminando definitivamente la loro vita che fino a poco tempo prima era stata completamente avvolta dall'oscurità. Quella bambina rappresentava il loro riscatto, la loro nuova possibilità, la loro speranza. Rappresentava la luce che abbatteva le tenebre e il bene che prevaleva sul male.  

La bambina cominciò ad agitarsi e poi sorrise, soddisfatta del nome che avevano scelto. 

''Mi sa che piace pure a lei'' disse Delfina  

''Aurora Monaco'' disse Lorenzo con fare solenne, prendendola in braccio  e non smettendo di guadarle intenerito il viso ''Benvenuta in questo mondo''  

''Preparati, perché qui la vita non è mai facile. Dovrai lottare per raggiungere i tuoi sogni e magari nel farlo cadrai mille volte, ti sentirai triste e inutile, e a volte proverai anche odio, sofferenza e dolore. Tuttavia, in questi momenti dovrai sempre ricordarti che l'amore, la gioia e la felicità esistono, e che potrai sempre rialzarti, anche quando ti sembrerà di non avere più speranza'' in quel momento guardò Delfina e vide una piccola lacrima che le solcava il viso, ma poi gli sorrise, come per approvare ciò che aveva detto. 

''Ricordati che noi siamo sempre qua'' continuò ''saremo pronti ad appoggiare tutte le tue scelte, a lasciarti libera di commettere i tuoi sbagli e i tuoi errori, ma allo stesso tempo a guidarti e a proteggerti in questo lungo cammino, non facendoti mai mancare l'amore di cui avrai bisogno e facendo in modo  che nella tua vita il bene trionfi sempre sul male, così come è successo a noi.. anche se in ritardo.''  

Detto questo le diede un bacio sulla fronte e poi si distese nel letto vicino a Delfina.  

''Maledetto a te '' commentò sua moglie, mentre gli faceva spazio ''mi hai fatto commuovere''  

''Io?'' rispose sorpreso ''sicuramente saranno gli ormoni che ti fanno diventare lunatica'' 

''Sei uno stupido'' rispose lei ''però il  mio stupido''  

E così si scambiarono un dolce bacio, questa volta senza l'interruzione di nessuno, incominciando poi a commentare e a litigare sulle cose che aveva ereditato dall'uno o dall'altro,  finendo, infine,  per addormentarsi tra un ''gli occhi li ha presi da me'' o ''il naso è identico al tuo''.  

Erano tutti e tre stretti in un unico abbraccio, prima che un insistente brusio di sottofondo li risvegliasse dal sonno.  

''Non riuscirò mai a capacitarmi del fatto che mia figlia abbia avuto una bambina da questo lurido hippie rognoso'' commentò una Malala piuttosto irritata, che non riusciva ancora a credere di essere diventata nonna per la seconda volta.  

''Potrai rimanere in carcere anche per tutta la vita ma rimarrai sempre una strega'' replicò Flor 

''Tu non ti permettere di parlare sai?'' sbottò Malala ''ringrazia il cielo di essere ancora viva'' 

''Non ti azzardare..'' rispose Max arrabbiato proteggendo la moglie 

Certe cose non sarebbero mai cambiate.. 

''Ti presento il resto di questa strana e pazza famiglia'' disse sottovoce Lorenzo alla piccola Aurora.  

... 

Era ancora sommerso dai ricordi, quando vide la testa di sua figlia muoversi e aprire gli occhietti.  

''Papà non hai detto come finisce la storia'' disse sbadigliando con la voce impastata dal sonno ''alla fine vincono i buoni o i cattivi?''  

Lorenzo le sorrise ''I buoni ovviamente, ricordati che il bene trionfa sempre sul male '' 

''Va bene papà''  

''Adesso andiamo a dormire che fra poco inizierà a sorgere il sole'' 

''Aurora'' disse la bambina contenta ''come il mio nome'' 

''Si'' rispose Lorenzo sorridendole e dandole un bacio sulla fronte ''L'Aurora''  

 

 

NOTE!: Ecco a voi un altro capitolo, questa volta però ambientato nel futuro!  

La canzone iniziale è l'aurora di Eros Ramazzotti, appena ho sentito le frasi che ho riportato sopra mi ha finalmente dato l'ispirazione per un ipotetico nome per la bambina e sul suo significato.  

Spero che questo nuovo capitolo via sia piaciuto, non dimenticate di recensire :) a presto! 

  
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