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Autore: Alice95_    30/06/2016    4 recensioni
Una giovane Kate Beckett alla ricerca di una notte da dimenticare, si trova davanti a una persona che invece si ricorderà per il resto della vita.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Agosto 2002

Richard Castle vagava per le strade di New York in cerca di ispirazione. C’era un inizio di idea che fluttuava nella sua testa, una nuova avventura per Derrick Storm. Inizialmente fu sorpreso quando i romanzi di Derrick Storm si erano trasformati in un grande successo. Avevano fatto di lui uno dei più caldi giallisti sul mercato. E non solo letteralmente, il suo aspetto di certo aveva i suoi vantaggi.

L’ultimo romanzo “Storm Warning” era stato rilasciato due settimane fa e aveva trascorso gli ultimi giorni alle innumerevoli presentazioni di libri e sessioni di intervista. Oggi era il suo primo giorno libero dopo settimane e voleva solo passeggiare per un po' per la sua città in cerca di ispirazione, prima di andare a prendere Alexis da sua madre e trascorrere un po' di tempo padre/figlia insieme a lei. Magari potevano andare a mangiare una fetta di cheesecake da Junior’s o un gelato in quel posto italiano in città. Un film? I suoi pensieri continuavano ad andare velocemente mentre cambiò strada, girò a sinistra e proprio lì, senza sapere il perchè, aumentò il suo flusso di idee. I suoi pensieri saltavano dalle idee del nuovo libro alle possibili attività tra lui e Alexis fino ad arrivare al meeting della Black Pawn che si era tenuto quella mattina.

Essendo onesto con se stesso, realizzò che i suoi pensieri vagavano soprattuto intorno al suo nuovo editore, Gina Cowell. Una donna pericolosa, che aveva messo gli occhi su di lui come se fosse una specie di preda. Forse avrebbe dovuto impostare dei limiti fin dall’inizio, o forse no. Era certamente una bella donna. Ma non voleva mischiare il piacere con il suo lavoro, non avrebbe mai funzionato. Anche se con quel sedere…, strinse le labbra e cominciò a scuotere testa, cercando di togliersi di dosso quel pensiero e provare a capire come far uscire Storm da una casa in fiamme, pur essendo legato a una sedia da un paio di calze. 

“Lo zoo!” esclamò in mezzo alla strada, con l’aggiunta dell’imitazione di un orangutan e ricevendo un paio di sguardi di disapprovazione a cui lui non dava alcuna importanza. Era Richard Castle, l’autore best-seller del New York Times e non gli importava cosa la gente avrebbe pensato di lui. 

Ma poi sentì una risatina dietro di lui e girandosi, curioso di vedere chi si era divertito durante il suo momento di ispirazione vide una donna che stava guardando verso di lui. Seguendo il suono della risata, guardo più in basso e vide una splendida creatura in piedi tra le gambe della donna che stava sorridendo verso di lui.

Si accovacciò, dando alla bambina il suo miglior sorriso, “Hey chi c’è qui”. Le sorrise ancora mentre lei continuava a sorridere da orecchio a orecchio. “Era divertente?”.

La bambina annuì, ridacchiando di nuovo, “divertente”. Ripeté, provando a imitare il suo suono “Uh uh”. Rick rise, “Questo è quello che sembrava?” Chiese.

Anche in questo caso la bambina annuì.

“Beh sembra divertente”, Rick sorrise, poi guardò la donna che l’accompagnava, la valutò in modo rapido e giunse alla conclusione che non era la madre.

“Richard Castle” le tese la mano. “Ho una bambina di sette anni anche se lei continua a ricordarmi che ne avrà otto nel mese di ottobre e dovrò cominciarla a trattare come una bambina di otto anni. A quanto pare arrivare a otto anni è importante”.

La donna rise, tendendogli la mano, “Quando sono piccoli ogni compleanno è importante. Sono Cynthia. Guardo Jamie mentre sua madre è a lavoro”.

“Jamie?” Rick guardò nuovamente in basso, catturando l’attenzione della bambina. “E’ un bellissimo nome. Io sono Rick”.

Ricevette un altro sorriso bellissimo, fece un occhiolino alla bambina e chiese a Cynthia. “Quanti anni ha?”.

“Ne avrà due il primo di ottobre” la donna sorrise, enfatizzando la parola “ottobre”, dato che era lo stesso mese di nascita di sua figlia. Lasciò correre la mano tra i riccioli marrone chiaro della bambina. “Sua mamma è un’ufficiale di polizia qui al dodicesimo distretto. Siamo venute a prenderla per pranzo”.

Rick annuì. Realizzando solo ora che erano di fronte a un distretto di polizia. Guardando Cynthia si accorse di uno sguardo che le stava rivolgendo con una strana espressione sul viso. Quando alzò un sopracciglio per chiederle di quell’espressione lei semplicemente scosse la testa.

“Scusa è che voi due”, guardò in basso verso Jamie, “avete gli stessi occhi blu”.

“Wow”, aggrottò la fronte, studiando la piccola più attentamente fino a capire che Cynthia aveva ragione. “Uguali anche a quelli di mia figlia”. Stava per fare un’altra domanda quando improvvisamente Jamie si separò dalle gambe di Cynthia e cominciò a correre con le sue piccole gambe verso una donna in uniforme che stava uscendo dal distretto, “Mamma!” Esclamò gettandosi tra le sue braccia.

“Hey uccellino, ti sono mancata?” chiese sua madre lasciando un bacio sui riccioli di Jamie.

La bambina allargò le braccia quanto poteva, “Così tanto?” Sua madre cominciò a ridere, sistemandola al suo fianco prima di raggiungere Cynthia e lo sconosciuto in piedi accanto a lei.

Quando alzò lo sguardo dalla figlia in braccio, Rick finalmente intravide il suo viso e si bloccò. 

Era lei. Erano passati più di due anni, ma non aveva dubbi che era lei. Non avrebbe mai dimenticato il suo viso, quel viso con gli occhi tristi che sembravano verdi in un momento e marroni in un altro, quegli occhi che avevano tormentato i suoi sogni.

“Kate?” balbettò sorpreso e la vide sussultare quando i loro occhi si incontrarono.

Non disse una parola, lo fissava solamente.

Cercando di trovare le parole, fece un passo esitante verso di lei, “Non sono sicuro che ti ricordi, ma ci siamo incontrati un paio di anni fa, sono..”.

“Rick”, finalmente trovò la sua voce, “Mi ricordo”.

Lui emise un sospiro di sollievo. Passandosi una mano tra i capelli cercò di trovare un modo con il quale procedere. “Questa è una sorpresa” disse, ridacchiando nervosamente.

“Beh, si”, rispose Kate, i suoi occhi guizzarono da sua figlia a lui per poi posarsi su Cynthia, realizzando che la tata stava osservando il loro scambio con interesse. Alla fine cominciò a parlare, “Dobbiamo andare” e rivolgendosi a Cynthia continuò, “Grazie per averla portata. La porterò da tre tra un’ora”.

L’altra donna sorrise, “Certo Kate”, scompigliando i capelli della bambina aggiunse “Ci vediamo dopo Jamie”.

Poi fece un cenno in direzione di Rick, stringendogli la mano  ancora una volta, “è stato un piacere conoscerti”.

“Piacere mio”, annuì di nuovo con un sorriso forzato sul suo volto. La sua attenzione era certamente altrove.

Cynthia si allontanò e gli occhi di Kate la seguirono mentre si sentiva improvvisamente intrappolata, in piedi accanto al padre di sua figlia, un uomo che pensava non avrebbe mai più rivisto.

“E’ stato bello vederti Rick”. Disse finalmente con un sorriso gentile, prima di guardare verso il basso, prendere la mano di sua figlia e cominciare a camminare.

“Si”, mormorò Rick, non sicuro dove fosse finita la sua capacità di parlare.

Iniziò a guardarla andare via prima di essere improvvisamente spinto da qualcosa che non sapeva nemmeno lui, la chiamò, “Kate aspetta!”.

Lei lo fece, con il panico lampeggiante nei suoi occhi, anche se cercava di nasconderlo ma non fu abbastanza veloce. Rick se ne accorse, era un eccellente osservatore. Sperava solo non fosse per causa sua, sperava che fosse altrettanto sorpresa di vederlo, come lo era lui. 

“Lo so, ora non è un buon momento, ma forse possiamo recuperare qualche altro giorno?” Rick disse con cautela, tirando fuori il suo biglietto da visita. “Mi chiami?”.

Emise un sospiro quando lo prese, la guardò fissare il biglietto tra le mani, il sospetto nei suoi occhi si trasformò in sorpresa.

“Va bene” mormorò Kate, mettendo il biglietto in una delle tasche dell’uniforme.

“Va bene”, un sorriso esitante stava sputando sulle labbra di Rick. “E’ stato bello rivederti, Kate”.

Con questo si voltò e se ne andò, non volendosi spingere oltre. Non era abbastanza sicuro di quello che era appena accaduto, ma sapeva che non poteva lasciarla andare via di nuovo come l’ultima volta. Dopo tutto Richard Castle era un uomo che credeva nel destino. E incontrare per caso la donna che aveva trovato strada nei suoi sogni più volte nel corso degli ultimi due anni, non poteva che essere destino.

   
 
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