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Autore: Giuls_BluRose    01/07/2016    0 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati da due anni e mezzo e i loro sogni stanno diventando realtà, hanno una vita felice a New York e lavorano come protagonisti in un moderno musical di Broadway; manca solo una cosa affinchè raggiungano il massimo della felicità: un figlio.
I due cercheranno quindi una madre surrogata, che troveranno nella loro cara amica Rachel; tutto pronto quindi?
Prima di iniziare le procedure si sottopongono ai test di routine, dai quali uscirà fuori un "piccolo dettaglio" molto inquietante, che sconvolgerà la vita dei coniugi Hummel-Anderson, minacciando il loro lieto fine in modo quasi indelebile.
Sarà proprio nel momento più cupo, quello dove tutto sembrerà perduto e senza speranza, che un vecchio conoscente tornerà nella vita dei due ragazzi. Un aiuto morale o il pezzo mancante affinchè tutto il loro mondo crolli?
Tutto è possibile finchè c'è l'amore, basta solo avere coraggio.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due – Una piacevole serata

 

“E stop! Bel lavoro ragazzi, riprenderemo domani da dove siamo arrivati oggi!”
La voce del regista echeggiò nel teatro e tutti gli attori si trovarono, ormai per abitudine, ad applaudire e a prendere le loro cose per tornare a casa dopo l'ennesima, estenuante, giornata di lavoro.
“Bravo Blaine, vedo che stai diventando più pratico con i tacchi.”
Michael sorrise sinceramente al moro, dato che le prime volte non riusciva neppure ad alzarsi in piedi senza cadere, rovinosamente, a terra a pelle d'orso.
Blaine ridacchiò appena e ricambiò il sorriso.
“Bhe, è anche merito di mio marito, lui è molto più pratico di me. Pensa che una volta, per una esibizione scolastica, aveva indossato dei tacchi alla Lady Gaga esageratamente alti!”
Il moro rise pensando a quelle scarpe che Kurt aveva indossato per ballare Bad Romance, quella performance che lui si era perso, ma che tutti gli ricordavano continuamente per essere stata una delle più teatrali.
Michael rimase un attimo interdetto: sapeva che il castano alle volte poteva essere molto effemminato, anche involontariamente, ma quella cosa lo aveva un po' lasciato di stucco.
La frase del marito però non scappò dalle orecchie di Kurt che, non volendo ricordare quella scena, anche perchè il solo ricordo rinnovava ancora il dolore ai piedi che aveva avuto per una settimana per aver indossato quei trampoli demoniaci, prese il ragazzo per il braccio e lo trascinò verso i camerini.
“Va bene amore, adesso però andiamo o faremo tardi, a domani Michael!”
Kurt tirò Blaine per il corridoio del teatro.
“La vuoi smettere di tirare la fuori la storia dei tacchi? Lo sai che è quasi imbarazzante. Qua la Drag sei tu, non vorrei che poi prendessero me al posto tuo se sapessero che me la cavo meglio io di almeno mille volte.”
Nel suo tono di voce non c'era rabbia, ma solo un dolce sarcasmo.
“Molto divertente, guarda che sto migliorando tantissimo eh!”
Il castano rise intenerito: aveva visto il marito allenarsi sui tacchi molti pomeriggi, imparando a camminare e fare le pulizie con quei cosi addosso, aveva riso molto quando lo aveva visto cadere a terra le prime volte, era bello vedere quanto il marito tenesse al suo lavoro, quasi più che alla sua reputazione di maschio virile.
“Adesso dovrei solo migliorare con il trucco!”
Blaine si fermò a pensare: no, decisamente ancora non si sapeva truccare e non aveva la minima idea di come fare, sperava solo che suo marito potesse andargli in aiuto anche quella volta e, fortunatamente, successe.
“Non ti preoccupare Blaine, io me la cavo abbastanza bene. Sarà Rachel a prestarci i suoi trucchi, anche quelli più vecchi e insieme ti insegneremo tutti i segreti più nascosti del makeup.”
Il moro sorrise soddisfatto: anche la loro amica del liceo aveva trovato un ruolo in un musical ed erano rimasti molto amici: la ragazza aveva deciso di trasferirsi, aveva preso un piccolo appartamento per sé e per il suo nuovo ragazzo, ma si vedevano praticamente tutti i week-end e si sentivano quotidianamente, non sarebbe stato difficile chiedere il suo aiuto.
“Allora Kurt, vuoi andare a casa o hai pianificato altro per questa serata?”
Il castano ci pensò un attimo, poi gli occhi color del cielo gli si illuminarono di quella leggera malizia, che non significava mai “seratina tranquilla”.
“E se facessimo una sorpresa alla nostra cara amichetta?”
Blaine lo guardò, interdetto.
“Come scusa?”
“Prendiamo qualcosa da asporto, del gelato, un DVD e ci presentiamo a casa sua per passare una serata insieme. Mi ha detto prima che sarebbe rimasta a casa con il suo ragazzo e che si sarebbe annoiata, andiamo noi a ravvivarle la serata, no?”
Quel luccichio di gioia non mancò agli occhi del suo ragazzo, si stupiva di come New York lo stesse cambiando, era diventato un ragazzo quasi nuovo, molto più intraprendente.
Gli piacque però la sua idea, dato che quella settimana per i troppi impegni non si erano ancora visti, così annuì e insieme si avviarono ai camerini per recuperare le giacche e le chiavi della macchina.
“Che cosa andiamo a prendere?”
“Che ne dici di un po' di sushi? La settimana scorsa siamo andati in pizzeria e quella ancora prima al ristorante italiano, a me va un po' di pesce.”
Il moro acconsentì, ma poi un dubbio iniziò a logorarlo e a dirla tutta, anche un po' a spaventarlo.
“Kurt scusa, posso sapere perchè anche il gelato? Insieme al sushi non è propriamente un'ottima accoppiata.”
Suo marito fece finta di non darci troppo peso, rispondendo con più naturalezza possibile.
“Lo sai perchè.”
Blaine sospirò: no, non ancora, non avrebbe resistito a vedere Mouline Rouge per l'ennesima volta.
Il castano invece sorrise contento: lui e Rachel amavano quel musical e ogni occasione era buona per vederlo ancora e ancora, fino allo sfinimento.
“Dai, vedrai che ti piacerà.”
“Si certo, come tutte le volte. Scusa, ma se tipo io e Jessie andassimo a vedere qualcosa in TV in camera?”
Kurt lo fulminò con lo sguardo, lui e Rachel non volevano scuse: si dovevano guardare i DVD tutti insieme in sala, solo che ogni volta erano sempre loro due a scegliere, lasciando Blaine e Jessie insoddisfatti a dormicchiare sul divano.
“Okay, okay, al solito.”
I due si guardarono: uno sconsolato, l'altro con un ghigno di vittoria in volto.
“A casa perchè decido io cosa vedere.”
“Nessun problema, io leggerò le novità di Vogue.”
Blaine sospirò, nuovamente.
“Posso almeno scegliere il ristorante per il sushi?”
“Accordato!”
Kurt sorrise contento e schioccò un bacio sulle labbra del marito, prima di dirigersi alla macchina.

Driin.
Il campanello di casa Berry suonò e una trafugata Rachel aprì la porta, piacevolmente sorpresa al trovarsi una coppia di giovani coniugi pieni di cibo al suo uscio.
“Ragazzi! Entrate dai, che bella sorpresa che mi avete fatto! Jessie vieni, sono venuti a trovarci Kurt e Blaine!”
“Grazie Rachel e scusa il disturbo.”
“Non lo dire neanche per scherzo Blaine, lo sai che siete sempre i benvenuti a casa mia e poi così mi rendete più allegra la serata. Avete portato anche del cibo?”
I due annuirono mentre entravano nell'appartamento e quella volta fu Kurt a parlare.
“Si, vi abbiamo portato del sushi e tanto, tanto gelato e questo sai che significa amica mia.”
Rachel sorrise: si, lo sapeva benissimo e non vedeva l'ora.
Jessie, dopo essere andato a salutare i suoi amici, li fece accomodare in sala, mentre prendeva i piatti e le posate per poter mangiare; poi, una volta che tutti furono seduti, iniziarono a parlare del più e del meno.
“Allora ragazzi, come sta andando la preparazione del vostro musical?”
I coniugi Hummel-Anderson sorrisero e fu il più grande a rispondere alla domanda della castana.
“Tutto bene, i registi sono molto esigenti e alcune parti del copione sono abbastanza complicate, inoltre Blaine alle volte cade ancora dai tacchi e non ha la minima idea di come truccarsi, ma si dai, in fin dei conti sta andando bene.”
Kurt amava stuzzicare in quel modo suo marito, che infatti gli lanciò un'occhiataccia, ma non ci fece caso e sorrise continuando.
“Anche io, però, sto avendo dei problemi con il mio personaggio. Mi hanno detto che per lo spettacolo vero e proprio dovrò tingermi i capelli di biondo con una bomboletta e in verità non ho molta voglia di sciuparmi tutti i capelli, sai che ci tengo molto.”
Rachel annuì e rispose alla stessa domanda che aveva porto a Kurt, dato che le era stata rifatta.
“Non lo so sinceramente, lo spettacolo che devo fare parla di una ragazza che si è appena lasciata col suo amore di una vita e deve imparare a rialzarsi da sola, ma scopre di essere incinta e, dopo essere stata cacciata di casa, si ritrova a vivere di arte insieme a delle amiche di college. Credo di potercela fare, ma il pancione sa essere molto pesante e mi ingombra un po' i movimenti.”
Blaine guardò la ragazza, sorridendo per aver sentito che doveva interpretare una ragazza incinta: ogni giorno sentiva crescere dentro di sé quel sentimento di forte paternità, quello che gli mancava per raggiungere la felicità. A Jessie non scappò quello sguardo e cercò di decifrare quell'espressione sul volto del suo amico.
“Ehi Blaine, che cosa ti prende?”
Il ragazzo si scosse dai suoi pensieri e cercò di non dare a vedere nulla di quello che gli passava per la testa.
“Niente, niente, stavo solo pensando ad una cosa. Dimmi però Jessie, a te come vanno le cose?”
Il ragazzo fece spallucce.
“Ho avuto un callback per il ruolo da protagonista in un musical, spero che vada bene e che mi prendano: sarebbe una bellissima occasione per me.”
La conversazione andò avanti per una buona oretta, durante la quale i quattro amici parlarono di molte cose, finendo di gustare il sushi, fino a quando la conversazione non si fece più “interessante”.
Tutto nacque da una domanda di Rachel,che si era accorta pure lei dello strano cambiamento di Blaine.
“Ragazzi, posso farvi una domanda?”
I due annuirono, incuriositi da quale quesito aleggiasse nella mente della ragazza.
“Ormai siede sposati da un paio di anni, so che non è molto, ma vi è mai passata per la testa l'idea di poter diventare papà, un giorno?”
Kurt rimase di stucco a quella domanda, mentre Blaine sorrise appena.
“Non vorrei essere indiscreta, ovviamente.”
“No Rachel, non lo sei tranquilla.” Iniziò Kurt.
“Sinceramente sì, abbiamo iniziato a prendere in considerazione l'idea di avere un figlio, solo che le procedure per l'adozione sono molto lunghe e anche molto costose e adesso non ce lo possiamo permettere. Forse se il nostro musical avrà successo e riusciremo a mettere insieme i soldi necessari, adesso forse è ancora troppo presto.”
Blaine annuì alle parole del marito: si, lui aveva una grande voglia di diventare papà, ma forse aveva ragione Kurt: non avevano i soldi necessari e conveniva aspettare.
La ragazza annuì a quella dichiarazione: vedeva negli occhi dei due una strana luce e questo la rendeva molto felice, vedeva in loro due ottimi genitori e sapeva che sarebbero cresciuti nel migliore dei modi i loro figli.
“E voi invece?”
Jessie rise.
“Per noi è troppo presto, stiamo insieme da relativamente poco, non siamo ancora sposati. Abbiamo ancora da trovare una stabilità economica, non possiamo permetterci di metterci a carico pure un figlio. Se tutto va bene tra qualche anno ne possiamo riparlare!”
La castana era completamente d'accordo con il fidanzato: per loro era davvero troppo presto per pensare a quelle cose.
La serata passò tranquilla: Kurt e Rachel pensarono a finire il gelato mentre si passavano i fazzoletti per le scene più toccanti di Mouline Rouge, mentre Blaine e Jessie sonnecchiavano sul divano, guardando di tanto in tanto il telefono per vedere quanto mancava alla fine di quella piccola tortura; una serata normale, isomma.

Quella notte Rachel non riuscì a dormire, erano le tre passate e la sveglia sarebbe suonata dopo poche ore: non riusciva a smettere di pensare a quello che le aveva detto Kurt quella sera. Stava prendendo in considerazione tutti i pro e i contro di quella idea che le era balenata in testa così, senza avvertire.
Non sapeva se sarebbe stata la cosa giusta, non sapeva se i due ragazzi avrebbero accettato, ma una cosa era certa: quell'idea era valida e voleva proporla ai coniugi e al suo ragazzo, doveva solo aspettare il momento opportuno.


Note dell'autrice:
Salve a tutti!
Ed ecco qua il secondo capitolo della Long, spero che vi piaccia:
Non è nulla di che, ma meglio di niente.
Nulla da dire questa volta, ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha messo la storia nelle ricordate.
Un bacione e alla prossima!
Enjoy!

Giulia Pierucci
 

   
 
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