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Autore: Arya Tata Montrose    02/07/2016    3 recensioni
Quest'anno partecipo per la prima volta a questa Week!
Saranno delle one-shot scollegate, credo, non ho ancora ben creato un percorso. Credo che andrò a ispirazione. Nulla è sicuro e tutto può accadere!

Day One – Longing:Un nuovo obbiettivo davanti agli occhi; un fuoco di nuovo vivo le ardeva in petto e si rifletteva negli occhi color miele.
Day Two – Reunion:Sarebbe successo qualcosa a breve, se lo sentiva, e non si trattava affatto dell’effettiva, rapida vittoria schiacciante conseguita da Skull Millione.
Day Three – Admiration:Lucy si era accorta di ammirarne anche gli aspetti che fino a quel momento credeva di detestare
Day Four – Secrets:Lucy pensò fosse meglio continuare a serbare quel suo piccolo, innocente segreto.
Day Five –
Day Six –
Day Seven –
-
Hope you enjoy!
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Day One – Longing
Di brame e fili



 
C’era stato un momento in cui Lucy, dopo settimane di completa apatia, era caduta in ginocchio, schiacciata dal peso dei pensieri che per fin troppo tempo aveva ignorato. Nella sua casa a Magnolia, si era inginocchiata reggendosi la testa tra le mani, con le dita tra i fili biondi ormai liberi dal fiocco che li tenevano legati. E aveva pianto, Lucy. Pianto, urlato. Si era dimenata così tanto da perdere la voce e da sentire le guance bruciare ora che le lacrime non scendevano più ed avevano cominciato ad asciugare. Aveva pianto e urlato fino a che fu incapace di parlare, tanto era grande il groppo che le si era formato in mezzo alla gola. Si era rannicchiata su se stessa e si era stesa ai piedi del letto, ancora scossa dai singhiozzi. Si era poi addormentata, sfinita, con ancora i solchi roventi che le lacrime avevano percorso. 
 
Il giorno dopo si era svegliata tardi ed era mancata al lavoro. Non le importò molto; poteva anche andare al diavolo, quel buono a nulla del suo capo.  Si alzò e camminò decisa fino al bagno. Lo specchio le restituì un’immagine di sé che non vedeva da molto, molto tempo: i suoi occhi non erano più tristi e le sue labbra riuscirono perfino ad incurvarsi quel tanto che bastava ad accennare un sorriso sincero; il primo che le aveva colorato il viso dopo Tartaros – da qualche parte aveva letto che il Tartaro era il baratro peggiore dell’oltretomba, e non aveva potuto altro che dare ragione a quell’autore.
 
Il pianto di quella notte era stato tante cose: era stato straziante, perché ogni lacrima le aveva ricordato un compagno da cui si era separata, ogni sofferenza vissuta in quel maledetto castello, i sacrifici che altri avevano fatto per salvare lei. Era stato avvilente, perché si era sentita come il più infimo degli insetti, buona solo a piangere, troppo debole per compiere un passo avanti e lasciare Magnolia fino a che non fosse stata pronta a tornare, fino a che non fosse stato il momento. Era stato triste, perché in quel momento era sola, Natsu non c’era ad abbracciarla e ad asciugarle le lacrime, non c’era Levy a rallegrarla, non c’era Gray che la rassicurava, non c’era Erza a far di tutto perché si sentisse meglio – le erano mancati perfino i suoi metodi tutt’altro che ortodossi per aiutarla a stare bene. Era stato liberatorio, sì, perché aveva pianto tutta la disperazione, il dolore e la sofferenza che in quelle settimane aveva covato e tenute nascoste, represse e le aveva lasciate crescere, aveva lasciato che divenissero così pesanti da impedirle di alzare lo sguardo verso il futuro. 
Era libera di camminare avanti, libera di trovarsi un nuovo obbiettivo. Così in quattro e quattr’otto aveva fatto le valigie, si era cambiata e si era fatta una doccia. Poi era uscita e, date le dimissioni da quel babbeo da cui lavorava, si era incamminata fuori Magnolia.
 
Arrivò a Crocus la settimana dopo con una determinazione rinnovata e un nuovo obbiettivo davanti agli occhi; un fuoco di nuovo vivo le ardeva in petto e si rifletteva negli occhi color miele: voleva trovarli, voleva trovare tutti loro e riunire la Gilda al più presto possibile e ci sarebbe riuscita!
Giusto il giorno prima aveva contattato una sua vecchia conoscenza ridicolmente adatta per il nuovo obbiettivo che si era prefissata: Jason le aveva trovato un lavoro come sua assistente, e lavorare per Sorcerer era la cosa migliore che potesse capitarle per reperire informazioni. 
 
Dopo qualche mese aveva già riempito un’intera bacheca sugli spostamenti di tutti i suoi compagni, ognuno distinto da un diverso colore del filo di lana che collegava ogni notizia. L’enorme mappa di Fiore che aveva acquistato era oramai ricoperta di chiodi, puntine, articoli, foto e fili di ogni colore che aveva trovato. Solamente uno, il filo rosso, era rimasto in un unico punto: Magnolia. Da quel giorno di un anno prima, non aveva più saputo nulla di Natsu: né un avvistamento, n’è un disastro – strano – o qualsiasi altra cosa riconducibile a lui. Solo la lettera che le aveva lasciato il giorno in cui era partito e che teneva ancora sul comodino accanto a sé.
Lucy aveva iniziato quella ricerca con l’unico obbiettivo di riunire la Gilda, la sua famiglia, ma piano piano, giorno dopo giorno, il suo scopo era diventato sempre più sfocato, si era concentrato su quell’unico punto fisso: voleva ritrovare Natsu, voleva vederlo, parlargli, rimproverarlo e sentirlo ridere. 
Lucy non aveva mai capito quando esattamente aveva realizzato che il suo obbiettivo si era trasformato in quel desiderio tanto forte da divenire brama, ma una cosa era sicura di saperla: c’era un motivo assolutamente plausibile e che aveva accettato da tempo, ormai, che la guidava alla ricerca di ogni articolo che potesse contenere anche solo un minimo indizio su di lui.
Lucy amava Natsu e bramava di rivederlo, di risentire la sua voce, di sentirsi a casa.


[821 words]

Angolino autrice
Questa volta forse sarò breve.
Non so che cosa possa venirne fuori e vi prego non mi linciate se i personaggi diventano OOC, è forse la terza volta che scrivo di loro e se vanno troppo fuori dal canonico vi prego di farmelo notare, così da poter migliorare. Il titolo invece fa schifo e basta, se avete idee migliori sono tutta orecchi.
Ringrazio Mary Linely, a cui dedico tutta la raccolta, per avermi proposto la Week, per avermi sempre incoraggiata e aiutata e NanaLuna, che ha betato la storia a quest'ora indecente (sei una santa, ricordalo)
Un grazie speciale a tutti voi che avete letto fino a qui e che sprecherete due minuti del vostro tempo a dirmi che cosa ne pensate. 

A domani (si spera),
Tata
   
 
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