Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: nikita82roma    03/07/2016    4 recensioni
Un mese dopo la sparatoria al loft Kate riprende finalmente conoscenza. Ma lei e Rick dovranno ricominciare tutto da capo nel modo più imprevisto e difficile, con un evento che metterà a dura prova il loro rapporto e dovranno ricostruire il loro "Always", ancora una volta. Ma Rick avrebbe fatto tutto per lei, per loro, per riprendersi la loro vita e non avrebbe più permesso a niente e nessuno di separarli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Katherine? Katherine Beckett? Sei proprio tu?
Beckett era seduta sulla sabbia in spiaggia ed aspettava Castle rientrato alla villa per prendere delle bevande. Si voltò verso quella voce stranamente familiare che la stava chiamando e si stupì quando vide quello che lei ricordava solo come un ragazzo. 
Viktor Varos era un suo compagno ai tempi dell’accademia e per un periodo era stato anche qualcosa di più. Vik, come lo chiamavano tutti, aveva voglia di cambiare il suo destino che per quelli come lui sembrava già scritto: un ragazzo di origine kossovara a Staten Island poteva diventare solo un membro degli Albanian Boys, come i suoi fratelli e i suoi cugini. Viktor però voleva per lui qualcosa di diverso, voleva una vita, una vita vera ed aiutare quelli come lui che volevano una possibilità di scegliere la loro strada. Kate amava la sua forza di volontà di ribellarsi a quella vita per seguire la sua idea di giustizia e per questo legarono molto inizialmente: erano due persone giuste segnate in modo diverso dalla crudeltà della vita. Il destino però fu più forte della volontà di Viktor: fu immischiato suo malgrado in una azione della polizia ai danni di alcuni membri della sua famiglia, durante la quale un poliziotto rimase ucciso. Dovette rinunciare al suo sogno, lasciare l’accademia e Kate. Le disse che per lei era meglio non farsi vedere con uno come lui, che non sarebbe stato utile alla sua carriera. Lei capì a malincuore che era vero e così si persero di vista.
- Vik! è bello rivederti dopo tutto questo tempo!
- Già, è passato veramente tanto tempo! Avevo ragione però, tu ce l’avresti fatta, sei diventata capitano prima di chiunque altro!
- Così pare… - Era a disagio a chiedergli cosa ne era stato della sua vita, aveva paura anche della risposta, anche se a vederlo sembrava un ragazzo apposto
- Io anche ho trovato la mia strada. Legale eh, Capitano! - le sorrise - Mi occupo di sicurezza privata, non esattamente quello che volevo fare, ma va bene così.
- Sei in vacanza da queste parti?
Kate si accorse subito dell’inadeguatezza della sua domanda visto l’abbigliamento dell’uomo in giacca e cravatta in spiaggia.
- No, solo qualche ora libera, il mio cliente è in una di queste ville dei ricconi di città ed ho approfittato per una passeggiata sulla spiaggia. Certo non pensavo di trovare te qui.
- Si beh… sto aspettando mio… mio marito: è andato a casa e dovrebbe tornare tra poco.
Kate istintivamente si coprì la mano sinistra, non le avrebbe chiesto spiegazioni ma le sembrava strano parlare di suo marito e non portare la fede: si rese conto, però, che era più suo il disagio che la curiosità degli altri a indurla a compiere certe azioni.
- Un modo elegante per dirmi di andarmene prima che torni?
- No, è solo la verità Vik.
- Posso? - disse indicando a terra davanti a Kate.
- Certo.
L'uomo si sedette vicino a lei e fu così che Castle li trovò quando tornò con due bicchieri di succo di frutta fresca. Rimase fermo a distanza ad osservare Kate chiacchierare allegramente con l'uomo: dalla postura del suo corpo sembrava veramente rilassata e questo gli fece piacere, sebbene non sapesse chi fosse, e questo allertò non poco i suoi sensi iperprotettivi e non solo quelli. Si avvicinò quindi lentamente indossando il suo miglior sorriso di circostanza che sperava servisse a coprire almeno in parte il suo imbarazzo. Raggiunse Kate alle spalle e le porse la bevanda, salutandola con un bacio tra i capelli.
- Piacere Rick Castle! - si presentò da solo a quell'uomo sfoggiando tutta la sua nonchalance
- Piacere Vik Varos, sono un vecchio amico di Kate
Castle offrì all'uomo l'altro bicchiere che aveva preparato per se, da ottimo gentleman: Vik inizialmente rifiutò ma dovette infine cedere all'insistenza di Rick.
Si mise anche lui seduto sulla spiaggia vicino a Kate prendendo la sua mano libera tra le sue mentre li ascoltava raccontare aneddoti del loro passato annuendo e sorridendo quando l'occasione lo richiedeva, senza mai lasciare la mano di sua moglie, un modo delicato per rimarcare la loro unione.
Furono interrotti dal cellulare di Vik che lo richiamava a lavoro.
- Mi dispiace, ma devo andare. Il mio cliente nella villa qui vicino mi ha richiamato.
- Ah, è alla villa del giudice Markway per il torneo di poker! - Intervenne Castle.
- Eh sì, una di quelle cose per ricchi annoiati che devono buttare un po’ di soldi in modo stupido - Rispose Viktor
- Il mio passatempo preferito, almeno fino a quando mia moglie non è entrata nella mia vita. - Lo fulminò Rick mettendo in imbarazzo l’uomo che si congedò velocemente con Kate.
- Magari ci incontreremo di nuovo uno di questi giorni Kate.
- Magari non faremo passare di nuovo tutti questi anni Vik.
Castle fu lieto che l’amico di Kate se ne fosse andato, ma non disse nulla e proprio da quello lei capì il suo malumore.
- Cosa c’è Castle? - Chiese Kate percependo il suo malumore.
- Nulla - rispose lui evasivo.
- Dovresti rivedere le tue abilità di giocatore di poker, non sei molto convincente.
- Non ti posso mai lasciare sola che ti ritrovo con un tuo ex intorno - le disse con un sorriso tirato cercando di risultare più sciolto di quanto non fosse
- Eravamo ragazzini Rick, nulla di importante. Però apprezzo che non lo hai affogato. - provò lei una volta tanto ad alleggerire il discorso.
- Vedi sto migliorando. 
- Mi è piaciuto parlare con lui. È stata una bella sensazione, dopo queste settimane, parlare con qualcuno che non mi dicesse nulla delle cose che non ricordo ed anzi, ricordare con lui avvenimenti del mio passato in modo così naturale.
- Ti ho visto, eri molto rilassata. sono contento di vederti così, veramente.
- Grazie.
- Però sono ugualmente geloso.
- Di Vik? 
- Di tutti. Chiunque vorrebbe essere al mio posto.
- Passare le giornate a fare da babysitter ad una persona che non si ricorda di te?
- No, passare le giornate a cercare di far innamorare di nuovo di me la persona che amo. Sono patetico così vero?
- No. Non lo sei. Credo di essere fortunata, nonostante tutto. Nessuno avrebbe fatto per me quello che stai facendo tu.
- Non lo avrei fatto per nessun altra.
Kate sospirò e cominciò a fissare il mare e l'andirivieni delle onde. La rilassava quel suono costante. 
- Ti va di andare a fare un tuffo in piscina? Da quando siamo venuti non ci siamo mai andati.
- Veramente no Rick. Preferisco rilassarmi su uno di quei comodissimi lettini senza fare nulla! 
- Vieni almeno a farmi compagnia!
- Se me lo chiedi con quella faccia da cucciolo abbandonato non posso dirti di no! 

Arrivati alla grande piscina Kate apprezzò particolarmente l'ambiente riparato da sguardi indiscreti con le alte siepi tra le colonne bianche, i lettini tutti intorno alla piscina, le due cabanas ai lati, la jacuzzi in una zona ancora più riservata.
Kate appoggiò il suo libro su un lettino all'ombra e si sedette, osservando Rick di spalle che si spogliava. Indugiò sulle spalle larghe, il fondoschiena sodo che si vedeva bene nonostante i boxer non troppo aderenti e le gambe possenti. Pensò che anche se non aveva un fisico particolarmente atletico era veramente molto affascinante. 
- Ti piace quello che stai vedendo Beckett?
- La piscina è molto bella. - rispose evasiva ed imbarazzata
- Non parlavo della piscina. - si voltò e lei osservò sfacciatamente tutto il suo corpo fermando lo sguardo sulla cicatrice sul suo petto. Sentendosi osservato proprio in quel punto Castle se la sfiorò con la punta delle dita e Kate distolse lo sguardo. Si tuffò in piscina schizzando ovunque.
- Dai Beckett vieni a farti un bagno! 
- Non ho il costume Castle!
- Puoi farlo anche senza - le disse malizioso
- Scordatelo Castle!
- Dai vai a metterti il costume, si sta benissimo!
- No Rick, sto bene così non mi va! - Kate alle insistenze di Castle chiuse il libro e si spostò da lì andando su un lettino più lontano dalla piscina. Rick uscì dall'acqua seguendola.
- Cosa c'è Kate? 
- Niente Castle.
- Se non vuoi andare in piscina c'è la Jacuzzi, ti rilassi... Hai sempre adorato fare lunghi bagni rilassanti
- Adesso invece non ho voglia di fare nessun bagno.
- In costume starai più fresca - insistette temendo di aver capito quale fosse il problema
- Sto bene così. 
- Se vuoi me ne vado, così ti senti più libera. 
- Che stai dicendo Castle?
- Non stare sulla difensiva Kate e non farti nessun tipo di problema. - prese la mano di lei e la portò sul suo petto. Kate ebbe un brivido per il contatto con la pelle di lui ancora velata da qualche gocciolina d'acqua. - è solo un segno Kate. Non è niente. Non cambia nulla. 
Lei ritrasse la mano ed andò via.

Rick rimase seduto sul lettino valutando cosa fare. Si rivestì e l’andò a cercare infine. Non era nè in giardino nè in spiaggia. Rientrò a casa e non trovandola al piano inferiore, salì fino alla sua camera. Si schiarì la voce sulle scale, come ad annunciare la sua presenza senza volerla cogliere impreparata. La porta della camera era socchiusa, la scostò appena. 

- Che c'è Castle? - chiese Kate abbassando gli occhi dal libro
- Frozen Heat eh? Bel libro, conosco l'autore una persona molto simpatica ed affascinante.
- Anche modesta suppongo. 
- No quello no. - tornò serio - cosa fai qui Kate?
- Stavo leggendo il libro di questo affascinante autore.
- Ok, perché qui in casa? Vieni giù... Puoi fare un bagno, prendere il sole. 
- Non ricominciare Castle, per favore.
- A fare cosa? A dirti di comportarti come una persona normale? 
- Non sono normale Castle? - Kate si alzò dal letto furiosa
- No Beckett non sei normale, se ti comporti così. Siamo qui da giorni, non ti sei mai fatta un bagno in piscina o nella jacuzzi, non hai mai preso il sole...
- Castle allora? Qual è il problema?
- Dimmelo tu Kate, perché non lo fai? Sono io il problema? Vai da sola.
- Non sei tu, non sei tu. - urlò Kate andando verso la finestra. La aprì e si affacciò a guardare l'oceano. - sono io il problema Castle. 
Rick si avvicinò e provò ad abbracciarla da dietro, ma lei scivolò dalla sua presa spostandosi in un altro angolo. Sembrava una preda braccata e indifesa. 
- Non puoi pensare di risolvere tu tutti i miei problemi, non è così che funziona, non puoi farlo Rick
- Non tutti ma questo sì, se solo tu me lo lasciassi fare. 
- Non ti avvicinare Rick - gli disse mentre lui invece lentamente si avvicinava a lei che si spingeva sempre di più nell'angolo
- Non devi avere paura di me. Non devi aver paura di te stessa. Del tuo corpo, del tuo splendido corpo.
- Non mi prendere in giro Castle.
- Non lo sto facendo. Tu sei stupenda, quante volte te lo devo dire? Te l'ho detto cosa penso delle tue cicatrici. Mi devi credere Kate. 

Kate strinse le braccia intorno al corpo chiudendosi in se stessa e mettendosi ancora di più sulla difensiva.
Castle non si fece condizionare dal suo atteggiamento, anzi fu ancora più determinato a scardinare quella sua stupida paura. Avrebbe rischiato, forse lei si sarebbe anche allontanata e chiusa di più, ma non poteva sempre temporeggiare. Le spostò le braccia con decisione ma senza forzarla e Kate le lasciò inermi lungo il corpo. Aveva paura di dove volesse arrivare Rick ma allo stesso tempo non riusciva a fermarlo. Sapeva che non le avrebbe fatto del male, in nessun modo, o almeno lo sperava con tutta se stessa.
Castle posò una mano sulla maglietta di Kate tra i suoi seni indicando con le dita il punto esatto dove l'aveva colpita il cecchino, poi scese più in basso e percorse la cicatrice che si era ricucita da sola, spostandosi più a lato ad accarezzare quella di quando l'avevano operata e non riuscivano a fermarle l'emorragia. Poi si spostò dall'altra parte e con ancora più delicatezza le indicò le cicatrici più recenti. Conosceva a memoria il corpo di lei, più del suo. Fosse stato bravo a disegnare avrebbe potuto ritrarlo in qualsiasi momento senza omettere nessun dettaglio.
Kate osservava con quanta precisione e dolcezza toccava ogni suo segno. Ogni suo movimento era carico di amore, rispetto ed ammirazione e lei li percepiva.
- Ricordo ogni tua cicatrice Kate e posso sentire viva ancora oggi la paura che ho provato per ognuna, più che se fossero mie. Non ho bisogno di vederle per sapere che ci sono e non cambiano nulla di te, se non che dimostrano quanto sei forte. 
- Rick... - non riuscì a dire altro mentre lo guardava fisso negli occhi
- Non ti devi mortificare. - Le prese il viso tra le mani per darle un dolce bacio sulle labbra. - Ti aspetto giù.
Uscì dalla stanza lasciandola sola con i suoi pensieri. L'aveva messa a nudo senza toglierle un vestito. Più nuda di quanto aveva paura di essere. 

Rick tornò in piscina e si mise seduto su un lettino ad aspettare. Non era per nulla convinto che arrivasse ma ci sperava. In caso contrario non avrebbe desistito, ci avrebbe provato ogni giorno, con ogni modo possibile, non poteva lasciare che le sue paure vincessero su di lei. 
- Rick... 
Si voltò di scatto e la vide vicino al cancello. Era avvolta in un accappatoio corto annodato in vita che lasciava scoperte le sue lunghe gambe.
- Hey, vieni qua... - le disse aprendo le braccia. Kate andò verso di lui e si lasciò abbracciare. Rimase seduto stringendola a se ed appoggiando la testa sul suo petto. - Sono contento che sei venuta. 
- Non mi avresti dato tregua se non lo avessi fatto. - gli disse accarezzandogli i capelli. - Allora, com'è l'acqua?
- Ottima. Io intanto vado, se tu ti vuoi preparare con calma... - fece per alzarsi ma Kate gli mise una mano sulla spalla
- No Rick, aspetta. - prese le mani di lui e le portò sul nodo dell'accappatoio.
Castle alzò lo sguardo cercando gli occhi di lei e fissandoci i suoi. Sciolse lentamente il nodo, portò le mani sotto la spugna morbida toccando la pelle di lei, cingendole i fianchi ed aprendo l'indumento senza abbassare mai lo sguardo dal volto di Kate. Percorse con le mani i lati del suo addome fino a congiungerle sulla schiena di lei che mosse appena le spalle lasciando scivolare l’accappatoio: Rick spostò le braccia e lo fece cadere a terra. Non aveva ancora guardato il corpo di Kate, aspettava che lei gli desse il permesso, ma il solo fatto di sentirlo sotto il tocco delle sue mani lo fece emozionare al punto di rendergli necessario respirare più profondamente.
Rick si sfilò la tshirt e si alzò, avvolse Kate nel suo abbraccio.
- Brava Kate, un passo alla volta.
Castle poi si buttò in acqua schizzandola di nuovo ed ora sì la guardava, da dentro l'acqua mentre si portava all'indietro il ciuffo bagnato ed invitandola con le mani a raggiungerlo. Kate si tuffò con uno stile decisamente migliore di quello di Rick e riemerse proprio davanti a lui togliendosi i capelli dal viso scuotendo la testa con quel movimento che Rick trovava così sensuale. Gli sorrise buttandogli le braccia al collo.
- Non è così male la tua piscina Castle.
Kate lo bacio e poi scomparve di nuovo sott’acqua, lasciando Rick appoggiato al bordo della piscina con un sorriso compiaciuto sul volto.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: nikita82roma