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Autore: EnderScribble    07/07/2016    0 recensioni
/Versione Finale della serie ambientata durante "Le Origini"/
Jack Hiddenblade, un giovane Nephilim desideroso di mettersi alla prova, giunge a Londra, la sua casa, a seguito di strane voci di omicidi e di un simbolo che per quelli come lui ha un grande valore.
I Templari, ritenuti ormai tagliati fuori dal Mondo Invisibile stanno crescendo sempre più nell'Enclave.
Ma chi è il misterioso Magister che intendono sfruttare? E cosa sono i Congegni Infernali?
Solo il frutto della geniale mente di un mondano, o un tassello di un puzzle i cui pezzi furono sparpagliati migliaia di anni or sono per il mondo e che l'unica cosa che li accomuna tutti è un frutto? Un frutto dell'Eden.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, Nuovo personaggio, Theresa Gray, Un po' tutti, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Jack si svegliò, e i raggi del sole gli colpirono gli occhi accecandolo per qualche istante. Si portò una mano all’occhio sinistro e sentì che tutta la parte della fronte sopra di esso era fasciata e appiccicaticcia. -Jack… Jack!- Henry lo stava chiamando, e quando mise a fuoco la vista si accorse che l’inventore era su di lui preoccupato. –Grazie all’Angelo stai bene…- disse asciugandosi la fronte e alzandosi. Jack si mise seduto e si accorse di essere nel giardino davanti alla Casa Oscura. La testa gli faceva un male dell’anima… -Che diamine è successo?- domandò rimettendosi in piedi del tutto, seppur barcollante. Will era appoggiato alla carrozza, al suo interno c’era Tessa, apparentemente svenuta… ciò lo riportò agli avvenimenti nella cantina. -Sei stato gettato a terra da una delle due sorelle… poi un pezzo di soffitto ti è caduta in testa, mettendoti k.o…- indicò la fasciatura. –C’è mancato poco che non ti prendesse direttamente l’occhio…- -Che è successo alle due sorelle?- chiese l’Assassino massaggiandosi la zona fasciata. -Una delle due è scappata…- rispose Will dalla carrozza. –L’altra?- continuò Jack. -Morta…- finì il nephilim. Jack si maledisse per essersi fatto mettere al tappeto da uno stupido pezzo di roccia. -Devo interrogare la ragazza…- decise. -Non finché non si sarà rimessa…!- rispose Will deciso e gettò uno sguardo preoccupato a Tessa. -Va bene, va bene…- disse Jack agitando la mano. –Meglio tornare all’Istituto…- Una volta ritornati, Jack fu curato da un Fratello Silente mentre Tessa fu portata in una stanza, e visitata da un altro Fratello. -Dannazione! Gli avevo detto che mi serviva viva!- disse Jack all’amico Jon mentre il Fratello Silente usciva dalla stanza. -Non è colpa loro…- rispose Jon. -…la priorità era salvare la ragazza e loro stessi! E poi… una è ancora viva!- -Già…- Jack si avvicinò allo specchio sopra la tinozza d’acqua e si scostò i capelli. Grazie alle rune dei Fratelli Silenti la ferita si stava già cicatrizzando lasciando una linea che partiva dalla metà della fronte ai capelli sopra l’orecchio sinistro. -Hanno detto che la conoscevi…- disse il lupo mannaro. Jack scrollò le spalle. –Si… l’ho incontrata sulla nave per Londra… è americana, il fratello vive qui e le ha offerto di venire dopo la morte della loro zia… l’unica cosa importante, è che conosce anche lei il Magister… quelle due vecchie la volevano far sposare con lui…- -Ottimo! E’ una pista in più…- Jon si sfregò le mani soddisfatto mentre l’amico si dirigeva verso la porta. –Dove vai?- chiese. -A fare due domande alla nostra cara Tessa! Tu intanto vai da Marco, digli che stiamo cercando una signora anziana, alta e magra… nella zona di Whitechapel, probabilmente è una strega. Voglio sapere dov’è!- -Bene… glielo dirò… buona fortuna con la ragazza!- urlò, mentre l’amico usciva dalla stanza. Quando Tessa si svegliò, la prima cosa che vide fu la faccia senza occhi e solcata dalle rune di Fratello Enoch, facendola trasalire e urlare, mentre delle deboli risate umane si levavano dalla sedia davanti a lei. Jack Hiddenblade era seduto sulla sedia e la osservava, divertito. -Scusate…- disse trattenendo una lacrima. -…non ho resistito a chiedere a Fratello Enoch di sporgersi un poco…!- “Non è stato divertente.” Disse una voce nella sua mente, e si rese conto che proveniva dall’uomo senza occhi. Si mise seduta sul letto appoggiata con la schiena al cuscino e fissò il Nephilim con astio. -Ma voi che cosa siete?- domandò di sott’occhi. –Chi? Io? Solo un giovane gentiluomo avventuriero… ditemi, sapete chi erano quelle due vecchiacce che vi tenevano prigioniera?- -Voi mi avete mentito su quella nave! Probabilmente siete un amico delle Sorelle oscure…!- rispose invece Tessa. Jack si afferrò il mento con aria pensante. –Ecco come si chiamavano… comunque, io non sono dalla loro parte!- si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro davanti al letto. –Ne abbiamo uccisa una… ma l’altra è ancora in giro… devo trovarla. Assolutamente. Avete idea di dove possa essere andata?-. Tessa si fermò a pensare, finalmente una di loro due era morta, di sicuro l’altra era dal Magister, a dirgli che era scomparsa, che aveva disobbedito. Avrebbero ucciso suo fratello. -Va tutto bene?- domandò il Nephilim. Tessa alzò il viso con le lacrime agli occhi. -Lo uccideranno… uccideranno Nate…- -Chi…?- chiese Jack prima di ricordarsi del fratello di Tessa. –Oh… vostro fratello… sapete dove abita?- -No… so solo che è prigioniero del Magister… è a lui che volevano darmi in sposa…- Tessa si afferrò il volto mentre il Nephilim si avvicinava e le mise una mano sulla spalla. -Lo troveremo…- disse lentamente. –troveremo vostro fratello, sano e salvo!- Tessa alzò di nuovo il volto. –Grazie…- disse, ma il Nephilim era già davanti alla porta. –Aspetta ti prego! Ho delle domande da farti!-. Il Nephilim voltò il capo rimanendo sulla porta. –Tranquilla… avrai le risposte…!- e col suo mezzo sorriso uscì dalla stanza. Decise di fare un giro in strada prima di dirigersi alla Devil Tavern per aggiornare il resto della Confraternita. Prese il suo cappello a cilindro bianco dall’attaccapanni e tirò fuori il bastone da passeggio animato da sotto il cappotto e aprì la porta, quando Thomas arrivò correndo verso di lui con una lettera in mano. -E’ per voi signor Hiddenblade. Disse porgendogli la lettera, Jack riconobbe il simbolo del fulmine nella ceralacca. –Viene dall’Istituto di York…-. L’Assassino l’aprì e lesse il contenuto e se la mise in tasca sbuffando. –Grazie Thomas… di agli altri che farò tardi stasera…- -Avete per caso bisogno di un passaggio, signore?- chiese mentre il Nephilim attraversava il portone. –No grazie!- rispose agitando la mano libera. –Camminare mi farà bene…-. La città era buia e le strade intorno all’Istituto erano vuote, nonostante da alcune finestre uscissero deboli luci. Ripensò al contenuto della lettera. A quanto pare il vecchio era venuto a sapere che Jack era tornato in Inghilterra, meglio tardi che mai. Camminò a lungo prima di arrivare davanti ad una schiera di case tutte uguali a due piani con due finestre bovinde accanto alla porta, e attaccate tra di loro che davano sul Tamigi, con una corta strada che le separava dal fiume. Da li si vedeva il Big Ben tutto illuminato ergersi dal Parlamento Inglese. Jack rimase a contemplare quello spettacolo finché non udì il rumore di una porta aprirsi. Si girò e vide la testa di Conrad sbucare dalla porta della casa centrale. -Conrad…- disse Jack per salutarlo. -Mi sembrava che fossi tu…- rispose lo stregone aprendo di più la porta. -…stavo leggendo accanto alla finestra… cosa ti serve?- -Devo solo parlare con la tua coinquilina… posso entrare?- disse voltandosi. –La chiamo subito…- rispose e rientrò in casa seguito dal Nephilim. Jack si tolse il cappotto e il cappello e li appese all’attaccapanni e appoggiò il bastone accanto alla porta. La casa era molto semplice, la mobilia era costituita principalmente di soprammobili da tutto il mondo: bambole voodoo delle paludi della Luisiana, quadri dal gusto rinascimentale e armi di tutti i tipi. Sul camino troneggiava un quadro raffigurante una famiglia di tre persone. Dalla porta della cucina entrò Shyreen che si sedette su una poltrona. -Conrad sta preparando il the… ha detto che volevi parlarmi…- -Esatto…- il Nephilim si sedette sulla poltrona accanto. –ho bisogno di un favore… tu conosci il mio bisnonno, vero?- -Solo per sentito dire…- rispose con un tono di amarezza. -Mi serve che investighi nel regno delle Fate riguardo ad un rapimento avvenuto nel 1837, all’Istituto di York…- prese la lettera e la passò alla fata. Questa lesse il contenuto con gli occhi leggermente chiusi, quasi non ci vedesse. -Il tuo bisnonno ha una cattiva reputazione trai Nascosti… non vedo perché debba aiutarlo…- ripose la lettera sul comodino. -lo so…- disse Jack sospirando. –ma sai com’è… il vecchio non si fa scrupoli, e farà di tutto per vendicarsi del torto subito!- mise la mano sulla sua spalla. –Tu puoi scoprire la verità senza che nessuno si faccia male… più o meno… ti prego...-. Shyreen guardò Jack di sott’occhi e alla fine, a denti stretti disse. –Va bene… farò quel che posso!- e si lasciò sprofondare sulla poltrona. Quando il the fu finalmente servito dallo stregone di ritorno dalla cucina, si udì bussare alla porta, e Marco e Jon entrarono nel salotto. -Ho preferito dirgli di venire qui- spiegò Conrad mentre sorseggiava il suo the. –invece che spostarci tutti al Devil Tavern… allora, Jack, che novità hai sul Pandemonium Club?-. Il Nephilim posò la tazza e osservò i presenti prima di parlare. -Il Pandemonium Club è gestito da due vecchiette, si fanno chiamare le Sorelle Oscure... purtroppo una di loro è morta durante l’assalto da parte nostra… ho chiesto a Jon di cercare l’altra…-. Marco si alzò per parlare. –Porto buone notizie, dunque… dei Nascosti miei amici, hanno visto una vecchietta che corrisponde alla tua descrizione fuggire in direzione opposta del Pandemonium Club… purtroppo, a quale indirizzo sia attualmente non me l’hanno riferito… di sicuro però è rimasta a Whitechapel!-. Il gruppo di Assassini rimase un attimo in silenzio, indeciso sul da farsi. -C’era una cosa strana in quella casa…-. Disse Jack rompendo il silenzio, gli occhi fissi sulla sua tazza. Bevve un rapido sorso di the e riprese a parlare. –Ho visto il corpo di una donna… ma c’era un non so che di innaturale in lei. Era fatto interamente di metallo. Una bambola di ingranaggi e meccanismi…-. Alzò lo sguardo e vide che tutti avevano gli occhi fissi su di lui. -E non era la prima che vedevo di quelle creature! Un uomo che aveva accompagnato Theresa Gray da suo fratello… quando ho usato l’occhio dell’angelo su di lui, non aveva funzionato! E ancora, nella cantina di quella casa, macchinari che scuoiavano cadaveri di uomini, donne e bambini! Sicuramente con l’intento di usare le loro pelli come maschere per quei mostri di metallo…!- la sua voce era fredda e dura al ricordo della stanza. Era bastata una rapida occhiata perché quelle immagini gli restassero impresse nella mente. -Stai dicendo che i collaboratori del Magister utilizzano… ehm… automi meccanici al loro servizio?- domandò Conrad allibito. -Già…- confermò il Nephilim. Lo stregone rimase un attimo a pensare. –Non ho mai sentito parlare di cose del genere… o meglio, ne ho sentito solo in opere di fantasia mondana… l’ultima volta è stata più di sessant’anni fa, da un mio amico stregone che viveva nello Yorkshire! Forse, potremmo usarle a nostro vantaggio!- esclamò alzandosi. –Jack, indaga a Whitechapel domani, dici che il tuo occhio dell’angelo non funziona su di loro, ottimo! Non credo che ci siano molti oggetti di forma umana che camminano da soli… seguili e vedi se ti portano dalla nostra strega!-. Jack fece un cenno di assenso con la testa, mentre lo stregone osservò l’orologio. -Bene, per stasera abbiamo finito, ritroviamoci qui dopodomani con le novità, io tornerò alla Casa Oscura e cercherò altre prove a favore dei mostri meccanici!- batté le mani e tutti si alzarono. -Nulla è reale, tutto è lecito.- dissero, e si congedarono. Qualcunò bussò alla porta della stanza di Tessa. -Avanti…!- disse la ragazza. Jack Hiddenblade fece capolino togliendosi il cilindro bianco in segno di saluto. -Buonasera, Tessa… volevo scusarmi per quello scherzo di prima e sapere come stavate…-. Tessa era sdraiata sul letto a leggere e si mise seduta. –Tutto bene, grazie…-. -Mi spiace inoltre di non avervi detto la verità sul mio conto sulla nave, ma non ci è permesso rivelare la natura del nostro operato ai Mondani… se avessi saputo che vi avrebbero portata in quella casa…- si scusò, poi notò il libro che stava leggendo. -Vedo che state leggendo il Codice degli Shadowhunters! Ne ho una copia anch’io in giapponese... beh, vedo che state bene, buona notte, Tessa!-. si rimise il cappello e fece per uscire quando la ragazza lo chiamò. -Aspetta!... ehm… accetto le tue scuse… immagino, che avrei fatto la stessa cosa al tuo posto…- fece un sorriso imbarazzato. –Buona notte…-. Jack ricambiò il sorriso e uscì, ma prima si soffermò sul volto di Tessa. Gli ricordava in modo inquietantemente simile un quadro che aveva visto nell’Istituto di York quando era piccolo... Uscì e rimase un attimo appoggiato al proprio bastone a ripensare al quadro. Forse il vecchio non aveva fatto male a chiedergli di riprendere le ricerche.
   
 
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