Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: nikita82roma    08/07/2016    5 recensioni
Un mese dopo la sparatoria al loft Kate riprende finalmente conoscenza. Ma lei e Rick dovranno ricominciare tutto da capo nel modo più imprevisto e difficile, con un evento che metterà a dura prova il loro rapporto e dovranno ricostruire il loro "Always", ancora una volta. Ma Rick avrebbe fatto tutto per lei, per loro, per riprendersi la loro vita e non avrebbe più permesso a niente e nessuno di separarli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Che il sole fosse già alto Kate lo aveva capito da quanta luce c’era nella stanza quando aveva aperto a fatica gli occhi. Quella stanza era esposta ad est e la luce era molto più forte che nella sua. Non si rese immediatamente conto che era ancora appoggiata sul petto di Castle, che le accarezzava i capelli: se non fosse stato per la luce, avrebbe tranquillamente potuto pensare che aveva chiuso gli occhi solo per pochi minuti. Sentiva il corpo di lui sotto il suo e le loro gambe ancora intrecciate, si spostò rapidamente, imbarazzata e lo fu ancora di più quando si ricordò di cosa aveva fatto la notte precedente.
Rick si accorse che si era svegliata dai movimenti troppo repentini e da come il suo corpo si era irrigidito.
- Buongiorno - le sussurrò tra i capelli
- Ciao - gli rispose lei tirandosi su, facendo scorrere una mano sul suo torace. - Che ore sono?
- Le undici, più o meno.
- Così tardi? - Chiese con la voce ancora impastata dal sonno
- Avevi appuntamenti questa mattina, Beckett? - Si divertiva Rick a prenderla in giro, non gli sarebbe capitato spesso in futuro che fosse lei quella che dormiva fino a tardi.
- Mmm no… - Rispose appoggiando la testa sulla spalla di lui.
- Bene. Dovremmo andare a mangiare qualcosa, che ne pensi?
- Altri cinque minuti Castle!
I cinque minuti diventarono molti di più ma Rick non se ne preoccupò. Gli piaceva vederla sonnecchiare rilassata, soprattutto considerato quello che era accaduto durante la notte e le montagne russe emozionali che avevano percorso.

- Sono rimasta tutta la notte così? - Chiese timidamente Rick
- Non tutta, ma gran parte. - Le sorrise lui.
- Scusami non volevo.
- Allontanarti? - Rick sorrideva ancora divertito e Kate abbassò lo sguardo, adesso molto a disagio.
Si alzò e non potè fare a meno di notare Castle disteso sul letto vestito solo dei boxer che lasciavano bene poco all’immaginazione e si rese conto che era lì che aveva passato tutta la notte e la mattinata. Si morse il labbro mentre usciva dalla stanza.
- Vado in camera a farmi una doccia - gli disse uscendo senza indugiare oltre a guardarlo.
- Vuoi che vengo con te? - Chiese lui malizioso
- Non credo che sia il caso. - Rispose quando era già fuori dalla porta
- Io ho dimostrato di sapermi comportare bene Beckett! - Disse Castle a voce più alta per farsi sentire, poi si accomodò meglio sui cuscini con un sorriso beffardo stampato in volto. Il punto era suo questa volta.

Saltarono la colazione, pranzando direttamente. Castle aveva preparato una Cesar Salad e dei crostini con avocado e salmone. Kate quando vide la tavola apparecchiata e Rick ad aspettarla rimase stupita di come in poco tempo riusciva a preparare piatti così gustosi. La stava viziando e si chiedeva se lui fosse effettivamente sempre così oppure se quello era un comportamento particolare che aveva in quel periodo.
- Ehy Chef Castle ha preparato il pranzo!
La fece accomodare e le servì quanto aveva cucinato. Kate decise affrontare l’argomento che la teneva sulle spine.
- Ehm Rick... Quello che è successo stanotte...
- Va tutto bene Kate. - Tentava di rassicurarla.
- Sì ma io ci tenevo a dirti che di solito non sono così, non so cosa...
- Ehy, so come sei non ti devi giustificare. Non è mica la prima volta che prendi l'iniziativa - Castle rideva sotto i baffi tra una forchettata e l'altra e tanto lei si imbarazzava, tanto lui si divertiva - Poi non hai fatto nulla di male, hai solo provato a sedurre tuo marito!
- Comunque volevo ringraziarti per quello che hai fatto e non hai fatto.
- Ti saresti pentita? - Chiese Rick tornando serio.
- Sì, cioè no. Uff... - sbuffò faticando a trovare le parole giuste e per vincere l'imbarazzo di parlare di questo - Non mi sarei pentita di quello che poteva accadere, ma avevi ragione tu, non era il momento nè il modo giusto.
- Ok. Siamo d'accordo su questo quindi. Vale lo stesso per me...
- Ok... - guardò a lungo nel suo piatto giochicchiando con il cibo.

Non ne parlarono più per il resto della giornata che passarono tranquillamente in spiaggia. Tornò Mike a portare le altre cose che Rick aveva ordinato riempiendo di nuovo la dispensa. Approfittava di quelle giornate che trascorrevano fuori per far rassettare la villa senza essere disturbati. 
Fecero lunghi bagni e passeggiate, si riposarono sotto il gazebo in un angolo di spiaggia riparato da occhi indiscreti, mangiando frutta fresca imboccandosi a vicenda cercando nelle piccole cose una intimità che stavano ricostruendo pian piano. Kate adorava quei grandi lettini matrimoniali più comodi di tanti letti in cui aveva dormito, ma in nessuno di quelli che ricordava c'era il petto di Castle su cui appoggiarsi ed anche questo faceva la differenza. Le piaceva poi il rumore del vento che sbatteva sulle tende ed il profumo di salsedine che trasportava.
- Mi piacerebbe rimanere qui stanotte - Kate non credeva che aveva detto ad alta voce quella che sembrava solo una sua fantasia: dormire in spiaggia in un gazebo era una cosa così lontana dalla Beckett che ricordava di essere eppure adesso le sarebbe piaciuto veramente. Fosse stata insieme a qualunque altro uomo di quelli che aveva frequentato le avrebbe fatto presente quanto quella sua idea fosse folle, elencandole tutti i motivi per i quali sarebbe stata una cosa impossibile e insensata. Ma lei era con Richard Castle.
- Ti piacerebbe dormire in spiaggia? - Chiese Rick sorpreso e Kate l'unica cosa che fece fu annuire.
- Ok! Mi sembra una bellissima idea! - Castle era già entusiasta della cosa - Ah Kate, ma la tua idea include che io stia qui con te oppure vuoi dormire in spiaggia da sola?
- Se non trovi un cuscino più comodo mi accontento di te, Castle!
Rick immaginava che il buon senso avrebbe dovuto dirgli che dormire in spiaggia non fosse una cosa estremamente sicura e che non si confaceva con l'idea che doveva avere di tenerla al sicuro, ma erano quasi morti dentro casa loro, in un palazzo sorvegliato e con un sofisticato sistema di sicurezza, potevano anche fare questa pazzia di dormire in spiaggia, al massimo lui non avrebbe dormito per vegliare su di lei, ma se voleva stare lì lo avrebbero fatto.
Ancora qualche bacio al tramonto e poi Castle tornò alla villa per preparate tutto, come aveva pianificato mentalmente in quei minuti. Tornò con la golf car facendo ridere Beckett tantissimo quando non si accorse che la strada era finita e rimase insabbiato e sotto il suo sguardo divertito faceva avanti e indietro per prendere tutto quello che aveva portato. Cuscini, soprattutto e delle coperte perché non aveva idea quanto calasse la temperatura la notte con l'umidità del mare e Kate era sempre stata freddolosa. 
- Non hai paura della concorrenza? - gli disse Beckett indicando i tanti cuscini di varie dimensioni
- Sono molto sicuro di me stesso e delle mie qualità di cuscino umano - rispose sicuro Castle sdraiandosi al suo fianco baciandola intensamente fino a quando non furono interrotti dal suono del cellulare di Rick. 
Fu una breve conversazione e riattaccò.
- Hai fame Kate? 
- Un po'... Qualche proposta?
- Tra poco vedrai!

Non dovettero aspettare molto: Mike arrivò seguito da altri due uomini. Sistemarono vicino a loro un tavolo basso di legno bianco sul quale appoggiarono due vassoi coperti e delle bevande mentre uno di loro posizionava intorno al gazebo delle fiaccole per illuminare l'ambiente ormai totalmente avvolto nell'oscurità, rischiarato solo dalle luci della villa in lontananza. 
Quando furono di nuovo soli Rick prese i vassoi e li mise sul letto in mezzo a loro. Tanti piccoli spiedini di vari tipi di carne, di pesce e di verdura. 
- Così sono pratici da mangiare - disse Castle prendendolo uno e mangiandolo di gusto, imitato subito dopo da Kate che fece lo stesso in maniera molto più provocante. - Non avevo pensato a questo aspetto - disse infine deglutendo rumorosamente suscitando le risate di Kate che esasperava volutamente i suoi gesti stuzzicandolo.
Mangiarono spilluzzicando uno spiedino ogni tanto per gran parte della serata, alternandoli con chiacchiere sul nulla, coccole e risate. Più Kate rideva, più il cuore di Rick si riempiva di lei, con il fuoco che illuminava il suo viso ed il suo sorriso creando giochi di luci e ombre che la rendevano ancora più bella. Per questo lui continuava a raccontarle aneddoti buffi e storie divertenti narrando con le sue innate qualità di affabulatore situazioni particolari che avevano vissuto lavorando insieme in quegli anni.
- Perchè trovi sempre qualcosa da raccontare per farmi ridere? Mi fanno male i muscoli del viso! - Protestò lei fintamente arrabbiata
- Perchè amo da morire vederti ridere - le diede un bacio - ed il tuo sorriso - le diede un altro bacio - ed il suono della tua risata - un altro bacio ancora. Tolse tutto quello che di superfluo c’era in mezzo a loro e la strinse tra le sue braccia, coprendo entrambi con un leggero plaid. 
Kate si accoccolò su di lui e constatò che preferiva decisamente quando dormiva senza maglietta per sentire la sua pelle a contatto con il suo volto.
- Castle?
- Uhm?
- Sei sempre molto comodo.

Beckett si svegliò alle prime luci dell’alba che illuminava la spiaggia. Ci mise un po’ a realizzare dove erano. Durante la notte Castle le aveva appoggiato un’altra coperta sopra e le piaceva quel tepore di prima mattina mentre la bassa marea allontanava il mare da loro. Si alzò piano, cercando di non svegliarlo, ma non resistette alle sue labbra un po’ imbronciate mentre dormiva e ci appoggiò sopra le sue baciandolo lievemente e poi coprendolo meglio. Prese una delle coperte che erano ancora piegate sulla sabbia, l’avvolse sulle spalle e si sedette in riva al mare che era ancora lontano. Lo vedeva avvicinarsi lentamente, onda dopo onda. Giocava con la sabbia umida facendola scorrere tra le mani, scrivendo sulla sabbia i suoi pensieri con le dita, cancellandoli subito dopo ancor prima di averli riletti, per paura di scorgere verità che non voleva ancora ammettere a se stessa.
Il sole ormai era sorto e l’oceano era tornato a lambire la spiaggia. Kate si sentì abbracciare da dietro e poi le labbra di Rick appoggiate sul suo collo disegnando baci. 
- Buongiorno dormiglione - gli disse senza guardarlo, stringendo le braccia di lui ancora di più su di se.
- Buongiorno mia musa - le rispose continuando a baciarla con la voce ancora impastata
- Musa?
- Sì, ti vedevo e mi hai ispirato, come sempre.
- Vuoi scrivere oggi?
- Dopo colazione, se non ti dispiace, prima che l’ispirazione mi abbandoni, mi concedi una mattinata di scrittura?
- E va bene scrittore!

Quando tornarono in casa trovarono una scatola con ciambelle ancora calde lasciate da Mike poco prima, che accompagnarono con i caffè fatti da Rick. Kate andò a farsi un lungo bagno per togliersi di dosso e dai capelli la salsedine accumulata nella notte e quando tornò al piano inferiore trovò Rick intento a scrivere sul suo portatile. Era la prima volta che lo prendeva da quando erano lì e la prima volta che lo vedeva all’opera. Si era chiesta tante volte quando leggeva da ragazza i suoi libri come era quando scriveva, come lo faceva, se era calmo e riflessivo o, come nella realtà, frenetico. Muoveva le dita veloci sulla tastiera picchiettando ritmicamente e seguendo con lo sguardo le linee sullo schermo che si susseguivano velocemente.
Stava sulla sua poltrona con le gambe allungate sul puff davanti a lui ed il portatile sulle ginocchia, si fermava solo ogni tanto, qualche istante per rileggere e poi riprendeva a far danzare le sue dita tra i tasti, come abili ballerini di tip tap. 
Kate si sedette sul divano con le gambe incrociate, aveva preso un libro per leggere, ma non lo aprì, preferendo rimanere a guardare il suo scrittore e si morse il labbro quando si rese conto di aver pensato che era suo, ma Castle era così preso che non si accorse nemmeno per un istante che lei aveva i suoi occhi fissi su di lui.
Quella che doveva essere una mattinata di scrittura divenne un giorno intero. Quando in serata Kate lo vide stropicciarsi gli occhi e stiracchiarsi, gli andò vicino, gli chiuse il portatile e glielo tolse dalle gambe.
- Ora basta scrittore… Sei esausto. - Si sedette sulle sue ginocchia e appoggiò la testa sulla sua spalla.
- Scusami Kate… Ti ho trascurata tutto il giorno. Era da tantissimo tempo che non scrivevo più.
- Mi farai leggere quello che hai scritto?
- Solo quando avrò finito! E poi devi ancora finire gli altri libri di Nikki Heat, non puoi leggere questo adesso!
Rick volle portarla fuori a cena, anche se Kate avrebbe preferito rimanere a casa. Andarono in un ristorante italiano non lontano dalla villa dove Castle sosteneva facessero la migliore pizza degli Hamptons e dopo averla mangiata di gusto, Kate convenne che era vero. Conclusero il pasto con un tiramisù e tante altre chiacchiere, Rick le raccontò più o meno quello che aveva scritto e la trama del suo nuovo romanzo, senza però rivelarle troppo. Le comprò un intero mazzo di rose rosse, le fece dedicare una dietro l’altra tutte le canzoni classiche italiane dal cantante del ristorante al quale lasciò una generosa mancia. Tornarono a casa tardi dopo aver passato una bellissima serata spensierata.

- Ci vediamo domattina Kate - Erano davanti alla porta della camera dove dormiva Beckett e Rick le diede un bacio sulle labbra troppo delicato per poter essere un vero saluto. Era uno di quei baci che potevano essere solo l’aperitivo di un pasto più succulento o l’ultimo cucchiaino di dolce di uno già consumato.
- Rimani. - Gli disse lei. Non era una domanda, nemmeno una richiesta. Era un’affermazione seguita da una presa sul braccio così ferma e decisa che non poteva fare altrimenti.
- Hai ancora paura degli incubi? - le chiese Rick con voce bassa ad un passo dalle sue labbra.
- Ho paura dei sogni
Era un’affermazione, quella di Kate, alla quale Castle non volle o non seppe dare una risposta. La lasciò cadere in un angolo della sua mente, domandandosi solamente quale potesse essere il sogno di lei. 
Entrarono nella stanza di Kate, in quella che da anni ormai era la loro stanza. Rick chiuse la porta, non perchè qualcuno potesse disturbarli, ma voleva che quel momento non si disperdesse, che rimanesse chiuso tra le quattro mura della loro stanza. 
- Castle… Io credo che sia il momento giusto… - Kate sorrise nervosamente mentre lui diventò serio a tal punto che lei pensò che ci fosse qualcosa che non andava. Il pensiero durò solo un attimo.
Rick le percorse il contorno del viso con l'indice, per poi passarlo sulle labbra di lei. Le scostò i capelli dal collo e si piegò a baciarlo, prima da una parte poi dall'altra. Le sbottonò solo un paio di bottoni della camicia di seta chiara, scoprendo il suo décolleté e un po' di più le spalle alle quali dedicò subito le sue attenzioni continuando la scia di baci che partiva dal collo. Non c'era una parte del suo corpo che non voleva amare, aveva l'urgenza di farle capire che amava tutto di lei ma lo voleva fare senza frenesia, avevano tutto il tempo che volevano e nessuna fretta di appartenersi. Per lei sarebbe stata la loro prima volta e voleva che fosse speciale. Kate lo lasciava fare, gli accarezzava i capelli mentre lui la baciava e si perdeva nei suoi occhi ogni volta che alza la testa e cercava nel suo sguardo una tacita conferma nel poter andare avanti e Rick non aveva nessuna voglia quella sera di fermarsi. La guardava fissa negli occhi mentre le finiva di sbottonare la camicia che si aprì lasciando in vista i suoi seni coperti solo da un velo nero di pizzo ed il ventre prezioso, mentre lei faceva lo stesso con quella di lui.
Castle le poggiò le mani sui fianchi facendole risalire lungo la schiena, cercando il gancio del reggiseno che aprì rapidamente e poi fece scivolare via dal suo corpo sia quello che la camicia e fece lo stesso con la sua. Si piegò davanti a lei accostando delicatamente entrambe le mani sul suo ventre, erano così grandi che lo coprivano quasi tutto e poi appoggiò le labbra nello spazio lasciato libero dalle mani baciandola dolcemente. Kate ebbe un brivido nel vedere e vivere una situazione così intima e dolce e pensò che in quel momento i suoi ormoni le stavano facendo proprio un brutto scherzo perché tanto lo desiderava quanto si commuoveva a vederlo così, ma Rick incurante della lotta interiore di Kate, continuava nel suo intento e slacciò il cordino dei pantaloni di lino di lei che andarono a fare compagnia a terra al resto dei loro abiti, raggiunti dai suoi che si sfilò appena rialzato.
La fece sdraiare sul letto e lei si lasciò condurre. Era sopra di lei, tenendosi sugli avambracci per non pesare sul suo corpo. La baciò dolcemente.
- Niente incubi Kate, lasciati amare. - le sussurrò ricordandosi quanto accaduto pochi giorni prima.
Si sollevò per ammirarla coperta solo dal pizzo nero del perizoma: i seni pieni più gonfi e il ventre pronunciato erano segni inequivocabili della vita che cresceva in lei e solo ora ammirava anche i lineamenti del viso più morbidi del solito. Era così donna, così florida che la trovava ancora più eccitante. Era in completa adorazione di lei. Kate sentiva il suo sguardo addosso che la lambiva come fossero dolci carezze e si rese conto che nessuno in tutta la sua vita l'aveva mai guardata così e si sentì lusingata. Castle si piegò nuovamente sul corpo di lei baciandole ogni cicatrice, ogni segno delle sue battaglie e più i ricordi erano dolorosi, più gli prestava attenzione, perchè non avesse più alcun tipo di dubbio o preoccupazione: la voleva far sentire bella, eccitante, desiderata, amata. Rick alzava la testa ogni tanto, tra un bacio e l'altro e cercava gli occhi verdi di Kate che luccicavano della sua stessa passione e lei si perdeva in quelli di Castle ora inscuriti dal desiderio ed un brivido la percorse quando fu pienamente consapevole che era lei la fonte che lui bramava come un’assetato nel deserto e si sentì veramente viva per la prima volta, come forse non si era mai sentita.
Anche quella poca stoffa che li separava divenne di troppo per l'urgenza, ora sì, dei loro corpi di ritrovarsi. Rick si beò del volto di Kate sorpreso, appagato e cupido quando lui scivolò dentro lei senza incontrare nessuna resistenza. A Kate scappò un gemito che Castle raccolse tra le sue labbra baciandola ancora prima che la loro danza d'amore cominciasse. Poi fu solo il tempo della pelle che incontrava la pelle, delle mani che cercavano avide il corpo dell’altro, dove il pensiero lasciò il posto ai desideri che seguivano solo la passione primordiale che faceva unire due anime fatte per non poter stare separate, anche quando non ne erano pienamente consapevoli. Si amarono a lungo, senza fretta, lentamente e intensamente ed anche l’aria della stanza si riempì di loro: odore, sudore, gemiti, sospiri e i loro nomi ripetuti, sussurrati e gridati. 
Poi si abbandonarono stremati da loro stessi, dai loro sensi squassati dalla passione appena consumata, con i respiri ancora affannati. Rick si girò su un fianco per guardarla. Quella era la versione di Kate che gli piaceva di più: senza trucco, con il volto ancora stravolto dall’amplesso, i capelli spettinati sparsi sul cuscino, le labbra gonfie e semi aperte. Non c’era visione più bella per i suoi occhi di lei che portava ancora i segni del piacere che lui le aveva procurato. Non reggeva il confronto con nulla, non ci poteva essere niente di più bello e soddisfacente da vedere.
- Ti amo Kate - Riuscì a dirle solo questo guardandola prima di baciarla di nuovo, riuscendo a trattenersi a fatica dall’amarla di nuovo. Solo in quel momento si era reso conto di quanto le era mancata, anche fisicamente. Lei sorrise e lui amava quel sorriso che gli riservava dopo, un sorriso beato e rilassato, un sorriso felice. 
Castle infine si distese e si rilassò, svuotò la testa da ogni pensiero e la riempì di tutto quello che aveva appena vissuto.
Kate guardò Rick addormentarsi e non si capacitava come quell’uomo che fino a poco prima le aveva fatto provare sensazioni mai provate prima, ora fosse lì, sdraiato accanto a lei, con l’aria di un bambino solo bisognoso di coccole e lo trovava estremamente eccitante. Non sapeva se era vero, se erano realmente gli ormoni della gravidanza ad amplificare ogni sensazione, ma di una cosa in quel momento Kate Beckett era assolutamente certa, non sapeva come era stata la sua vita prima di allora e nemmeno le importava, ma sapeva esattamente come voleva che fosse da quel momento in poi.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: nikita82roma