Una
telefonata inaspettata
Spero
non vorrete uccidermi..lo so che è tanto che non aggiorno ma
ho avuto
da fare!^^…vi lascio con un nuovo capitolo..!
Il moro,chiuse la lettera,e senza dire una parola
salì velocemente in
camera.
-Ma cosa gli è
preso?-domandò il più piccolo con una faccia da
cartone
animato.
-Non chiedere a me- Kevin scosse la testa e
alzò le mani.
Intanto nella camera di sopra Joe aveva acceso il
computer,e
impazientemente,aspettando l’apertura di Windows,tamburellava
le dita sulla
scrivania.
-Sbrigati- rilesse di nuovo la lettera.
I due fratelli salirono le scale
furtivamente,volevano capire la causa
dello strano comportamento di Joe;rimasero sulla porta a guardare il
moro
concentrato sul pc.
-Danger tutto ok?-chiese preoccupato il
maggiore,avvicinandosi per
comprendere ciò che stava facendo.
Nick lo imitò,si scambiarono
un’occhiata eloquente;era silenzioso,forse
troppo,aveva una ruga di concentrazione disegnata sulla fronte,scriveva
sulla
tastiera febbrilmente,come se non avesse un minuto da perdere.
-Joe mi dici che diavolo stai
facendo?-sbraitò Kevin,irritato dalla
mancanza di una spiegazione.
Gli porse la lettera e lo liquidò
–Leggila-.
I due obbedirono e rilessero più volte.
-Allora?-fecero non capendo.
Sbuffò e non replicò
,continuò con la sua ricerca;infine un adorabile
sorriso si dipinse sul suo volto,aveva trovato ciò che
cercava.
-Alice- sussurrò e iniziò a
scrivere un indirizzo su post it.
-Alice?-soffiò il riccio osservando il
maggiore.
-Joe per favore mi vuoi spiegare…-Kevin
non riuscì a terminare la frase che
il fratello partì a macchinetta;
-Hai letto..hai visto cosa
c’è scritto…quello che le facciamo
provare..i
complimenti..-sembrava un bambino che descrive il regalo che vorrebbe
ricevere
per Natale.
-Joy tutte le nostre fans ci fanno i
complimenti-decretò pacato sedendosi
al suo fianco.
-Si ma lei..non lo so è
diversa-spiegò come se avesse avuto davvero
ragione.
Gli altri due lo esaminavano inquieti,che fosse
realmente impazzito?
Si alzò euforico e si diresse verso il
telefono.
-Cosa diamine vuoi fare?-
-La chiamo!-
-Sei uscito di senno-
-Nick per favore sta zitto-detto ciò
compose il numero.
-Joe-lo implorò nuovamente il minore.
Gli fece cenno di tacere,poi soffiò
eccitato –Squilla-.
-Pronto,chi è?-una voce femminile
rispose,Joe ne era sicuro,era Alice.
-Emh..parlo con Alice?-fece incerto
-Si,ma chi è?-domandò di
nuovo la ragazza
-Sono Joseph Jonas.-
Un secondo,due,tre,quattro…silenzio
più assoluto.
-Alice?-
-Jose..Joe Jonas?-balbettò imbarazzata.
-Esatto- decretò il ragazzo lisciandosi
una ciocca di capelli che gli
ricadeva sul viso.
-Io…-non riusciva a mettere una parola
di fila all’altra.
-Ci hai inviato una lettera-sorrise come se lei
potesse vederlo.
-Si..e..-di solito era molto loquace,ma diamine
una rockstar l’aveva
chiamata a casa.
-Ti volevo invitare al nostro prossimo concerto,si
terrà fra tre giorni,non
puoi dirmi di no,e poi vorrei conoscerti-disse tutto d’un
fiato.
Alice sentiva le parole rimbombarle nella
testa,stava sognando,ora suo
padre sarebbe venuto a chiamarla per andare a scuola,ne era certa;si
diede un
pizzicotto,molto forte,ma quello che ottenne fu solo la formazione di
un
piccolo livido bluastro.
-Alice?-quella voce la riportò alla
realtà.
-Si..ma non so come..venire- aggiunse mentre le
parole lottavano per
restare chiuse nella sua bocca.
-Ti mando un limousine..a
presto!-salutò e agganciò il telefono.
Abbassò la cornetta e si
sdraiò per terra,forse doveva veramente farsi
vedere da un dottore,anche piuttosto bravo,va bene sognarlo,ma
intrattenere una
chiacchierata così realistica con lui,era davvero troppo.
-Alice?-la voce di suo padre le arrivò
alle orecchie
-Si?-
-Chi era?-
-Joe Jonas- rispose senza nemmeno pensarci.
-Chi?-comparve suo padre dalla cucina,con un
sopraciglio alzato.
Corse in camera,afferrò una rivista e
gliela porse,indicandogli un bel
ragazzo dai capelli neri.
Il padre la fissò per un po’
sbalordito.
-Che vuole?-chiese scettico
-Mi ha invitato ad un suo concerto?-
-Hai il permesso?-
-Ma…-mise il broncio,sapeva che si
sarebbe sciolto.
-Ok,ci vai,ma voglio prima conoscerlo-
-Joe l’hai invitata ad un concerto?e la
vuoi anche conoscere?e se è un
mostro a tre teste con la bava alla bocca?-Nick era solito fare queste
domande
assurde.
-Ha una bella voce-il mezzano afferrò
il testo e cominciò a ripassare la
canzone nuova.
-Qual è la sua canzone
preferita?-chiese diffidente il maggiore.
-Lovebug- canticchiò Joe.
I due sospirarono e iniziarono a suonare.
*
-i Jonas
Brothers!-continuava ad urlare Becky,la
migliore amica di Alice;Era stata la prima a saperlo,e persino quel
giorno,non
riusciva a crederci.
-Cosa metto?-era
nel panico più totale,e da circa
20 minuti gettava abiti sul letto.
Rebecca
afferrò un paio di pantaloncini neri,una
maglia rosa e le converse che le aveva regalato lei stessa.
-Tieni-le porse
gli abiti e la spinse verso il
bagno.
Sul viso
dell’amica si abbozzò un’espressione
infantile;afferrò gli indumenti e si chiuse in bagno.
Fece una doccia
calda,per cercare di
rilassarsi,anche se non cambiò assolutamente
nulla;asciugò i capelli
castani,che le ricadevano morbidi sulla schiena.
Mise del mascara
per valorizzare i suoi occhi
chiari,e colorò le guance con un leggero strato di fard.
-Fatto-
volteggiò per mostrarsi all’amica.
-Sei
bellissima!-la bionda sorrise e la abbracciò
forte.
Il campanello
suonò due volte,afferrò il
giacchetto nero,e corse per le sale.
-Chi
è?-gridò,subito se ne pentì.
-Joseph- rispose
l’individuo dietro la porta.
Prese un lungo e
profondo respiro,si avvicinò alla
maniglia,la afferrò e la aprì lentamente;si
trovò davanti un ragazzo moro,alto
,bello,con un sorriso perfetto stampato in faccia.
-Ciao-
mormorò mentre le sue guance si
infiammavano.
-Alice- rimase
subito affascinato.
Non era un mostro
a tre teste con la bava,come
aveva detto Nick;no,era magra,il viso dolce dai lineamenti morbidi,gli
occhi
azzurri e le labbra carnose.
-Vuoi..vuoi..entrare-
balbettò abbassando lo
sguardo e aprendo maggiormente la porta.
Il cantante
sembrò pensarci per un momento,poi le
regalò un sorriso sghembo ed entrò.
-Ali ricordati di
chiamarmi quando arrivi-era la
voce preoccupata del padre.
-Si..- fece segno
al ragazzo di seguirla ed
entrarono in cucina;una stanza ampia e luminosa,arredata in modo
semplice e
moderno.
-Papà..questo
è Joseph- cercò di non calcare il
nome,ma le risultò impossibile-
-A Joe
Jonas,piacere di conoscerti sono Arthur
Owen- gli porse la mano.
Il moro la strinse
educatamente,dopodiché cercò di
rassicurarlo,informandolo dei programmi del gruppo e del concerto.
-Noi dobbiamo
andare-posò un bacio sulla guancia
del padre e sorrise.
L’uomo
fece una faccia strana guardando l’abbigliamento
della figlia.
-Ali..mi fido..-
-Ti voglio bene-
afferrò la borsa e uscirono di
casa.
Ecco
il secondo capitolo..spero ne siate soddisfatte!Un bacione..Grazie a
tutti
quelli che hanno letto..recensito e letto!^^
MoOny_94