Sorride fra veli porpurei, la donna sul suo cammello,
e la fisso, alterazione dell'equilibrio.
Si avvicina a me, incatenato da uno sguardo
innaturale e vuoto, opachezza bugiarda,
incanto nella sua risata crudele, fascino nei suoi denti aguzzi.
E mi canta di ingenui assassinati e vergini sacrificate, del sangue su mani divine,
e la sua voce è miele mentre mi guarda,
mi narra di marinai affogati e mogli bruciate,
riversando vuoto dentro di me; e non mi scanso, non mi volto.
Desideri folli esilaranti allucinati nella mia mente:
strappami il cuore, e banchettaci coi tuoi demoni, mia regina,
usa i miei occhi per crearti una spia fedele e sincera,
miscela il mio sangue e l'ambrosia, e raccontami ancora, raccontami
un'ultima storia.