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Autore: Clairy93    10/07/2016    5 recensioni
Ogni famiglia ha i suoi segreti.
Il modo migliore per nasconderli?
Ostentarli.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scenate d’isteria tra patate arrosto e mele marcie

 
 
Sorseggio un goccio d’acqua.
Ripongo il bicchiere sul tavolo facendolo tintinnare a contatto con il piatto, nel quale indugia un pezzo di arrosto accerchiato da una moltitudine di verdurine colorate.
Siamo a cena, alias “tregua temporanea da una giornata delirante in famiglia”.
Anzi, forse sarebbe meglio parlare di una tregua “apparente”: continuiamo a scambiarci certe occhiatacce che non mi stupirebbe se da un momento all’altro scoppiasse l’ennesima discussione.
Zio Edoardo ha voluto richiamare il notaio De Luca, pretendendo che lo aiutasse a scovare il vero testamento di papà.
Vi lascio immaginare l’espressione supplichevole di quel poveretto non appena ha messo in piede in casa…
Dopo di che, non contento, mio zio ha schiavizzato tutti noi perché collaborassimo nella ricerca.
Io sono stata adibita a controllare la biblioteca insieme a zia Amy. In realtà Micaela sarebbe dovuta essere il terzo membro del gruppo, tuttavia si è defilata ben presto.
Vabbè, perlomeno ci ha provato; Jacopo e la sua biondissima fidanzata Vanessa, invece, si sono volatilizzati nell’istante stesso in cui zio Edoardo ha iniziato a dividere il lavoro.

Che casualità, no?

Infilzo una patata abbrustolita e la porto svogliatamente alla bocca. Mastico piano, controvoglia, come se tutto quello che metto in bocca assumesse all’improvviso una consistenza collosa.
Deve essere per tutta la tensione accumulata, mi fa persino passare l’appetito!
E’ piuttosto evidente che zia Ortensia non soffra del mio stesso problema: addenta con voracità un bel cosciotto di carne, accompagnandolo con un abbondante pezzo di pane e una generosa sorsata di vino rosso.
Delia, la madre di Micaela (a proposito, dov'è finita mia sorella?), sfoggia una smorfia schifata.
“Ortensia, sei imbarazzante.” le fa notare zio Edoardo, il capo chino mentre si picchietta gli angoli della bocca con il tovagliolo.
Zia si gira verso di lui con le guance così piene da assomigliare ad un ghiotto scoiattolo.
“E’ per questo dannato testamento…” bofonchia lei “Mangio quando sono nervosa!”
“Ma che novità!” esclama zio Edoardo, sprezzante come suo solito.
Jacopo, intanto, sghignazza sotto i baffi, seguito a ruota da Vanessa.
“Che ti ridi, ragazzo?” lo rimprovera zia Ortensia.
Mio fratello, colto in flagrante, dissimula un sorrisetto indisponente.
“Jacopo, che modi sono?” s’intromette nonna Lavinia “A volte ho l’impressione che tutte le lezioni di buone maniere per cui abbiamo speso siano stati inutili.”
Lui sbuffa, abbandonandosi allo schienale della sedia con fare infantile.
“Nonna! Dacci un taglio!”
Non lo avesse mai detto: le pupille di nonna scompaiono dietro una coltre di rughe minacciose, tuttavia non abbastanza spessa da nascondere le fiamme che zampillano dai suoi occhi.
“Porta un po’ di rispetto, nipote!”
“Mamma, dai!” interviene zia Amy, difendendo Jacopo “E’ solo un ragazzo, lascialo in pace!”
Nonna ruota con una lentezza da brividi il capo verso sua figlia minore.
“Mi auguro tu possa diventare presto madre, Amelia. Solo in questo modo capirai quanto sia doveroso imporre una rigida disciplina ai propri figli e non lasciare loro troppo spazio.”
“Allora puoi stare tranquilla, mamma: non voglio e non avrò bambini.”
“Questa tua puerile risposta dimostra quanto ristrette siano le tue vedute, tesoro.” dichiara la nonna, piacevole come un cubetto di ghiaccio nei pantaloni.
Zia Amelia non risponde. Distoglie lo sguardo e si passa una mano tra i suoi disordinati capelli corvini, per poi rivolgere la sua attenzione su Vanessa.
“Di cosa ti occupi, Vanessa? Che lavoro fai?”
La ragazza di mio fratello pare molto sorpresa di essere stata interpellata. Si guarda un po’ attorno (alla ricerca di che cosa lo sa solo lei), rivolge una rapida scorsa a Jacopo (più impegnato a smanettare con il cellulare sotto al tavolo che a correre in aiuto della sua donzella) e infine arriccia le labbra in una serie di espressioni tanto presuntuose quanto ridicole.
“Sono una modella. Poso per servizi fotografici, pubblicità di lingerie, nudi artistici…”
Nonna Lavinia trattiene una risata sarcastica.
“Cara, questo non si può certo chiamare lavoro.”
“Nudi artistici?!” interviene una sconcertata zia Ortensia, finendo di razziare il cestino del pane “Saranno tutti dei maniaci squilibrati quelli per cui posi!”
“No!” grida Vanessa, sferrando un tale acuto da ferire i miei poveri timpani “Io collaboro solo con fotografi professionisti.”
“Forse sono professionisti nel farti credere di esserlo.”
Il velenoso commento di zio Edoardo suscita un generale consenso tra i presenti, ma non quello della diretta interessata che pare non aver afferrato il gioco di parole (a quanto pare fin troppo sottile per la sua testolina biondo platino) di mio zio.
“Intende dire che ti pagano solo perché tu esibisca la mercanzia!” chiarisce zia Ortensia, compiendo un gesto eloquente per indicare il seno prosperoso di Vanessa.
La ragazza incrocia le braccia al petto e, indignata, curva le labbra in un broncio.
“Non dargli retta!” Delia s’inserisce nella conversazione “E’ giusto che ti diverta. Goditela finché sei giovane!”
“Mi sembra che nessuno qui abbia chiesto il tuo parere.” obietta zia Ortensia, incrociando le dita grassocce sotto il suo mento pronunciato.
“Non m’interessa, cicciona! Ho tutto il diritto di esporlo.”
“Non se questo implica rovinare la reputazione di mio nipote. E smettila di chiamarmi in quel modo! Tu e quei canotti che hai al posto delle labbra siete ridicoli! Praticamente ti sei rifatta da capo a piedi, già che c’eri non potevi chiedere di farti impiantare un po’ di materia grigia?”
“Smettetela, tutte e due!” tuona mia nonna, fulminando le due litiganti con un’occhiata penetrante.
Nella sala da pranzo torna a regnare la quiete, ma la tregua è solo momentanea.
Ed è Delia a spezzarla.
“Non mi stupisco del perché tutti scappino a gambe levate da questa casa…”
“Questo cosa vorrebbe dire?” domanda nonna, pronta a sguainare le peggio armi per fronteggiare il nemico.
Tuttavia lo scontro viene sventato (almeno per ora) dall’irrompere di Micaela che entra spedita nella stanza.
“Dove ti sei cacciata?!” la riprende la madre, stizzita.
“Scusa, ho avuto da fare…”
Micaela si catapulta nel posto accanto al mio, fiondandosi sulla caraffa di vino e riempiendo il calice fino all’orlo.
“Che non capiti mai più, ci siamo intese? Guarda te che razza di figure mi fai fare…”
La mia sorellastra emette un sospiro sommesso prima di trangugiare in un sorso il contenuto del bicchiere.
“Dove eri finita?” le chiedo, sottovoce.
“Ero al telefono con il mio capo.”
“Altri brasiliani da accontentare?”
Mi folgora.
“E’ ironia questa? Perché non sei simpatica, sorella.”
“E tu non sei brava a mentire, sorella.”
Alle nostre spalle compare Alfredo che, con gesto elegante, posa davanti a Micaela un piatto coperto da una cloche.
“Le ho tenuto in caldo la sua cena, signorina Micaela.” spiega il mio maggiordomo, svelando una porzione di arrosto ancora fumante.
Mia sorella stende il candido tovagliolo sulle sue gambe, poi afferra forchetta e coltello e si avventa sul suo pezzo di carne.
“Potevi almeno ringraziarlo.” le faccio notare io.
“E’ il maggiordomo. Questo è il suo lavoro.”
E’ inutile: ragionare con Micaela è come sbattere contro un muro di gomma.
Inoltre, constatare con quanta violenza trafigge quelle povere zucchine mi fa quasi stringere il cuore.
La mia attenzione è catturata da nonna Lavinia: nella sua statuaria rigidità sussurra qualcosa a mia madre che, per tutta risposta, scuote debolmente il capo. 
“Virginia, ma non hai quasi toccato cibo.”
Mamma lascia cadere la forchetta sul piatto.
“Non ho fame.”
“Fa’ uno sforzo almeno.” la esorta nonna.
“Che scena pietosa…” asserisce Delia, insolente.
“Ehi!” la ammonisco io, sconcertata dai suoi modi così rudi.
“Ma guardala! Sembra che tua madre abbia bisogno di essere imboccata! Facevi così anche con Libero, Virginia?” la beffeggia Delia “Sarà per questo che è scappato da te?”
“Cosa hai detto?!” tuona mia mamma con un impeto inaspettato, mettendosi in piedi e scagliando uno sguardo di puro odio verso la sua rivale.
“Virginia, rimettiti subito seduta!” ordina nonna Lavinia.
“Da brava, Virginia! Fa’ come dice la vecchia!” la schernisce Delia.
“Chissà Libero cosa ci ha trovato in te.” sibila mia madre “Sei una svergognata, ignorante e maleducata!”
Delia sbatte una mano sul tavolo.
“E tu sei una depressa! Se non fosse stato per me, Libero sarebbe finito all’altro mondo molto prima! Con me ha vissuto veramente e si è goduto i suoi ultimi anni.”
“Io gli sono sempre stata fedele! Chissà quante volte lo hai tradito! Ammettilo che ti interessavano solo i soldi di mio marito!”
“E anche se fosse?!” sbotta Delia “Libero mi aveva scelta, mi amava perché con me si sentiva vivo! Tu, invece, cosa gli hai offerto? Sei squallida, consumata, probabilmente guardandoti provava ribrezzo!”
Mamma è paonazza e le sue labbra tremano in modo convulso: pare che debba svenire da un momento all’altro.
Nonna Lavinia si alza e cerca di far riaccomodare la mamma sulla sedia.
“Guardati, sei patetica!” persevera Delia “Sottostai alla tirannia di tua suocera e continui ad imbottirti di medicinali che ti stanno spappolando il cervello!”
“Ora basta, signora Delia!” proferisce la nonna, inutilmente.
“Oh Virginia! Se invece di piangerti addosso avessi lottato per tenerti il tuo uomo, forse Libero non ti avrebbe mai lasciata.”
“Chiudi il becco, stronza!” urla mia madre, per poi afflosciarsi sulla sedia priva di forze.
Prima che io possa accorrere in suo aiuto, una legione di camerieri è già schierata attorno a lei.
“Portatela subito in camera sua e fatela stendere sul letto!” ordina nonna Lavinia.
Scosta una ciocca rossa dal viso svelando un guizzo di stanchezza che, tuttavia, sostituisce all’istante con uno sguardo severo rivolto a Delia.
“Lei è una vera vergogna, signora Delia. Sono disgustata dal solo pensiero che mio figlio abbia trascorso i suoi ultimi giorni con una donna tanto infima e marcia.”
Delia sfoggia un sorrisetto sprezzante.
“Qui dentro siamo tutti marci, signora Lavinia.”


Angolino dell'Autrice: Ciao mie succose fragoline inzuppate nel cioccolato!
Il caldo è arrivato e la voglia di andare al mare è sempre di più. Spero che il capitolo vi abbia tenuto compagnia e sarei entusiasta di conoscere i vostri pareri.
Vi auguro buone vacanze e, per chi come me deve ancora faticare, tenete duro e non mollate!
Grazie per il vostro affetto e la vicinanza costante.
Ve amo 'na cifra!
Vostra Clairy

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