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Autore: GCatlike92    12/07/2016    1 recensioni
Ella, una giovane Guardiana che, insieme alle sue sorelle, custodisce e protegge la Dime, è impaziente e felice per il ritorno di Hawk, suo più grande amico di infanzia, che tempo prima aveva si era allontanato da lei per frequentare una prestigiosa scuola di magia.
Ma quando lui la tradisce, portandola con l'inganno su un treno costruito dagli Imperiali per trasportare schiavi, Ella perde ogni fiducia nel vecchio amico e iniziano a nascere in lei sentimenti di rabbia e vendetta. È a questo punto che decide di cominciare a ingegnarsi per trovare il modo di fuggire, tornare finalmente a casa e poter riabbracciare le sue sorelle.
Per riuscire nel suo intento si vedrà costretta a collaborare con le creature della Dime e del Vortice e perfino con gli stessi Imperiali e dovrà tenere testa alla crudeltà degli Infiltrati, folli individui senza scrupoli che si occupano di mantenere l'ordine sul treno, torturando chiunque contravvenga alle regole.
Durante questo lungo e sofferto viaggio Ella conoscerà il magico mondo dove vive attraverso gli occhi dei suoi stessi abitanti, prigionieri, come lei, di un treno all'interno del quale vige una lunghissima lista di regole quanto mai assurde.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Ella! Ella! È tornato Hawk!

Una delle Guardiane correva trafelata per i giardini del palazzo, alternando di tanto in tanto il frenetico movimento delle gambe a qualche rapido battito d'ali che le permetteva di muoversi più velocemente fra le belle fontane ed i cespugli decorativi sapientemente potati.
Tanta premura era giustificata dal fatto che Hawk stava ormai per giungere al palazzo e ciò non poteva accadere prima che Ella fosse avvisata.

- Ella! Ma che fai! Devi venire di fronte al palazzo! C'è Hawk!

La bella Guardiana seduta sul bordo di un'ampia fontana si girò di scatto. I morbidi capelli castani le svolazzarono intorno al viso, accarezzandole le spalle con le loro onde. I suoi occhi azzurri si spalancarono e rimasero a fissare quelli della compagna, che nel frattempo stava tentando di raccontare dell'arrivo del famigerato Hawk, trattenendo con molte difficoltà l'eccitazione.

- È all'ingresso del palazzo! Le altre sono già lì! Dai muoviti Ella! Ma non sei curiosa di vederlo?!

Ella si alzò finalmente in piedi, mostrando la sua figura longilinea e formosa. Un sorriso incredulo le solcava il viso. Finalmente avrebbe potuto riabbracciare Hawk! Senza attendere un minuto di più spiegò le sue lunghe ali e volò via al fianco della sorella.

Le due Guardiane si recarono al portone d'ingresso del palazzo, davanti al quale si estendeva una enorme piazza circondata da gruppi di arbusti e roseti carichi di rose bianche giganti. Molte altre Figlie erano presenti, attendendo l'arrivo del magicante tutt'altro che in silenzio.

Il ragazzo aveva trascorso l'infanzia fra i giardini del palazzo e negli anni si era guadagnato l'affetto delle Anziane e l'amicizia delle Figlie. Ella, in special modo, era stata una delle Guardiane che più aveva voluto bene ad Hawk. Da piccoli avevano passato ore a giocare insieme, a raccontarsi storie, a ridere, a darsi coraggio nei momenti difficili e persino a piangere insieme. Hawk la aveva sempre sostenuta e protetta. Era lui che la consolava quando si faceva male o quando le Anziane la rimproveravano. Era sempre lui che la stringeva a sé quando lei non voleva dormire per paura del buio.

Avevano passato una intera parte della vita insieme, una parte che Ella considerava speciale ed unica. Quando Hawk aveva annunciato la sua partenza, lei si era mostrata felice, nonostante dentro il suo cuore una grande delusione stesse avanzando inarrestabile. Certo, anche a quel tempo sapeva bene quale sarebbe dovuto essere il futuro del ragazzo. Era figlio di magicanti, i suoi genitori avevano preso accordi da lungo tempo con il rettore della scuola di magia, era inevitabile che abbandonasse le Guardiane per andare ad appendere quest'antica arte.

Ma Ella era comunque rimasta delusa.

Era preparata, sapeva che lo avrebbe dovuto salutare...

Ma era rimasta molto delusa.

Ricordava fin troppo bene il giorno in cui Hawk era andato via. Si erano salutati con un abbraccio quasi infinito. Lui le aveva giurato che sarebbe tornato presto e che, naturalmente, le avrebbe raccontato tutte le sue avventure, che avrebbe descritto la scuola dei magicanti e che le avrebbe persino dato informazioni sugli Imperiali.

In realtà Hawk non era affatto tornato presto. Cinque anni erano passati da quel giorno. Cinque lunghi anni durante i quali nessuna delle Figlie aveva più avuto notizie di lui. Ma adesso le cose stavano per cambiare.

Il brusio delle giovani Guardiane si acquietò improvvisamente. Da lontano potevano scorgere una figura alta e snella che attraversava spavalda i giardini antecedenti allo spiazzale di ingresso. Il ragazzo si stava avvicinando con passo sicuro, sorpassando senza timore ogni fontana, ogni cespuglio e ogni arbusto che decoravano i giardini. Sembrava quasi come se persino i suoi piedi conoscessero ogni più piccolo ciottolo della strada di ingresso, segno che quei cinque anni non erano stati in grado di scalfire neppure un brandello della sua memoria. Le Guardiane nel frattempo ammiravano in silenzio il giovane, pregustando il momento in cui avrebbero finalmente potuto riabbracciarlo. Quei pochi secondi di attesa sembravano interminabili per Ella, che, dopo aver aspettato per così a lungo, aveva ormai terminato la sua pazienza.

Finalmente Hawk raggiunse lo spiazzale, avvicinandosi alle Guardiane con un sorriso ammaliante. Ella era sorpresa per quanto fosse cambiato. Il visino sottile e delicato da adolescente aveva lasciato spazio ad un volto adulto, dominato da una mascella importante ricoperta da una curatissima barba. I capelli, un tempo di uno splendente biondo miele, erano diventati un po' più scuri e più lunghi. Il corpo, che in passato era minuto, ora si presentava letteralmente trasformato, dominato da muscoli appena visibili attraverso i pantaloni aderenti e la casacca marrone. Se quando era ragazzo Hawk non era mai riuscito a superare Ella in altezza, ora la sovrastava letteralmente. L'unica cosa che non era cambiata erano gli occhi, che erano rimasti sottili e allungati, quasi semichiusi, attraverso i quali si poteva però intravede l'iride color oro, talmente brillante da sembrare composta di luce.

Hawk, dal canto suo, benché avesse cominciato ad abbracciare le Guardiane con un sorriso stampato in volto, non aveva potuto fare a meno di notare Ella, la quale ricambiava dolcemente i suoi sguardi, aspettando con impazienza che le sue sorelle le permettessero di avvicinarsi al giovane. Finalmente le altre Figlie si calmarono e Hawk poté avvicinarsi ad Ella per ammirare la sua nuova bellezza.

In fondo, anche lei era cambiata tanto. Le sue ali bianche erano diventate possenti e talmente forti da sostenere ore e ore di volo. Era sempre stata alta, ma adesso le sue gambe si erano allungate a dismisura, donando alla sua figura una sensualità che quasi cozzava con la natura pura e virginale delle Guardiane. Il suo corpo era diventato più florido e le curve da poco acquisite erano valorizzate da un setoso abito bianco dal taglio asimmetrico che le arrivava fino al ginocchio e le lasciava scoperta una spalla. Bracciali dorati ed una collana con un grande cristallo appeso impreziosivano ancor di più il suo aspetto e una cavigliera fatta di oro e argento sottolineava le caviglie sottili e i piedi nudi. La bella bocca si era fatta più carnosa e i capelli erano diventati più lunghi e lucenti. I morbidi boccoli castani le incorniciavano il viso pallido e delicato. Anche nel caso di Ella, l'unica cosa a non essere cambiata erano gli occhi. Grandi, dalle lunghe ciglia, sempre spalancati e di un azzurro che avrebbe reso insignificante persino il cielo stesso.

Lei gli si avvicinò sorridendo.

- Ciao - disse soltanto lui, con quell'aria spavalda e sicura di sé che aveva da quando aveva messo piede nei giardini.

Lei rispose gettandogli le braccia al collo.

*****

Le Guardiane si stringevano attorno ad Hawk, tutte sedute ai suoi piedi, pendendo letteralmente dalle sue labbra, desiderose di ascoltare le sue incredibili storie.

- E quali magie hai imparato fin'ora? Puoi controllare il fuoco?

- Ma lascia stare le magie, dicci se hai visto qualche creatura del Vortice.

- No Hawk, raccontaci di più sulla Città Imperiale!

Gli Imperiali e il loro mondo erano senza dubbio la cosa che più incuriosiva le Guardiane. Le storie che avevano sentito sul loro conto erano tante, ma molte di queste non erano veritiere e poter sentire la versione di qualcuno che era entrato in diretto contatto con loro era un evento più unico che raro.

- La Città Imperiale è a dir poco scintillante - esordì Hawk - È piena di palazzi altissimi, fatti interamente d'oro. E al loro interno vivono mercanti così ricchi da poter comprare praticamente qualunque cosa. E poi... anche le strade sono lastricate d'oro, e tutti coloro che hanno l'onore di calpestarle sono vestiti con abiti di stoffe pregiate e ricoperti da mille gioielli. E poi ci sono artisti, cantanti, ballerini, giocolieri... e tanti soldati... e animali dalle forme e dai colori più assurdi... e...

- Ma davvero i palazzi sono così alti? - lo interruppe una delle Guardiane - Alcuni magicanti raccontavano che fossero così alti da toccare il cielo.

- Sono così alti che perfino le vostre ali non sono in grado di raggiungerne la cima.

Le Guardiane risero.

- Ma che dici Hawk! Questo è impossibile. Le nostre ali possono arrivare quasi fino al sole.

- I palazzi degli Imperiali sfidano il sole stesso. Prima ancora di arrivare a metà strada, le vostre ali cederebbero per il troppo sforzo.

Ella prese la parola.

- Hai mai incontrato qualche principe? Qualche re o regina?

Prima ancora che il ragazzo potesse rispondere una delle Anziane giunse a chiamare le Figlie, avvisandole che era giunto il momento di andare nella biblioteca per il quotidiano studio. Le giovani si avviarono riluttanti verso il palazzo, scontente di non poter più ascoltare i racconti del ragazzo. L'Anziana lanciò però uno sguardo d'intesa ad Ella, che capì di essere esonerata, per quel giorno, dai suoi impegni. Probabilmente le Anziane avevamo capito quanto fosse importante per lei poter passare un po' di tempo con Hawk e avevano deciso di lasciarli tranquilli.

I due amici, liberi finalmente dall'ingombrante presenza delle Figlie, si erano spostati per andare a passeggiare all'interno del Roseto, chiacchierando a lungo delle più piccole sciocchezze.

- Questi anni devono essere stati incredibili per te. - disse Ella - Hai imparato l'arte della magia, hai frequentato gli Imperiali, hai conosciuto i più grandi magicanti della regione...

- Sì, sono stati anni... ricchi di avvenimenti. - rispose lui, senza distogliere lo sguardo dalle rose che li circondavano.

- Ti è mancato il palazzo?

- Molto.

Hawk si fermò di colpo, fissò Ella negli occhi.

- Mi sei mancata tu.

- Ora stai diventando un po' troppo sentimentale, non credi?

Lo disse ridendo, ma in realtà era felice di sentirgli pronunciare quelle parole.

- Ti ricordi quando giocavamo da bambini? Quando ci arrampicavamo sugli alberi? - Ella ricominciò a parlare camminando.

- E tu legavi insieme le ali per non usarle involontariamente - rispose divertito Hawk.

A Ella era mancata tanto la sua risata. Le erano mancati quei giochi stupidi e infantili. E crescendo, le era mancato anche qualcos'altro, qualcosa che non era in grado di spiegare, ma la cui assenza l'aveva lasciata senza fiato. Restò per qualche istante in silenzio, ricordando i momenti trascorsi con il suo amico, ricordando gli abbracci e il batticuore che puntualmente li accompagnava. Dopo alcuni secondi, durante i quali la sua memoria non voleva smettere di mostrarle immagini del passato, riprese a parlare.

- Ma allora è proprio vero che i palazzi della Città Imperiale sono così alti? E sono fatti davvero d'oro?

- Sei fin troppo curiosa. Ma capisco bene perché gli Imperiali suscitino in voi tanto interesse. La Città è qualcosa di straordinario, persino i miei occhi stentavano a credere a quello che avevano davanti la prima volta che ho varcato i cancelli d'ingresso.

- Sarebbe bello poterla visitare. Sarebbe l'avventura più grande di tutte.

- Perché non vieni con me allora?

Lei rise.

- Non sto scherzando, Ella. Potresti davvero venire con me. In volo ci impiegheremmo un paio d'ore per raggiungere la Città, così potresti visitarla e vedere gli Imperiali da vicino.

- Le Anziane non me lo permetterebbero mai.

- Le Anziane non lo verranno mai a sapere.

- Ma è vietato lasciare il palazzo senza il loro permesso...

- E allora vorrà dire che lasceremo il palazzo di nascosto, no? Andiamo Ella, di cosa hai paura? Partiremo di notte e per la mattina successiva saremo già tornati. Nessuno si accorgerà di nulla. Che ne dici, ci stai? 
Hawk si era nuovamente fermato. Guardava Ella con dipinto sul volto un mezzo sorriso malizioso. Lei era visibilmente titubante. Chiaramente aveva paura del rimprovero delle Anziane ma al tempo stesso moriva dalla curiosità di vedere la Città.

- Allora? Sei con me? - incalzò lui - Facciamo così, ci vediamo stanotte, a mezzanotte, al gazebo del giardino est e poi... c'è ancora il gazebo nel giardino est vero? Ricordo quando ci nascondevamo lì da bambini... dicevo, ci vediamo al gazebo e poi partiremo insieme per la Città. Fidati di me, dopo qualche ora saremo nuovamente a palazzo e tu potrai seguire le tue lezioni con le Anziane.

Ella lo fissò per qualche tempo, conscia che se le sue sorelle la avessero scoperta si sarebbero molto arrabbiate. Ma il sorriso di Hawk era troppo ammaliante per rifiutare la sua proposta.

- Va bene - rispose infine - ci vediamo al gazebo.

   
 
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