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Autore: Fe_    13/07/2016    2 recensioni
Quanti momenti vengono persi, soffocati da qualcosa di più grandioso o semplicemente non raccontati, perché considerati troppo comuni?
Ogni piccola gioia, conquista, vittoria, affetto... sono momenti solitari che si consumano in fretta ma mai scordati da chi li ha vissuti.
Perché la felicità, per uno stato, molto spesso è un lusso.
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{Nyo, 2p, OC}
{AU, Missing e historical moments}

Informazioni più dettagliate all'interno.
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1- Gakuen!Hetalia- Sud Italia, Belgio
2- Storica- Romania
3- Slice of life- 2p!Nord Italia, 2p!Sud Italia
4- Storica- Ungheria, Erzsébet Bathory, Liechtenstein
5- Le leggende di Europa- Nyo!Austria, Nyo!Prussia
6- Gakuen!Hetalia- Liechtenstein x Seychelles, Svizzera
7- Halloween!Hetalia- Ètat Francais, Francia
Genere: Comico, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: 2p!Hetalia, Altri, Nuovo personaggio, Nyotalia
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Histoire- momenti di ordinario
Titolo del capitolo: Le leggende di Europa: Lutto
Personaggi: Nyo!Austria {Anneliese S. Edelstein}; Nyo!Prussia {Julchen Beilschmidt}
Rating: Giallo
Note: Le leggende di Europa!
Parte uno. Ora vi spiego.
Europa è il (non tanto) immaginario paese in cui si ambienta la vicenda, paese in cui la magia è vista come qualcosa di esistente ma anche con diffidenza dalla gente che non la pratica. I boschi sono territorio del Piccolo Popolo, che spazia dalle minuscole fate alle belle ninfe, passando per unicorni e centauri. Draghi e grifoni sono più rari, si trovano nelle parti montuose del paese, sirene e creature marine sono sulla costa, a seconda del clima, nord, sud o ovest.
La piantina è come quella europea, vi sono solo molte meno città e molte più foreste.
Questa è ambientata in uno dei castelli nobiliari del centro del paese, ovviamente.
Le leggende di Europa saranno sempre ambientate in questa ambientazione, non la ripeterò ogni volta.



La grande stanza in cui si trovava Anneliese era gelida in quella notte d'inverno.
Un grande quadro che ritraeva lei e le sue cugine troneggiava sopra il caminetto ormai spento, le braci ancora spargevano un lievissimo chiarore ma nulla potevano contro il gelido vento che muoveva le tende e le gelava le ossa.
Si strinse nelle morbide coperte, rimpiangendo la più calda estate e persino gli oziosi pomeriggi passati a suonare mentre Julchen la importunava.
Julchen...
Gettò un'occhiata al quadro, dove vide la sua bruna figura sorridere composta al pittore mentre questo immortalava la sua bellezza, persino quegli occhi viola tanto inusuali e il piccolo neo di bellezza al lato inferiore del labbro. Accanto a sé sua cugina Monika non sorrideva e, se non fosse stato per quello e i capelli corti, sarebbe sembrata una principessa: bionda, bianca, con penetranti occhi azzurri che bucavano persino la tela del quadro.
L'ultima era proprio Julchen.
I lunghi capelli bianchi erano più ordinati di quanto non li ricordasse, ma gli occhi rossi e il sorriso aguzzo erano stati ritratti alla perfezione.
Quando era morta, vederla esangue e spenta su una bara era stato quasi troppo per lei.
Non erano amiche... questo no, mai, ma i suoi comportamenti rozzi da popolana, il modo in cui le faceva perdere la calma, in cui si sfidavano... le sarebbe mancato.
Non era la sua amica, era la sua rivale, e una parte di Anneliese era morta con Julchen.
Questo pensava la nobile, con le coperte tirate fino a coprire il nasino freddo.
Ma poi... sentì un rumore pesante, come di una persona che cadeva.
Aprì un occhio, visto che la fonte del frastuono era proprio nella sua stanza, e quel che vide la turbò non poco.
Al centro, con i piedi nudi sul pavimento in pietra, brillava di luce propria una donna completamente vestita di bianco.
Era di spalle e un velo candido e luminoso come la luna le copriva i capelli e parte della schiena.
Quando s' voltò, però, Annelie capì che non si trattava affatto di un velo: la giovane donna aveva una cascata di capelli bianchi tanto lisci e luminosi da sembrare liquidi, oltre ad un aspetto etereo che in vita non aveva mani nemmeno potuto sognare.
In vita, sì, perché quella che aveva davanti era...
-Julchen?-
Il fantasma sorrise, un sorriso affilato e sarcastico e le fece perdere all'istante tutta la sua aria misteriosa ed estatica.
-Da quanto tempo, nobilastra.- disse, accompagnando il saluto con una sgraziata risata.
-Tu sei...- continuò Anneliese, a metà tra lo sconvolto e la convinzione di star sognando. In effetti, solo in sogno Julchen avrebbe potuto essere una figura angelica, come le era parsa per qualche secondo. Prima che aprisse bocca, in pratica.
-... qui.- concluse seccamente l'albina.
Ricordava perfettamente il modo in cui era morta, i lunghi capelli nascosti sotto un elmo mentre a spada tratta difendeva uno dei castelli della sua famiglia.
Perso il castello, persa la vita, s'erano resi conto che il temibile cavaliere che aveva ucciso tanti nemici altri non era che la ragazza.
Aveva consolato la piccola Monika, che aveva visto appena dodici primavere, per la tragica morte di sua sorella maggiore.
Sorella maggiore che ora si trovava accanto a lei e pareva rifiutare la sua stessa fine.
-Perché?-
-Perché torniamo?- chiese, ed alzò le spalle.
Più leggera di quanto non fosse stata in vita, scivolò oltre la porta.
D'istinto Annelie si alzò e le corse dietro, i capelli castani che le scendevano in un groviglio mai visto lungo le spalle sottili, il corpo tremante appena coperto da una camicia da notte.
Appena aprì la porta vide la figura evanescente di Julchen sparire in fondo, sulle scale.
La seguì, resa un po' più sicura dal debole chiarore che emanava lei e la candela che aveva in mano. Non l'aveva notata, prima, ma era innegabilmente stretta tra le sue dita affusolate.
Raggiunse la stalla dei cavalli, uno dei luoghi preferiti dalla cugina quando era in vita. Le bestie rendevano l'aria tiepida con i loro corpi e i respiri, e solo una volta chiusa la porta smise di tremare.
A tentoni, senza la luce della luna e delle stelle a guidarla, ci mise qualche minuto a ritrovare la cugina.
Eppure era lì, lasciava gocciolare la cera dalla candela sulle crini di una giumenta argentea, per poi passare le dita tra di essi e intrecciarli.
-Ce ne hai messo di tempo, Soph.- la prese in giro la ragazza.
-Quando voglio cavalcare, il mio cavallo viene condotto a me già sellato. Io non vengo nelle stalle.- rispose Anneliese, con sul viso un'espressione da altezzosa nobilastra che fece sogghignare l'albina.
Detestava le stalle, il puzzo di cavallo e sudore, la paglia sporca sui pavimenti che le sfiorava le caviglie e l'orlo della preziosa camicia da notte.
-Non conosci i pericoli delle stalle. Però conosci le leggende. Hai chiesto perché sono qui, ma già lo sai.-
Anneliese aggrottò le sopracciglia, poi con un brusco movimento indietreggiò.
-La morte di...- non finì la frase, vide lo sguardo triste di Julchen e urtò contro un cavallo.
Quello s'impennò e Anneliese vide le sue forti zampe venire verso di sé.
-La morte di un nobile...- sentì sussurrare Julchen, vicinissima al suo viso, un gelido brivido le percorse la schiena e pensò di essere spacciata.
Chiuse gli occhi ed aspettò la fine.

Quando riaprì gli occhi, si trovava nella sua stanza.
Il sole brillava oltre le tende, ed Anneliese sospirò.
Scese dal letto nello stesso istante in cui una domestica bussava alla porta.
-Signorina Edelstein, mi duole disturbarla... è per sua cugina Monika...-
Annelie spalancò gli occhi. Impigliato sul fondo della camicia da notte vi era un filo di paglia sporcato di cera.



Angolo Autrice
Sì, sono una persona orribile.
No, Monika non era Nyo!Germania, era Nyo!HRE. Infatti è morta, bimba.
No, non penso siano la stessa persona.
Il primo che indovina a quale leggenda è ispirata vince il prossimo capitolo (?) e nulla, ho solo un'idea suggerita quindi spero che qualcuno proponga.
Anche perché sennò vi butto una coppia het con un mio Oc, e questo non lo vuole nessuno, no?
Bravi bravi, recensite e fate una Fe felice.

testo

Anneliese Edelstein, Fem!Austria e Julchen Beilschmidt, Fem!Prussia
  
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