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Autore: Narumi94    14/07/2016    5 recensioni
Dove eravamo rimasti?
La fine della loro prima avventura non è che l'inizio di una nuova storia per i due nuovi poliziotti, tanto affiatati quanto determinati a compiere al meglio il proprio dovere.
Ma proprio quando le cose sembrano andare finalmente per il verso giusto, ecco che tutto crolla nuovamente.
Perchè il mondo è costantemente in bilico e tutto ciò che conta è continuare a lottare per rimetterlo in piedi.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 2
Shadows

Quando calò la notte, due figure slanciate, macchie indistinte nell’oscurità, scivolarono furtive tra le case e gli appartamenti affacciati su City Plaza.

Muovendosi con agilità e circospezione, senza bisogno di parlare s’intendevano con pochi cenni del capo, mentre procedevano di tetto in tetto in direzione di un edificio imponente, a metà strada tra la Stazione Savana Centrale e il Municipio: la Banca Centrale era un invidiabile complesso architettonico, costituito da un corpo verticale dai 100 metri di altezza diviso in due torri poligonali, collegate l’un l’altra da uno stupendo atrio vetrato, il quale offriva, grazie alla sua sagoma asimmetrica, un raccordo visivo su tutta la piazza. Durante il giorno, offriva un suggestivo spettacolo di giochi di colore e luci, quando il sole si rifletteva su quella catasta di specchi. Abitualmente, mammiferi di tutte le età, forestieri e nativi, solevano fermarsi e alzare lo sguardo a rimirare quel concerto di colori. Ma, a quell’ora notturna, l’unica fonte di luce proveniva dalla luna oscurata, di tanto in tanto, da nuvole nere, e il solo spettacolo che poteva regalare era un gioco d’ombre tremolanti, lunghe e inquietanti che si stagliavano a torreggiare l’intera piazza e le case circostanti.

Eppure, i due individui non si curavano dell’incanto esteriore che poteva o non poteva emanare la struttura. Quel che interessava loro erano le meraviglie custodite all’interno di quel colosso trasparente e di cui intendevano appropriarsi. Arrivati in prossimità del gigante, una delle due figure portò la mano all’orecchio, sussurrò qualcosa e attese. I minuti passarono, fin quando dall’edificio si vide una luce provenire da una delle finestre di vetro, per poi spegnersi e riaccendersi a intermittenza.

Una, due, tre volte.

Era il segnale. La sagoma fremette. Prese e lanciò con destrezza un rampino, centrando in pieno la finestra che era appena stata aperta dall’interno. Sussurrò nuovamente qualcosa alla ricetrasmittente, dopodiché fece un inchino (se qualcuno avesse potuto vederli, lo avrebbe definito “scherzoso”) rivolgendosi al suo compagno. La seconda figura scattò sulla corda, arrampicandosi rapidamente. L’altro attese qualche secondo e, dopo essersi guardato intorno, la seguì a ruota. Le due macchie scure procedevano leste, in modo automatico e sicuro, arrivando a destinazione in pochi minuti.

Saltarono all’interno di un’ampia sala buia.

Perlustrarono l’area con lo sguardo, e si resero conto di essere circondati da guardie d’ogni specie. Ma la cosa non sembrava minimamente preoccuparli. E come avrebbe potuto essere altrimenti, se non ce n’era una che non fosse accasciata al suolo, nel mondo dei sogni o, più probabilmente, degli incubi? I due si guardarono compiaciuti, pronti a proseguire nell’operazione.

- Hai fatto un ottimo lavoro, Black... – proferì una voce sensuale, femminile, rivolgendosi ad una terza figura dietro di loro. Un’ombra mastodontica e tondeggiante che se ne stava dritta, le braccia conserte.
- Risparmiati le moine, abbiamo ancora molto lavoro. Piuttosto, li hai portati gli esplosivi, panzone? – chiese l’altro.
- Certamente, pulce. – grugnì stizzita la terza figura, avvicinandosi e porgendogli gli esplosivi - Meglio per te che il sistema sia davvero fuori uso.
- Dovresti sapere che, a differenza tua, io il mio lavoro lo so fare.
- Finitela voi due. – ammonì la voce femminile – non abbiamo tutta la notte. Andiamo.
- Va bene, va bene. Hai sentito il capo, panzone? Vai al furgone e tieniti pronto.

Si divisero.

Raggiunto il caveau, i due iniziarono a piazzare con cura le bombe. Era un giochetto facile, dal momento che avevano disattivato gli allarmi e le telecamere. Inoltre, lo avevano fatto tante volte. L’unica preoccupazione consisteva nel piazzare con precisione maniacale gli esplosivi, perché una volta fatti detonare, avrebbero avuto pochi minuti prima che qualcuno si insospettisse, e non potevano rischiare che il primo colpo non aprisse la porta blindata. Avrebbero dovuto muoversi con estrema rapidità. Passarono pochi minuti, poi il silenzio fu interrotto da un flebile “beep-beep” a intermittenza, che nella quiete di quella sala buia sembrava un rumore assordante. I due ladri si allontanarono di corsa, col cuore a mille mentre aspettavano l’esplosione. Dopo un minuto, nella sala risuonò un potente boato, che fece vibrare l’intero palazzo e mise fuori uso il blindato.

I due sorrisero e si precipitarono nel caveau, avanzando rapidamente verso il centro della stanza, dove si trovava un piedistallo di vetro. Esso custodiva l’oggetto più prezioso non solo dell’edificio, ma probabilmente di tutta la città. Una tale ricchezza faceva gola a molti, e i due ladri lo sapevano, per questo si trovavano lì. Ma quando raggiunsero il piedistallo, rimasero spiazzati. Lunghi minuti di silenzio attonito intercorsero fra lo stupore e la terribile rivelazione che l’obiettivo di tutta la loro operazione era sparito. Il piedistallo era vuoto. Qualcuno era già stato lì. Questo complicava le cose. Ma non ci fu tempo per porsi ulteriori domande, perché improvvisamente sentirono la sirena di una volante di polizia, e capirono di doversela dare a gambe. Avrebbero riflettuto dopo sul da farsi.

- “Dannazione! L’operazione è fallita. Black! Accendi i motori, dobbiamo filare!”

I due corsero fuori dalla stanza, avvolti dal fumo nero. Stavano per uscire dall’edificio quando gli si presentò uno scenario alquanto insolito: due poliziotti gli si erano parati di fronte, ma la singolarità dell’evento non consisteva tanto in questo (in fondo, era una situazione che avevano esperito tante volte durante la loro vita da criminali), bensì nel fatto che i due sbirri erano una volpe, cosa atipica, e per di più in compagnia di un coniglio, cosa ancora più buffa.

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Nick e Judy procedevano il loro giro di ronda. Ormai era calata la notte e i due si preparavano a rientrare. Era stata una giornata tediosa, in fin dei conti, e non vedevano l’ora di tornare a casa e rilassarsi. All’improvviso, però, Judy si bloccò, fermò la macchina e rimase in attesa, le orecchie ritte, lo sguardo in allerta, il muso in fermento.

- Hai sentito anche tu?! – chiese, agitata.
- Cosa? No, nient - UAAAHH!!!

Non aveva fatto in tempo a terminare la frase, che Judy era partita sgommando.

- Proveniva da City Plaza! Sbrighiamoci!
- Va bene, C-Carotina, ma RALLENTAAA-AAAAAAAH!!!

Nick si aggrappò allo schienale del sedile, convinto che la sua collega fosse impazzita dalla stanchezza e dalla noia.

Poi lo sentì. Odore di bruciato.

Infine lo vide. Il fumo.

Sembrava provenire proprio dal luogo indicato dalla coniglietta. Si chiese come diavolo avesse fatto ad avvertire rumori a una tale distanza, ma poi si disse che in fondo non c’era da stupirsi… I conigli avevano un udito molto sviluppato. In confronto alla sua amica, Nick si sentì sordo.

Giunti alla piazza, i due poliziotti capirono immediatamente la gravità della situazione. La Banca Centrale era avvolta in una nube di fumo. Aveva tutta l’aria di una rapina. Ma perché non era scattato nessun allarme? I due colleghi si guardarono preoccupati, ma annuirono e decisero di intervenire.

“Attenzione, qui agente Hopps e agente Wilde. Abbiamo un 10-73 con probabile rapina a Banca Centrale. Mandate rinforzi!”

Entrarono nell’edificio. Avanzavano guardinghi, in direzione del fumo, evitando piccole macerie e i vetri infranti, finché non videro un movimento sospetto. Nick fece segno a Judy di arrestarsi, puntando le pistole verso l’oscurità.
Due individui, completamente vestiti di nero, corsero fuori dalla foschia generata dall’esplosione. Nel momento in cui li videro, però, per poco non inciamparono e si fermarono completamente attoniti, le zampe sollevate a mezz’aria.

- Fermi, in nome della legge!

“Evidentemente, neanche questi due devono avere un udito molto sviluppato”, si ritrovò a pensare Nick, perché i criminali sembrarono non aver sentito l’ordine della coniglietta, anzi, per tutta risposta, iniziarono a scappare in direzione delle scale, dal momento che l’entrata (o, in quel caso, l’uscita) risultava impraticabile a causa della presenza dei due zampe piatte.

Volpe e coniglio partirono all’inseguimento. Persero il conto dei piani che avevano superato, finché i due ladri non si gettarono in una sala buia e scomparvero dalla loro vista. I due poliziotti si guardarono intorno smarriti. Judy non vedeva a un palmo di naso e inciampò in qualcosa di duro.

- Ahi!
- Judy! Tutto bene?
- Sì, sono inciampata in questo sasso…
- Ehm, Carotina… Non è un sasso…

Aspetta un secondo. Non era un sasso. Era un… Corpo… Morto? Era inciampata in un cadavere!?

La coniglietta rabbrividì e si paralizzò.

Ma poi si rese conto del respiro regolare del mammifero. Grazie al cielo, era vivo. Si trattava di un rinoceronte… Probabilmente un agente che sorvegliava l’edificio. Solo allora si rese conto degli innumerevoli guardiani sparpagliati nella stanza, tutti implacabilmente messi a dormire. Il turbamento, tuttavia, non abbandonò la coniglietta.

Nick la prese per un braccio e la aiutò a rialzarsi. Torce alla zampa, si guardarono intorno alla ricerca dei malviventi, ma il silenzio tombale non fece che aumentare sensazione di inquietudine di Judy. Procedettero così, fianco a fianco, pronti a scattare al minimo segnale di movimento. Ancora una volta, l’udito di Judy fu determinante: sentì un guizzo alle sue spalle, in direzione della finestra, e vide un’ombra lanciarsi oltre i vetri e aggrapparsi ad una fune.

Nick partì all’inseguimento. Judy fece per seguirlo, ma fu placcata dalla seconda figura in nero. Fu scaraventata per terra, la pistola le sfuggì dalle zampe e si vide addosso il criminale, che la immobilizzava ringhiando.

- Li trattengo io, tu scappa! – disse, rivolto al compare, che intanto se l’era data a gambe.

Nick gli puntò la pistola contro.

- Io non lo farei se fossi in te…

Così dicendo, prese qualcosa dalla tasca, la scaraventò con forza terra e sparì in una nube di fumo. Era un fumogeno. Judy sentì il peso dell’animale staccarsi dalle spalle e si rialzò di scatto, guardandosi intorno cercando di orientarsi. Ma non vedeva niente. Tossì violentemente, vagando alla cieca per qualche minuto, finché non si sentì afferrare alle spalle.

- Fermo! O ti…
- Tranquilla, carotina, sono io!

La nube di fumo si diradò e Judy poté vedere il muso sorridente, ma affranto, dell’amico. Si affacciarono alla finestra, e notarono che la fune era stata tagliata. Le due ombre erano ormai lontane.

- Non hanno lasciato traccia… – disse Nick, sospirando.
- No… Eccetto questa! – disse Judy raggiante di gioia.

Nick non riuscì a trattenere un sorriso complice, quando vide l’espressione della coniglietta: sul viso aveva uno sguardo vittorioso.

Nella zampa, peli di malvivente.



--------------------------------------- ANGOLO AUTRICE ---------------------------------------
Salve! Ho scoperto solo ora come modificare in modo un po' più decente la formattazione del testo (XD) All'inizio mi ha dato qualche problema.
Ad ogni modo, dato che nel primo capitolo non ho scritto niente su di me o sulla storia, ho deciso di iniziare a farlo a partire dal secondo!

In primo luogo, colgo l'occasione per ringraziare chi ha recensito la mia storia (non mi aspettavo, davvero, che qualcuno l'avrebbe fatto così presto, e vi devo ringraziare perchè se all'inizio l'avevo pubblicata un po' per gioco senza nutrire speranza alcuna, avere un feedback positivo mi ha spinta a continuare con più dedizione!).

In secondo luogo, mi scuso se ci ho messo tanto a pubblicare questo nuovo capitolo, ma sono stata piuttosto impegnata con esami vari. Cercherò di pubblicare il successivo entro lunedì, ma, in linea generale, cercherò di mantenere un ritmo di uno - se riesco due - capitoli a settimana ( il tempo di scrivere scarseggia, ed è meglio scrivere quando si è ispirati o non scrivere affatto, se si è "sotto costrizione")

In terzo luogo, volevo chiedervi di avere clemenza se sbaglierò (sicuramente) qualcosa, ma questa è in assoluto la mia prima fan fic e (ad essere sinceri) praticamente il mio primissimissimo racconto-non-breve! Ho sempre scritto, certo, anche se ultimamente a causa degli esami il tempo non me lo permetteva quotidianamente, ma questo è il mio primo tentativo di creare qualcosa ex-novo! Accetto critiche e consigli di ogni sorta, sono qui per migliorare e spero che, per quello che vale, la mia storia possa appassionarvi!


A presto,
Narumi94

 
   
 
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