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Autore: Finestra45    14/07/2016    1 recensioni
Avvenne così che entrarono in possesso della pietra, la pietra che dava il potere oltrepassare i confini del giorno.
Non furono gioiosi i giorni che seguirono quell'evento, perchè quella razza oscura, non vide più limiti alla sua espansione. Uccise. Rubò. Distrusse. nessuno era più in grado di fermarli. Allora il consiglio dei MagisterMagi si riunì di nuovo laggiù dove la pietra era stata creata; laggiù dove quel fuoco magico era ancora acceso. In esso gli stregoni gettarono una manciata di pietre ,rosse come il cielo che si rispecchia nell'acqua, durante un tramonto estivo.
Fu così che la fiamma prese vita. Si innalzò nel cielo con le sembianze di un maestoso uccello. Questo illuminava la notte come se fosse giorno, e si dirigeva laggiù dove quel popolo maligno dimorava. Non ci fu scampo per loro, vennero sterminati da quella mistica creatura, che poi scomparve, e la pietra andò persa.
Questo fino a che...
Genere: Fantasy, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mizar si distolse lo sguardo da quell'orribile visione, e si diresse verso la foresta. La principessa lo seguì.

-Cosa c'è? Pensavo che voi vampiri adoraste la guerra.-

-Beh evidentemente io non sono un vampiro come tutti gli altri- Rispose continuando a camminare.

-Lo so-

-Cosa intendi dire?-

-Non penserai davvero che io ti abbia lasciato in vita perchè ho provato pietà-

-Allora perchè?-

-Perchè... Ho notato qualcosa di diverso in te.-

-Del tipo?-

-Del tipo che non lo so! Non so cosa mi abbia impedito di ucciderti!-

Il vampiro rimase in silenzio, entrambi lo fecero fino a che non arrivarono all'accampamento della principessa. Caila era seduta accanto al fuoco ne osserava i movimenti come se quelle fiamme le stessero raccontando una storia. Mizar dall'altra parte beveva il sangue di un animale che aveva catturato nella foresta, quella che voi oggi chiamereste lepre o coniglio. Il sangue degli animali, si sa, non compiace i vampiri come il sangue umano, ma era meglio che patire la sete.

Quando ebbe finito si pulì la bocca alla manica e disse

-Sentimi, tu mi hai salvato la vita, ma ho io un favore da chiederti.-

-E sarebbe?-

-Aiutami a porre fine a questa guerra- Disse lui con tono greve.

Lei sorrise. -Perchè ridi?- Chiese il vampiro decisamente seccato.

-Tu proponi una alleanza tra le nostre razze che da molto ormai sono in guerra e pretendi che io non lo consideri uno scherzo?-

-Pensavo che tu fossi una persona più seria...-

-Generalmente lo sono, ma ciò che proponi è impensabile-

-Davvero? È impensabile un mondo in cui elfi e vampiri non si fanno la guerra? È impensabile volere la pace?-

-Sì- Rispose seccamente Caila abbassando lo sguardo.

-Perchè!?-

-Perchè è la tua razza che ha sempre cercato la guerra! Siete voi che avete voluto tutto questo! Siete voi gli invasori, noi cerchiamo solamente di difenderci!-

-Sarà anche stata la mia razza ad aver scatenato tutto, ma io voglio porvi fine! Alleati con me, non con tutti noi-

Ancora silenzio. Ora i due si guardavano negli occhi.

-Va bene- Disse Caila. -Come pensi di fare?- Aggiunse.

-Non lo so ancora-

-Ottimo. Vuoi mettere fine ad una guerra ma non sai come fare, questa si che è una bella cosa-

-Ascoltami. Non sei costretta a farlo.-

Ancora silenzio.

-Tornerò da Suail, al castello e li raccoglierò più informazioni.- Disse Mizar

-Bene allora anch'io tornerò da mio padre per vedere come procedono le cose.-

-Incontramoci qui durante il prossimo inverno-

-D'accordo-

-Bene-

Mizar si incamminò.

-Mizar... fa attenzione!- Gli urlò l'elfa prima che lui fosse troppo distante. Non rispose. La principessa rimase lì sola, interrogandosi sul perchè non avesse ucciso quel vampiro e. Sul perchè ci teneva che lui non morisse. Si chiedeva perchè si sentisse così legata a lui nonostante fossero così diversi. Era tutto così strano. Qualche ora dopo anche lei era in viaggio per tornare a casa.

 

 

Ritengo inutile raccontare del percorso di Mizar attraverso la terra di Hamok per tornare da i suoi. Per questo riprenderò il racconto dalla notte dopo che i due amici si sono congedati. Se vi state chiedendo come riuscì a sapere la posizione del castello visto che pochi giorni fa non sapeva nemmeno come si chiamava, gli è stato detto dalla principessa. Ritenevo inutile riportare il dialogo, perdonami lettore.

 

Il luogo dove è maggiormente concentrata la popolazione dei vampiri è il castello di Dalee.

Questo si trova all'interno della foresta di Orman, a sud dei monti Amira, nella parte più a ovest di Hamok Orman è una foresta oscura, poiché la gli alberi che crescono in quella foresta non permettono alla luce di scaldare il suolo. Si crea così un microclima al di sotto della volta arborea, questo è umido e freddo, spesso una leggera e denza nebbia appare sul terreno. A volte può anche capitare che all'interno della foresta si formino nuvole cariche di pioggia. Il fiume che vi scorre all'interno, Sica, è torbido e scorre lento fino a congiungersi con il Mein, fiume impetuoso che nasce nel cuore del monte Bancare e sfocia nel grande mare Haloisi.

 

 

 

Mizar uscì nel cortile del castello per godere della dolce rugiada che, in quel periodo del giorno, si posava su qualsiasi cosa. Voleva anche osservare l'apparizione delle prime stelle del cielo prima che la candida luce lunare le offuscasse quasi del tutto. Per fare ciò doveva andare ai confini della foresta. Attraversando le porte che portavano da una cinta all'altra le guardie gli riservavano i loro saluti, poiché era stato ordinato loro di considerare Mizar come se fosse stato Il loro re.

Come già detto, il vampiro, si incamminò da solo ma arrivò alla fine della foresta in compagnia di Suail, questi lo vide uscire dalla cinta più esterna e volò fino a lui, per accompagnarlo, e per timore che si perdesse, visto che non aveva memoria di quel luogo.

Quando arrivarono si sedettero e si misero ad osservare quel cielo puntellato di singolarità, le stelle apparivano come fiocchi di neve appuntati sull'immensità oscura del cielo notturno.

Poi sorse la luna, bianca, con le sue macchie grigie qua e la, come se sifnificasse che non esiste bianco, purezza, senza macchia. La sua luce illuminava la radura che circondava la foresta. L'erba era mossa da una leggera brezza proveniente dal golfo di Meidan, a sud. Portava l'odore del mare.

Suail si alzò, poiché, ora che la luna non permetteva più di ammirare a pieno la bellezza delle stelle, non c'era più motivo per osservare il cielo. Privò un'albero di due rami ,abbastanza robusti, lunghi come una spada, ne porse uno a Mizar che era ancora seduto ad osservare, visto che riteneva il cielo una bella visione nonostante la presenza della luna.

-Alzati amico mio, vediamo se almeno ti ricordi come si combatte- Gli disse.

Lui non rispose ma accettò l'offerta. Il principe assunse la sua posa di combattimento mentre Suail rimase fermo non sapendo bene cosa fare. Quando Suail mosse per colpire, ''l'avversario'' si parò, e poi ancora, e ancora, fino a che la sua guardia fu spezzata e venne colpito al fianco.

-Riproviamoci- Incalzò Suail.

Ancora una volta Mizar si difese soltano, e venne colpito un'altra volta, finendo a terra.

-Devi aver preso una grande botta per non ricordare nulla a questo modo- Disse, con voce delusa, il principe. -Vediamo almeno se ti ricordi come si vola- Proseguì.

In un istante si tramutò in fumo nero, lo stesso che Mizar aveva visto utilizzare a i vambiri durante la battaglia, e si posò sulla cima di un albero guardando in basso. Attendendo che l'amico lo imitasse.

Mizar non sapeva bene cosa fare, la prima cosa che gli venne in mente fu saltare.

-Quello cos'era?- Disse Suail.

-Un tentativo?-

Suail discere; era più deluso che mai. -Un tempo eri il più veloce a volare ed il più bravo dei miei guerrieri, persino più bravo di me, anche se non mi piace ammetterlo-

Mizar non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo.

-Non ti preoccupare. Domani partirai, navigando lungo il fiume Sica e Bati, dovresti arrivare prima che il sole sorga-

-Partire? Per dove?-

-Per i monti Dehitiri. La vive uno stregone, lui forse potrà farti tornare la memoria-

-Come lo riconoscerò?-

-Oh lo riconoscerai tranquillo. Si chiama Beltan-

   
 
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