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Autore: Deline    15/07/2016    0 recensioni
“Il mio vero nome è Guendeline, anche se ormai per tutti sono Lonewolf, o più semplicemente, Lone.
Sono nata e cresciuta tra i Pacifici e i primi sedici anni della mia vita sono stati ordinari, ero una ragazzina come tante altre all’interno della recinzione: seguivo le attività della mia fazione, andavo a scuola e avevo un ragazzo, ma un giorno accadde qualcosa che cambiò per sempre la mia vita.”
Lone’s Heart, il cuore di Lone.
Questa storia, scritta sotto forma di diario, racconta la vita della protagonista di “Twisted Truth (MS-R41.3)”
Ho curato molto il personaggio di Lone, arrivando a scrivere non solo personalità e origini, ma approfondendo in modo quasi maniacale il suo passato e gli avvenimenti descritti nella rivisitazione, creando così una sua dettagliata biografia.
Una precisazione: l’età e l’aspetto dei personaggi della saga sono stati presi dal film, non solo per mie personali “ragioni estetiche” ma anche perché per poter sviluppare la trama della rivisitazione avevo bisogno che passassero più anni tra l’iniziazione di Eric e Quattro e il ritorno di Lone all’interno della recinzione.
Quindi, Lone, Eric e Quattro hanno 24 anni e Tris ne ha 16.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono seduta all’interno del passaggio che il generale Crowe chiama La Tana del Bianconiglio è un nome assurdo ma appropriato. 

Nella favola, Alice insegue un coniglio bianco fino dentro a una tana che le permette di raggiungere il paese delle meraviglie. É la stessa cosa che facciamo noi, attraversiamo questo cunicolo scavato nella recinzione che ci porta fuori da Chicago. 

Non ho ancora ben capito quale sia il paese delle meraviglie: Chicago o il Dipartimento? Nessuno dei due mi sembra tanto meraviglioso, ma non lo è neanche quello di Alice, l’ho sempre trovato inquietante e caotico. In ogni caso, il capo è lui e gli ordini non si discutono. 

Quattro è seduto davanti a me, appoggiato alla parete di fronte alla mia e con le dita tamburella sul suo ginocchio. É impaziente di conoscere il mio segreto ma ho ancora qualche timore a rivelargli tutto. 

Siamo amici da quando sono entrata negli Intrepidi e si è sempre dimostrato comprensivo e leale, ma quello che gli rivelerò potrebbe spingerlo a vedermi sotto una nuova luce, potrebbe smettere di fidarsi di me e il nostro legame si spezzerebbe rischiando di mandare al diavolo anni di lavoro sotto copertura.

Ormai il dado è tratto, non posso tirarmi indietro e non c’è un modo per rendere meno scioccante quello che nascondo. 

Faccio un profondo respiro e prego che tutto vada bene.

«Tobias, io non sono quella che credi, però quello che provo per te è sincero e anche gran parte delle cose che ti ho detto sono vere, ti ho mentito solo riguardo alla mia identità e parte del mio passato»

Quattro si incupisce ed io penso che forse avrei potuto evitare la premessa e confessare tutto senza neanche fermarmi per riprendere fiato.

«Magdalene che…» 

«Quello non è il mio vero nome» lo interrompo «Io mi chiamo Guendeline e sono nata ventiquattro anni fa nella fazione dei Pacifici»

Resta con la bocca aperta. Le sue labbra carnose sono tremolanti, quasi sul punto di dire qualcosa, ma sembra che la sua mente fatichi a scegliere cosa dire, o forse è bloccata dall’incredulità. 

La piccola Lone, affidabile compagna di chiacchierate sotto le stelle, gli sta dicendo cose che sembrano non avere senso.

Rimane immobile e il silenzio che regna in questo cunicolo diventa più opprimente del caldo umido e dell’odore della terra bagnata.

«Perché allora ti spacci per un’Abnegante e ti fai chiamare Magdalene?» 

Finalmente rompe il silenzio ma il suo sguardo non è incredulo come pensavo, è serio, troppo serio per non spaventarmi.

«Otto anni fa, poco prima del giorno della Cerimonia della Scelta, sono venuta a conoscenza di informazioni segrete e sono stata scoperta» chiudo gli occhi e il ricordo di quello che è accaduto appare nitido nella mia mente, come se fosse successo solo qualche giorno fa. Riapro gli occhi immediatamente perché se mi abbandono al ricordo scoppierò in lacrime.

«L’unico modo che avevo di sopravvivere era fuggire fuori dalla recinzione» faccio un profondo respiro e, quando sono certa che nessuna lacrima scivolerà lungo le mie guance, riprendo a parlare: «Scappai attraverso i campi dei Pacifici per un tempo che mi sembrò infinito. Quasi allo stremo delle forze intravidi una struttura che sembrava abitata, mi trascinai fino al cancello e l’ultima cosa che vidi, prima di perdere i sensi, fu il generale Crowe»

«Il Dipartimento di Sanità Genetica» si passa più volte la mano sulla fronte poi si ferma di colpo e mi guarda.

«Un momento, tu hai detto otto anni fa, quindi vuol dire che abbiamo la stessa età, ma tu hai fatto l’iniziazione due anni dopo di me» mi fa notare.

Il motivo è semplice, solo che non so che effetto avrà questa rivelazione. Tutto cambierà e non solo tra noi due, anche se mi dirà che non è così, in realtà il suo modo di vedere le cose sarà diverso e con esso i comportamenti che porta con sé la scoperta di tale segreto. No. Non mi sento ancora pronta.

«Non era sicuro reinserirmi subito nel sistema delle fazioni, ero una ricercata. Dovevamo aspettare che si calmassero un po’ le acque» 

Lo guardo e sembra credere a quello che sto dicendo, perché ha una sua logica e mentire in modo convincente fa parte del mio addestramento. Purtroppo io sto parlando con Quattro, la persona che riesce a leggermi dentro in un modo che non ho mai compreso fino in fondo.

«Potevo tornare nella mia vecchia fazione ma sarebbe stato un rischio. I Pacifici sono affidabili per quanto riguarda la collaborazione con il Dipartimento, ma non quanto gli Abneganti, nostri fedeli alleati da quando sono state create le fazioni» gli spiego. 

Non dare modo al tuo interlocutore di ribattere e spostare la sua attenzione su qualcosa che cattura la sua curiosità, è uno dei modi migliori per evitare domande che potrebbero mettermi con le spalle al muro.

«Vuoi dire che gli Abneganti sono sempre stati alleati con il Dipartimento?»

Ci è cascato, sono salva, anche se mi sento sporca. 

Lui è Tobias, il mio amico, quello che mi ha confidato i suoi più intimi segreti, dalle violenze del padre all’amore per Tris e io ora sto continuando a nascondergli la parte più importante della mia vita.

«Sì, loro ci hanno sempre aiutato, non solo dandoci un luogo per creare una base operativa, ma anche nella ricerca e protezione dei Divergenti»

Tobias, sempre pronto a consolarmi quando Eric mi maltrattava. Tobias quello che mi faceva ridere quando mi sentivo appezzi. Tobias che mi ha aperto la sua anima.

«Quindi hai aspettato due anni al Dipartimento per avere la certezza di essere stata dimenticata, o data per morta, e sei tornata con un’identità falsa» mi dice con un sorriso dolce sulle labbra.

Tobias che mi vuole ancora bene dopo aver scoperto che gli ho mentito per anni. No, non posso fargli questo.

«Ho aspettato due anni in modo da ricevere un buon addestramento e partorire mia figlia»

Quattro rimane di sasso. Vedo i suoi grandi occhi scuri fissarmi colmi di stupore e io inizio a sentirmi più leggera.

«Eri incinta quando sei scappata dalla recinzione?» domanda stupito.

Annuisco e mi preparo alle domande che seguiranno, quello che temo di più perché potrebbero sconvolgere la sua visione di molte cose.

«La tua sorellina immagino. Se lei è ti ha seguito negli Abneganti vuol dire che lui non sa che tu sei viva e che avete una figlia… o forse lo sa?»

«Sì, proprio lei, e sì, quando sono fuggita, lui sapeva che ero incinta» gli confesso.

«Da come lo dici sembra che non sia finita molto bene»

«Cosa te lo fa pensare?» gli domando.

«Hai detto che lui lo sapeva quando sei scappata, se le cose fossero andate bene avresti parlato al presente e saresti stata con il padre di tua figlia e non con Eric. Cosa gli è accaduto?»

«Vuoi sapere se per caso è morto o ci siamo lasciati?» 

Annuisce.

«Nessuna delle due» è l’unica cosa che riesco a rispondergli.

Mi alzo e cammino fino all’uscita della Tana. Quattro mi segue.

«Nessun segreto, non è uno dei nostri motti?»

«Sì e guarda che è successo, Magdalene è diventata Guendeline e gli Abneganti sono diventati i Pacifici. Mi sento pessima» mi accendo una sigaretta e aggiungo: «Quattro, benvenuto fuori dalla recinzione» concludo indicando i campi che si estendono davanti a noi.

«Un nome e una fazione diversi non sono segreti così importanti. Da quando sei saltata dal tetto, tu sei Lone l’Intrepida» dice circondandomi le spalle con un braccio, sfiora la mia tempia con le labbra e mi sussurra: «Nascondere l’identità del padre di Deline è un pesate fardello»

Molto più pesante di quanto può immaginare e io ho dovuto portarlo per sei lunghi anni.

Ho bisogno di un amico a cui confidare questo segreto e lui merita di conoscere tutta la verità.

«Vuoi davvero saperlo? Allora siediti, perché quello che ti dirò stravolgerà il tuo mondo.»

 
   
 
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