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Autore: kayachan    21/04/2009    4 recensioni
E se Kouichi s'innamorasse irrimediabilmente di Raimei, quanto cambierebbe la sua vita? Riuscirebbe a sopportare il peso dell'immortalità?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La sua spada era poggiata in un angolo della stanza. Era senza fodero e mandava bagliori ogni volta che la luce la colpiva.
Raimei la guardava stesa sul suo letto, mentre pensava alla prima giornata nel villaggio di Banten.
In fondo era andato tutto bene, o perlomeno tutto nella norma.
La scuola era come tutte le altre, niente di più, niente di meno. I ragazzi sembravano a posto e non c’era niente che l’avesse particolarmente colpita, a parte una cosa.
Un ragazzo, per la precisione.
Gli era praticamente saltato addosso, mentre rincorreva una ragazza.
Nel preciso momento in cui l’aveva visto, qualcosa dentro di lei era scattato, e non se l’era potuto spiegare. Di solito i ragazzi non le facevano questo effetto, anzi le erano completamente indifferenti. Ma quel Kouichi era speciale: sembrava più maturo, più serio, più riflessivo. E per di più si era dimostrato molto gentile e cortese.
Gli aveva mostrato l’aula, e l’aveva aiutata con la strada. Forse era stato anche troppo premuroso, ma questo a Raimei non dispiaceva.
E per di più non era solo il carattere quello che colpiva, ma anche l’aspetto: era alto, capelli chiari, occhi scuri e una carnagione pallida.
Tuttavia non sembrava uno sfigato, anzi al contrario dava l’impressione di uno molto in gamba.
Mentre parlava con lui, Raimei si sentiva strana, quasi entusiasta di poter parlare di sé stessa, per quanto poco potesse farlo.
E lei non aveva dimenticato quanti segreti doveva mantenere…
Era orfana, perché la sua famiglia era stata assassinata dal fratello più grande, Raiko. E tutte le volte che ci pensava sentiva una fitta al cuore.
Com’era possibile che suo fratello avesse fatto una cose del genere? Per anni aveva sentito il peso di questa tragedia, perché era sola. Suo fratello aveva risparmiato solo lei. E Raimei si era sempre chiesta il perché.
Aveva vissuto nel dolore e ora aveva capito che doveva cavarsela da sola. Solo questo poteva fare.
E mentre pensava a questo, fissava la sua spada, che era carica di ricordi: il primo, quando i genitori gliela misero in mano per la prima volta, affinché lei ne imparasse la tecnica; poi quando si esercitava col fratello, che possedeva la gemella della sua spada. Tutta la sua vita era trascorsa con quella spada, e con essa l’indelebile appartenenza al mondo di Nabari e al clan degli Shimizu.
Però, chissà perché, in mezzo a tutti questi pensieri bui, spuntava il viso di Kouichi e il suo sorriso raggiante, che l’avevano contagiata da subito.



Il prof Kumoira è arrivato. Adesso comincia il lavoro vero, proteggere Miharu Rokujo. L’aveva visto, Rokujo, il giorno dopo a scuola: era in classe con lei e Kouichi. Era un ragazzino piuttosto strano, se ne stava sempre per i fatti suoi e non parlava quasi con nessuno.
Lo aveva riconosciuto da subito, grazie alla descrizione di Kotaro Fuma, il capo del villagio di Fuma.
Insomma il suo compito e quello di Kouichi e quello del prof Kumoira sarebbe stato per un periodo, o forse per sempre, proteggere il possessore dello Shinrabasho.
Non che la cosa le dispiacesse, anzi probabilmente si sarebbe anche divertita. Ma questo significava un ostacolo fra lei e Kouichi: se fino a quel momento era riuscita a rimanergli accanto, adesso come avrebbe fatto??
Chi vorrebbe stare con una ragazza che usa una spada? Uno shinobi, per di più!! E poi come faccio a giustificare che starò praticamente sempre attaccata a Miharu?
Quella mattina avrebbe dovuto incontrare il prof Kumoira per discutere della missione: il problema sarebbe stato come allontanare Kouichi, anche se lei lo avrebbe voluto al suo fianco.
Ma non era possibile, erano diversi, troppo.
Per fortuna avevano fatto la strada per la scuola insieme, lei e Kouichi, come sempre. Lei aveva attaccato a parlare, e Kouichi l’aveva ascoltata come sempre. E questa era un’altra cosa di Kouichi che piaceva immensamente a Raimei, perché nessuno le aveva mai prestato così tante attenzioni. Non che lei fosse una a cui piacesse stare al centro dell’attenzione, però con Kouichi si sentiva protetta, come se ogni cosa che pronunciasse fosse assolutamente importante e imperdibile.
La cosa che più la sconvolgeva era che dopo anni e anni di completa indifferenza a questa cose “adolescenziali”, adesso c’era dentro fino al collo.
La cosa strana era che non riusciva a capire quale fose il vero sentimento che legava quei due, o per meglio dire, ciò che la legava così tanto a Kouichi.
Forse aveva soltanto sentito il bisogno di qualcuno di cui potersi fidare, e in Kouichi aveva trovato l’appoggio ideale: o forse era davvero attratta da lui, e si stava innamorando.
Più ci pensava e più le sembrava che la seconda opzione fosse quella più plausibile.
Brava Raimei!! Ti sei cacciata davvero in un bel guaio… Ti sei andata a innamorare di un ragazzo che non potrai mai avere!! Che idiota che sei!
Questa consapevolezza era però quella che l’avviliva: ormai la presenza di quel ragazzo le era indispensabile., ma doveva allontanarlo per tenerlo lontano dai guai. Bel casino…Se ci fosse Raiko mi prenderebbe in giro fino alla morte!!
Le prime ore della giornata scorsero lentamente, e Raimei si annoiò per tutto il tempo. Quando finalmente suonò la ricreazione, lei e Kouichi andarono in terrazza. Purtroppo si ricordò dell’incontro col prof Kumoira solo dopo, quando erano già fuori, perciò non potè fare a meno di portare anche Kouichi con sé. A questo punto tanto valeva aspettare l’uomo, e mandare via Kouichi con una scusa. Perciò si sedettero entrambi per terra e si godettero quel momento magico. Non parlarono, ma la ragazza sentiva l’aria carica di elettricità, come se da un momento all’altro dovesse succedere qualcosa d’improvviso. Quando spuntò finalmente il prof, balzò in piedi e cercò di mandar via il ragazzo come aveva pensato prima.
“ Kouichi, scendi in classe, io ti raggiungo subito.”disse prontamente.
“ No, deve restare anche lui. E’ uno di noi. Come me e te.” la contraddisse il prof Thobari.
Il tempo, per pochi istanti si fermò: immediatamente si voltò verso il ragazzo. Non è vero, non è possibile. Io non riesco a crederci.
La ragazza era incredula: come poteva essere vero? Kouichi, la persona migliore che aveva incontrato in tutta la sua vita, era uno shinobi.
Quando però si rese davvero conto della situazione, una parte dentro di sé si sentì davvero felice: adesso forse stargli accanto non sarebbe stato così difficoltoso.
Il ragazzo , però, non aveva ancora detto nulla.
“ Kouichi… tu appartieni al mondo di Nabari?” Il ragazzo non le rispose, e guardò altrove, come se avesse vergogna a mostrarle il proprio volto.
per la prima volta Raimei sentì che il ragazzo si stava allontanando da lei per chissà quale ragione: in fondo entrambi adesso sapevano che appartenevano allo stesso mondo, e che l’ultima barriera per la loro amicizia era caduta.
Ma allora perché lui la trattava con distacco e quasi con tristezza? Cosa c’era di così terribile in quella nuova scoperta, tanto da non riuscire nemmeno a parlarle?
Kouichi perché fai così?? Cosa c’è che non va? Mi sto seriamente spaventando… Dì qualcosa, dannazione!! E invece il ragazzo non la guardò, e piuttosto fissò furioso il prof Thobari: “ Perché voleva parlarmi??”
Raimei capì che subito che nella voce del ragazzo c’era qualcosa che non andava, eppure non ne riusciva a capire il motivo.
“Non sei il solo che ho chiamato come puoi ben vedere: anche Raimei fa parte del mondo di Nabari, e siamo stati tutti incaricati di una missione molto importante."
Allora Raimei decise di guardare il prof: non capiva l’ostinazione del ragazzo. Ma se lui vedeva la cosa con così tanto astio, pazienza, l’avrebbe fatto anche lei.
" Lui già sa?" chiese Raimei.
"No, credo che Rokujo non sospetti un bel niente. Per questo dovremo essere molto cauti, e fare attenzione."rispose Thobari.
"Professor Thobari non capisco. Si spieghi." chiese ancora Kouichi. Perché fa finta di niente? Possibile che non sappia ancora nulla della missione e di Miharu? "Noi tre siamo stati incaricati di proteggere Miharu Rokujo."rispose Thobari.
"Perchè? Chi è?" domandò perplesso il ragazzo . Non posso crederci: lui non sapeva niente davvero!! Che non sia stato informato prima come me? Però io l’ho percepito subito che Miharu aveva qualcosa di speciale…Sembra che invece Kouichi respinga tutto quello che appartiene al mondo di Nabari..
" Miharu è il possessore dell'arte dello Shinrabasho, il potere più grande di Nabari." rispose Raimei.
L’espressione di Kouichi fustrana: da un alto sembrò che avesse raggiunto la risoluzione di un enigma, dall’altro che si fosse levato un peso dal cuore.
Poi intervenne il prof." Credo che il modo migliore per dirlo a Rokujo sia farlo con calma e in un posto dove lui si sente al sicuro. Per cui stasera andrò a parlarci, e gli parlerò anche di voi due. Domani mattina andrò ancora da lui per accompagnarlo a scuola, e voi due dovrete aspettarci qui. Capito?"
"Sì, abbiamo capito." risposero i due. "Perfetto. Allora a dopo." L'uomo fece un rapido sorriso, e se ne andò.




Quando Kouichi le aveva chiesto di uscire, Raimei aveva seriamente pensato di essere già nel mondo dei sogni. Nei suoi pensieri si alternarono incredulità, confusione e felicità: e forse capiva il senso di tutto ciò.
Per la prima volta nella sua volta stava sperimentando un sentimento forte e starno allo stesso tempo, e si sentiva enormemente appagata per questo. Anche se il comportamento del ragazzo di quella mattina l’avevano spiazzata completamente, non riusciva ad essere triste.
D’altronde non si aspettava certo che Kouichi la invitasse fuori dopo così poco tempo che si conoscevano, però riflettendoci, la cosa non le dispiaceva affatto. Anzi, anche se in pubblico aveva assiduamente negato di avere interessi sentimentali per qualcuno, con Kouichi era diverso. Lui la capiva, l’ascoltava, semplicemente c’era sempre. E poi, anche se lui non lo sapeva, circa metà delle ragazze della scuola, ci sarebbe uscita. Probabilmente non davano mai segni d’interessamento, perché lui non era il tipo. E comunque per questo aveva deciso che la mattina seguente avrebbe raccontato a voce ‘molto alta’ dell’appuntamento, così giusto per far sapere a ‘qualcuno’ la notizia.
Quando aveva lasciato Kouichi al solito incrocio, la prima cosa che aveva fatto era stata quella di andare in un negozio a comprare un abito adatto, visto che al momento non ne aveva neanche uno. Ne provò diversi, ma alla fine optò per un abito abbastanza semplice azzurro.
Uscì di corsa dal negozio, e filò a casa.
Mentre scivolava sotto la doccia, sentì i muscoli rilassarsi e restò sotto il getto dell’acqua per un bel po’. Dopo circa mezz’ora finalmente uscì’ dalla doccia, e quando si guardò allo specchio sentì una punta di disperazione: cosa fare con ‘quei’ capelli?
Di certo adesso non poteva andare in una salone di bellezza, e poi chissà quanto le avrebbero spillato..
A questo punto l’unica soluzione era lasciarli sciolti, e così fece. Indossato l’abito e pettinati per bene i capelli, mise un po’ di lucidalabbra, prese una borsa e uscì di casa.
Era in perfetto orario, ma chissà perché sentiva che lui era già là. E infatti appena svoltato l’angolo, lo vide, e quasi subito sorrise per l’emozione.
Per la serata, anche lui si era vestito in modo elegante e, se possibile, era ancora più carino. Sembrava qualcosa che non fosse fatta per vivere sulla terra, ma piuttosto sembrava qualcosa di decisamente etereo. Purtroppo di tutto lo stupore che adesso Raimei provava, l’unica cosa che riuscì a dirgli, fu che quella camicia gli stava bene.
Patetica, ecco cosa sono. Prima di andare nel famoso ristorante, i due ragazzi parlarono a lungo, soprattutto di Nabari e delle loro abilità.
Parlarono così a lungo che nemmeno si resero conto di essere già arrivati al ristorante. Era un posto carino, e non troppo affollato. Proprio perfetto... oh mio Dio, mi sento di poter toccare il cielo con un dito!!
Quando arrivò il cameriere con i menù, Raimei si accorse di aver attirato uno sguardo piuttosto ‘gentile’ da parte di questo, e ne rimase compiaciuta: almeno aveva la certezza di essere decente quella sera.
Poi si accorse che Kouichi aveva uno sguardo distante, anzi preoccupato: evidentemente c’era qualcosa che voleva dirle, ma non sapeva come farlo.
Forse se glielo chiedo io, non si farà tutti questi problemi.
“Kouichi cosa c’è che non va? Sembri preoccupato.”
“ Il fatto è che ti ho invitato per un motivo preciso, Raimei. “ . Mentre diceva così, la fissava negli occhi e Raimei quasi s’intimidì.
.” Dovevo parlarti di una cosa seria.”disse serio il ragazzo.
“Parla pure, allora.” acconsentì la shinobi .
“Raimei, per te io cosa sono?”
E andò completamente nel pallone. Cosa cavolo passava per la testa di quel ragazzo? Di tutte le domande che avrebbe potuto farle, proprio questa aveva scelto! Sei solamente l’unico ragazzo di cui probabilmente io mi sia innamorata: bazzecole.. Il problema è: cosa ti aspetti tu?
Così la ragazza decise di dirgli la verità, ma solo in parte.
“Bè sei il mio amico, il mio primo amico. In fondo apparteniamo entrambi al mondo di Nabari, e condividiamo la stessa missione. E poi sei una delle poche persone di cui io mi fidi veramente.”
rispose, anche se con poca convinzione. Come avrebbe voluto dirgli che moriva dalla voglia di dirgli ciò che provava davvero! Sarebbe bastato che anche lui le dicesse queste parole, e lei si sarebbe sciolta in un profluvio di sdolcinatezze. Ma il volto del ragazzo era una maschera di tristezza, e Raimei si sentì male per lui.
“Che c’è Kouichi? Cosa ho detto che non va?”
Allora Kouichi sorrise amaro e le rispose con fermezza.
“Vedi Raimei, il problema è che per me tu sei molto di più. Anzi io credo di essermi innamorato di te.”
Dette queste parole, la prima cosa che accadde a Raimei, fu quella di sentire delle campane in lontananza: poi realizzò pienamente quello che il ragazzo le aveva appena confessato. Non è possibile… è meglio di qualsiasi sogno o fantasia. Ed è pura realtà…
Il ragazzo proseguì.“Non devi sentirti in obbligo per qualcosa Raimei…a me basta starti accanto. Per il resto sarà tutto come sempre, stanne certa.”
“Ma io non voglio che resti tutto com’è.”
“Non capisco.” Kouichi era contrariato.
“Io voglio più dell’amicizia, Kouichi. Voglio stare con te. E se non te l’ho detto prima, e perché aveva paura a confessartelo.” Mentre diceva queste parole, Raimei aveva abbassato lo sguardo. Anche se sentiva di aver deto la verità, si sentiva molto imbarazzata per quelle parole, e non riuscì a mantenere lo sguardo fisso di fronte a sé, anche se era oltre misura felice.
Stava aspettando la risposta, ma sentì una mano che le prendeva il mento tra le dita e lo portava vicino al proprio volto.
Il primo bacio della mia vita…

Quando Kouichi appoggiò le sue labbra sulle sue, lei era già letteralmente in estasi, e non c’era niente altro che la potesse riportare sulla Terra. L’unica cosa che si ricordò di poter fare fu prendere il volto di Kouichi tra le mani, e così fece. Il loro bacio durò così tanto, che alla fine il cameriere per farsi notare dovette tossire svariate volte, prima che i due se ne rendessero conto.
Per tutta la serata si tennero le mani, e a tratti parlavano, a tratti si guardavano sorridenti. Ma il meglio furono i baci, degli autentici momenti magici, e Raimei ne restava sempre un po’ intontita. “Domani dobbiamo andare da Miharu” ricordò Raimei.
“ Lo so. Il punto è che non mi va di tornare a casa adesso. O perlomeno non mi va di farlo da solo” disse sorridente Kouichi.Allora Kouichi l’attirò a sé con violenza, la strinse e la baciò. Poi disse” Sia mai che io ti faccia stare male. Mi basta sapere che ti faccio venire il batticuore. O soffri di qualche altro malore in mia presenza?” chiese divertito.
“ Direi di no, perciò possiamo stare insieme tutto il tempo che vogliamo.”
Però lo sguardo che Kouichi le rivolse non era altrettanto entusiasta. “Nulla. Sta tranquilla. Ti accompagno a casa. “ Le prese la mano, e camminarono fino a che non arrivarono a casa di Raimei.
La ragazza sentì il forte desiderio di portare Kouichi a casa sua, così glielo chiese.“ Vuoi salire?” chiese con un mezzo sorriso.
Kouichi rise forte.” Ma non avevi detto che il cuore non poteva reggere un peso simile??”
“ Guarirò in fretta, vedrai.”
“ Ti ringrazio, ma è meglio che me ne torni a casa. Ma prima di andarmene..” e la baciò di nuovo.
“ Ti amo, Raimei.”
“Che strana coincidenza: anch’io ti amo!!” disse sorridente.
“A domani .” concluse Kouichi. E si allontanò salutandola.
La ragazza salì a casa ancora sognante, e quando si chiuse dentro il suo appartamento si sentì pervadere da uno strano senso di eccitazione. Fregandosene del fatto che fosse tardi e che di sotto probabilmente la gente dormiva, urlò” Io amo Kouichi Aizawa!! E lui ama me!!”
Per quanto fosse semplice questo fatto, lei non continuava a crederci: ma era così!! L’indomani lo avrebbe rivisto, e forse tutti i giorni dopo, o forse per tutta la sua vita. Non poteva crederci, ma era vero, e lei faceva parte di quella realtà.
Andandosene a letto, ricordò quanto era stata triste e sola prima, e ripensandoci capì la fortuna di aver incontrato Kouichi.




Ecco finalmente il settimo capitolo. Probabilmente chi mi segue avrà pensato che io sia stata investita da qualche tram, e che sia morta sul colpo. Niente di tutto ciò: semplicemente mia madre ha sequestrato il computer per la sua tesi, e io non l’ho potuto toccare. Fra l’altro questo capitolo è stato molto impegnativo, e ci ho messo un bel po’ di pomeriggi per completarlo. Dopo tutto questo lavoro, spero che vi piaccia!!

cara_meLLo: ti prego dimmi che non ho fallito nel tentativo di intrufolarmi nei pensieri di Raimei. Ho fatto così perché pensavo che il suo punto di vista fosse il più adatto per continuare. Secondo te, da adesso in poi, dovrei continuare con lei, o tornare a Kouichi?
  
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