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Autore: jortinifeels    16/07/2016    3 recensioni
"Qual'è la tua più grande paura, Jorge?"
"L'amore."
[...]
"La verità è che la amo, ancora, e forse troppo. Così tanto che mi sta già sfuggendo di mano la situazione, e quando è presente ti giuro che non capisco più nulla. Ed è questo il punto. Finalmente le ho confessato che la amo, le ho parlato del mio passato, le ho mostrato lo schifo che ho dentro, le ho permesso di entrarmi dentro completamente leggendo le mie debolezze, e adesso è diventata anche lei una di queste. È diventata come una droga per me: crea dipendenza e mi uccide lentamente."
[...]
"Ho sempre desiderato essere il tuo rifugio dagli inverni che attraversano il tuo cuore."
[...]
"...spero solo di non averti fatto soffrire troppo con queste mie fottute paure."
"So per cosa lottavo. Per quello che assomiglia tanto a un arcobaleno dopo una tempesta, per quel giro di vuota che non si ripete, per la metà mancante di me stessa. E se ogni singola lacrima, ogni singolo singhiozzo, ogni singolo istante in cui mi sono sentita smarrita mi ha portato inconsciamente da te, in questo caso non rimpiango nulla."
[...]
"Lasciami provare questo dolore che finalmente tutto questo prende un senso."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Martina Stoessel, Violetta
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tini Pov

"COSA CAZZO STAI FACENDO JORGE?!" Gridai con gli occhi sbarrati tirandolo per la camicia verso di me. Quando si voltò sentii i battiti del cuore accelerare tanto da perforarmi la gabbia toracica e l'anima non appena incrociai i suoi occhi, scuri come non li avevo mai visti esofferenti come mai mi aveva dato il permesso di vedere. Livido in volto con le labbra strette in una linea dura, la mascella tesa e i pugni chiusi avanzò verso di me sovrastando il mio corpo minuto con la sua figura. Il suo sguardo era troppo intenso ed i suoi occhi non accennavano a smettere di guardarmi in quel modo che mi mise lo stomaco in subbuglio ed inevitabilmente  posai lo sguardo sulla punta delle mie converse. Spalancai improvvisamente gli occhi nel vedere il  sangue che bagnava le nocche spaccate della mano con cui aveva colpito Damien. Sussultò quando portai una mano in corrispondenza della ferita, iniziando ad accarezzarla cautamente. "P-perché lo h-hai fatto?" Balbettai sentendomi piccola sotto il suo sguardo rabbioso e amareggiato. "Stava per toccare ciò che è mio, stava per sfiorare quelle tue labbra perfette che giurasti sarebbero state a contatto solo con le mie, ma la cosa che mi fa più incazzare Martina è che che tu glielo stavi permettendo, stavi infrangendo quelle stupide promesse a cui mi sono aggrappato come un perfetto idiota, e soprattutto stavi togliendo un senso alle nottate insonne trascorse  che ho passato a causa tua, delle tue labbra che mi sussurravano queste stupidissime parole che mi provocavano continui brividi, dei tuoi occhi e del modo in cui mi osservavano facendomi credere che sarei stato il tuo primo ed unico amore." Ringhiò avanzando verso di me sino a portarmi con le spalle al muro "Sei soltanto una stupida mocciosa che mi ha fatto illudere. Dio, non puoi immaginare quanto ho provato a mantenermi a debita distanza da te, a non sfiorarti nemmeno con il pensiero." Soffiò sulle mie labbra piantando le mani sulla parete. In quel momento le sue labbra apparvero più invitanti che mai ed il suo sguardo era limpido come non lo era mai stato in quello stesso istante in cui aveva ammesso di tenere a me, a quella 'stupida ragazzina che gli correre dietro' come diceva un tempo, e fu proprio in quell'istante che smisi di dare ascolto alla mia coscienza e mi avventai sulle sue labbra morbide e calde. Inserii le mie mani tra i suoi capelli in un incastro perfetto mentre lui non si mosse di un muscolo lasciandosi trasportare dal movimento delle nostre labbra che si sfioravano, si bagnavano, si mordevano, mentre in poco tempo le nostre lingue iniziarono a giocare tra loro senza sapere che in quell'istante le nostre labbra fecero l'amore per la prima volta.




"Tutto bene Tinita?" Ripensando al nostro primo bacio scossi la testa con un sorriso da ebete sul volto, tutto sotto lo sguardo per metà divertito e per metà preoccupato di mia zia Clara che in quel momento sedeva di fronte a me portandosi una tazza fumante di tè alle labbra. "Sono solo degli stupidi ricordi." Sussurrai più a me stessa che a lei che poggiò prontamente la mano destra sulla mia per darmi conforto, come per dire senza usare parole che lei mi sarebbe stata accanto. Subito dopo entrò in cucina Diego seguito dallo zio Ezequiel e i due coniugi scambiarono un'occhiata che non faceva ben sperare mentre lo sguardo di Diego era impassibile ed indecifrabile come sempre"Martina, dobbiamo parlare." Si schiarì la voce Ezequiel accomodandosi nella sedia accanto a quella della zia che mi guardava con un'espressione alquanto preoccupata, quasi quanto la mia nel sentire le parole pronunciate da Ezequiel. Deglutii ed annuii invitandoli a continuare "Quello che hai subito è senza dubbio molto forte, fin troppo per una ragazzina di diciassette anni come te Martina, così come il peso che ti porti dentro, e che noi, in un certo senso, vorremmo alleggeriti pensando che magari potrebbe esserti d'aiuto qualche seduta con signor Duval, è uno dei migliori psicologi di Buenos Aires e siamo più che certi che il suo intervento non sarà indifferente in questo periodo, diciamo 'particolare', che stai attraversando."

Jorge Pov

Solo dopo un paio di minuti la porta di casa Rodriguez venne aperta, e a mia sorpresa proprio da Diego. Mi fulminò con lo sguardo non appena fummo faccia a faccia e potei facilmente avvertire il suo fastidio nel vedermi non appena notai i suoi muscoli facciali contrarsi. Prima che uno dei due potesse parlare uno voce fin troppo familiare echeggiò nel pianerottolo e nell'ingresso "SIETE COMPLETAMENTE PAZZI SE POTETE ANCHE SOLO PENSARE CHE IO VADA DA UN FOTTUTISSIMO PSICOLOGO A RACCONTARE LA MIA VITA." Tuonò la voce di Martina. "Come hai potuto sentire al momento abbiamo cose più importanti a cui pensare, quindi passa direttamente domani." Borbottò scortesemente il moro "Lasciami entrare, Diego." Mi sforzai di non alzare la voce mentre con la mano destra bloccai il suo tentativo di lasciarmi fuori tenendo ferma la porta. "Dammi un buon motivo per cui dovrei lasciarti entrare." "Non voglio lasciarla sola." Risposi sicuro prima che una risata amara riempisse ancora una volta il pianerottolo "Tu l'hai già lasciata sola una volta, caro mio. Martina non ha bisogno di te, ha la sua famiglia su cui può sempre contare." Sbottò risoluto "Non ho intenzione di rientrare nella sua vita, voglio solamente starle accanto come un semplice amico. Lo sai anche tu che in fondo lei ha bisogno di me, Diego." Lo spagnolo sospirò profondamente prima di farmi entrare in casa "Entra qui, non ti consiglio di intrometterti in una riunione di famiglia, Blanco." Mormorò prima di aprire un'altra porta del corridoio.

Tini Pov

"Martina, devi capire che se ti abbiamo prenotato una visita con il dottor Duval è solo per il tuo bene." "Ah, quindi già avete prenotato una visita SENZA PRIMA PARLARNE CON ME!" Mi alzai di scatto dalla sedia e sotto i loro sguardi amareggiati uscii a passo svelto dalla cucina. In quel momento avevo solo bisogno di rintanarmi sotto il piumone e non pensare a nient'altro, ma non fu così. Spalancai gli occhi non appena aprii la porta della mia stanza ritrovando la figura di Jorge seduto sul mio letto. Deglutii e per un attimo credetti di stare sognando ad occhi aperti per lo splendido ragazzo che si materializzò davanti ai miei occhi increduli "C-cosa ci fai? Chi ti ha dato il permesso di entrare in camera mia?!" Tuonai con gli occhi sbarrati "Mi hai detto tu stessa che non ho bisogno di nessun permesso, io." Mi mise a tacere e sorridendo maliziosamente si alzò avvicinandosi verso di me. "Cosa sei venuto a fare?" "Vieni con me." Mormorò prendendo con delicatezza e al tempo stesso con decisione il mio polso sinistro trascinandomi fuori di casa con una luce negli occhi che non gli avevo mai visto.

Lodovica Pov

Tolsi le cuffiette dalle orecchie e interruppi momentaneamente la riproduzione casuale del mio iPod non appena notai in lontananza la figura di Diego appoggiato ad un gradino. Rimisi il lettore musicale e le cuffie nella borsa e mi diedi un' occhiata nello specchietto di una macchina parcheggiata lì vicino sistemandomi una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio prima di andare velocemente nella direzione del moro. "Diego, tutto bene?" Alzò prontamente lo sguardo facendo scontrare e unire i nostri occhi scuri in una combinazione letale "Diciamo che potrebbe andare meglio, ecco tutto." Mormorò grattandosi la nuca e accennando un lieve sorriso "E tu invece? Cosa ci fai qui fuori con questo freddo?" "Sono una donna di mondo io!" Esclamai vedendo una luce divertita nei suoi occhi "Sarà, ma non provare a dirmi che non stai sentendo freddo." "Dove vuoi arrivare, Domiguez?" Inarcai un sopracciglio e lanciandogli un'occhiata furba lo invitai a continuare "Dico che se continuiamo a starcene qui fuori con questo freddo finiremo per morire congelati. Io proporrei di andare a prenderci una cioccolata calda, che ne dici?" Il suo sorriso si allargò quando si alzò porgendomi la mano "Okay, ma offri tu spagnolo." Affermai  afferrando prontamente la sua mano per alzarmi e con l'altra puntai l'indice sul petto mentre il moro scoppiò in una rumorosa risata che coinvolse anche me.

Jorge Pov

Quando arrivammo a destinazione immediatamente un leggero venticello ci pizzicò il viso mentre l'infrangersi delle onde sugli scogli riempiva l'atmosfera. Tolsi meccanicamente le scarpe e i calzini invitandola a fare lo stesso e mi lasciai accarezzare i piedi dai granelli della sabbia fredda e umida. Notai immediatamente gli occhi di Tini illuminarsi guardando lo splendido paesaggio davanti a se. "Non so davvero che dire, è stupendo." Mormorò curvando gli angoli della bocca in un inimitabile sorriso senza smettere nemmeno per un attimo di osservare il mare mosso ed agitato, proprio come lei. Per un attimo mi fermai ad osservarla attentamente. I capelli mossi dal vento. Le labbra carnose colorate leggermente da un rossetto rosa. I suoi occhioni da cerbiatta che brillavano quasi all'inverosimile. Tutto questo era racchiuso nella meravigliosa creatura che avevo accanto, serena all'esterno ma scottata dentro. Il suo sorriso e i suoi occhi si illuminarono ancor di più quando il suo sguardo incrociò un'altalena cigolante che raggiunse immediatamente. Abbassò le palpebre non appena si sedette e appoggiò le sue esili mani sulle catene d'acciaio ormai arrugginito che la sorreggevano, lasciandosi cullare dal leggero dondolio dell'altalena causato dal vento. "Non avevo mai visto uno spettacolo del genere, o per lo meno non uno che mi rispecchiasse così tanto come il mare d'inverno." Confessò mantenendo le palpebre abbassate e lasciandosi cullare dal leggero dondolio dell'altalena e dal rumore del mare "Come il mare sei malinconica, romantica, e a volte anche un po' agitata. E lo sei sempre stata. Ma adesso sei anche spenta, così come il mare che abbiamo davanti ai nostri occhi, probabilmente gli unici che lo guarderanno con una tale ammirazione durante la stagione più fredda dell'anno, e allo stesso tempo saranno sempre pochi a cogliere la sua bellezza durante l'estate, tra ragazzini che scorrazzano in giro per la spiaggia che coprono questa magnifica visuale e gente troppo impegnata a stare all'ombra sotto i loro ombrelloni per poter sovrastare il brusio con i loro occhi curiosi di osservare ciò che hanno davanti. E tu sei anche questo, una bellezza che si può comprendere a fondo solo se si è in un'altra dimensione, proprio come questa. Ma il mare è sempre lì, fermo, a sbattere contro gli scogli, cose come tu vai sempre in contro al tuo passato. Il mare non può, ma tu puoi trovare un modo per volare sopra tutto quello che ti turba, sopra i tuoi errori e sopra i tuoi ricordi peggiori senza farlo davvero, senz'ali."



Tini Pov

Non ebbi il tempo di rispondere ad Jorge quando i nostri cellulari presero a vibrare all'impazzata all'interno delle nostre tasche con i nomi dei nostri rispettivi migliori amici sui display, distruggendo la 'bolla' che si era venuta a creare attorno a noi e al mare tutt'altro che calmo che faceva da sfondo perfetto e facendoci allontanare repentinamente da quel piccolo angolo di paradiso. Dopo una decina di minuti mi ritrovai a suonare al campanello di casa Molfese dove ad aprirmi fu sua madre che con un sorriso che le illuminava il viso gentilmente mi informò che la figlia si trovava in camera sua.

"Posso entrare?" Mormorai aprendo di poco la porta e rivelando una Candelaria pensierosa stretta al suo cuscino. Accennò un sorriso quando mi vide, saltandomi poi con le braccia al collo non appena mi sedetti accanto a lei ai piedi del letto. "Grazie per essere venuta, Tini." Mormorò la rossa accennando un sorriso mentre i suoi occhi spenti fissavano un punto indefinito della stanza "Non devi ringraziarmi di nulla ma dimmi che cosa ti prende, è successo con Ruggero?" Spalancò gli occhi voltandosi nella mia direzioni "Si vede da lontano che tra voi c'è qualcosa di forte che vi lega, e quindi è ovvio che questi occhi spenti e questo sorriso finto siano per lui. E qualunque cosa sia successa tra di voi, lui non sta di certo meglio di te." Conclusi facendole spuntare uno splendido sorriso.  "Martina, ma come..?" La rossa corrugò la fronte mentre stringeva sempre di più il suo cuscino al petto "Ero insieme ad Jorge quando i nostri cellulari hanno iniziato a squillare ininterrottamente con i vostri nomi illuminati sui display del cellulare." "Martina.."  Sospirò e la bloccai sapendo già dove volesse andare a parare "So già quello che vuoi dirmi Cande, ma ho tutto sotto controllo, davvero. Piuttosto, credo che in questo momento qualcuno qui abbia bisogno di confidarsi con un amica. E questo qualcuno sei tu rossa, nel caso volessi fare l'indifferente." Ridacchiò scuotendo il capo prima di prendere un respiro profondo ed iniziare a parlare. "Mi sento dannatamente in colpa per essere scappata da Ruggero poco fa. Il problema è che ho avuto paura, anche se mi costa ammetterlo." Tirò un sospiro profondo prima di riprendere la parola "Credo, insomma, non ne sono sicura, ma è possibile che io mi stia innamorando di Ruggero, o quasi." Disse tutto d'un fiato prima di accasciarsi sfinita sul letto seguita da me "Credo che i Ruggelaria saranno prossimamente eletti come coppia dell'anno." Ridacchiai seguita dalla mia migliore amica.


Jorge Pov

Spalancai la porta e seguito dall'italiano entrai in camera mia accomodandomi su una poltroncina sistemata al lato del letto, accanto alla finestra. "Prima ti comporti da donna mestruata al telefono mentre ero con Martina e ora non spiccichi nemmeno una parola, mi dici che ti prende?!" "E lo dici a me?! Proprio tu che prima sbotti dicendo che Martina non è un cazzo di niente per te e poi ti vedo fare il fidanzato premuroso con lei !" Sbottò il moro serrando la mascella "Cosa cazzo c'entra Martina, me lo spieghi!" "C'ENTRA, SEMPRE. PERCHÉ SE LE PERSONE CHE VI SONO STATI ACCANTO IN QUESTI MESI, SOPPORTANDO LE VOSTRE CRISI, I VOSTRI VOLTI INCAZZATI, LE VOSTRE SOFFERENZE, ADESSO HANNO PAURA DI INNAMORARSI È PER COLPA VOSTRA, PER PAURA DI FINIRE COME VOI." Rimasi spiazzato da quelle parole. Era incazzato nero ma nonostante tutto era sincero, i suoi occhi erano sinceri e paurosi al tempo stesso. Passai nervosamente una mano tra i capelli e rimasi ad osservarlo. Lui c'era sempre stato per me, sempre. Aveva saputo ascoltarmi e calmarmi nel momento del bisogno ed era arrivato il momento di fare lo stesso, ma come? Il silenzio mi sarebbe stato complice, pensai, e così fu. 
Dopo un po' il moro si alzò camminando avanti e indietro rischiando di creare un solco sul pavimento, iniziando a parlare a ruota libera sulle paure e i sui sentimenti che lo tormentavano. 

Diego Pov

"Comunque, sto ancora aspettando di sapere il motivo per cui eri così preoccupato poco fa." Tuonò la mora di fronte a me picchiettando le dita sul tavolino del bar. Al primo impatto poteva sembrare invadente, non lo era affatto, il suo pregio più grande era quello di voler sempre cercare di aiutare gli altri, e questo lo apprezzai molto. "Problemi di famiglia, in un certo senso." Inarcò un sopracciglio e assunse un espressione più che buffa che mi fece istintivamente sorridere. "Sarebbe troppo complicato da spiegare." Ridacchiai "Come sfidare il freddo?" Stavolta fui io ad inarcare il sopracciglio destro e a corrugare la fronte non appena la cameriera arrivò per prendere le ordinazione e l'italiana prese un coppa di gelato al cioccolato "Una alla vaniglia anche per me." Dissi prima che la cameriera ritornò al banco guardando prima l'uno e poi l'altro stranita. "Sei completamente matta." Risi seguita da lei "Lo so." "È per questo che mi piaci."

Jorge Pov

"La cosa che mi fa incazzare più di tutte è che Candelaria ti assomiglia più del dovuto." "Di che parli?" Corrugai la fronte "Entrambi avete paura di chi sa leggervi dentro. Scappate  dai sentimenti che ai vostri occhi sono sconosciuti perché avete paura, anche se siete così testardi da negarlo sino alla morte. E come biasimarla se dopotutto anch'io ho una fottutissima paura di dare tutto me stesso ad un'altra persona, perché chi vi è stato accanto sa che amore è sinonimo di distruzione. E Tu e Martina vi siete distrutti a vicenda, Jorge."


Nota Autrice
Buon pomeriggio popolo di Efp! In questo nuovo capitolo abbiamo un tassello in più riguardante la precedente  relazione tra Martina e Jorge che stavolta riguarda il loro primo bacio e la difficoltà iniziale di Jorge nel manifestare i suoi sentimenti per Tini e in tutto questo c'è anche di mezzo la gelosia per Damien, un personaggio di cui scopriremo qualcosa in più in seguito. Ritornando invece al presente un nuovo personaggio si è aggiunto alla storia, ovvero quello di Lodovica, che sembra molto vicina a Diego, mentre invece ci sono ancora problemi con i Ruggelaria e il perché ce lo spiega alla fine Ruggero con una rivelazione che scombussolerà totalmente Jorge e che sarà molto rilevante nei prossimi capitoli. 
Al prossimo capitolo
   
 
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