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Autore: DemoneDiCristallo    19/07/2016    2 recensioni
Max è un uomo di trentanove anni con un figlio da crescere e gravissimi probelmi economici. Rimasto vedovo, deve combattere contro una situazione critica. Ma cosa accade dopo che viene in possesso del leggendario drago di zaffiro?
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fortunatamente dava le spalle a me e a mio figlio, quindi presi Andrew in braccio, gli misi una mano sulla bocca, e mi allontanai il più in fretta possibile. Ci nascondemmo dietro a un muretto, aspettando che se ne fosse andata.  Aevo capito chi fosse quella donna, ne ero sicuro. Dopo un pò di attesa, mi affacciai leggermente con la testa, e notai che la donna se ne era andata.  Davanti alla porta, notai qualcosa. Un foglio vi era attaccato. Quel foglio aveva confermato ogni mio sospetto, la donna che ha bussato poco fa, altri non era che l'assistente sociale. Non potevo farla entrare, avevo la casa in soqquadro, e avrei avuto bisogno di tempo per mettere tutto apposto. Da quel momento in poi, capì che la situazione stava prendendo una brutta piega e probabilmente, era stata la maestra a mandarli a casa mia. Nonostante la pessima situazione economica, ho sempre mandato Andrew a scuola senza un capello fuoriposto. I vestiti sono sempre stati puliti, come le scarpe e i capelli. Non ha mai avuto un unghia troppo lunga, e l'ingiene è sempre stato un fattore per il quale mi ritengo più che ossessivo. C'era qualcos'altro, forse la maestra aveva ragione e il bambino è cambiato a livello comportamentale, chi lo sai?
<< Papà, chi era quella signora? Cosa voleva, e perché siamo scappati? >> chiese il bambino
<< Era un'amica di papà. Ma ci ho discusso, lei continua a cercarmi, però io non voglio più vederla >> dissi, inventandomi un altra delle mie bugie.
Arrivò il fatidico giorno del colloquio, e speravo con tutto me stesso, andasse per il meglio.  I soldi della chiesa sarebbero bastati al massimo per altri quattro o cinque giorni, e oltre tutto, il compleanno di Andrew si faceva sempre più vicino.
<< Su da bravo, insapona per bene la testa >> dissi ad Andrew, nel mentre si faceva la doccia. << Così bavo! >>
<< Ok, ora sciacqua per bene e rimani li che prendo l'accappatoio >>
<< Ahi! Papà è ghiacciata, è fredda! >> Urlò il bambino gemendo
Chiusi l'acqua immediatamente, asciugai il piccolo, e andai di fretta in cucina. Provai ad accendere i fornelli, ma come avevo sospettato, era finita la bombola del gas. Ciò significava che non disponevamo più neanche dell'acqua calda, e avremmo dovuto mangiare i pasti precotti cuocendoli col forno a microonde, finché non avrei sostituito la bombola vuota con una nuova.
<< Mi dispiace cucciolo >> Dissi sul punto di piangere
<< Vado a prepararti la colazione >>
Preparai la colazione a Andrew, lo vestì e lo accompagnai a scuola.
<< Oggi viene a prenderti un amica di papà, d'accordo? Papà ha da fare, tu fai il bravo e non farla arrabbiare, intesi? Ah, si chiama Jane. Se hai bisogno di me, lei ha il mio numero e puoi dirgli di chiamarmi >>
Non sapevo a chi lasciare il bambino, e optai per una mia vecchia amica. Non avevo i soldi per una babysitter, e non potevo lasciare il bambino da solo per così tanto tempo. Per convincerla oltre tutto, ho dovuto fare i salti mortali.
<< Va bene papà, ma quando vieni a prendermi? >>
<< Come potrò, il più presto possibile. Adesso vai >> gli diedi un bacio sulla fronte e andai a fare la delega.
Non era lontano dalla scuola, potevo andarci benissimo a piedi. Più mi avvicinavo, più l'ansia e il battito cardiaco aumentavano. Cominciavo a sudare, il nervoso si stava impadronendo di me. Era la prima volta in tutta la mia vita, che provavo una tale sensazione. Mi fermai davanti al citofono, presi un sospiro di sollievo, e premetti il pulsante. I secondi sembravano ore, e dopo qualche istante, una voce femminile chiese chi fossi.
<< Sono il Sig.Gilsson, avevo preso appuntamento per un colloquio lavorativo >>
<< Benissimo signor Gillsson, scala A, terzo piano >>

Lentamente mi feci strada all'interno del grande cortile, ornato con piante di vario tipo. I palazzi erano piuttosto alti, almeno dieci piani ciasciuno. Mi incamminai verso la scala A, ed entrai. Arrivato al terzo piano, suonai alla porta.
<< Salve, lei deve essere Max. Mi chiamo Morgan, e lei è la mia assistente Diana >>
<< Il piacere è mio >> dissi, stringendo la mano ad entrambi. Morgan era un tizio di colore, piuttosto robusto e alto. Avrà avuto sui quarant'anni. Diana, l'assistente, era una donna piuttosto minuta e giovane.

<< Bene Max, intanto si accomodi. Immagino abbia chiamato perché sull'annuncio è riportato che cerchiamo del personale da assumere per le pulizie in un magazzino. >>
<< Beh, si...perché me lo chiede? >>
<< Perché non è così. Stiamo selezionando diverse persone, solo uno di voi, verrà scelto per  custodirlo >>
<< Custodirlo? >> Chiesi sottovoce
La donna interruppe il nostro discorso e con una voce soave e inquietante disse << Lei ha una situazione molto difficile, è rimasto vedovo da poco più di un mese, e ha un bambino da mantenere. Quando era piccolo, la sua più grande paura erano i serpenti. Non va daccordo con suo fratello, e a malapena vi parlate. >> Il sangue mi si gelò nelle vene, e la sorpresa era tale, che credevo di essere in un sogno.
<< Lei come fa a sapere tutte queste cose su di me? >> Chiesi visibilmente irritato
<< Si calmi signor Gilsson. Diana è una sensitiva. Può leggere nell'anima delle persone, semplicmente guardandole negli occhi. Così possiamo renderci conto, di chi sarà in grado di custodire l'ogetto >>
<< Benissimo, io qui ho finito. La ringrazio per il tempo dedicato, devo scappare >> mi alzai, e tesi il braccio ad entrambi, per dargli una stretta di mano, ma nessuno dei due contracambiò.
<< Si ricordì signor Gilsson, nel caso lei fosse il prescelto, non potrà rifiutare, o le conseguenze saranno terribili >>.
Guardai Morgan con un espressione persa, e allo stesso tempo impaurita. Uscì dalla porta, e me ne andai a passo veloce.
 
   
 
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