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Autore: Applepagly    20/07/2016    3 recensioni
Alla ricerca di se stessa, per qualcosa che ha perduto: per Bloom il fuoco, e per le altre?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Brandon, Helia, Nuovo personaggio, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Merry-go-round'
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Prima parte - Sorridere e sciogliersi
 
 
  Delle voci familiari giungevano ovattate all'orecchio assopito di Musa.
Le sembrò di riconoscere Tecna, mentre confabulava con qualcuno... Brandon, forse. Parlavano con i professori, raccontavano quel che era successo loro... stavano dicendo qualcosa in merito ad un file, quando fecero il nome di Stormy.
Questo fece risvegliare di colpo la fata della musica, che ripercorse in un guizzo tutto ciò che Vera le aveva raccontato. Ma quando si svegliò era sola e nella sua stanza.
Si alzò, esaminando ogni dettaglio della camera e trovandola esattamente identica a com'era prima della grande battaglia.
Questo significa che Maria non me la sono sognata... E, di conseguenza, nemmeno l'orribile storia sul passato delle Trix...
Gettò un occhiata aldilà della porta di Stella e poi quella di Flora, trovandole deserte.
« Sei sveglia » la voce di Riven la fece sussultare.
Proprio lui, ci voleva...
« Che cosa ci fai, qui? » domandò senza voltarsi e tentando di mantenere la calma.
« Mi hanno detto di badare a te » fece, fingendo un disinteresse che gli riuscì male. Prese a camminare per l'appartamento, osservando quell'ambiente che, qualche tempo prima, aveva ospitato una festicciola abusiva.
Ricordava bene quella sera; era stato allora che tutto era partito, che aveva cominciato a dubitare di sé, della propria vera natura... ma aveva anche iniziato a dubitare della propria impassibilità. Era stato sempre allora, che aveva inconsciamente seguito la danza di Musa, i suoi passi leggeri e leggiadri che, sicuri, gli avevano provocato delle vertigini, per qualche istante.
Ma poi si era detto che, in fondo, quella era solo una fatina di Alfea; troppo inesperta ed innocente, per uno che, come lui, l'innocenza forse non l'aveva mai avuta.
Sciocco...
In quel momento, si soffermò ad osservare quella ragazza, accarezzandone con lo sguardo l'esile e slanciata figura. Le spalle strette, la vita sottile ed i pantaloni larghi che certamente nascondevano dei fianchi ossuti...
Così bella... così fragile...
Eppure era diversa. Poteva percepire quel malcelato distacco che poco aveva a che fare, con le abitudini passate di lei, di assecondare ogni suo capriccio; e, sorprendentemente, quel distacco lo infastidiva. D'un tratto capiva molte cose.
Dal canto suo, lei stessa avrebbe avuto migliaia di interrogativi da porgergli, se solo non si fosse ricordata di quali fossero le sue priorità. « Tecna e Brandon sono tornati? Dov'è Flora? » chiese infatti, senza perdere altro tempo.
« Figurati, non c'è di che » borbottò il ragazzo, un po' risentito. Sembrava essersi un po' ripreso e le lasciò intendere che lei non avrebbe mai dovuto far parola con nessuno del suo momento di debolezza.
Le si strinse il cuore; ma poi ricordò a se stessa ciò che aveva realizzato il giorno prima. « Riven, è una questione urgente » disse quindi, spazientita. « Puoi aiutarmi? »
Quello grugnì qualcosa in risposta, scortandola nell'aula in cui i due ragazzi stavano esponendo il resoconto sulla loro missione. Seduti sui banchi, con loro c'erano anche Stella, Timmy, Flora e quella bellissima ragazza, Maria.
  « Musa! » esclamò Tecna. Le quattro fate le andarono in contro, preoccupate. « Come ti senti? »
« Bene... perché, come mi dovrei sentire? » disse, confusa.
« Pensavamo stessi male... non riuscivamo a svegliarti e temevamo ti fosse successo qualcosa » intervenne quindi Maria, sentendosi in colpa. « Non avrei dovuto lasciarvi sole così... »
Musa scoppiò a ridere, stranita. « Sto bene, dico davvero! Non avreste dovuto preoccuparvi... avevo solo bisogno di dormire un po'! » spiegò. « Ma dov'è Vera? »
« Nelle mani di Palladium e gli altri » iniziò Flora, sospirando. « Loro preferirebbero attendere il ritorno di Faragonda, ma... »
« ... Faragonda non tornerà se qualcuno non va a riprenderla » concluse Brandon, avvicinandosi. « La navetta su cui viaggiavano lei e gli altri presidi è stata attaccata ed ora sono precipitati su un pianeta sconosciuto. Non hanno alcuna risorsa e adesso il segnale del dispositivo da cui ci hanno contattato è assente »
La notizia turbò tutti quanti. « Pensiamo siano state le Trix, ma non abbiamo idea del perché » continuò il ragazzo. « Sappiamo solo che il tempo stringe e l'ambiente in cui si trovano è ostile »
« I professori non possono intervenire, dal momento che la protezione della scuola e degli studenti è affidata a loro » Tecna riprese la parola. « Ma fortunatamente noi siamo già pratici di spedizioni di soccorso, perciò sarebbe l'ideale organizzarne una »
Attraverso il sistema di localizzazione sarebbero stati in grado di individuare le coordinate esatte del gruppo disperso. « Brandon, Timmy e Stella potrebbero recarsi sul posto. L'intera faccenda dovrebbe necessitare di qualche ora, un giorno al massimo; ma è necessario che qualcuno resti qui a monitorare la missione... per quello posso pensarci io » concluse la ragazza.
« No, Tecna » intervenne prontamente Timmy. « Me ne occupo io. Tu sarai più d'aiuto con gli altri »
In quel momento, Riven rise sguaiatamente, ancora fermo sullo stipite della porta. Non era difficile intuire quel che doveva aver pensato, ma Brandon fu più veloce di lui. « Ehi, Riven... meno male che tu sei un pavido eroe e verrai con noi, eh? » lo punzecchiò svogliatamente, sapendo che lui non se ne sarebbe accorto e avrebbe creduto che le sue parole fossero sincere. Non aveva voglia che scoppiasse l'ennesima lite, non dopo essere appena venuto a sapere che il suo migliore amico era morto.
« Tsk... certo che sì » replicò, con ovvietà. « Così siamo io, tu, la principessina e la cervellona. Bene, come ci arriviamo? Non ci sono navette funzionanti »
« Alcuni dei nostri compagni se ne stanno occupando proprio ora » fece, stancamente.
« E per quanto riguarda il manufatto, invece? » chiese Stella.
Tecna celò a malapena uno sbuffo. « Al momento non sappiamo come procedere, in merito. Ne ho brevemente discusso con la preside, ma ho intuito che nemmeno lei è certa sul da farsi... » spiegò. « So solo che tutto dipende da ciò che ne è di Bloom... oh, Musa » disse. « Dopo ti racconteranno tutto Flora e Maria »
« Direi che può andare » ragionò Brandon. Aveva bisogno di stare solo, di riflettere... perché la notte prima la fata della tecnologia aveva avuto ragione, e anche il suo sesto senso « Ora, se potete scusarmi... »
La fata di Zenith fece per andargli dietro, ma Stella la precedette. Era giusto, no? Doveva ricordarsi che certe cose non le spettavano... non era lei la fidanzata di quel ragazzo. Non era lei che doveva consolarlo per la morte di quella pover'anima di Sky.
No... lei era solo quella che gli aveva fatto da compagna in una missione di... quanto, un giorno?
Certo, ventiquattr'ore erano servite ai due per socializzare al di fuori della rispettiva cerchia di amici, ma non stabilivano certo chissà quale vincolo.
Si voltò verso Timmy, osservandolo mentre annotava qualcosa su un database. Lui era tutto quel che voleva, giusto? Era l'unico per cui fosse stata certa di provare qualcosa, l'unico per cui sarebbe anche stata disposta a rompere le barriere della razionalità... almeno, fino a quel momento.
Ma cosa andava a pensare? Quell'altro non avrebbe fatto al caso suo, comunque. Erano semplicemente troppo diversi.
In quello stesso momento, il fulvo alzò il capo, incrociando il suo sguardo. Le sorrise, timidamente.
È lui che vuoi. Solo lui.
« Timmy... allora sei certo di voler restare ad Alfea? » iniziò, andandogli accanto. In fondo, aveva avuto conferma di dover essere lei, a fare il primo passo con lui.
Lui annuì. « Sarei solo d'intralcio, con loro, mentre tu... sei anche un'ottima combattente, oltre che un'eccellente informatica » fece, alzandosi. « Io sarei di peso »
« Non parlare in questo modo » cercò di rincuorarlo. « Ognuno ha i suoi pregi ed i suoi difetti... c'è chi ha il cervello... »
...E chi i muscoli, spavalderia e tanto coraggio.
Scosse la testa, sorprendendosi dei suoi stessi pensieri.
  Usciti tutti dall'aula, Flora e Maria vollero subito tentare ciò che avevano architettato per aiutare Vera.
Vedendo Riven allontanarsi, però, Musa non riuscì a resistere alla prospettiva di fare un altro tentativo. Non come ragazza, non come... salvatrice; ma come una semplice amica. « Arrivo subito » si affrettò a dire alle altre due.
« Riven! » lo chiamò, seguendolo.
« Oh, adesso hai voglia di parlare? » fece, fingendosi sorpreso. « Che c'è? »
« Io... volevo ringraziarti. Per aver badato a me e... » sorrise. « Beh, per tante altre cose »
Era quella, la ragione per cui lo aveva fermato?
No.
Se fosse stata la stessa che aveva conosciuto mesi prima, forse si sarebbe chiusa in sé, aprendo un imbarazzante silenzio che, sicuramente, lui non avrebbe osato interrompere per darle false speranze. Ma, come ebbe piacere di ricordare, lei non era più quella Musa.
Gli regalò un altro sorriso, prima di raggiungere le altre due; e qualcosa, in tutta quella vicenda, turbò il rosso più di quanto avrebbe dovuto.
Ma la fata non aveva più tempo da perdere in idilliache illusioni; anzi, ora spettava proprio a lei, riparare ai danni che queste avevano arrecato alla mente di una povera ragazza.
Risoluta più che mai a tentare in tutto e per tutto, corse per le scale. Trovò le compagne nell'aula in cui generalmente Wizgiz teneva le sue lezioni; Vera fluttuava a mezz'aria, probabilmente addormentata da un incantesimo di Maria. « Da qui in poi come volete procedere? »
« Io un'idea l'avrei » iniziò la mora, spiegando loro ciò che era venuta a sapere sui trascorsi delle Trix.
Tra lo stupore delle due, come prima cosa propose di esplorare ciascuno dei ricordi falsi imposti alla Specialista da Darcy; così facendo, forse avrebbero potuto scovare un modo, o anche solo un dettaglio, che potesse ricondurre loro alla soluzione per fermare le loro nemiche prima che commettessero una catastrofe.
« Maria, tu... puoi fare una cosa del genere, giusto? Puoi penetrare nella mente di Vera? » domandò alla strega. Lei annuì, concentrandosi.
Come in uno stato di trance, la ragazza socchiuse le palpebre, dischiudendo le labbra ed emettendo un sinistro soffio, un soffio che parve prendere forma e che avvolse lei e le allieve di Alfea.
  In un lampo, tutte e tre si trovavano in una tetra radura; potevano udire delle risate fanciullesche provenire dal folto della foresta. Musa adoperò un incantesimo che sfruttò quel leggero suono per condurle dove, come avevano ragione di credere, dovevano trovarsi le Trix, ancora bambine.
E Vera era lì, accanto ad una piccola casetta tra gli alberi, mentre si divertiva insieme ad una Stormy che non doveva avere più di otto anni e ad un'appena adolescente Icy. Si lanciavano un rospo, trasformandolo a turno nel meglio che la loro fervida immaginazione poteva concepire.
« Questo è il primo ricordo che Darcy ha affidato a Vera » spiegò Maria. « O, almeno... è il primo che mi è accessibile. Però è strano... noi dovremmo assistere alla scena dal suo punto di vista... »
Flora osservò la Specialista, in quello che doveva essere il suo ricordo di sé da piccola. I suoi gentili lineamenti alabastrini erano incorniciati da un corto caschetto scuro, e nel complesso pareva quasi una bambola di porcellana. « Chissà... magari, in cuor suo, sa di non aver mai realmente preso parte a questo momento... » ipotizzò, continuando a sorridere alla vista del gioco delle sorelle. « Però interpreta comunque il ruolo di Darcy... e sembra una Darcy completamente diversa, da quella che noi conosciamo »
« Quando è in compagnia di Icy, diventa un'altra. Ma vi assicuro che non è affatto come appare... si fa solo... condizionare troppo dalla sorella, credo. Lei non è come si è presentata a voi » e così, esisteva un'altro lato, di quella giovane? La sua era quindi tutta una recita, un comportamento imposto dalla circostanza? Era difficile, da credere.
Quante cose ancora non sapevano, sulle loro nemiche?
« Forza, è ora di andare a dormire » fece la maggiore, con tono autoritario. Sequestrò il rospo, lasciandolo libero. Le due fate si sarebbero quasi aspettate che lo congelasse, al contrario. « È molto tardi e io devo lavare i panni »
Stormy provò a protestare, ma l'altra non volle sentir repliche. Vera e la minore rientrarono ma, evidentemente, Darcy doveva essersi trattenuta a spiare la più grande dalla finestra. Icy era infatti rimasta fuori, ad occuparsi dei loro abiti; doveva essere una strega già piuttosto abile, data la naturalezza con cui eseguiva ogni incantesimi. Era questa vita, che aveva reso quella ragazza quel che era diventata?
All'improvviso, percepirono un fruscio, tra le foglie e la Trix che intimava a qualcuno di andare via. Una voce delicata ma decisa le rispose, facendosi avanti; era un bambino.
Musa e Flora avvertirono qualcosa di familiare propagarsi da lui, dalla luce calda dei suoi occhi ardenti; era qualcosa con cui erano certe di aver avuto a che fare spesso, ma che non avrebbero saputo identificare.
  « Ti stai mettendo su una strada sbagliata, Icy » le disse il nuovo venuto. « Così non fai altro che peggiorare la situazione. Perché non ti decidi ed accetti la mia proposta? »
« Mai » rispose, in un ringhio. « Io troverò un'altra soluzione »
« Quella che ti ho suggerito è l'unica, dammi retta »
Lei scosse la testa, senza neppure voltarsi a guardarlo. « Va' via. Sparisci, non tornare mai più. E se scopro che hai parlato nuovamente a mia sorella... »
« Io non sparirò, perché è sempre il tuo cuore, a chiamarmi. Se proprio non vuoi ascoltare me, ascolta lui, o la tua stessa sorella » sorrise il bimbo, dissolvendosi poco dopo. Le tre rimasero a bocca aperta.
Che cosa intendeva per soluzione? A cosa si riferiva? In un primo momento, Musa pensò stesse parlando delle condizioni in cui quella piccola famigliola si trovava; ma poi rifletté e ricordò a sé che le cose non erano mai così semplici e scontate come potevano apparirle, in quei casi.
« Maria, riesci a mostrarci un altro ricordo? Uno in cui questa storia venga nuovamente affrontata » chiese, mentre osservava Icy calciare una pigna, in preda alla rabbia. « Dovrà pur essercene uno »
Quella ripeté l'azione che aveva compiuto la prima volta per portarle lì; e subito dopo si trovavano nello stesso posto, ma sembrava essere trascorso qualche anno. L'abitazione delle tre pareva più grande, e la foresta aveva un aspetto meno spaventoso.
Vera, che nei panni di Darcy doveva avere circa tredici anni, discuteva animatamente con la sorella maggiore di un argomento che si mostrò presto collegato all'episodio appena vissuto.
La più giovane insisteva sulla necessità dell'altra di riconoscere, una volta per tutte, di aver bisogno di aiuto, dell'aiuto che quel misterioso personaggio le aveva offerto. « Il suo potere ha effetti curativi! » la sentirono esclamare. « Può aiutarti a guarire »
Una malattia...
L'idea che Icy potesse essere malata non aveva mai sfiorato la mente di nessuna di loro. Qualcosa di serio... qualcosa di serio che, come ragionò ciascuna delle tre, poteva aver a che fare con il cambiamento della ragazza.
« Allora è così... Darcy voleva realmente mostrarci qualcosa... » realizzò la fata della musica. « Ma perché? Perché a noi? Perché metterci al corrente di tutto ciò, della sua reale natura e di qualsiasi cosa che possa darci qualche indizio per fermarle? »
« Spesso è più semplice confidarsi con degli sconosciuti » replicò Flora, sorridendo mestamente, come se parlasse per esperienza personale. « Il loro giudizio non è importante, perciò viene più facile aprirsi »
« Sì, ma noi siamo le persone che lei dovrebbe voler morte »
« Hai detto bene » s'intromise Maria. « " Dovrebbe". Ma chi ci assicura che sia quel che lei vuole realmente, Musa? Io credo... credo che lei non abbia mai trovato la forza per opporsi ad Icy, semplicemente perché ci tiene troppo »
" Icy è tutto, per noi. È nostra sorella maggiore, e si è sempre presa cura di noi come se fosse stata nostra madre. Le dobbiamo ogni cosa che abbiamo."
D'un tratto, la strega dei ghiacci abbassò il tono, come a voler parlare con circospezione. « Giù, alla taverna di Mirtan, dove lavoro... ieri c'era una strega. Non come quelle fattucchiere da quattro soldi che trovi in città, no... una strega potente; potevo percepirlo perfino io » raccontò, lasciando trasparire un brivido di eccitazione. Certo, non era la stessa Trix che conoscevano loro, ma l'ambizione al potere c'era tutta; ed ecco cosa faceva di lei una strega e non una fata.
Musa guardò la loro nuova compagnia. Il suo aspetto angelico non avrebbe mai tradito la sua vera natura; ma, forse, quei piccoli riccioli lilla e quei sottili occhi oltremare erano studiati per irretire. Anche lei era dunque alla ricerca della forza, del riconoscimento?
Una cosa è certa... come me, anche lei avverte la necessità di affermarsi.
E quel bisogno spasmodico di dimostrarsi adatta ad ogni situazione non era forse lo stesso che desideravano le loro rivali. Come si sarebbe trovata, lei, a Torrenuvola?
« È stata lei a venirmi a parlare » proseguì Icy. « Ha detto che nei miei occhi leggeva un grande fardello abbinato ad un grande potenziale. Lei è a capo di una scuola per streghe, sai? »
Vera chinò lo sguardo, temendo di aver intuito dove quella volesse andare a parare.
« Dice che la stregoneria può spalancare molteplici porte, guidare lungo svariate vie. Dice che la stregoneria ha la soluzione a qualsiasi problema » continuò. « Quella donna lo sa, Darcy! Conosce la mia malattia ed il suo rimedio; per questo mi ha offerto un posto in quella scuola, e lo ha offerto anche a te e Stormy »
L'altra scosse la testa, esitando. « Non lo so, Icy... se lei ha la soluzione, perché non ti aiuta e basta? »
« Non capisci? » sorrise. Quella era forse la prima volta che le Winx videro le sue labbra piegarsi in un sorriso sincero e non irrisorio. « Mi ha... ci ha proposto di abbandonare questo posto, questa vita, per seguirne una migliore! »
« Icy... io credo che dovresti ripensarci... »
Si fece improvvisamente seria. Odiava già allora che le sue parole venissero messe in discussione. « Non ho intenzione di farlo. Non posso accettare l'aiuto di chi ha sterminato la nostra famiglia » disse. « Io ho già deciso »
E ciò a cui aveva portato la sua decisione si vedeva bene.
Il ricordo svanì, e le ragazze si trovarono nuovamente nell'aula di Alfea. Erano molto scosse, da quell'esperienza; eppure... c'era qualcosa che non quadrava, in tutta quella faccenda.
« Come ti senti? » chiese Flora a Maria. Lei si sedette, spossata.
« Sono un po'... stanca. Scusatemi, ma ora non ce la faccio, a mostrarvi qualcos'altro »
« Stai scherzando? Sei stata eccezionale » commentò Musa. « Quel che hai fatto è già tanto. Grazie, Maria »
Lei sorrise, rallegrandosi al pensiero di aver probabilmente trovato qualcuno che l'apprezzasse per com'era.
  Tecna era invece rimasta in cortile, a parlare con Timmy; da lontano, vide Brandon e Stella abbracciarsi. Si concesse un sorriso sghembo.
È giusto così. Sono le parole di Stella, a doverlo rincuorare.
Ma, se la ragazza avesse capito sin da subito che le parole non erano l'unico mezzo per comunicare, allora forse le cose sarebbero andate diversamente. Non poteva sapere che la stessa principessa di Solaria trovava ora difficile confortare il ragazzo che amava.
Lo sentiva irrimediabilmente distante, ed aveva la consapevolezza che non si trattasse solo della morte di Sky. Brandon era divorato dai sensi di colpa, sensi che perfino lei era arrivata ad attribuirsi, ma che lui faceva propri come se ne avesse bisogno per sopravvivere.
Aveva bisogno di quella sofferenza, di sentire il dolore attanagliargli l'anima ed il corpo, perché si supponeva che fosse lui a proteggere il suo principe, lui a rischiare la vita al posto suo. Ancora un volta, aveva dimenticato di non essere un semplice sedicenne e, come tale, di non poter vivere con la stessa spensieratezza che accompagnava i suoi coetanei.
No, lui aveva sempre dovuto recitare la parte di un impostore, dell'ombra di colui che compariva sulla lista nera di molti oppositori al potere di Eraklyon; aveva sempre dovuto compiere delle rinunce in più, per adempiere ai suoi doveri. Eppure, non riusciva a considerare quel che era successo come una liberazione.
Perché Sky era stato l'inizio e la fine delle sue giornate. Si spalleggiavano, sempre; si difendevano, sempre; si leccavano le ferite a vicenda ed erano felici della felicità dell'altro, fosse anche per la minima cosa.
Perché Sky era l'unico che lo avesse sin da subito accettato ed accolto; non come amico, ma come fratello. E gli aveva ripetuto più volte che lui era un guerriero e che i guerrieri dovevano essere in grado di sopportare qualsiasi dolore. I guerrieri dovevano sorridere, dovevano tentare di infondere coraggio e speranza a coloro che proteggevano.
Ma quello che avrebbe dovuto proteggere era proprio lui. Non c'era più nessuno a cui infondere coraggio, né speranza. Non c'era più nessuno a cui sorridere.
Sorridere...
Sopportare qualsiasi dolore...
Qualsiasi dolore...
No, mi spiace. Non credo di esserne in grado.
E poi era arrivata lei; lei, che non aveva pronunciato neppure mezza parola, da quando si erano fermati. Lei, che era stata in grado di stupirlo, di mostrarsi che si sbagliava, ancora una volta.
Lo aveva abbracciato, e in quell'abbraccio si era sentito sereno e al sicuro da ogni minaccia, da ogni pena e da ogni consapevolezza. Come se il tempo si fosse fermato; come se lei fosse la madre di cui non era mai riuscito a ricordare gli abbracci.
Quel pomeriggio si amarono, e Brandon compì ogni gesto con coscienza e con rinnovata forza, come se in quell'atto racchiudesse tutto il suo desiderio di riscattarsi, di dimostrare di poter ancora salvare ciò che gli stava a cuore, incluso se stesso. Si amarono, nel modo più dolce e genuino con cui possono amarsi due giovani che si aggrappano al loro sentimento per dimenticare.
Perché forse, alla fine, qualcuno a cui infondere coraggio e speranza c'era ancora. Che fossero stati gli impetuosi baci della principessa, lo sguardo magnetico di Tecna o la complicità di tutti i suoi amici, a farglielo capire, poco importava: lui avrebbe fatto tutto ciò che era nelle sue facoltà, si sarebbe messo di'impegno; per Sky e per tutti coloro che se n'erano già andati.
Perché c'era ancora qualcuno, a cui sorridere.
 
*
 
  Brandon diede un'ultima occhiata in giro, controllando di non aver dimenticato nulla. « Direi che possiamo andare »
« Fate attenzione » sorrise Timmy, guardando Tecna. Lei distolse lo sguardo, imbarazzata, sebbene una vocina continuasse a ripeterle che avrebbe dovuto sentirsi in estasi, o quantomeno felice, dell'occhio di riguardo per quello che doveva essere il suo Specialista.
Invece, l'unica cosa che le dava pensiero sin da quando avevano messo piede su quella navetta era la consapevolezza di doversi tenere a debita distanza da lui, dall'altro, benché si sarebbero ritrovati negli stessi spazi per qualche ora.
Era quello, il problema. Quel ragazzo era passato dall'essere " il tipo logorroico che ha un taglio da donna ", come lo aveva definito Blade, a " il tipo che è capace di far ridere la fata sempre seria ". E lui era strano, era più sereno e radioso del giorno prima, come se qualcosa lo avesse spronato a dare il meglio.
Sospirò forte contro il vetro del finestrino, che rapidamente condensò. Riven aveva acceso l'aria condizionata, visto che aveva perennemente caldo. « Che succede, fatina? » le domandò, senza distogliere l'attenzione dai pannelli di controllo.
Erano soli, sul punto di comando; e la cosa l'angosciava. Perché sapeva che la nuova grinta di Brandon era dovuta a sviluppi, nella relazione con Stella, che Tecna poteva solo sognarsi. « Nulla » rispose subito, un po' sorpresa per l'improvviso interesse dell'altro.
Fece una smorfia. « Quel modo di sospirare è cattivo presagio, sai? » scherzò. « Che c'è? Non dirmi che senti la mancanza di quel fesso? »
Sbigottita, per un attimo temette che lui si potesse riferire allo scudiero. O meglio, ex scudiero. « Prego...? »
« Ma sì... Timmy »
Pericolo scampato... qual è la percentuale che Riven possa comprendere?
Lo ascoltò in un lungo monologo in cui raccontava imbarazzanti aneddoti su quel maldestro di Timmy e sulle sue stramberie. Non perdeva mai un'occasione per sminuirlo.
Direi piuttosto bassa. Forse dovrei curarmi di stilare un calcolo in percentuale e...
« Però ha un gran cuore; questo glielo concedo » terminò il pilota, sempre con il suo solito sorriso di scherno stampato in viso. « Ah, Tecna? »
« Certo... » ma come diamine faceva, quell'energumeno, a piacere a Musa? Gretto ed eccessivamente sarcastico; ecco com'era. Non si sorprese neppure troppo del fatto che si fosse lasciato abbindolare dalle Trix; anche se, a quanto pareva, perfino loro non erano in verità quel che sembravano.
Tecna non pensò neppure per un istante che lui, proprio come lei, potesse essere assillato da qualcosa che non avrebbe mai confessato. Gli era difficile ammetterlo perfino a se stesso, ma era innegabile che quel qualcosa avesse a che vedere proprio con la fata della musica.
All'inizio aveva cercato di sfruttare quella chiacchierata per estorcere alla zenithiana qualche informazione a riguardo. Ma lei non sembrava molto propensa a parlare, e così doveva rassegnarsi all'idea di brancolare nel buio... come al solito.
« Ti spiace andare a chiamare Brandon? » le domandò allora, facendola trasalire. « Ho bisogno che dia un'occhiata alla rotta indicata da Timmy sulla mappa »
« Posso... occuparmene io » fece lei, a disagio al solo pensiero di vedere il brunetto e, magari, interrompere le sue interessanti attività con la fidanzata.
« Non credo » ribatté, duro. Lei non aveva nemmeno voglia di aprire una questione e di ribadire, ancora una volta, che nessuno avrebbe potuto superarla quanto a conoscenza tecnologica.
Era così ottuso, Riven...
S'alzò, andando a cercare Brandon. La navetta su cui viaggiavano aveva più scomparti delle altre, perciò dovette setacciarla da cima a fondo, prima di trovare il ragazzo nella stiva.
Curiosamente, era solo.
« Oh, Tecna » sorrise, vedendola. Stava impilando delle casse dal contenuto a lei sconosciuto. « Se cerchi Stella è su una branda di là » disse, indicando una piccola cabina.
Ma certo... la principessa riposa...
« A dir la verità, sono qui per conto di Riven. Devi dare " un'occhiata alla rotta indicata da Timmy sulla mappa" »
« Scusa, ma non potevi farlo tu? » fece notare, passandosi una mano tra i capelli.
« Ho suggerito lo stesso, ma è stata avanzata l'ipotesi che non ne sia capace » riferì, irritata. « Fossi in te, non lo farei attendere troppo »
Lui rise, incamminandosi con lei. « È proprio un despota... simpatico come pochi... ah, a proposito di persone simpatiche! » esclamò allora. « Hai più avuto notizie di Blade? »
Annuì. « Non si è del tutto rimesso, ma almeno ha ripreso conoscenza. Mi ha spiegato che, non appena ha trovato il file che cercavamo, Stormy è comparsa alle sue spalle e lo ha attaccato » sospirò. « Avrei dovuto affidarlo subito alle cure di mia madre »
« Dai, è tutto passato » si diede dell'idiota per aver nuovamente tirato in ballo un argomento che, come sapeva, era il tallone d'Achille della ragazza.
Si fermarono nell'anticamera del ponte di controllo, e per un attimo Tecna ebbe l'impressione che lui volesse dirle qualcosa; ma poi, come se nulla fosse, la oltrepassò. Le porte scorrevoli si richiusero alle sue spalle e lei vi si accasciò contro.
Con le ginocchia strette al petto, udì Brandon confabulare con Riven. Si rannicchiò ancor di più, domandandosi cosa le stesse succedendo.
Era così che ci si sentiva, a non essere ricambiati?
Ricambiati...
Dunque era così. Perché continuare a nasconderlo?
Non posso, non voglio credere di essere innamorata di lui. È il fidanzato di Stella e non appartiene al mio mondo.
Eppure, come le rammentò la solita vocina, non apparteneva neppure al mondo di Stella: lui era un semplice ragazzo e lei una principessa. Quindi non sussistevano problemi di quella natura.
Lo conosco troppo poco.
Era innegabile; ma lo era anche il fatto che si sentisse comunque attratta da quel giovane dal taglio di capelli da donna. Ma a lei piaceva Timmy, no?
Stava bene, con lui, si trovava a suo agio e... che fosse quello, il guaio? Era il fatto che, stando in sua compagnia, non avvertiva quasi alcun brivido, alcuna emozione?
S'alzò, prendendo a vagare per la navetta. Quell'atroce incognita aveva ormai assunto il controllo della sua mente, impedendole perfino di seguire una meta precisa con consapevolezza.
Ad un certo punto, nella sua frenesia quasi andò a sbattere addosso alla principessa di Solaria.
« Tecna, ti senti bene? » fece, scrutando la sua espressione, che appariva a metà tra il buffo ed il beota.
Lei non seppe come rispondere; perché non stava bene per niente e non si era mai sentita così.
Decise di chiedere proprio a lei, con le dovute precauzioni affinché non venisse a sapere i retroscena. « Senti, Stella... ti è mai capitato di provare per qualcuno un sentimento ricambiato e di accorgerti più tardi di provarne uno simile anche per qualcun altro? » domandò allora, in difficoltà. Non sapeva esattamente come spiegare la situazione, dato che era ingarbugliata perfino nella sua mente. « So che è un quesito insolito, da parte mia, ma sei più esperta di me, in materia »
L'altra la guardò sorpresa, non aspettandosi che problemi del genere potessero affliggere anche la fata della tecnologia; ma lei restava pur sempre una ragazza, dopotutto. « Più o meno. Avevo circa tredici anni e c'era questo tipo, Lars, con cui stavo da un mesetto - un record incredibile, mi piaceva davvero. Con lui mi divertivo un mondo e non dovevo nemmeno preoccuparmi della sua condizione sociale... ma sto divagando. Beh, dicevo » prese a raccontare, ricordando quei tempi con nostalgia.
« Un bel giorno, a corte tornò un ragazzino che era stato con suo padre, consigliere, su un altro pianeta per qualche anno. Io lo conoscevo solo di vista, ma quando lo rividi ne rimasi... ehm... folgorata. Non sto qui a descrivertelo, ma aveva qualche anno in più e quando ci avvicinammo di più scoprii che oltre ad avere un bel faccino era pure simpatico e spassoso. Insomma... » Tecna stava perdendo la pazienza. Sbuffò sonoramente.
« Uffa, come sei noiosa... vabbe', in sintesi: mi presi per lui una sbandata celestiale, più forte che per quello con cui stavo, ma non mi ricambiava. Non mi guardare così, lo so che è quasi impossibile che qualcuno rifiuti una bellezza come me, ma all'epoca la tua amata genetica mi assicurò un'esplosione acneica che non hai idea e... sì, lo so, anche questo è incredibile » scherzò. « Ma lui non provava lo stesso principalmente perché c'erano alcune cose, nel mio carattere, che a sua detta non sarebbe riuscito ad apprezzare se fossi stata la sua fidanzata. Ovviamente ora si mangia le mani »
La glaucopide soppesò ogni parola, analizzando la situazione da un lato più freddo e razionale. Dunque, per Brandon poteva essere lo stesso; d'altronde anche lei sapeva che i loro caratteri erano contrastanti, sotto diversi punti di vista, ma il problema non era nemmeno quello.
Quello che era capitato a Stella era simile, ma non compariva nessuna ragazza a fare da "ostacolo". Perché il guaio era principalmente quello, e lei doveva sapere come risolverlo.
« Perché me lo chiedi? Ti sei presa una cotta per qualcuno che non è Timmy? » rise, civettuola. Pareva quasi contenta. « Oh, Tecna, questo è un bene. Certo, se ti piace okay, però puoi avere di meglio, dai... aspetta, ma non sarà mica quel bel biondino con cui ti ho visto parlare spesso negli ultimi tempi... aspetta... Alan? Dai, stareste benissimo, insieme! »
Iniziò un lungo sproloquio su quel "bel biondino", che in realtà era solo un amico di Timmy con il quale lei aveva progettato alcuni sistema di difesa, durante la grande battaglia; andava bene, come copertura.
« Stella » la interruppe, ad un certo punto. « È lui; ma ti prego di non farne parola con chicchessia. Il fatto è che lui è felicemente impegnato in una relazione sentimentale da parecchio tempo, perciò... mi sono rivolta a te perché ho bisogno di sapere come dimenticarmene, come... "togliermelo dalla testa" » le costava molto ammettere una cosa del genere, perché l'unica volta che si era sentita attratta da qualcuno, in passato, era riuscita a lasciar perdere piuttosto in fretta. Ora non ricordava nemmeno il nome di quel ragazzino.
Ma sapeva che quella era stata solo una cottarella infantile; adesso le cose stavano diversamente e rischiavano di aggravarsi.
« Uhm... beh... fammi pensare... innanzitutto, non dovresti rinunciare solo perché lui è fidanzato. Insomma, puoi comunque fare un tentativo, le relazioni finiscono » suggerì. « Ma è anche vero che senz'altro tu non vorrai fare da guastafeste... quindi o aspetti che si mollino loro o ti metti il cuore in pace. Come? È molto semplice, ma dipende dai casi e da quanto ci tieni: puoi rassegnarti ad esserne amica o allontanarti da lui e troncare ogni rapporto se non necessario »
Ma certo... è logico. Perché non ci ho pensato da sola?
Limitarsi a stare accanto a Brandon come amica, come confidente, rischiando di infatuarsene ancor di più? Rise della propria stupidità; la "fredda Tecna" sapeva sin da subito come fare, per riportare tutto alla normalità.
Quando lo Specialista le raggiunse, informandole dell'imminente tempesta di meteore che avrebbero attraversato, lei stabilì che avrebbe dato ascolto alla sua parte razionale, alla "fredda Tecna". Avrebbe nuovamente eretto la stessa barriera di formale distacco che s'interponeva tra loro prima di tutta quella vicenda.
  Annuì a se stessa, senza rendersi conto che la "fredda Tecna" aveva già iniziato a sciogliersi.
 
 
 

Noticine:
Chiedo scusa per il ritardo di un giorno, ma ieri non ero a casa e non mi è stato possibile aggiornare.
Comunque... sì, voglio complicare la vita alla povera Tecna e, allo stesso tempo, Brandon e Stella mi piacciono troppo, perciò ho dedicato loro un piccolo momento speciale.
Siccome, se ben ricordo, era nella seconda serie che Riven iniziava a comprendere di più i suoi sentimenti... beh, mi sembrava opportuno aiutarlo a riflettere già qui. E, sempre parlando della seconda serie, presto farà la sua comparsa un personaggio che da piccola ho adorato e che ormai forse sarà morto!
Comunque, ringrazio tutti coloro che seguono la storia, la recensiscono o anche solo la leggono; sono davvero contentissima!
A sabato con il prossimo capitolo!
TheSeventhHeaven
  
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