Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Crepuscolina13    21/07/2016    1 recensioni
E se Emma fosse un angelo custode con il compito di vegliare, e di rendere di nuovo buona la famosa Evil Queen ?
Ovviamente SwanQueen.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Arrivammo al villaggio a bordo della carrozza e quando scendemmo ci ritrovammo direttamente nella piazza cittadina gremita di gente ed ovviamente la nostra entrata in grande stile attirò un bel po' di attenzione.

-Regina maledetta lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi delle tue parole- ci gridò Biancaneve dal carro-prigione in cui era stata trasportata.

Regina a quelle accuse si avvicinò alle sbarre ed io la seguì.

-Tranquilla non ho cambiato idea, non ti ucciderò- la rassicurò con voce profonda guardandosi furtivamente intorno.

-Ma davvero? Ed allora a cosa serve quello?- domandò indicando con una mano il palco al centro della piazza dove una corda penzoloni faceva sfoggio di sé.

A quella vista rabbrividì alle orribili immagini che si formarono nella mia mente, al pensiero delle numerose vittime che erano state impiccate in quel luogo di morte.

-Quella è una piccola dimenticanza, niente di cui preoccuparsi- poi si rivolse alle sue guardie. -Fatela uscire dal carro e seguitemi-

Lentamente ci facemmo strada attraverso la folla o meglio fu la folla a lasciarci passare.

Una volta giunte sotto la pedana di legno la fermai tirandola per una manica del suo abito nero impreziosito con alcuni gioielli color argento e da una cintura color rosa intorno alla vita.

-Io ti aspetto qua-

-Cosa?!Non mi accompagni la sopra?- domandò nel panico, lei si mostrava calma con la situazione sotto controllo, ma furono i suoi occhi a tradirla.

-Questo è il tuo momento Regina, devi mostrare a tutti chi sei veramente e quanto ti stai impegnando per diventare una persona migliore e soprattutto lo devi dimostrare a te stessa, perché sei tu ciò che conta veramente, anche se tu fossi la donna più buona a questo mondo alcune persone sarebbero pronte a pensare male di te, ed è per questo che quello che conta è sentirsi in pace con te stessi, devi essere fiera e non avere paura perché so che puoi farcela- e le lasciai una carezza sulla guancia per alleviare quella sua espressione corrucciata.

Mi guardò incerta ancora per un minuto poi sembrò rilassarsi e mi sorrise.

-Grazie Emma- affermò con voce proveniente dal profondo del suo cuore.

-Adesso va e stendili tutti- lei annuì e salì le scalette che le si trovavano davanti, una volta che fu salita mi lanciò un’altra occhiata ed io le mimai con le labbra “Io credo in te”, a quell’ennesimo incoraggiamento prese un sospirò e si diresse verso il centro della pedana, canalizzando tutta l’attenzione su di se, aspettò che anche Biancaneve fosse salita sul palco e poi cominciò a parlare.

Io intanto mi intrufolai tra gli abitanti del villaggio, alla ricerca della migliore posizione dalla quale poter osservare Regina.

-Come tutti saprete oggi era stata programmata un’esecuzione di morte..- la sua voce era sicura e fredda ma ormai la conoscevo troppo bene perché in realtà era molto agitata -Ma i piani sono cambiati, ho deciso di liberare Biancaneve- e per provare che stava dicendo il vero con un colpo di magia ruppe le manette che le tenevano fermi i polsi dietro la schiena.

Alcune persone si fecero scappare un sospiro di meraviglia ma la maggior parte rimase in silenzio con gli occhi però ben aperti.

-Vi starete chiedendo perché io abbia cambiato idea ed il motivo è che mi sono resa conto che le mie azioni erano sbagliate, mi scuso a tutti coloro a cui ho fatto dei torti e so che probabilmente non mi perdonerete mai e che probabilmente non sarò degna di essere la vostra regina ancora per molto tempo….ed è per questo che vorrei cominciare con il piede giusto e rendere i vostri raccolti di nuovo rigogliosi-

Regina scrutò fra la folla e dopo un po’ trovò ciò che cercava.

Con la magia prese un sacco di grano sopra ad un carro e lo trasportò fino ai suoi piedi, dopo di che preso una manciata di chicchi e chiuse le mani poi abbassò le palpebre e si concentrò.

L’incantesimo non fu immediato ma poi una luce gialla comparve tra le sue dita e la magia si concluse, a quel punto schiuse le mani a coppa e sorrise.

Stranamente quel sorriso creò un mormorio tra la folla e mi domandai il perché di quella reazione, ma pensandoci fu facile intuire la risposta.

Nessuno aveva mai visto Regina sorridere a meno che non si trattasse di un sorriso sadico.

Ovviamente la cosa mi fece rattristare ma non più di tanto, ormai il passato era passato, adesso contava solo il futuro.

Regina si inginocchio e con la voce chiamò un bambino che si trovava a lato del palco.

Lei lo incoraggiò a farsi avanti, ma il piccolo sembrava titubante così dopo attimi di esitazione fu il padre ad offrirsi volontario che con sguardo guardingo si mise davanti al figlio a mò di scudo.

Un lampo di tristezza passò sul viso di Regina ma tentò subito di scacciarlo via, del resto lo avevo detto anche lei, non si aspettava di certo un perdono immediato.

Con rinnovato entusiasmo protese le mani e depositò i chicchi di grano in quelle dell’uomo.

-Questi semi adesso cresceranno fertili e rigogliosi nei vostri campi- spiegò lei.

-Come possiamo essere sicuri che non siano avvelenati?- domandò bruto il padre.

-Siete liberi di non usarli se non volete ma in questo modo morirete comunque di fame- dopo questo avvertimento Regina si alzò in piedi e si diresse verso Biancaneve, le porse alcuni indumenti ed un po’ di soldi che aveva fatto comparire con la magia.

-Adesso sei libera di andartene, ma non farti più vedere- la ragazza non se lo fece ripetere due volte e scappò letteralmente, scomparendo presto nella boscaglia in cui si era inoltrata.

Regina guardò un’altra volta il popolo poi discese anche lei i tre gradini e si diresse verso la carrozza per tornare a palazzo.

Sul tragitto una giovane ragazza le sputò sull’orlo dell’abito.

In quel momento il tempo di bloccò, tutti trattennero il fiato.

Ogni presente sapeva come avrebbe reagito la vecchia Regina ad un simile affronto e per un secondo ma solo per un secondo anche io ebbi paura di una sua violenta reazione.

Per fortuna la mia amata stupì tutti e dopo aver lanciato un’occhiata di fuoco alla giovane ragazza fece finta di nulla e continuò il suo percorso.

Io la raggiunsi ed insieme ci nascondemmo dietro la carrozza, lontane da sguardi indiscreti.

-Come sono andata?-

-Benissimo ed in barba ai nostri piani credo che il gesto che li abbia stupiti di più sia stato proprio quello finale- la rassicurai prendendola per mano.

-Devo ammettere che è stato facile, ho desiderato ucciderla e come mi ha detto Henry ho fatto esattamente l’opposto- spiegò facendo le spallucce come se niente fosse.

A quel punto la baciai.

Primo perché si meritava un premio.

Secondo perché era da troppo tempo che non lo facevo che mi ero quasi dimenticata il sapore delle sue labbra.

Le trasmisi tutto l’orgoglio che provavo nei suoi confronti in quel momento lei invece mi inviò tutte le sensazioni negative che aveva avuto, la paura, il panico, l’agitazione e la tristezza ed io le feci ritornare indietro sotto forma di sicurezza, gioia, pace e amore.

In quel momento divenni come un depurato per lei, un depuratore che eliminava tutte le scorie impure da un’acqua fangosa ed infetta e che la restituiva in un liquido fresco e cristallino.

-Ti dispiace se torni da sola al castello?- domandai incerta una volta finito il bacio.

-No perché?-

-Credo che sia giunto il momento di iniziare il mio nuovo lavoro- spiegai un po’ in imbarazzo.

-Oh certo vai pure- e con un ultimo bacio a fior di labbra mi salutò salendo subito sulla carrozza, come se un momentaneo addio, veloce e repentino facesse meno male.

Non voltandomi indietro andai a nascondermi dietro un albero dove mi feci avvolgere dalla luce ritrovandomi all’esterno del palazzo in cui Genoveffa abitava con sua madre e la sua sorella e piena di buoni propositi entrai dalla porta di servizio, quella che usavano tutti i domestici. All’entrata fui accolta da una donna anziana e grassottella dall’aria simpatica.

-Buonasera cara, come posso aiutarti?-

-Salve, sono stata assunta come cameriera di Lady Genoveffa, oggi dovrebbe essere il mio primo giorno di lavoro- spiegai un po’ in imbarazzo.

-Oh certo, vieni seguimi- la simpatica vecchia mi condusse in una piccola ed umida stanzetta dove arruffando un po di roba tirò fuori dei cenci, alcuni secchi ed altra cianfrusaglia che ipotizzai servisse a pulire.

-Tieni mettiti questo, non vorrai di certo sporcare quel tuo bel vestito- disse premurosa la signora porgendomi un lungo grembiule.

-Sporcare?- domandai confusa -Pensavo che avrei fatto la cameriera non la sguattera-

-Oh nooo, ci deve essere stato un malinteso, il lavoro che intendi tu viene svolto dalla dama personale di cui la Lady è già provvista, qui da noi le sguattere vengono chiamate cameriere-

poi vedendo la mia faccia allibita continuò -Se non ti aggrada puoi sempre lasciare il lavoro-

-No no, va tutto bene, sono solo un po' sorpresa, forza ditemi cosa devo fare- d’altra parte non avevo scelta, la donna sorrise di fronte alla mia determinazione e mi fece strada.

Durante il tragitto mi sistemai bene il grembiule, perché davvero non volevo macchiare l’abito di Regina, anzi avrei dovuto considerarlo un regalo?

Percorremmo alcune rampe di scale e poi lunghi corridoi finché non arrivammo di fronte ad una piccola porta, entrammo e ci ritrovammo in quello che sembrava essere un bagno.

La vasca enorme ed adornata da grigoli d’oro e si trovava al centro della stanza, intorno c’erano asciugamani, vasi da notte ed altre bacinelle, in più sul lato destro c’era un grande camino con uno strano macchinario sopra, immaginai servisse per scaldare l’acqua.

-Questa da cui siamo passati è la porta di servizio- indicò un altro ingresso davanti a noi e continuò -Di là si accede direttamente alla camera da letto della Lady, adesso è ancora in stanza, quindi prima pulisci il bagno poi solo quando se ne sarà andata, e bada bene non prima di allora, entra di là e pulisci anche quella, per allora sarà già sera quindi sarai libera di andare, ci rivediamo domani- detto ciò si dileguò.

Armata di pazienza sospirai e mi chinai per terra, presi delle creme dai secchi che la donna aveva portato con se e poi lasciato qua, e cominciai a pulire, forse dopotutto essere un angelo invisibile non era poi così male.

Sorridendo pensai a ciò che era successo la notte prima, no era decisamente meglio essere una mezzosangue.

Dopo un po' sentì un chiacchiericcio provenire dall’altra stanza e curiosa mi avvicinai alla porta, essa non era totalmente chiusa quindi potei sbirciare in giro.

Dalla piccola fessura riuscivo a vedere una giovane ragazza con le mani nei capelli di qualcuno seduto su una sedia elegante, immaginai fossero Genoveffa e la sua cameriera personale, allungai anche l’orecchio per sentire cosa si dicevano.

-No mai io non lo voglio così, ti ho detto di farmi la stessa identica acconciatura della Principessa Miriam, devo riuscire ad essere bella quanto lei, se non di più-

-Si mi scusi Milady-

-Mio padre mi farà avere l’abito più bello di tutto il reame ed al ballo conquisterò tutti-

-Ne sono sicura-

-Su avanti dimmi quanto sono bella-

-Siete molto bella Milady-

-Sai non sembri molto convincente-

-Mi scusi Milady-

-E basta con quel mi scusi Milady, attenta coi capelli incapace!-

Sorridendo scossi la testa e tornai al mio lavoro.

Certo era una ragazza viziata e con la puzza sotto il naso, ma tutto sommato aveva il cuore buono, aveva solo bisogno di qualcuno che l’aiutasse a non imboccare la cattiva strada.

Una volta che se ne furono andati pulì anche la camera da letto e quando finì era effettivamente sera.

Questa giornata mi era servita per conoscere meglio la protetta, le prossime volte avrei cominciato ad agire.

Riposi gli oggetti che avevo usato al loro posto e poi mi lasciai trasportare nel luogo dove si trovava la mia amata.

Riapparsi nella sua camera da letto.

-Regina?- chiamai non vedendola da nessuna parte.

-Sono qua- rispose la sua voce da dietro un separé di legno.

-Ho quasi finito, tu intanto siediti pure sul letto-

-Volentieri, ho la schiena a pezzi- risposi buttandomi sul materasso - Non sai quanto ho sgobbato, e poi mi hanno ingannato, avevo capito che sarei stata la sua cameriera, sai di quelle che ti aiutano a vestirti e con cui puoi spettegolare ed invece….aspetta, ma tu cosa stai facendo?- domandai alzandomi a sedere, ricordandomi improvvisamente di lei.

-Ho fatto, sei pronta?- domandò ancora da dietro la parete per la privacy.

-Pronta per cosa?- domandai confusa.

-Per questo-

Sentì letteralmente la mascella cadermi e la bocca aprirsi a formare una O.

Era stupenda ed improvvisamente non avevo più saliva.

Regina aveva indosso una sottoveste, no anzi, le sottovesti erano lunghe fino ai piedi, quella leggera stoffa, se di stoffa di trattava, copriva a malapena le cosce, sul davanti era scollato ed aveva un color carne, il risultato era che lasciava ben poco all’immaginazione.

-Chiudi quella bocca Emma o altrimenti ci entreranno le mosche- commentò divertita scrutando la mia reazione.

Sbaglio o faceva più caldo?

-Allora? Ti piace?- mi chiese ancora con un finto faccino triste.

-Se mi piace?- domandai retorica, lei annui e cominciò ad avanzare nella mia direzione, muovendo sensualmente le anche.

-E’..-

-E’..- ci riprovai a corto di parole.

-E’..- -E’ cosa?- domandò arrivando al bordo del letto.

Io la guardavo come ipnotizzata e lei dandomi una leggera spinta mi fece stendere nuovamente sul letto, poi si sedette a cavallo delle mia gambe, infine fece aderire i nostri petti portandosi ad un centimetro dalle mie labbra.

-Devo dedurre che sono brutta?- chiese guardandomi negli occhi, non so bene come ma capì che le ero mancata.

-No assolutamente no, è banale se dico che sei bellissima?- lei mi sorrise e poi mi zittì baciandomi.

Quella notte una volta che avemmo finito di esplorare i nostri corpi a vicenda ci addormentammo esauste una tra le braccia dell’altra ed io sognai per la prima volta.

Fu breve o forse fu breve la parte che ricordai visto che durò tutta la notte.

Sognai alcuni ricordi d’infanzia, i miei genitori e poi sognai di fare l’amore con Regina, ancora.

Non saprei bene descrivere cosa provai, tutto sembrava reale eppure non lo era.

So per certo che la mattina appena svegliata provai un senso di fastidio.

Non riuscivo a ricordare ciò che avessi sognato, tutto sembrava così indefinito, delimitato da un confine sbiadito che con il passare del tempo si ristringeva su se stesso finché la sera non mi accorsi che la perdita di colore aveva raggiunto il fulcro dei ricordi ed il sogno era ormai inafferrabile.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Crepuscolina13