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Autore: Recchan8    21/07/2016    1 recensioni
Lia è una giovane sostenitrice di AVALANCHE, un'associazione anti-ShinRa.
La sua vita cambia radicalmente quando, a causa di un malinteso, viene catturata dalla ShinRa e sottoposta all'intervento per diventare il primo SOLDIER donna della storia. Ma un Turk dai capelli rossi darà alla vita già sconvolta di Lia una svolta inaspettata.
[Storia ambientata agli inizi di Crisis Core]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Reno
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Si dice che il colore dei muri di una stanza influisca sull'umore delle persone.
Per quanto il bianco delle pareti fosse pulito e brillante, nel cuore di Lia albergavano solamente disprezzo e frustrazione. Non solo si era fatta catturare per ben due volte da Reno, ma era persino stata costretta a subire in silenzio i suoi colpi. Aveva provato a fuggire dalla ShinRa, a rinnegare il mostro che era diventata, ma quel figlio di puttana di un Turk era riuscito a portarla indietro.
La ShinRa era il suo crudele padrone, e Reno le spesse catene che la legavano a esso.
Lia abbassò lo sguardo sui palmi escoriati delle mani. Si guardò le unghie sporche di sangue e si ritrovò a sorridere quando le tornò alla mente il ricordo di queste che tentavano di scavare nelle braccia di Reno. Chissà se era riuscita a lasciargli qualche segno... Si portò le ginocchia al petto e si rannicchiò in un angolo della stanza, il più lontano possibile dalla porta ad apertura automatica. Serviva un codice numerico per aprirla, ma a Lia non era stato concesso conoscerlo. Era come un animale ferito in gabbia, dipendente da brutali padroni che la vedevano solamente come un fenomeno da baraccone. Un Turk mezzo SOLDIER donna non si era mai visto, Lia ne era perfettamente consapevole.
La sua “pellaccia dura”, così definita in modo sprezzante da Reno, le aveva permesso di non subire troppi danni fisici. Una volta arrivata la squadra di recupero, nessuno le aveva fornito assistenza medica: l'avevano tirata su da terra in malo modo, l'avevano strattonata e l'avevano gettata dentro il cellulare.
-”Buon rientro a casa!”- l'aveva schernita Reno poco prima che le ante del furgone si chiudessero.
Nonostante tutto, rinchiusa dentro una stanza fastidiosamente bianca, Lia sogghignò. Sapeva benissimo che, tra tutti, quello che a causa della sua tentata fuga ci avrebbe rimesso di più, era proprio Reno.
Il Karma è una puttana, ma quando si dà da fare non risparmia nessuno”, pensò.
Un leggero rumore di passi catturò l'attenzione di Lia. Qualcuno stava percorrendo il corridoio. La persona in questione si fermò davanti alla porta automatica, compose il codice e, una volta aperta, guardò Lia con uno sguardo indecifrabile.
-”Lia Verdant, ti sei pentita delle tue azioni?”- le domandò Tseng.
-”No”-.
-”Lo sospettavo”- sospirò. -”Vieni nel mio ufficio”-.
Lia non si mosse. I suoi penetranti occhi eterocromatici squadrarono Tseng da capo a piedi, più e più volte.
-”Tu non sei il capo dei Turk”- lo freddò. -”Non sono obbligata a obbedirti”-.
Tseng si lasciò sfuggire un debole sorriso di scherno.
-”Il corpo dei Turk si basa sull'anzianità e sull'esperienza. Un componente avente più anni di servizio alle proprie spalle avrà sempre il diritto di impartire ordini a una recluta.”- spiegò calmo. -”Ciò significa che sì, sei obbligata a obbedire a me e al tuo partner”-.
-”E cosa accadrebbe se mi rifiutassi di farlo?”- domandò Lia, gli occhi ridotti a due fessure. -”Come hai visto sono perfettamente in grado di mettere al tappeto un Turk, visto che sono un...”-.
-”...Un mezzo SOLDIER?”- la anticipò Tseng. -”Hai finalmente accettato la tua nuova natura?”-.
Lia serrò la mascella e non rispose. Per quanto tempo potesse passare, mesi o anni che fossero, non avrebbe mai accettato la sua nuova natura, mai; era disposta a trascorrere la sua intera vita alla ricerca di un modo per tornare indietro, per espellere tutto quel maledetto Mako dal proprio corpo e per potersi guardare allo specchio senza l'inquietante presenza dell'iride azzurra.
-”Detto ciò, andiamo. Riesci ad alzarti? Mi hanno detto che Reno non è stato molto gentile con te”-.
-”Stai zitto”- borbottò Lia tirandosi subito su e facendo vedere a Tseng di essere perfettamente in grado di cavarsela da sola. Tseng le diede le spalle e la precedette lungo il corridoio. Lia si gettò un'ultima occhiata alle spalle, osservando la porta automatica che lentamente si chiudeva dietro di lei. La schiena di Tseng appariva rilassata, quasi come se il Turk non si preoccupasse di un possibile attacco alle spalle da parte di Lia. Questa constatazione fece innervosire la ragazza; possibile che tutti la sottovalutassero?
-”Devi imparare a controllare le tue emozioni”- disse Tseng a un tratto. -”Stavi pensando che ti stessi sottovalutando, vero?”-.
-”No”- mentì Lia.
-”Risposta troppo rapida; è chiaramente una bugia”- sorrise Tseng. Svoltò a sinistra e Lia lo seguì a debita distanza. Nonostante apparisse come un uomo tranquillo e dai modi garbati, dalla sua persona proveniva un'aura pericolosa. -”Hai molto su cui lavorare... Dopo il colloquio potrai tornare nel tuo alloggio e ripulirti da tutto quel sangue. Dovresti ringraziare di essere un mezzo SOLDIER: se non fosse stato per il Mako che ti scorre nelle vene, a quest'ora non saresti in grado di stare in piedi, e il tuo viso sarebbe irriconoscibile”-.
-”Come se me ne fregasse qualcosa”- ribatté Lia infastidita.
Raggiunto l'ufficio di Tseng, il Turk aprì la porta ed entrò, seguito a ruota da Lia. Nella stanza, oltre ai due appena giunti, vi erano anche un uomo e un ragazzo, entrambi SOLDIER. Rimasti in piedi in attesa di Tseng, quando questo fece il suo ingresso lo salutarono con un breve cenno del capo. Il Turk fece il giro della scrivania e si sedette sulla sua poltrona; Lia, rimasta in mezzo all'ufficio, lanciava continue occhiate di fuoco ai due SOLDIER. Aveva un brutto presentimento. L'uomo, dai capelli grigio fumo e lunghe basette appuntite, le diede le spalle e attese che Tseng prendesse parola; l'attenzione del ragazzo, invece, era stata completamente assorbita da Lia.
-”Angeal, ti ringrazio per aver accettato la mia richiesta”- disse Tseng rivolgendosi all'uomo.
-”Nessun problema. Rimettere i ribelli in riga è uno dei miei hobby”-.
-”Lia”- la chiamò il Turk. -”Permettimi di presentarti Angeal Hewley, SOLDIER di Prima Classe, e Zack Fair, SOLDIER di Seconda Classe. Dal momento che ciò che principalmente ti manca è la disciplina, ho deciso di sospendere momentaneamente il tuo apprendistato da Turk e di metterti nelle mani di uno dei migliori SOLDIER”-.
Lo sguardo di Lia scivolò su Angeal. Il suo viso dai duri lineamenti non lasciava trapelare nessuna emozione: era imperturbabile, di una serietà statuaria e di una risolutezza ferrea.
-”Si allenerà con me?!”- domandò incredulo Zack indicandosi. -”Una ragazza?”-.
-”Non è una ragazza, Zack”- gli fece notare Angeal. -”E' il famoso Turk mezzo SOLDIER”-.
Zack si mise le mani sui fianchi e fischiò d'ammirazione. Lia fece schioccare la lingua e lanciò un'occhiata carica d'odio verso Tseng. La stavano trattando come un fenomeno da circo. Tseng rispose all'occhiataccia di Lia con un debole ma meschino sorriso: era come se le avesse detto “Te la sei cercata”. Così era quella la sua punizione per aver tentato la fuga dalla ShinRa. Tutto si sarebbe aspettata tranne di vedersi affidare a una coppia di SOLDIER.
-”Per quanto tempo dovrò stare con loro?”- domandò guardando Tseng negli occhi.
-”Sarà Angeal a stabilire la fine del tuo addestramento”-.
-”Dovete piantarla di sballottarmi da un settore all'altro”- ringhiò a denti stretti, le mani chiuse a pugno lungo i fianchi.
-”Lia Verdant, il colloquio è terminato. Puoi tornare nel tuo alloggio”- disse Tseng ignorandola.
Benissimo”, pensò Lia girando i tacchi. Si fiondò fuori dall'ufficio del Turk e si chiuse la porta alle spalle con forza. Le sue orecchie avvertirono un “crack” sospetto; sperò con tutta se stessa di averla scardinata. A grandi e veloci passi percorse il corridoio. La rabbia che le ribolliva dentro aveva attivato il Mako e il suo occhio destro riluceva di un bagliore azzurrognolo.
Quando si fermò davanti all'ascensore sentì una mano picchiettare esitante sulla sua spalla. Lia si voltò e si sorprese un poco quando si trovò faccia a faccia col SOLDIER di Seconda Classe che aveva visto nell'ufficio di Tseng. Zack, visibilmente imbarazzato, si passò una mano tra i capelli neri e distolse per un momento lo sguardo dagli occhi di Lia.
-”Ecco...”- iniziò titubante. -”So che Tseng mi ha già introdotto, ma ci tenevo a presentarmi personalmente, visto che da oggi saremo una squadra”-. Tese una mano inguantata di fronte a sé e sorrise sinceramente. -”Io sono Zack, piacere di conoscerti, Lia!”-.
La ragazza, dopo aver fissato la mano di Zack per qualche secondo, la strinse esitante. Pensò fosse meglio nascondere a quel sempliciotto il proprio astio; magari un giorno la sua amicizia si sarebbe rivelata utile. La presa del giovane SOLDIER, invece, era entusiasta e convinta. Zack non vedeva davvero l'ora di conoscere meglio quel Turk mezzo SOLDIER di cui tutta la ShinRa stava parlando.
Nascosto dietro l'angolo, Reno, la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate al petto, fece schioccare la lingua.

 







NOTE DELL'AUTRICE
E' da una vita che non aggiornavo questa fanfiction :O In realtà è da una vita che non aggiorno un sacco di fanfiction, ma adesso che la sessione estiva è praticamente finita penso che riprenderò anche le mie storie più vecchie, come appunto questa. 
Alla prossima! ^^

 

   
 
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