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Autore: Herm97    25/07/2016    1 recensioni
Rose Weasley poteva definirsi una delle ragazze più popolari di Hogwarts. Non solo perché i suoi genitori si chiamassero Hermione Granger e Ronald Weasley, o perché fosse la nipote del famosissimo Harry Potter. No, Rose era diventata amica quasi di tutti in quella scuola semplicemente perché si era impegnata sempre in tutto e per tutto: era stata eletta Prefetto una settimana dopo l'inizio del suo quinto anno a Hogwarts, studiava sodo e ora era diventata persino Caposcuola. Inoltre era una formidabile giocatrice di quidditch, il che rendeva orgogliosi gran parte dei suoi parenti - sopratutto Ron -, nel ruolo di cacciatrice. La ragazza aveva aiutato parecchie volte la sua squadra, quella giallo-oro, a vincere le partite e il resto della squadra, come anche gli studenti che appartenevano alla sua stessa squadra, gliene erano rinoscenti.
Naturalmente c'era qualcosa che Rose non riusciva a controllare, era una persona ormai vicina alla sua famiglia da molto tempo, col quale aveva purtroppo condiviso un'intera estate alla Tana. Il suo nome era Scorpius Hyperion Malfoy ed era, a detta di Rose, il ragazzo più sbruffone e saccente che lei avesse mai conosciuto. Ma potrà tutto ciò cambiare nel loro ultimo anno a Hogwarts?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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DOMENICA E' SINONIMO DI PUNIZIONI

Domenica mattina Rose si svegliò prima del solito, si mise la divisa in tutta fretta e sorpassò silenziosamente i letti a baldacchino di Dominique, Alice Paciock e Roxanne. La rossa aveva intenzione di raggiungere la biblioteca, subito dopo aver fatto un'abbondante colazione, per leggere uno dei libri babbani che le aveva regalato sua madre e che aveva prontamente infilato in baule. Scese lentamente gli scalini e si ritrovò nella Sala Comune dei Grifondoro. Questa era vuota e silenziosa, illuminata dalla luce del sole che, a poco a poco, saliva alto nel cielo limpido di quella giornata autunnale. Non faceva particolarmente freddo, forse perché Rose si era coperta un po' di più, ma nel caminetto era stato acceso un fuoco scoppiettane per riscaldare la stanza. La ragazza notò che un ragazzo dai capelli rossicci si era addormentatao sulla poltrona davanti al fuoco, era una di quelle foderate e di un colore rosso intenso che piacevano tanto a Lily; quindi si avvicinò e si accorse che era suo fratello Hugo.

«Ma che diavolo ci fai qui?» sussurrò Rose, facendo poi cadere gli occhi azzurri sul tomo pesante che il fratellino aveva sulle gambe incrociate.

Di certo Hugo assomigliava alla sorella maggiore. I capelli dello stesso colore di quelli di Rose, leggermente più chiari, la pelle era chiara e il viso ricoperto da migliai di lentiggini. Gli occhi erano verde scuro e, quando sorrideva, brillavano. Tuttavia queste somiglianze erano più esterne che interne: ad esempio Hugo non aveva quella grande passione per lo studio che aveva Rose; era un grande tifoso dei Cannoni di Chudley ma il quidditch preferiva viverlo dalle tribune, tra i cori e i tifosi impazziti per la propria squadra.

«Hugo, coraggio svegliati.» lo richiamò Rose, dandogli delle leggere scosse sulla spalla.

«Mmhn.» mormorò lui, scacciando con la mano chiunque stesse cercando di svegliarlo.

«Dovresti andare su nel dormitorio, non dormire qui.» sentenziò allora Rose, dandogli un'altra spinta.

Finalmente Hugo si svegliò e guardò con occhi stanchi la sorella. Chiuse il tomo che aveva sulle gambe e lo afferrò saldamente con una mano, poi si alzò lentamente e si avviò ai dormitori maschili del suo anno, tutto ciò sotto l'occhio vigile di Rose. Era sempre stato così con Hugo e a lei piaceva essere la sorella maggiore: prendersi cura del suo fratellino, adagiargli delicatamente le coperte quando si addormentava sul divano di casa, consigliarli cosa fare nei momenti in cui lui le chiedeva aiuto e via dicendo. Si, essere la sorella maggiore di Hugo le piaceva molto.

«Grazie.» mormorò Hugo sbadigliando, mentre saliva la scalinata che portava ai dormitori.

«Figurati, fratellino.» rispose Rose.

La ragazza aspettò che il fratello sparisse dalla sua visuale, quindi si avviò a sua volta verso l'uscita della Sala Comune. La Signora Grassa fece passare la rossa, augurandole una buona domenica per poi tornare a russare profondamente. Rose ridacchiò e poi scese le scale alla volta della Sala Grande: non vedeva l'ora di fare colazione. Rose trovò le porte, alte ed immense, aperte e le sorpassò con lo stomaco in procinto di brontolare; si sedette alla sua tavolata e riempì il piatto che aveva davanti con delle uova strapazzate e due fette di pancetta, poi riempì il bicchiere col del succo di zucca e iniziò la sua amata colazione.

«Weasley, come mai sveglia a quest'ora?»

O no, non quella voce. Non quel ragazzo. Rose si girò in direzione della voce maschile che l'aveva richiamata: Scorpius Malfoy reggeva il libro di Storia della Magia, aveva i capelli biondo chiaro tutti spettinati. La divisa era in disordine, la camicia metà fuori dai pantaloni e metà dentro, la cravatta verde-argento era stata solo adagiata intorno al collo.

«Potrei farti la stessa domanda, Malfoy.» rispose Rose bevendo poi un sorso del succo che aveva nel bicchiere e calcando il nome del ragazzo. «E sistemati la divisa, per carità.»

«Che c'è, non ti piace il mio look sbarazzino?» le chiese Scorpius sedendosi accanto a lei.

La ragazza si girò verso di lui, incatenando il loro occhi - un paio azzurri e in tempesta e gli altri grigi, come le nuvole. Nella sala non c'erano molte persone, anzi contando loro due erano circa in sette a fare colazione. C'erano tutti i posti vuoti e Scorpius si era seduto proprio accanto a lei, per di più nella tavola dei Grifondoro, ma che diavolo voleva da lei di prima mattina, e di domenica per giunta?

«Sembra che ti sia vestito al buio.» commentò Rose, interrompendo il loro contatto visivo.

Con la mente, lei, era già seduta in biblioteca, intenta a leggere il romanzo babbano che aveva con sé; si stava già immaginando i personaggi, il contesto e le emozioni che le dava quel libro ogni volta che lo rileggeva.

«Senti chi parla.» rispose Malfoy facendola tornare alla realtà.

Rose respirò profondamente: era domenica, una splendida giornata per rintanarsi in biblioteca e lui gliela stava già rovinando. Si alzò da tavola senza neanche degnarlo di uno sguardo, afferrò il suo libro babbano e si avviò verso la biblioteca. Scorpius rimase a fissarla impassibile: i boccolosi capelli rossi che sventolavano pirma a destra e poi a sinistra, il profumo che si lasciava dietro - che sapeva di rosa. Poi anche lui si alzò e si diresse alla sua tavolata, quella Serpeverde, per far colazione.
Perché Scorpius si era svegliato presto quella mattina? Semplice. A giorni avrebbero avuto un compito in classe di Storia della Magia e voleva studiare per prendere un voto più alto di Rose Weasley, voleva batterla e ce l'avrebbe fatta, o almeno ci sperava con tutto se stesso.

Nel frattempo Rose aveva raggiunto il terzo piano del castello e, quindi, l'immensa biblioteca di Hogwarts, un luogo magico e così perfetto agli occhi della ragazza. Il tutto era custodito nelle mani di Madama Pince, una donnina magra dai capelli corvini e gli occhi inespressivi. Quel luogo era il più silenzioso del castello, il luogo che osservava Rose mentre questa vagava con la sua fantasia o mentre studiava.

«Rose Weasley, buongiorno.» la salutò Madama Pince da dietro una vecchia scrivania, posta accanto all'entrata della biblioteca. La donna, che vista da vicino assomigliava molto ad un avvoltoio, piegò le labbra dipinte di un rosso sangue in un sorriso.

«Buongiorno a lei.» la salutò Rose, poco prima di avviarsi tra i corridoi stretti e gli scaffali alti e pieni di libri.

Rose si infilò in uno degli stretti corridoi della biblioteca, cercando il posto perfetto per poter leggere. Svoltò a destra, poi a sinistra e poi nuovamente a destra: nessun luogo le sembrava adatto. Due stancanti minuti dopo Rose aveva trovato un piccolo tavolo e una vecchia sedia su cui potersi rilassare e calare nella lettura.

«Sai che non puoi scapparmi così facilmente.»

Erano passate alcune ore da quando aveva iniziato a leggere, Rose non se ne era neanche accorta. Si era rilassata e aveva viaggiato con la fantasia, immergendosi nella sua lettura babbana - Il meglio di me, di Nicholas Sparks - e vivendo ogni momento con i protagonisti della storia. Scoprius Malfoy era così lontano dalla sua testa che, ad un certo punto, si era persino scordata della sua esistenza. Poi eccolo lì, mentre prendeva posto di fronte a lei con il suo libro di Storia della Magia. Se non altro si era sistemato la divisa.

Rose non gli rispose, non era dell'umore adatto per uno dei loro soliti battibecchi. Stava leggendo, per l'amor del cielo! Perché doveva sedersi proprio davanti a lei e distrarla? Non lo guardò nemmeno, andò avanti nella sua lettura e non si lasciò far prendere la mano da quella sua solita voglia di litigare con Malfoy.
Era una sensazione, una frenesia che non poteva fermare e che le nasceva nel petto, le mandava in tilt il cervello e quindi faceva emergere il peggior lato di sé. Perché si, Scorpius Malfoy era in grado di far questo ma insieme cresceva anche quella voglia di vincere, di batterlo anche durante le loro liti; metterlo al tappeto e farlo stare zitto, osservare come negli occhi di lui diventasse sempre più grande quell'odio che provava nei suoi confronti. Quello che Rose non sapeva, però, era che quello non era odio ma bensì dell'altro e che Scorpius evitava di ammetterlo con se stesso.

Rose ricordò il suo primo viaggio a Hogwarts. Prima di salire sul treno suo padre le aveva detto che doveva farsi valere, che doveva battere quel Malfoy a tutti i costi. Dapprima Rose non aveva voluto farlo: Scorpius era suo amico ed era un ragazzino in gamba. Poi tutto era cambiato, lui aveva iniziato ad essere più distante e subito dopo era diventato lo sbruffone che era adesso; la trattava male, le rispondeva e lei non poteva di certo lasciare che lui si comportasse così. In quel modo era iniziata una nuova fase della loro vita, in quel modo era iniziata la loro strana relazione di botta e risposta.

«Che stai leggendo, Weasley? Uno di quei stupidi romanzi in cui tutto va bene e tutti si amano?» domandò Scorpius afferrandole il libro dalle mani.

«Ridammelo, Malfoy!» esclamò Rose alzandosi per riprenderlo. «Mammina non ti ha insegnato che non è buona educazione prendere ciò che non è nostro?»

«Non nominare mia madre, rossa.» ringhiò Scorpius, alzando il braccio con il quale teneva il libro, facendo in modo che questo si trovasse a parecchi centimetri sulla testa di Rose.

«Se no che mi fai?» saltellò lei, cercando di arrivare al libro.

«Il tuo libro potrebbe finire male.» disse lui tra una risata e l'altra.

«Malfoy ridammelo!» esclamò nuovamente Rose, continuando a saltellare.

Una mano della ragazza si adagiò sul torace di Scorpius, facendolo sussultare solo per un secondo. Gli occhi grigi di lui osservavano il viso della rossa, mentre si faceva via via più rosso per via del continuo sforzo e i capelli boccolosi che svolazzavano. Quando Rose si fermò per riprendere aria, si piegò mettendo lei mani sulle ginocchia e in un secondo Malfoy stava correndo via, lontano da lei, con in mano il suo prezioso libro babbano.

«Idiota torna qui!» urlò la ragazza rincorrendolo. «Ti comporti come un bambino di cinque anni!»

«Prendimi se sei capace!» ridacchiò Scorpius senza voltarsi, cambiando di tanto in tanto la strada.

«Malfoy mi hai veramente rotto le pluffe!» esclamò Rose.

I due passarono davanti alla scrivania di Madama Pince, che per poco non svenne. La donna si infuriò a tal punto che si mise a rincorrerli per tutta la biblioteca, attirando l'attenzione di quei pochi che nel corso della mattinata si erano nascosti sugli scaffali per studiare.

«Signor Malfoy! Signorina Weasley! Fermatevi immediatamente!» continuava a ripetere come se fosse un mantra. «Questo non è un luogo per delle scorribande! Fermatevi ho detto!»

Ma Malfoy non aveva intenzione di fermarsi e così neanche Rose. Lui perché lo divertiva vedere Rose Weasley perdere il controllo mentre era con lui, lei perché rivoleva ciò che le apparteneva. Ancora non si erano fermati quando, all'improvviso, e ripassando per l'ennesima volta davanti alla scrivania ormai vuota di Madama Pince, fece il suo ingresso la preside: Minerva McGranitt.

«Oh-oh.» dissero in coro Scorpius e Rose, fermandosi al cospetto dell'anziana donna.

«Finalmente!» mormorò Madama Pince col fiatone.

«Weasley, Malfoy! Che sta succedendo qui? Esigo una spiegazione.» comandò la preside squadrando i due suoi più bravi alunni.

«Ehm.. vede... ecco.» iniziò Scorpius, timoroso ma già pronto all'eventuale punizione.

«Malfoy mi ha disturbato mentre leggevo, mi ha preso il libro dalle mani e si è fatto rincorrere per tutta la biblioteca!» affermò Rose, fulminando il ragazzo con gli occhi celesti. Acciuffò il suo bene amato libro babbano dalle mani del ragazzo e poi, con fare altezzoso, alzò il capo e girò lo sguardo da un'altra parte.

«Signor Malfoy ma cosa le è saltato in testa?» gesticolò l'anziana donna, fissando con occhi infuocati Scorpius Malfoy.

«Io... ehm...» bablettò Malfoy, passandosi poi una mano tra i capelli biondo chiaro.

Finalmente avrebbe avuto ciò che si meritava: una bella punizione. A Rose divertiva l'idea di Scorpius Malfoy che doveva pulire la sala trofei o sistemare qualche altra faccenda; ma poi la McGranitt fece una cosa che sbalordì sia Rose che Scorpius.

«Tuttavia, signorina Weasley, sono stanca dei vostri continui litigi. La colpa non è solo ed esclusivamente del Signor Malfoy, pertanto sarete entrambi puniti e ho deciso che stasera, immediatamente dopo cena, vi incontrerete nella sala dei trofei per lucidarli. Il signor Gazza vi aspetterà per darvi il necessario, naturalmente dovrete fare tutto senza magia.»

La bocca di Rose quasi non toccò terra, mentre Scorpius aveva spalancato gli occhi. Dietro di loro Madama Pince se la rideva e quei pochi ragazzi sparsi in tutta la biblioteca di Hogwarts tendevano l'orecchio per poter udire ogni singola parola della preside.

«Inoltre, da domani in poi, vi preparerete insieme per i vostri M.A.G.O. e in ogni lezione in cui il professore dividerà a coppie la classe, voi due lavorerete insieme. Spero tanto che questo vi aiuti ad essere più civili l'uno con l'altra.» la McGranitt fece per uscire ma Rose la bloccò.

«Ma non può farmi questo! L'individuo che mi è accanto è un-» ma non terminò la frase perché uno sguardo arrabbiato di Minerva McGranitt aveva detto più di mille parole.

Era delusa da loro due: Scorpius Malfoy e Rose Wealsey erano i suoi migliori studenti, quelli che avevano il compito di ispirare le giovani menti; ma quando erano insieme tornavano ad essere dei bambini infantili che non possono far altro che trovarsi estremamente antipatici. Magari, e questo Minerva lo sperò con tutto il cuore, quella punizione li avrebbe aiutati a tornare ad essere gli amici che un tempo erano stati.
   
 
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