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Autore: shelivesforhim    25/07/2016    1 recensioni
E come se già non fosse abbastanza nel suo eccentrico outfit, indossava un vistoso rubino che sembrava dar luce al suo seno.
"Amor verus numquam moritur."
"L'amore vero non muore mai."
Sentenziò la strega dolcemente, quasi sussurrandolo, notando come lo sguardo del cacciatore si fosse posato sul suo gioiello preferito.
"L'amore non esiste."
"E un cuore spezzato non è una scusa per essere così cinici, Nephilim."
Crossover Merlin/Shadowhunters.||
Un AU dove teniamo un Alexander con un passato diverso e un personaggio di Merlin sopravvissuto.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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02:34

Il trasferimento tramite Portale fu decisivo e abbastanza facile; ora la squadra di Shadowhunters e lady Pendragon si trovavano nell'appartamento di Brooklyn di quest'ultima, una mansarda dal tetto di legno, dove dominavano i colori del rosso porpora, dell'oro e del mogano scuro, negli arredamenti raffinatissimi, nelle lampade placcate d'oro, pareti ricoperti di quadri e ritratti, uno dei quali sembrava antichissimo e ritraeva una fanciulla in un verde abito medievale, con addosso tantissimi gioielli; un sorriso teso regnava sul volto di questa.
Il ritratto era della figlia di Uther re di Camelot, Morgana Pendragon.

"Sarò sempre grata a voi Nephilim per aver salvato la mia vita, cosa che non pensavo avrei mai detto. Vi sono riconoscente e vi devo un favore. Ah, e anche per questa."
aggiunse, accarezzando il ciondolo prezioso che pendeva dal suo collo.

Se c'era un'altra cosa che in quel momento pendeva era Alec, dalle labbra della strega, affascinato dal fatto che quel corpo piccolo, affascinante e quasi innocente di una ragazza contenesse secoli di storia, di guerre, di.. di emozioni.

"Sai cosa dovresti fare Pendragon. Devi ridare i ricordi a Clary. Devi farlo per il nostro bene e anche per il tuo, hai visto con i tuoi stessi occhi cosa è capace di fare Valentine."

La maga alzò incuriosita gli occhi verso il giovane Wayland stupita dal suo tono, simile quasi a quello degli Herondale, stirpe di Shadowhunter che aveva conosciuto nel periodo in cui era tra le braccia di Adrien.

"Oh, piccolini..come vorrei poter fare qualcosa per voi..è un peccato che abbia consegnato tutti i ricordi di Clary ad una creatura dell'antica religione. Sono presenze potentissime e difficili da evocare, e attualmente sulla faccia di questa misera terra, sono l'unica e l'ultima persona rimasta in grado di evocarla."
Nelle ultime parole provò quasi un leggero dolore nel dirle, perchè pensò che forse non era l'unica e l'ultima persona.
Si chiese se da qualche parte dell'Europa, Merlino fosse ancora vivo e se lui avesse mai scoperto della sua sopravvivenza grazie ad Aithusa, la piccola dragonessa a cui avrebbe dato il suo stesso cuore.

"Una creatura dell'antica religione?"
Mormorò la Fairchild.

"Esatto biscottino. Non credo voi siate minimamente a conoscenza di ciò che sia e di come sia possibile evocarla. Vi consiglierei di tenervi lontani da ciò che è più grande di voi."

"Ma sono i miei ricordi e noi ne abbiamo assolutamente bisogno!"

"Vi ho avvisati"
Disse sbuffando la Pendragon, dirigendosi verso una piccola biblioteca accanto al salotto.
"Ci sono rune più antiche delle vostre, codici che esistono da prima ancora che Raziel affidasse la sua missione a Jonathan Shadowhunter, leggi che la Natura stessa ha scritto. In queste pagine ci sono tutti i modi e gli incantesimi possibili per poter evocare ciò che la Madre Terra ci ha dato. Se hai lo stesso talento di tua madre, scommetto che in poco potrai creare queste iscrizioni nel pavimento della stanza accanto.Buona fortuna."
Disse quasi con fare sarcastico, appoggiando il pesantissimo volume tra le mani piccole di Clarissa; si girò poi di scatto e con tono sufficiente spiegò:
"Anche noi restanti dobbiamo prepararci, io so farlo benissimo da sola. Bel ragazzo, prepara la tua squadra."

"So cosa fare"
ringhiò Jace passando avanti alla maga, fino a quando una mano smaltata di rosso porpora non lo bloccò.

"Chi o cosa ti diceva che stavo parlando di te? Io parlavo con lui."
Affermò in modo calmo Morgana, puntando poi il suo dito laccato di rosso verso Alec.
Alec sorrise soddisfatto e inconsapevolmente: ci volle solo lo sguardo confuso di Jace a farlo tornare alla realtà dei fatti e a fargli dire un "va bene" deciso.

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03:03

"Tuo fratello mi sembra un timido poco aperto al mondo delle emozioni, non è così?"
Fu così che Morgana, assorta a guardare le luci notturne di Brooklyn fuori dalla finestra, ruppe un silenzio imbarazzante fra lei ed Isabelle mentre avevano perso le tracce dei due parabatai e Clary era inginocchiata nella grande stanza di fronte a loro a disegnare, incidere, parole, sentenze, rune, capaci di invocare una magia antica.

"Mio fratello ha visto cose che l'hanno turbato per sempre. Ha visto dolore, tradimento e tutto questo solo da bambino. Lo sai meglio di me, no? Un bambino dovrebbe crescere nell'amore. E' come una pianta stupenda che è stata piantata in un terreno arido."

"Se tutto questo deriva dalla sua famiglia non dovrebbe sentirsi l'unico a provare tutto ciò. Io avevo un padre che se avesse scoperto le cose che ero capace di fare, non perchè volevo, ma perchè ero nata così, non ci avrebbe pensato due volte a legarmi ad un palo e a bruciarmi o ad impiccarmi o a tagliarmi la testa di fronte a tutto il suo popolo."

"Io.."

"Ho trovato rifugio solo in mia sorella, sono fuggita per evitare il peggio. Ho cercato di prendere ciò che mi spettava di diritto, ho provato a garantire la salvezza e la riconoscenza a quelli come me che non sono malvagi, anzi. Non hanno scelta. Il sangue magico lo hai dalla nascita. Provare a giudicare un libro dalla copertina è il peggiore dei peccati, insieme al tradire la fiducia, ovviamente. Sai Isabelle, il Conclave e mio padre sono più simili di quanto pensassi, ora che ci ragiono su. Sempre a puntare il dito sui 'diversi', come me. La mia battaglia per i miei diritti, è sempre aperta."

Isabelle, shockata dalle parole della strega, la vide incamminarsi per controllare a che punto era Clary e quasi notò una leggera somiglianza tra la durezza di Alec e quella di Morgana.
Entrambi erano così poichè erano cresciuti senza amore.

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"Mio Dio, Clarissa Fairchild!"
esclamò entusiasta la strega dopo aver fatto rientrare tutta la squadra nella stanza per l'evocazione.
"Nella mia vita ho conosciuto poche persone in grado di disegnare così; una di queste era ovviamente Michelangelo, che, devo aggiungere, era eccellente anche a letto."
e nel pronunciare ciò girò per un istante il viso verso quello di Alec quasi a voler catturare, come fosse una farfalla, un picco di gelosia nel suo sguardo.
Quello che colse fu disappunto e sorpresa e fu lì che allora Morgana si mise sopra una delle rune celtiche e disse:

"Questa oscura presenza potrebbe voler qualcosa in cambio da noi.Per evitare di farla uscire da qui dobbiamo bloccarla con le nostre stesse mani, prendendocele l'un l'altro e creando una barriera."

Alexander istintivamente avanzò verso la strega, che nel frattempo gli aveva offerto la sua mano, che il cacciatore poi strinse.
E in quell'intrecciarsi di dita risentirono una scossa potentissima lungo le loro ossa che li fece sobbalzare entrambi.
Sia il rubino che la runa del cuore spezzato pulsarono e si illuminarono; l'unica ad essersi accorta di tutto ciò dall'esterno fu Izzy, che osservò stupita come gli occhi, il blu e il verde, si scrutavano a vicenda cercando di capire perchè il loro avvicinarsi causava così tante reazioni.

Sarebbero stati una coppia potentissima e bellissima, pensò la Nephilim per un istante.
Peccato che il Conclave riteneva indegno per uno Shadowhunter unirsi ad un nascosto, e peccato che Alec avesse anche intenzione di..lasciamo perdere.

Quando il cerchio fu completo, Morgana inspirò e chiuse gli occhi; riaprendoli, tutti si accorsero, che da un celeste puro si erano trasformati in un giallo acceso, e che le sue labbra stavano sibilando frasi in una lingua incomprensibile, sentenze che stavano dando vita ad una creatura informe al centro del cerchio, che sembrava quasi fatta di roccia.
Ma quello che più colpì l'intera squadra fu vedere come l'affascinante maga che avevano di fronte fino a poco prima non ci fosse più; i tacchi dorati e il succinto vestito rosso avevano lasciato posto ad un lungo vestito nero sgualcito, strappato in alcuni punti e sporco probabilmente di erba.
Un lungo mantello nero ricopriva ancora di più una ragazza esile, completamente priva di ogni sorta di trucco o prodotto, ma bellissima nella sua insicurezza e decisione al tempo stesso.Teneva al collo una collana con un anello di pietra che mostrava evidenti rune di magia celtica.

La creatura, alla visione della maga, urlò:
"Mia signora! Perchè mi evocate? A cosa devo il grande ed immenso onore?"

"Sono qui per riprendermi ciò che ti ho consegnato tempo fa, piccola creazione dell'Antica Religione. Voglio i ricordi di Clarissa Adele Fairchild."

"Mia signora, lo sapete che pretendo di essere ripagato con altrettante emozioni, vero?"

"Cosa desideri questa volta?"

"Desidero nutrirmi dei pensieri, delle emozioni e dei battiti cardiaci che proverete e avrete quando vi mostrerò una visione di ciò che ucciderà la vostra anima e di ciò che invece la salverà."

La fanciulla, che sembrava molto più piccola e indifesa dell'affascinante Morgana conosciuta al Pandemonium Club, li guardò come a cercare la loro approvazione.

"Per me va bene."
Disse solennemente Jace Wayland.

"Oh, perfetto" rise la creatura prendendo il volto di Izzy e dandole visioni che, nonostante tutto, sembrò non averle provocato nulla.
Fu il turno di Clary, a cui scesero due lacrime.
Fu il turno di Jace che ebbe una faccia sconvolta.

Morgana si stava preparando al peggio.
La creatura venne da lei e prendendole il viso tra le mani consegnò le sue visioni.

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La delicatezza dei tratti evidentemente francesi e l'eleganza di Adrien Belcourt, si facevano distinguere da qualsiasi altra persona. Camminava lentamente lungo il salotto del loft di Brooklyn appartenente a Morgana, sorridendo malvagiamente.

"Non ho molto tempo, per questo ti chiedo di dirmi tutto più velocemente possibile."
Morgana riconobbe la sua stessa voce e si vide con in mano un bicchiere con vino bianco questa volta.

La visione era confusa e a tratti.
Ci fu uno sbalzo, un silenzio e improvvisamente un'enorme fitta al cuore.

Vede sé stessa con lunghe lacrime che le rigavano il viso, con il bicchiere di vetro in mille pezzi per terra, sente le risate e la voce di Adrien ed il suo:

"Il tuo stesso angioletto ha tradito la tua fiducia? Lo vedi? Non solo tuo padre, Merlino, Artù..anche lui ha complottato per togliere la vita a cui sei tanto legata."

"Finché non lo vedrò con i miei occhi non ci crederò!"
Urla la visione di Morgana con tutta la sua forza e con gli occhi rossi.


"Allora vieni domani mattina alla metropolitana abbandonata. Hai scelto il tuo futuro con lui, rinnegando il passato con me, e ora scoprirai com'è meglio rimanere protetti nell'abbraccio del passato piuttosto che esporsi al futuro incerto."

Adrien scompare, rimane solo una Morgana a pezzi, che si toglie il rubino pulsante dal collo e lo scaglia contro lo specchio, cercando di romperlo in mille pezzi e lanciando un urlo, insensato ma di certo non indolore.

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Il piccolo bimbo che teneva in braccio, dalla pelle completamente blu, le sorrideva, facendo partire dalle sue minuscole dita piccoli lampi di luce magica. Una mano, sulla spalla di morgana, con una runa della vista, la coccola e una voce, delicata le sussurra:
"Finalmente abbiamo la nostra famiglia, amore mio."

Morgana alza lo sguardo e vede.. Alec Lightwood?
Occhi verdi splendenti come le foglie d'erba ricoperte di rugiada mattutina, un sorriso capace di illuminare un'intera stanza.

"Ti amo."
"Ti amo anch'io."


E velocemente com'era apparsa, la seconda visione scompare, lasciando un senso di pace, serenità e dolcezza nel cuore di Morgana.

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La maga si svegliò dalle sue visioni, confusa e sconvolta e si girò immediatamente verso il protagonista della sua ultima visione, per studiarlo meglio, mentre la creatura si avvicinava a lui.
Alec ricambiò il suo sguardo, non capendo cosa stesse succedendo, e guardandola confusamente.

Alexander Lightwood, figlio di Robert e Maryse, sarebbe stata la salvezza della sua anima?
"Fnalmente abbiamo la nostra famiglia".
Finalmente?
Morgana non riusciva a capire cosa stesse succedendo in quella notte da manicomio: le scosse, la visione, i suoi occhi.
Alexander Lightwood era certamente un ragazzo bellissimo e da una storia molto particolare, quanto incomprensibile, ma veramente avrebbe fatto parte della sua vita in modo così decisivo?
Dopo secoli di insensibilità, avrebbe avuto lui le chiavi del suo cuore?
Un mortale cacciatore contro una strega immortale?


Nelle sue riflessioni la Pendragon non si accorse del viso contratto di Alec e degli occhi lucidi che aveva nella prima visione a cui la creatura lo stava sopponendo.

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Paura, decisione, indecisione, terrore.
Alec camminava lungo una metropolitana abbandonata e vecchia, elegante e misteriosa, alla ricerca di una persona che avrebbe saputo dargli la chiave per una possibile felicità, la risposta a tanti interrogativi.

"Adrien?"
Mormora, e il nome rimbomba nel vuoto.

Anche un altro nome rimbomba ora.
"Alec.
Alexander Gideon Lightwood."

Alec si gira e trova una bellissima donna, con indosso un lungo cappotto nero, elegantissima e dallo sguardo freddo e severo. Aveva le mani incrociate al petto.
Morgana.

La visione si rivelò confusa e a tratti, ma se provava qualcosa era disagio, era vergogna, pura vergogna e dolore, desiderio di tornare indietro nel tempo. Si ritrovò inspiegabilmente con la strega tra le sue braccia e fra di loro una stregaluce che emanava fasci di luce colorata.

"Tá grá agam duit."
Fu il sussurro che spezzò quel silenzio doloroso.

"Che vuol dire?"
Chiede un Alec confuso.

"E' 'ti amo' in celtico, la mia lingua originale. Non l'ho mai detto a nessuno. Perchè sì, ti amo, molto più di quello che avrei pensato di esser capace. Ma questo non cambia ciò che hai fatto."

La visione si interrompe ancora, e quando riprende il cacciatore vede la donna allontanarsi nel buio, con passo lento, come se fosse ferita ad una gamba e non riuscisse più a fuggire, come una cerva in fin di vita.

Girati Morgana, guardami.
Ti prego Morgana.
Morgana!


Dolore ovunque, sulle sue ossa, la runa del cuore spezzato da cui sgorgavano goccie di sangue.

Alexander sconvolto interruppe la visione, infrangendo il cerchio per contenere la creatura e urlando:
"Non è possibile! Mente! Questo non è il mio destino! Il mio posto è nella città di ossa!"

Lo spirito approfitta del cerchio infranto per scappare a tutta velocità, colpendo Jace in pieno viso, il quale cadde immediatamente a terra.

Le urla di Isabelle e Clary furono acute e fortissime, tutte dirette verso Jace.
L'unico pensiero di Morgana era invece Alec, sconvolto sull'arco che divideva il salotto dalla sala.

"Non devi avere paura, Alec. Credo tu abbia visto quello che ho visto anche io."
Sussurrò dolcemente la strega avvicinandosi a lui.

"Non so di cosa tu stia parlando."
Rispose arrogantemente il moro.
La mano di Morgana che era pronta ad accarezzare la linea sottile dei suoi zigomi si bloccò. Gli passò accanto sussurandogli all'orecchio:
"In ottocento anni di vita ho capito che tutto e tutti puoi ingannare, tranne il destino. Capirai di cosa sto parlando."

E se ne andò.
  
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