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Autore: Imagine_Poison    25/07/2016    1 recensioni
"Ha incominciato a piovere. E non sai quanto vorrei che quella pioggia portasse via ogni tuo dubbio, ogni tuo tormento. Non sai quanto vorrei dirti che ho bisogno di te, ché sei una meraviglia. E non sai quanto pagherei per vederti finalmente felice e soddisfatta della tua ragion d’essere. Ché tu non sembri capirlo, non sembri comprendere l’incommensurabile amore che provo per te e per la straordinaria e forte donna che sei diventata. Ti amo, tesoro, ti amo come non ho mai amato nessuno nella mia giovane e tormentosa vita. E spero che tu l’abbia capito, in un modo o nell’altro, tra un piccolo gesto ed una carezza, tra un bacio e un sospiro, ché uno in più non fa mai male"
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Copyright © 2016 Imagine_Poison / E' assolutamente vietata ogni riproduzione, anche parziale, di quest' opera.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Her.
A Diary

 
Mistral Gagnat
 

"A m'asseoir sur un banc cinq minutes avec toi
Et regarder le soleil qui s'en va
Te parler du bon temps qui est mort et je m'en fou
Te dire que les méchants c'est pas nous
Que si moi je suis barge, ce n'est que de tes yeux
Car ils ont l'avantage d'être deux
Et entendre ton rire s'envoler aussi haut
Que s'envolent les cris des oiseaux
Te raconter enfin qu'il faut aimer la vie
Et l'aimer même si le temps est assassin
Et emporte avec lui les rires des enfants
Et les mistrals gagnants"
Mistral Gagnants, Renaud




Londra, 15 novembre 2014
 
Ciao tesoro. E’ strano che scriva dell’altro, ma devo ammettere di sentirmi meglio dopo aver riempito e sporcato il foglio con parole d’inchiostro. Parole forse irrealizzabili, forse utopiche o forse fin troppo razionali. Confuse, le definirei proprio così. Estremamente confuse.

Ho bisogno di sentirti, ho bisogno di conoscere meglio il tuo animo terribilmente assente. Sei cambiata, da un giorno all’altro, come tramonta il sole e come sorgono repentinamente la luna e le stelle. Silenziose.

Oggi ci ho provato. Ti ho portata a fare una passeggiata al parco. Non volevi, all’inizio, poi ti ho convinta, e ne sono davvero grato.

Non hai aperto bocca mentre passeggiavamo tra le straripanti vie di Londra. Ti guardavi intorno spaesata, come se qualcuno di ostile ti osservasse, ti perseguitasse.

Niente ti è ostile, amore mio. Solamente i tuoi sentimenti lo sono, quelli che ti affollano la mente e non fanno propagare la ragione. Perché ogni tanto i sentimenti devono essere messi da parte, e lasciare che la ragione ti riporti sulla retta via, quella dell’eterna felicità. Bisogna sopprimere la morsa della paura e del terrore che opprime la nostra vita, quella che dovremmo amare e vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.

Eri assente, nei tuoi occhi non sono riuscito a scorgere niente. Alcuna luce, alcuna vita. Solo un immenso buio. Un buio infinito.

Il vento leggero ti sfiorava gli avambracci scoperti, facendo ricoprire la tua pelle cerea di infiniti brividi.

Quando ti sfioro con le mie dita succede la stessa cosa. O almeno, succedeva. È da tanto che non me lo permetti, amore mio. Non mi lasci più la possibilità di toccarti, di respirarti, di amarti, di viverti. E mi dispiace, immensamente. Non so se la colpa sia la mia, ma se lo fosse, perdonami, te ne prego. Ché mi manca il profumo della tua pelle, quello che solo tu possiedi e che mi rende immortale per pochi istanti.

Il parco era vuoto, quasi nessuno correva tra i vasti prati di erba verde. Solo qualche bambino, fin troppo distratto da scivoli ed altalene per accorgersi della nostra presenza.

Ti sei seduta su una panchina arrugginita, la prima che è apparsa davanti ai nostri occhi. Mi hai detto che eri stanca, che volevi tornare a casa. Non posso farlo, non posso lasciarti cadere nel baratro, non riesco proprio a pensare a una tale e orrenda cosa. Non posso lasciarti da sola, non me lo perdonerei mai. Finirei per morirci anch’io. Voglio solamente averti al mio fianco, splendida come sei e come rimarrai, qualsiasi cosa accada, per il resto della nostra angustiata vita, sperando che si tramuti in un più benevolo divenire.

Ma sembra che a te non importi niente, sembra che la fine sia davvero la tua scelta immutabile. Ti stai comportando da persona superficiale, da persona ingrata. E potrei sembrarti superbo, potrei sembrarti sdegnoso ed arrogante, ma voglio solo aprirti gli occhi. Perché quei due lapislazzuli non sono più come quelli di una volta, quelli pieni di passione e di voglia di rivincita. Quella voglia di un riscatto verso questa realtà ingrata che ti ha ridotta un suo fantoccio, completamente persa ed in balia di qualcosa di terribilmente estenuante e logorante.

Ti sei rialzata, controvoglia, e abbiamo ripreso a camminare, uno accanto all’altra, ma come non mai distanti e distaccati.

Ho paura, tesoro, è questo che ho. Ho paura di cosa potrebbe succedere di questo passo. La situazione peggiora giorno dopo giorno, la tensione tra noi si può tagliare con una lama. Si percepisce a pelle la tua inquietudine, il tuo turbamento. Voglio guarirlo, voglio sanare il tuo cuore logorato e vederti sorridere, ché è da tanto che non succede. Davvero tanto.

Poi mi sono seduto anch’io accanto a te, e finalmente hai soddisfatto la mia inguaribile voglia di vedere i tuoi occhi, ché spero tu ti sia accorta che i miei sono completamente pieni di te.

Hai incominciato a parlare, lentamente, come fai di solito. Mi hai stretto la mano, e posso giurare di aver avvertito il mio cuore pulsare ancora più forte, ancora più intensamente.

Hai riso, senza un perché. La tua ristata che si ascolta come si ascoltano le onde selvagge del mare violento, quella che ti percuote i più profondi meandri dell’animo. E ti ho baciata, di riflesso, ché mi mancava da morire farlo. Tu hai ricambiato, e meravigliosi ricordi mi hanno invaso la mente. E mi hanno aperto gli occhi. Un barlume di speranza si era creato in essi, nel mio animo ferito. Quella speranza ormai svanita da tempo, quella che mi aveva fatto capire quanto importante tu sia per me, nei tuoi difetti, nelle tue follie. E vorrei che questo momento fosse infinto, vorrei svegliarmi domani e provare la stessa intensa emozione, vorrei che tu non cambiassi e che rimanessi spensierata e gioiosa come sei ora.

Mi hai parlato di tua madre. Mi hai detto che conosceva il francese e che un po’ te lo ha insegnato. Mi hai detto che tu e tuo fratello eravate legati da un legame indissolubile e che mai avresti voluto vederli morire, tra le tue esili braccia, trai rottami dell’auto e del camion. Quello bianco, che vi ha travolti non lasciando alcuna speranza alle loro innocenti vite.

Mi hai parlato di tuo padre. Non avete un buon rapporto, non lo conosci nemmeno così bene. Ma non ti interessa, ti bastavano tua madre e tuo fratello.

Il tempo è passato in un istante, la luna era alta nel cielo, luminosa e brillante.

Ha incominciato a piovere. E non sai quanto vorrei che quella pioggia portasse via ogni tuo dubbio, ogni tuo tormento. Non sai quanto vorrei dirti che ho bisogno di te, ché sei una meraviglia. E non sai quanto pagherei per vederti finalmente felice e soddisfatta della tua ragion d’essere. Ché tu non sembri capirlo, non sembri comprendere l’incommensurabile amore che provo per te e per la straordinaria e forte donna che sei diventata. Ti amo, tesoro, ti amo come non ho mai amato nessuno nella mia giovane e tormentosa vita. E spero che tu l’abbia capito, in un modo o nell’altro, tra un piccolo gesto ed una carezza, tra un bacio e un sospiro, ché uno in più non fa mai male.
 
 
 
 
 
 
  
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