Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: hooligan9819    25/07/2016    1 recensioni
"Quando smetterai di chiamarmi boss?"
"Quando smetterai di voler avere il controllo su tutto."
"Vorrei avere davvero il controllo su tutto."
"Su cosa non ce l'hai?"
"Su di te e quello che mi fai sentire."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni trascorsero velocemente, continuavo ad evitare le chiamate di mia mamma e ad ascoltare i discorsi di mio padre su come convenisse più presentarle questo fantomatico ragazzo nonostante non fosse facile.
La situazione precipitò nell’esatto momento in cui scoprii che quella che pensavo che fosse una vacanza breve dei miei in realtà era un soggiorno di un mese lì a Los Angeles, durante il quale sarebbero anche stati raggiunti da Mary e futuro marito, impazienti anche loro di conoscere il mio fidanzato.

Sarebbe stata una doppia delusione, nonché una doppia brutta figura.

Jess cercò di darmi dei consigli, riflettendo certe volte insieme a me di fronte ad una tazza di thé, oppure durante le prove.
Eravamo anche arrivate alla disperata soluzione di far indossare una parrucca a lei e farle modulare la voce in modo da recitare come un uomo. Solo che forse sarebbe stato un po’ troppo palese e quindi lasciammo perdere.

Nel frattempo Bieber tentava di parlarmi, ma di solito riuscivo ad evitarlo con qualche scusa.
Non ero arrabbiata con lui perché non mi avesse aiutata, ero arrabbiata per quello che aveva detto. Mi aveva quasi fatto sentire uno scarto, sembrava volesse dirmi “Non sei abbastanza per me”, e nonostante non mi importasse di lui, nessuno aveva il diritto di potermi dire una cosa del genere, anche se implicitamente.

****

Mary era arrivata in città, il che segnava il momento in cui avrei dovuto presentare il mio ragazzo, infatti non appena si sistemò in albergo, arrivò puntuale il messaggio di mamma in cui invitava “TUTTA LA FAMIGLIA” a cena.
La sera coincideva anche con un giorno di prove, a cui fui costretta a mancare, giustificandomi con una febbre improvvisa che non mi consentiva di muovermi di casa almeno per due giorni. L’unica che sapeva la verità era Jess, la quale mi teneva il gioco con Bieber.

****

19.30, mancava mezz’ora al mio arrivo al ristorante.
Provavo e riprovavo il discorso con cui mi sarei scusata con i miei e con mia sorella per aver mentito, ma nessuna parola sembrava rendermi meno ridicola di quanto mi sentissi.
Legai i capelli e mi diressi in cucina, versando dell’acqua in un bicchiere. Riflettevo e riflettevo, ma forse l’unica soluzione era semplicemente parlare con sincerità.
Tornai in camera da letto, indossando i tacchi e camminando avanti e indietro nervosamente. Il mio livello di ansia era così alto da non sentire nemmeno il dolore a camminare su quei cosi che odiavo.
Camminando e cercando un qualcosa da dire, la mezz’ora in questione trascorse velocemente.
Scesi, raggiungendo l’auto.

“Ok, è il momento”

Mi dissi, sbattendo la portiera e controllandomi un’ultima volta allo specchietto, rimuovendo una piccola sbavatura di rossetto dall’angolo della bocca.

****

Ci sedemmo e cominciando a parlare del più e del meno.
Vi era un posto vuoto accanto a me, il quale doveva essere quello occupato dal mio partner. Non riuscivo nemmeno a volgergli uno sguardo senza sentirmi in colpa ed una scema, quindi cercavo di guardare altrove.
Si avvicinò il cameriere, chiedendoci se fossimo pronti ad ordinare.
Tutti guardarono me, che rimasi in silenzio guardandoli e poi girandomi verso il cameriere dicendo di si.

-“Come si? Non aspettiamo il tuo ragazzo?”-
Intervenne mia sorella.

-“Beh… non credo che verrà…”- mugugnai.
Mio padre sospirò, mentre mia mamma fece un risolino sarcastico scuotendo la testa, come per dire “lo sapevo”. Invece mia sorella e il suo fidanzato abbassarono lo sguardo, senza dire una parola e continuando ad osservare il menù, facendo finta di non aver sentito.
Diventai tutta rossa e cominciai a picchiettare sulla gamba in modo da tranquillizzarmi, ma non ce la facevo, mi vergognavo troppo.

-“Uhm.. torno fra poco.”-

Disse il cameriere, visibilmente turbato. Forse l’ondata ghiacciata di delusione prodotta da mia mamma aveva raggiunto anche lui e voleva scappare prima di ibernarsi.

-“E perché non dovrebbe venire?”-

Quando mia mamma si innervosiva aveva la capacità di sbattere le palpebre milioni di volte al secondo, non so come facesse ma mi spaventava da morire.

-“Ecco.. La verità è che lui..”-

-“E’ in ritardo!”-

Sentii la voce di Bieber dietro di me, il quale appoggiò la giacca sullo schienale della sedia.
Sgranai gli occhi, un po’ disorientata dal tutto.

-“Scusami tesoro, ho avuto problemi con le prove del tour.”-

Mi diede un bacio sulla guancia, accomodandosi accanto a me e posandomi una mano sulla gamba. Poi porse l’altra ai miei, presentandosi.
Tutti erano sconvolti, nessuno aveva creduto alla mia balla che ora magicamente era diventata una sorta di verità. Provai un pizzico di gusto nel dimostrar loro che per una volta potevo renderli fieri, anche se solo per finta. Mio padre mi sorrise, scandendo poi con il labiale un “complimenti”.
Mi voltai verso Bieber, sussurandogli un “grazie” e stringendo la sua mano.
Ovviamente, rispose con un occhiolino.

Certi vizi non passano mai.

Il cameriere tornò nuovamente, sfoggiando un sorriso a trentadue denti, simulando nuovamente la domanda precedente.

Ordinammo, per poi lasciare il posto alle conversazioni di routine colme di domande al nuovo arrivato.

Cominciai ad immedesimarmi molto nel ruolo della sua ragazza e la cosa che più mi colpiva era che non mi dispiacesse affatto.
Più lo osservavo, più mi accorgevo di quanto fosse carino il suo sorriso e forse anche i suoi occhiolini che risultavano un po’ fastidiosi.

Se la cavava meravigliosamente con i miei, li aveva stregati.
Raccontava storielle che li interessavano e soprattutto rispondeva nel modo più sciolto possibile, forse anche lui si trovava bene in quei panni.

Lo guardai e si voltò anche lui verso di me, così ci scambiammo un sorriso.

-“Penso di non aver mai visto mia sorella così felice con qualcuno”-

Esordì mia sorella.

Diventai tutta rossa mentre Justin mi strinse un po’ a sé, approfittandone per dirmi qualcosa all’orecchio.

-“Non sapevo di renderti così felice”-

Ridacchiò e lo fulminai con lo sguardo.

-“Smettila”- dissi a denti stretti.

Ciò che più mi spaventava è che cominciavo a capire che forse era davvero così.


   
 
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