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Autore: Tide    26/07/2016    1 recensioni
Prima volte che scrivo qualcosa che preveda più sezioni. E ammetto che è un esperimento bizzarro ...
La poesia di Keats come percorso psicotico applicato al personaggio di Hannibal Lecter.
Prendo in considerazione le vicende dei libri, ma mi interesso soprattutto di come potrebbe finire.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarice Starling, Hannibal Lecter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~IL RACCOLTO E’ FATTO

O what can ail thee, knight-at-arms,
So haggard and so woe-begone?
The squirrel's granary is full,
And the harvest 's done.*

Sente la sua presenza e non le importa. Sente il proprio corpo magro, eppure per lei così pesante, e non le importa. Sente le parole del marito e sa che nemmeno l’inconscio le trattiene. Se lui cerca i suoi occhi, lei cosa vede, se non due altri occhi? Non sono che una cornea, un’iride castana, screziata di rosso, e una pupilla. Nient’altro. È lontano il tempo in cui erano l’Abisso quegli occhi, dietro le sbarre di una prigione, e forse più ancora remoto quello in cui erano l’anima amata. Ora non riconosce l’immagine che quello specchio le restituisce. Cosa le rimane? Ogni frutto è stato colto, ogni spiga recisa e non li ha colti lei, non l’agente Starling, non la sposa del Cannibale … é tardi per Clarice: per lei non c’è più raccolto.


*Traduzione: ‘Oh cosa ti affligge, cavaliere armato,/Così smunto e così desolato?/Il granaio dello scoiattolo è pieno,/Ed il raccolto è fatto.

 

   
 
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