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Autore: Emmastory    28/07/2016    3 recensioni
L'esistenza del regno di Aveiron continua, e Rain, nostra eroina in questo racconto, si impegna a mantenere il sorriso e la positività nonostante tutto quello che è costretta a vivere e sopportare. Fame, miseria e povertà dilaniano l'anima degli abitanti come belve feroci, e lei, addolorata per la perdita del suo tanto amato Stefan, ora scomparso per mano ignota, agisce come può per ritrovarlo e affrontare, con il suo aiuto, la minaccia dei Ladri, esseri ignobili che da tempo popolano il regno seminando terrore nei cuori della gente. Fiduciosa, è convinta dell'esistenza di un barlume di luce alla fine del tunnel che rappresenta la sua tormentata vita, in cui felicità e dolore danzano allo stesso e concitato ritmo. (Seguito di "Le cronache di Aveiron: Dimenticati)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-II-mod
 
 
Capitolo VIII

Il cavaliere e la principessa

Dopo un ennesimo ciclo solare, aprivo gli occhi ancora stanchi. Era mattina. La fredda pioggia aveva smesso di scrosciare, e il sovrano del cielo mattutino aveva preso il suo posto. Operando la sua magia, mi scaldava la pelle, e camminando, potevo sentirne i raggi su tutto il corpo. Una stranissima sensazione mi pervade, e in questo preciso istante, ho in mente un solo ed unico pensiero. Devo tornare a casa. Il tempo scorre, e con l’andar dello stesso, il mio battito cardiaco accelera. La mia mente è occupata a vagare, e inspirando a pieni polmoni, mi concentro sulla meta che mi sono prefissata. Un improvviso dolore al fianco, forse dovuto allo sforzo eccessivo, mi debilita, e massaggiandolo, mi fermo. Il docile vento mi scosta i capelli, e riprendendo a camminare, incontro finalmente un volto amico. Non lo credo possibile, eppure è Samira. Correndo nella sua direzione, la chiamo per nome, e alzando lo sguardo, lei mi nota. È felice, e qualcosa mi porta a credere che mi stesse cercando. “Rain! Grazie al cielo stai bene! Eravamo così preoccupati!” dice, salutandomi con calore e iniziando a camminare al mio fianco. Senza proferire parola, riprendo il mio cammino, e prima che abbia modo di accorgermene, un singolo pensiero prende posto nella mia mente. “Come sta Stefan?” chiedo, apparendo ai suoi occhi visibilmente preoccupata. “È distrutto. Da quando te ne sei andata, non fa che piangere e parlare di te. Ripete di amarti e volerti al suo fianco per sempre. Stiamo tutti cercando di aiutarlo, ma nulla funziona.” Risponde, con occhi bassi in segno di tristezza. A quelle parole, non rispondo. Una fitta di dolore mi attraversa la mente e il cuore, e stringendo i pugni, reagisco. “Dov’è adesso?” indago, con voce ferma e decisa. “A casa, perché?” azzarda lei, riuscendo comunque a fornirmi la risposta che desideravo sentire. “Perché ho deciso.” Rispondo soltanto, lasciando poi che le mie labbra si dischiudano in un debole sorriso. Confusa, Samira mi guarda senza capire. In quel momento, il mio pensiero si concentra nuovamente su Stefan, e prendendole la mano inizio a correre. È inutile, stavolta il dolore al fianco non mi tocca. Sono ormai pronta a tornare a casa e dire tutta  la verità. Il nostro viaggio ha fine dopo circa un’ora di cammino, e una volta arrivata, non faccio che bussare. Sorpreso ma lieto di rivedermi, il dottor Patrick mi lascia entrare, e facendolo, noto il mio piccolo anello. Sorprendentemente, è ancora lì in terra, e raccogliendolo, mi preparo a fronteggiare il mio Stefan. Ciò che sto per dirgli è di vitale importanza, e pur essendo sicura dell’amore che prova per me, in cuor mio spero ancora che riesca a perdonarmi. Così, quel magnifico anello trova il suo posto, e camminando per i corridoi dell’intera casa, mi metto alla sua ricerca. È quindi questione di pochi istanti, e di fronte a me, nella sala principale, si presenta uno Stefan completamente diverso. Normalmente, spenderebbe ogni sua energia nel parlarmi, baciarmi e dirmi quanto mi ama, ma ora non riesce a parlare. La sua felicità è incalcolabile, e il suo intero corpo trasuda gioia. “Sei tornata!” esclama, stringendomi in un abbraccio capace di bloccarmi il respiro e la circolazione. “Sì, e non me andrò mai più.” Rispondo, regalandogli un luminoso sorriso. “Vuoi ancora sposarmi?” chiede, tacendo nella trepidante attesa di una mia risposta. Mantenendo il silenzio, scelgo di tenerlo sulle spine ancora per qualche sporadico attimo. La domanda che mi pone, giunge alle mie orecchie come retorica. “Sì, Stefan Gardner, voglio sposarti e vivere al tuo fianco, ora e per sempre.” Questa la risposta che il mio cuore mi suggerisce di dare, e che pronuncio di fronte alla piccola platea composta da ognuna delle persone di cui mi fidi. Alle mie parole,  Stefan non risponde, ed io stessa cedo alla tentazione di baciarlo. Il silenzio che avvolge la sala viene quindi rotto dall’applauso dei miei amici, e con l’arrivo della sera, scopro di aver assunto una nuova identità. Finalmente, la fortuna pare sorridermi di nuovo, e mentre gli occhi mi lacrimano a causa della gioia, che provo e so di provare, riesco a sentirmi viva, amata e felice. Stefan è oggi diventato il mio prode cavaliere, ed io la sua bellissima principessa.
   
 
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