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Autore: The_Lock    31/07/2016    1 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4.9- La soluzione è qui

 

La notte stava calando in fretta sulla Terra, ed i ragazzi del Bukowski High School non persero ulteriore tempo e si teletrasportarono in camera di Sydney, dove il ragazzo, Lydia e Lilian stavano aspettando con impazienza l'arrivo dei loro amici.

Lydia, che non aveva fatto altro che sfogliare il grimorio per tutta la giornata, aveva trovato molte ricette interessanti, ma molte delle pagine erano scritte in antico alfabeto runico e aveva come il sospetto che le istruzioni per rinchiudere un'altra volta Void nel suo sarcofago erano scritte in quella lingua arcana e misteriosa.

“Allora, ecco il piano,” esordì Tyler “Io, Lydia, Skylar e Dylan andiamo a prendere a calci nel sedere Void, mentre Sydney, Vyvyen e Kyle studiano il Grimorio.”

“Non mi piace rimanere nelle retrovie.” borbottò Kyle, sedendosi per terra.

“Posso dare una mano anche io!” squillò Lilian, lasciando Dylan interdetto.

“Non credo che siano affari da esseri umani.” spiegò, arcigno.

“Non sapevo fossi un alieno.” scherzò Lilian, lasciando un sorriso beffardo sui volti dei suoi amici. I ragazzi si salutarono e si diedero un in bocca al lupo, ma ecco che poco lontano dalla camera di Sydney un secondo vortice si apriva, ed un uomo metteva piede sul prato del campus di Bluebeech. L'uomo respirò a pieni polmoni e sorrise guardando la luna piena che si ergeva luminosa nella lotta scura.

“Sto venendo a prendervi.” canticchiò l'Alchimista, muovendo i passi.

 

I ragazzi si ritrovarono teletrasportati in quello che un tempo sembrava un ospedale della zona. Era una struttura a più piani d'un bianco sbiadito e ora dell'edera secca e fatiscente ricopriva le pareti sporche, le macchie d'umidità e le finestre rotte.

“Ragazzi!” disse Lydia, puntando il dito coperto dal lungo guanto nero contro una finestra. Gli altri tre ragazzi guardarono nel punto esatto in cui la ragazza stava puntando e videro la figura dell'Alchimista che si nascondeva velocemente dietro la parete.

“Andiamo!” ringhiò Tyler, e i quattro partirono a correre verso l'entrata. Spalancarono la porta e si lanciarono lungo le scale, salendo con foga il primo piano, svoltando a destra e poi prendere le scale per il secondo e ancora per il terzo ed il quarto. Arrivati al quinto, i ragazzi si fermarono ed aprirono la porta, pronti a fare fuoco verso l'Alchimista, e rimanendo alquanto interdetti dallo spettacolo che si presentava ai loro occhi: nonostante fossero saliti a piedi per cinque piani, i ragazzi si ritrovarono difronte al cortile interno dell'ospedale.

“Ma... com'è possibile?” domandò Skylar, mettendo piede in quello spazio lastrellato di mattoni scheggiati e sporchi. I ragazzi rientrarono dalla stessa porta da cui erano acceduti al cortile e trasalirono di nuovo, ritrovandosi nuovamente nel cortile interno dell'ospedale.

“C'è qualcosa che non va...” mormorò Tyler.

“Ma non mi dire.” borbottò Dylan. I ragazzi tornarono indietro e si ritrovarono difronte a delle scale.

“Credo siamo caduti in una trappola.” mormorò Lydia.

 

“Cosa cerchi?” domandò Vyvyen, stendendosi sul letto di Sydney.

“Un equivalente tra il nostro alfabeto e quello runico.” mormorò il biondo, schiacciando tasti sulla tastiera del computer.

“Lo sai, vero, che traslitterare non vuol dire tradurre?” sorrise la bionda, rigirandosi tra le coperte come una gatta.

“Sì, ma almeno traslitterando sarà più facile tradurre, non credi?” domandò Sydney, riservandole un sorrisetto beffardo.

“Ragazzi, non ho capito molto di questa missione, ma...” disse Lilian, per poi interrompersi di colpo e rimanere con gli occhi azzurri spalancati, fissi nel vuoto, come fosse caduta in catalessi.

“Lilian?” domandò Kyle, aggrottando la fronte e sventolando una mano vicino ai suoi occhi, ma la ragazza continuava a rimanere ipnotizzata.

I tre ragazzi si guardarono preoccupati, e mentre Kyle prendeva a scuotere docilmente la bionda, Vyvyen uscì dalla camera del biondo per dare un'occhiata nel corridoio e vedere, con immenso stupore, che anche altri ragazzi erano nella stessa condizione di Lilian.

“Oh, merda!” mormorò, chiudendo la porta.

“Che succede?” domandò Sydney.

“Sono tutti in catalessi!” spiegò.

“Credete che...” iniziò il biondo, ma ecco che qualcuno bussò alla porta e i tre ragazzi impallidirono.

“È permesso?” rise l'Alchimista.

 

I ragazzi erano riusciti a tornare al corridoio del terzo piano dell'ospedale e, decisi a non varcare nessun'altra soglia, presero ad aprire una porta alla volta per vedere dove portavano.

“Qui si va al quinto piano.” disse Skylar, chiudendo la porta sulla quale c'era scritto TOILETTES, per poi riaprire la porta e constatare che si andava nelle cucine dell'ospedale.

“Qui in sala operatoria.” disse Lydia.

“Scantinato!” urlò Dylan.

“Un ufficio!” aggiunse Tyler.

“Ok, come temevo. Ci siamo fatti fregare dall'Alchimista e siamo finiti in una delle sue illusioni!” mormorò Lydia, raggiungendo i suoi compagni.

“E ora che facciamo?” domandò Skylar.
“Vuole costringerci a usare la magia per uscire.” sibilò Dylan, visibilmente arrabbiato.

“Hai ragione ma non credo abbiamo altra scelt...” disse Lydia, per poi interrompersi ed illuminarsi in volto come quando le accadeva di avere un'idea geniale “Void! Quest'illusione sarà sicuramente frutto della magia, quindi basta attirare Void e lui si potrà mangiare la magia di questo posto!” sorrise, contenta.

“Ci rendiamo conto che è praticamente un suicidio?” domandò Tyler, aggrottando la fronte.

“Non abbiamo scelta, temo. Per uscire dovremo usare comunque i nostri poteri, e questo attirerebbe comunque Void.” sbuffò Dylan, passandosi una mano tra i capelli corvini.

“Ok, allora. Facciamo crollare questo posto.” disse Skylar, facendo scoccare le nocche delle mani.

 

“Aperio!” tuonò e la serratura della camera di Sydney si aprì con un suono secco. L'Alchimista entro dando un calcio scenografico alla porta, ma rimase parecchio deluso quando constatò che la camera era deserta. L'uomo dagli occhi rosa sbuffò, rollando gli occhi al cielo e notò la finestra del bagno aperta che dava sul giardino del campus pieno di persone immobilizzate.

“Perché dovete rendere tutto noioso?” si domandò, uscendo dalla camera del biondo, sbattendo la porta. Quando abbastanza secondi furono passati, Kyle, Sydney e Vyvyen uscirono allo scoperto. I tre si erano infatti nascosti in posti precisi della camera, sapendo che l'inganno della finestra avrebbe funzionato a dovere.

“Dove andiamo?” mormorò Vyvyen con un sussurro impercettibile.

“Non lo so, ma non possiamo rimanere qui.” disse il moro, aprendo la porta per controllare il corridoio e, quando verificò che l'Alchimista non era presente, fece uscire i due ragazzi, per poi richiudere la porta.

“Aspettate, ho un'idea!” disse Sydney, facendo improvvisamente dietro front e finendo a sbattere contro Vyvyen. “Andiamo nel seminterrato!” aggiunse, prendendo l'iniziativa e dirigendosi in punta di piedi verso il piano inferiore. La camera del dormitorio del ragazzo era al terzo piano, quindi i tre sfrecciarono come lepri quando si ritrovarono per le scale, incuranti del rumore che le loro scarpe facevano a contatto con i gradini. Sydney era il capofila e diede una veloce accelerata quando vide la porta del seminterrato divisa solo da un'ultima rampa di scale, ma ecco che appena si accingeva a scendere gli ultimi gradini, sbatté contro qualcosa e ricadde indietro.

“Ah! Il naso!” mormorò, mentre Kyle lo raccoglieva da terra. Vyvyen si avvicinò con il braccio completamente teso, come quando qualcuno si accinge a muoversi in una stanza buia, e alla fine le sue dita toccarono una fredda barriera invisibile.

“Fantastico, vero?” disse una voce a qualche rampa di scale da loro “Basta dire qualche parola in latino e subito diventi Harry Potter!” rise.

 

Lydia stese il braccio verso una parete qualunque ed iniziò a flettere i muscoli, tendendo le dita e lasciando che il potere della Terra creasse una frattura in quel determinato punto. Poi la rossa aggrottò la fronte e si mosse le labbra, per poi guardare Tyler con sguardo allarmato.

“Che succede?”
“Questa... questa non è Terra! Non riesco a comandarla.” spiegò, incredula. Dylan si avvicinò alla parete e provò a toccarla: sembrava un normalissimo muro di mattoni intonacato e dipinto del classico color verde degli ospedali, allora perché Lydia non riusciva a muovere un solo mattone? Il ragazzo indietreggiò di qualche passo e poi lanciò una sfera d'ombra contro la parete. Niente, neanche un graffio, neanche una piccola crepa sull'apparentemente fragile muro di vernice.

“Strano...” rimuginò Skylar.
“Deve essere magia d'alto livello...” mormorò Dylan.

“Ok, allora... il piano va a quel paese.” sbuffò Lydia.

“Forse solo una parte.” balbettò Tyler, indietreggiando leggermente.

“In che senso?”
“Nel senso che Void l'abbiamo attirato!”

 

Senza neanche mettersi d'accordo verbalmente, i tre ragazzi presero la rincorsa e si lanciarono dalla ringhiera della rampa di scale, certi che un salto di neanche due metri non avrebbe potuto danneggiare le loro ginocchia se fossero riusciti a cadere correttamente. Mossa evidentemente non prevista dall'Alchimista che, immediatamente dopo, perse il sorriso e ringhiò qualche maledizione contro i ragazzi. Sydney aprì la porta senza pensarci due volte ed i tre ragazzi si ritrovarono lungo le scale umide e sporche che portavano alla caldaia.

“Non si scomodano a pulire anche qui.” commentò Vyvyen, evitando una ragnatela.
“Non sprecare fiato!” imprecò Kyle, spingendola per fare in modo che la bionda accelerasse. I tre ragazzi arrivarono nell'anticamera della caldaia e si lanciarono contro la porta, maledicendo il mondo intero poiché la trovarono chiusa.

“Dormio!” disse una voce e subito Vyvyen rivolse gli occhi al cielo e cadde a terra, addormentata. Sydney e Kyle si scambiarono uno sguardo terrorizzato e videro apparire l'Alchimista.

“Lo tengo occupato! Tu prova a sfondare la porta!” sussurrò il biondo, lasciando il libro nelle mani di Kyle.

“Cosa? NO!”
“Sì, sei più forte di me!” rispose l'altro, e si lanciò contro l'uomo che, senza batter ciglio, sembrò divertito da quell'ultima trovata.

“Immotus!” disse con aria annoiata, e Sydney si ritrovò immediatamente pietrificato, capace di muovere solo gli occhi e di respirare. “Senza magia non potete reggere neanche due minuti! Consegnami il libro!” disse, camminando verso Kyle. Il moro, di tutta risposta, prese a dare spallate contro la porta, cercando di aprirla con furia dettata dalla disperazione, ma all'Alchimista bastò pronunciare un'altra formula ed ecco che Kyle si ritrovava contro la parete opposta. Tale fu la botta che il moro per poco non perse i sensi, ma appena il dolore iniziò a svanire, Kyle allacciò le sue braccia sul libro e tirò fuori l'accendino, minacciando di bruciare il volume.

“Non farmi diventare cattivo, ex guardiano!” disse, sottolineando l'ex con tono crudele.

“Fai un passo e lo brucio!” lo minacciò Kyle, facendo scattare la rotella e dando vita ad una fiamma.

“Forse possiamo fare un patto, io e te.” disse l'Alchimista, incrociando le braccia, pensieroso.

“Non credo proprio!”
“Neanche se resuscitassi tua madre?” domandò. Il cuore di Kyle mancò un battito ed il moro spalancò gli occhi come colpito fisicamente da una lama rovente.

“Sei... un bastardo!” ringhiò a denti stretti.

“No, Kyle! Ti sto facendo un'offerta! Tu mi dai il libro ed io ti ridò tua madre. Semplice.” spiegò, sghignazzando. “Come sono stati questi anni senza tua madre, Kyle? Come sarebbero quelli a venire con una figura importante come la sua al tuo fianco e...”
“FOTTITI!” urlò, mentre una lacrima iniziava a scendergli dalla guancia.

“È un no?” domandò, senza neanche attendere una risposta e prese a camminare verso Sydney, per poi appoggiare un braccio sulla tua spalla. “Ok, vuoi che faccia il cattivo? Bene. Tu mi dai il libro, ed io guarirò il tuo amichetto.” disse, indicando il biondo.

“Che stai dicendo? Non sta male!” ringhiò Kyle.

“Ora sì.” disse, e tirò fuori dalla tunica un lungo pugnale che piantò nello stomaco del biondo.

 

Void si lanciò all'attacco ed immediatamente i ragazzi risposero con una controffensiva: Tyler generò un fulmine abbastanza duraturo, Sydney un getto d'aria e Dylan una fiammata d'ombra, mentre Lydia... la rossa provo a spaccare il pavimento ma la Terra non rispondeva ai suoi comandi e la ragazza rimaneva indifesa. Era evidente che quell'illusione di materiale non aveva niente, era solo una perfetta immagine di un'ospedale deformata dalla magia dell'Alchimista. Ma allora perché Void non riusciva a risucchiarla?

“Lydia... avremmo bisogno di una mano!” iniziò Tyler, dopo che Skylar fu messo al tappeto da un manrovescio da parte della creatura.

“Non posso!” si lamentò la ragazza, alquanto stizzita perché il rosso aveva rotto il filo del suo discorso. Dov'era arrivata? Ah sì, perché Void non aveva risucchiato la magia da quel posto? Qualcosa non tornava ed il mistero che si celava dietro la figura dell'Alchimista non aiutava certo a capire quali fossero le sue intenzioni e le sue tattiche. Un altro colpo, ed anche Dylan fu lanciato contro il muro: ora solo Tyler cercava di resistere alla creatura con sfere d'energia.

E il suggerimento di Vanessa? Era quello di ripiegare sulla magia per uccidere Void, quindi, forse...

“LYDIA!” disse Tyler, mentre la creatura attanagliava il corpo del ragazzo, pronto a risucchiarne l'energia. La rossa scattò in avanti e spinse via Tyler, ma così facendo si ritrovò a faccia a faccia con il mostro e la creatura non ci pensò due volte prima di prendere lei al suo posto. Gli occhi di void si accesero del tipico verde spettrale e le sue fauci si spalancarono, mentre piccole scintille di magia verde iniziavano a sfuggire dal corpo di Lydia, per essere inghiottite dalla famelica creatura.

“Ty... non... andare via... la soluzione... è qui!” mormorò la ragazza, prima di cadere svenuta. Skylar intervenne e con un getto d'aria scaraventò Void oltre una porta che dava su un corridoio del sesto piano. Appena la creatura oltrepassò la soglia, Dylan chiuse la porta per poi riaprirla con un leggero tremolio della mano e constatare che ora la porta dava sulla mensa generale.

“L'abbiamo allontanato per un po'...” mormorò il moro.

 

Come se l'incantesimo fosse stato spezzato, Sydney crollò a terra, ululando di dolore e reggendosi lo stomaco dal quale fuoriuscivano copiosi fiumi di sangue. D'istinto, Kyle lasciò la presa sul libro e corse a soccorrrere il biondo, lasciando così che l'Alchimista arrivasse ad arraffare il libro.

“GUARISCILO!” urlò Kyle e l'uomo dagli occhi rosa sbuffò.

“Sanas!” disse e la ferita sullo stomaco di Sydney si rimarginò completamente. Non contento, l'Alchimista prese Kyle per i capelli ed inclinò all'indietro la testa del ragazzo, per poi puntare il coltello sulla sua gola e premere leggermente.

“La prossima volta...” disse, sussurrando con tono velenoso all'orecchio di Kyle “...toccherà a te e non ci sarà nessun santo ad aiutarti!” spiegò, e così dicendo colpì Kyle alla nuca con il manico del pugnale e lo lasciò cadere praticamente addosso a Sydney, per poi avviarsi verso l'uscita felice come un bambino che ha appena ritrovato il suo gioco.

 

  
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