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Autore: darken_raichu    04/08/2016    1 recensioni
La Magna Opera Pokémos è un trattato scritto dai Bibliotecari di Pokèmos sul mondo in cui essi vivono. Potete considerarlo sia uno spin off della mia fanfiction principale, Pokémos (che trovate qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2601615) sia una sorta di versione più testuale e completa delle Genealogie già pubblicate tempo fa (qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3162135). Potete leggerne i capitoli anche se non siete lettori di Pokémos, ma la consiglio soprattutto a questi ultimi.
Genere: Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Re Electivire II non aveva mai avuto figli, non essendosi neanche mai sposato. Alla sua morte, il trono passò quindi al fratello minore, Electabuzz, soprannominato spesso Buzz per distinguerlo dal fratello maggiore, che di figli invece ne aveva due. Più giovane di lui di due anni, era sempre stato considerato uno dei più grandi guerrieri dell’Elettria post-unione, ma era noto che era anche un pokémon facile all’ira e lento al perdono, diversamente dal padre e dal fratello, cui voleva molto bene. Preso il trono come Electabuzz II, il Re marciò verso Lasthunder e Storming Rock, deciso a vendicare la morte del fratello.
Dopo due anni di guerra, egli si aprì la strada verso la prima città nella sanguinosa Battaglia di Lasthunder, distruggendo i due eserciti alleati. Due mesi dopo cadde anche la seconda. Nel frattempo, i due Duchi erano deceduti in battaglia, e le loro famiglie si erano estinte, similmente a quanto accaduto quasi trent’anni prima nel corso della guerra del padre. A quel punto, non potendo vendicarsi su di loro, Re Electabuzz II si vendicò sulla loro città. Egli diede ordine che fossero sfollate e rase al suolo. Ignorò le proteste dei suoi uomini, inclusi i Lord di Ampere City, Volt Port e Brightspark, che tentarono di fargli notare la grande importanza strategica del luogo. Si conserva la sua celebre frase “Se serve una guardia qui a nord-est, costruirò un forte.” Come da promessa, rase al suolo le città fece edificare, a metà strada tra le due, un fortino difensivo chiamato “Forte Buzz”. Ancora oggi, il detto “Avventato come il Forte Buzz” indica una scelta presa in preda alla rabbia che poi si rivela corretta. Negli anni successivi, il Forte Buzz divenne un’importante protezione contro eventuali tribù nomadi, ed esservi assegnati era un grande onore, tanto che più di un membro della famiglia reale vi servì.
Tornato ad Electronvolt da trionfatore, Re Electabuzz si insediò nel palazzo reale con la moglie e i due figli. Uno dei suoi primi editti fu il cambio nel motto di famiglia, che cambiò da “Difensori della città” a “Soli a governare”, che gli parve più adatto dato che ora non avevano più una sola città da difendere, ma un intero regno. In un altro inasprì le pene contro i rivoltosi, ma questa manovra si rivelò inutile, perché appena due anni dopo una nuova insurrezione popolare nei territori appartenuti ai Ducati di Lasthunder e Storming Rock lo costrinse a marciare nuovamente su quei territori. I capi delle rivolte furono catturati e, secondo le nuove leggi, decapitati. Questo atto, che voleva mostrare cosa significava ribellarsi, infervorò invece il popolo, che insorse numerose altre volte.
Alla fine, dopo cinque anni, Electabuzz II ritornò sui propri passi, annullando l’editto in favore di uno più leggero, che imponeva lavori forzati a vita, o in alternativa servizio a vita nell’esercito. Questo placò un poco la popolazione, anche se ancora per altri sei anni il Re fu costretto a viaggiare per Elettria a sedare rivolte. In quegli anni, nel 4482, si spense l’ormai ottuagenario Lord di Ampere City, Mhros A’Roph, ultimo dei Duchi che avevano combattuto con Re Electivire I. Re Electabuzz, che lo definiva spesso “il mio zio preferito”, nonostante egli fosse in realtà un cugino del padre, lo fece tumulare con una solenne cerimonia nelle catacombe di famiglia sotto la cattedrale di Ampere City, alla presenza di Lord Molgen, Lord Pharren e del nuovo Lord P’Ahros, oltre che di una folla enorme, prova di quanto fosse stato amato.
Negli anni successivi, Re Electabuzz poté regnare in un clima di pace. Il suo presenziare ai funerali di Lord A’Roph sembrò avergli conquistato la fiducia della popolazione, come fosse stato un ultimo servigio reso al suo Re dal Duca. Electabuzz fece del suo meglio per tenere ben stretta quella fiducia: quando una nuova siccità colpì l’oriente, nel 4485, egli fece convogliare nella zona cibo per alleviare i disagi della popolazione.
Il Re morì nel 4489, poco dopo aver sedato pacificamente una rivolta minore scoppiata vicino al Fiume Volt. Tornato a palazzo, ormai esausto, si ritirò in camera propria, sedendosi alla scrivania, probabilmente per scrivere qualche messaggio ai Duchi o qualche nuova legge. La mattina dopo, fu trovato con davanti un foglio bianco. Fu decretato che se n’era andato velocemente, senza soffrire, e fu tumulato accanto al padre e al fratello. Nessuno all’epoca sollevò l’ipotesi dell’avvelenamento, che fu invece sostenuta in tempi più recenti. Tuttavia, non sono mai state portate prove tangibili a quella che oggi appare solo come una teoria come molte altre. Più probabile appare semmai l’ipotesi che il Re sia morto per la fatica sopportata in tanti anni, dato che era comunque un pokémon di una certa età che conduceva una vita sfiancante anche per un giovane, e la morte fu probabilmente naturale.
Mai evolutosi, Re Electabuzz II passò alla storia come un Re militaristico, ma è ricordato meglio del fratello, forse perché il suo lungo regno fu più pacifico di quello del predecessore. Gli storici tendono a considerarlo il Re che completò il processo di unificazione, visto che fu l’ultimo a combattere contro rivolte indipendentiste. Su di lui è stata composta una ballata, “La ballata del Re vittorioso”, che ancora oggi viene cantata nelle osterie e nelle piazze. In essa un re combatte per vendicare il fratello, ucciso da due paesi nemici, sconfiggendo ogni avversità che gli si para davanti, per riuscire infine a radere al suolo le due capitali, unificando poi i tre paesi. Infine, dopo aver sconfitto decine di usurpatori in un decennio di guerre, riesce a placare il paese in, così si conclude il poema, “un regno di eterna pace, che se devo esser sincero non mi dispiace”. Anche se il nome del Re non viene mai fatto nel corso della canzone, è evidente il riferimento alla guerra con Lasthunder e Storming Rock e alle rivolte degli anni successivi. La ballata è una delle preferite dal popolino, e ad Elettria una festa non è considerata completa senza che qualcuno si sia esibito in essa.
  
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